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Autore: oceanodiviolini    19/02/2011    5 recensioni
“Immagino già la scena…. – esclamò James, estasiato, con gli occhi luccicanti dalla gioia – chissà che faccia faranno tutti…potremo registrarlo e riascoltarlo quando vogliamo, ci pensate??”
“Scusa se non saltiamo dalla felicità…” disse Remus con aria falsamente dispiaciuta.
“Possiamo almeno tapparci gli occhi??” chiese Sirius, preoccupato.
“Gli occhi…?? Per lo più le orecchie, se non volete sentire certe cose che cambieranno il vostro modus vivendi!!!”(..)
“Ma non capite?? La Evans che annuncia a tutta la Sala Grande di essere perdutamente innamorata di me!!!? È un’occasione da non perdere!!!!”
A quel punto Remus disse: “Certamente è uno strano modo per dimostrarlo.” “Non bastava un bigliettino? Una lettera…? Un gingillo…? Dovete proprio arrivare a tanto??”
Storia già pubblicata nel lontano 2006 (Per altro ai tempi riscosse molto, molto successo), DEMENZIALE ALLO STATO PURO. Aggiornamenti piuttosto frequenti (I capitoli sono solo da rivedere, per quanto mi riguarda) Mi sembrava giusto rispolverare i miei cassetti e dare nuova vita alla prima storia che a tredici anni pubblicai su questo sito.
“Questo è l’inizio di un patto. Il patto EvanSnape. TU non dirai mai quello che hai scoperto di me, e io non dirò quello che ho scoperto di te…se per caso uno di noi due dovesse rivelare il patto, l’altro sarà libero di rivelare il segreto a tutta Hogwarts.”
Genere: Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Albus Silente, I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Leggenda dell’incivile tribù delle belve rosse (ovvero piccolo capitolo di transizione con una SongFic al suo interno; la canzone è ‘Ho perso le Parole’ di Ligabue, che tra l’altro è il mio cantante preferito).

Quella sera molte domande tormentavano James Potter, molte domande riguardo a quanto era successo prima, in quel dannato sgabuzzino.

Cosa lo aveva spinto a baciare Lily? Perché l’aveva fatto? E perché inizialmente Lily sembrava incline ad ottemperare alla sua richiesta, ma poi gli aveva mollato un ceffone? Quasi non sentì Remus e Sirius, che nel frattempo lo stavano bombardando di domande del tipo ‘Ma che è successo?’ ‘Sei ferito?’

“Sì, la belva feroce mi ha attaccato, e non ho trovato scampo.” rispose lui, desolato.

“Ti riferisci a Lily…?” chiese Remus, dubbioso.

“E a chi se no? Alla McGonagall?” continuò James, sempre più depresso.

Arrivarono nel dormitorio maschile di Grifondoro, ed entrarono nella loro stanza. Prongs si sedette nel suo letto a baldacchino, e la stessa cosa fecero i suoi due amici, che nel mentre lo guardavano ansiosi di sapere tutto.

Così il ragazzo, che aveva la faccia smunta come se non mangiasse da un mese come minimo, iniziò il racconto: “Io…cioè Evans, oggi è andata nell’ufficio di Sloughorn. Io l’ho seguita, sotto il Mantello dell’Invisibilità.”

“Oh…non è stato molto carino da parte tua.” disse Moony, colpito.

“E perché mai? Comunque non è questo il punto… - esclamò James, con voce atona. - …una volta arrivata da quel tricheco ha iniziato a disperarsi, raccontando quanto successo oggi in Sala Grande. E quello là, sapete che faceva? La consolava, l’abbracciava…e allora io me ne stavo seduto in una sedia pensando ‘fra un po’ le salta addosso!’, già mi figuravo la scena…”

“Oddio, non sarà accaduto veramente!?” esclamò Padfoot, sperando di avere torto.

“No, alla fine non è successo nulla…forse Sloughorn si era accorto della presenza di qualcun altro, infatti si sono messi a parlare in codice…è stato orribile.” continuò James, rabbrividendo.

“In una lingua strana?” chiese allora Remus, perplesso.

“Sì, dovevate sentirli!! E come se non bastasse, usano lo stesso linguaggio durante le lezioni! Ecco perché ogni volta Evans fa sempre così tanti interventi, e Sloughorn appare così compiaciuto!” disse Prongs.

“Come nelle lezioni? Ma se li capisco anch’io…!” esclamò Moony, sempre più confuso.

“ANCHE TU?? – urlò James, sconcertato. – E tu, Padfoot? Non mi dirai che anche tu li capisci??”

“Ho un po’ di difficoltà, ok…ma non appena leggo gli appunti di Moony capisco tutto.” rispose l’interpellato, come se fosse una cosa normalissima (infatti lo era).

“Tu scrivi degli appunti su queste cose?? – esclamò indignato Prongs. – Ma Remus! Non ti vergogni??”

“Mi sembrava che servissero anche a te, dopo tutti i bei voti che ti faccio prendere ogni anno.” disse con noncuranza Moony.

“Cosa c’è di tanto strano? – continuò Padfoot. – E’ il semplice linguaggio che si usa quando si parla di Pozioni! Ok, non sarà così interessante, anzi è noioso…ma è normale!”

“Ma voi dovevate sentirli!! – disse James sempre più sconvolto, e deluso che i suoi amici non lo capissero. – Non era proprio come durante l’ora di Pozioni! Lui, Sloughorn….era raggiante! E lei, Evans…così compiaciuta!! Di cos’altro avrebbero dovuto parlare?? Ma comunque non è nemmeno questo il punto! – s’interruppe Prongs, per arrivare al punto. – Il punto è che Evans, non sapendo che io già l’avevo sentita nell’ufficio di Sloughorn, è venuta poi in Sala Comune per parlarmi della punizione che ci spetta per quel casino successo in Sala Grande.”

“Vi hanno dato una punizione??” chiese allora Remus, indignato.

“Certo! Che cosa vi aspettavate? Che ci facessero i complimenti per aver detto davanti a tutta la Sala Grande che io sono innamorato di Sloughorn?? Ma vi sembra normale?? Comunque, veniamo al punto… - s’interruppe James per riprendere la questione. - Dato che tutti voi eravate tornati mi ha trascinato, come ben sapete, dentro quel maledetto sgabuzzino! E dire che prima mi piaceva così tanto…possibile che ogni cosa che associo ad Evans finisco per detestarla?!”

“Associazioni d’idee… - disse Remus. - …comunque arriva al punto!”

“Prima di tutto Evans mi ha detto di non avere un costume per buttarsi nel Lago Nero, così io le ho promesso di prestargliene uno.” rispose Prongs.

“E tu come fai ad avere un costume da donna??” chiese perplesso Sirius, anche se si aspettava la risposta.

James disse: “Qualche ragazza l’avrà dimenticato…comunque cambiamo discorso! Dopo io mi sono chiesto ‘come mai Sloughorn ha proposto a Dumbledore questa punizione?’ … cioè … avrebbe potuto assegnarci una punizione tremenda, ma non l’ha fatto. Così mi sono detto ‘Evans deve aver fatto qualcosa per addolcire Sloughorn, non c’è altra spiegazione!’ Per questo ho chiesto ad Evans ‘cos’hai fatto per addolcire Sloughorn?”

“Non avrai mica…? Insinuato…cioè, insomma…Lily…Sloughorn…” chiese Moony, sconvolto.

“Oh, sì! Eccome se l’ho fatto! D’altronde…cos’avrei dovuto pensare?? Però stranamente questa domanda non le ha fatto molto piacere, infatti ha iniziato a sparare insulti a raffica sulla mia persona!” continuò Prongs, leggermente confuso e allo stesso tempo dispiaciuto, ripensando a quel momento.

“Ma certo che era arrabbiata!! – esclamò Sirius. – A me non piacerebbe se qualcuno insinuasse che l’ho fatto con la McGonagall solo per non ricevere una dura punizione!”

“Beh, non è questo il punto… - rispose nuovamente James. - …non ho capito molto, anzi nulla, degli insulti. Pensavo più che altro al da farsi. Infatti mentre Evans parlava…io, senza rendermene conto…l’ho baciata.”

“Tu COSA?! - urlò Remus, incredulo a quanto aveva appena sentito. – Tu e Lily? Lily Evans? Quella che conosciamo noi??”

“Ma certo, e chi altrimenti?” rispose Prongs, leggermente offeso.

“Lily Evans? Quella che ti detesta più di ogni altro al mondo??” continuò Padfoot, sempre più incredulo.

“Sì, LILY EVANS!! -  gridò James, stufo della loro perplessità. – Come mai prima avete creduto che avessimo fatto qualcos’altro di molto più grave in quel ripostiglio, e adesso non potete credere che io l’abbia baciata??”

Ma gli altri due Malandrini non ebbero il tempo di rispondere perché quel grido fece sussultare la rossa interpellata, che urlò a sua volta, dal dormitorio femminile: “E CHIUDI IL BECCO UNA BUONA VOLTA, STRONZO DI UN POTTER!!!”

“Vedete com’è dolce… - disse sottovoce Prongs, con la coda fra le gambe. A quel punto lasciò perdere la domanda, e continuò – Comunque…inizialmente sembrava che lei fosse consenziente a quel gesto, infatti all’inizio ha ricambiato…anzi, sembrava pure compiaciuta! Potete capire che era il suo primo bacio…”

“Cosa? Lei ha ricambiato??” ripeté Remus, come se fosse una cosa impossibile.

“Sì, almeno all’inizio…poi io mi sono fermato, e anche lei ovviamente…(certo, non poteva continuare da sola) poi mi ha guardato come per dire ‘è già finito?’, così io le ho chiesto ‘volevi che continuassi? Come prima volta può bastare…’, cercavo solo di essere cortese! Era il suo primo bacio…voi che avreste fatto??” chiese il Malandrino agli altri due, confuso come non mai.

“Oh…avresti potuto cercare di essere meno sarcastico!” esclamò Moony, esasperato. “Insomma… - continuò Padfoot. - …è sempre Lily Evans. Schizzata. Isterica. Quella che parla con strani termini, continuando a dire ‘cioè, cioè, cioè…’. Così più o meno. Quella che appena ti guarda rabbrividisce istintivamente. Potevi usare più tatto, lo sai come sono le ragazze! Almeno, le ragazze come lei…”

“Cioè…io non so che fare! La bestia mi potrebbe ferire nuovamente se solo provassi anche solo ad avvicinarla!! Io vorrei parlarle, vorrei chiederle scusa per quel gesto avventato, ma…lei mi ucciderebbe - esclamò disperato Prongs, mentre nella sua mente scorrevano raccapriccianti immagini della bestia Lily che scendeva in Sala Comune per parlargli, e lui così le si avvicinava scoprendo però con orrore che la suddetta ragazza, dagli occhi rossi iniettati di sangue, brandiva nella mano un’affilata ascia lunga almeno 40 cm, e si accingeva ad usarla sulla vittima, cioè lui, e a quel punto il protagonista James Potter emetteva un urlo sovrumano degno dei migliori film horror, mentre la serial killer era intenta a ridere satanicamente; una volta finito con lui, ovviamente, si sarebbe dedicata (se così si può dire) alla tortura con conseguente morte sul posto di Remus e Sirius, a colpi di coltellate nello stomaco, degne di Jack lo Squartatore. Le urla disumane dei suoi amici visti in quella specie di sogno, fecero riscuotere il ragazzo dai suoi pensieri (detti, più propriamente, ‘seghe mentali’). Così riprese a parlare, un po’ perplesso e ancora sconvolto, con voce leggermente tremante. – Non so davvero cosa mi prende, amici. Io, James Potter, ridotto in questo stato per colpa di una Evans qualunque…ma ve lo immaginate?? Io sono James Potter!!!”

Remus rispose tranquillamente: “E io sono Remus Lupin. Ma non è questo il punto! Probabilmente lei si è sentita confusa perché era sicura di essere solo un giocattolo, un trofeo per te. In fondo, fai così con tutte. Che cosa provi per lei?”

“Beh…non è semplice da spiegare…. – disse James. – Lei non è come le altre. Con le altre ragazze uso sempre la ‘tattica del piacione.”

Piacione…?” chiese Moony, perplesso.

“Esatto, piacione! La nobile arte concessa a pochi. Ora ti spiego…l’obiettivo di vita del piacione è, prima di tutto, conquistare tutte le ragazze, tutte, anche quelle più brutte. Quelle che non t’interessano minimamente, quelle che non appena le vedi ti fanno venire da piangere da quanto fanno schifo. Allora tu devi fare il simpatico, fai l’occhiolino, fai battute cretine…insomma, è il mio obiettivo, non posso farne a meno. E poi fai capire loro che c’è intesa, anche se in realtà non c’è, però manca qualcosa, l’anello mancante, il pezzo di puzzle…ma non manca ovviamente per colpa tua, fai invece capire che manca per loro! Con Evans non è così…sicuramente all’inizio avevo intenzione di conquistarla come questione di principio, perché era l’unica ragazza che non cadesse davanti al mio fascino. Poi però è cambiato tutto…non capisco più che cosa è lei per me! Se un’altra ragazza mi avesse dato quel ceffone io non so cos’avrei fatto! Invece sono rimasto sorpreso, anche deluso, dispiaciuto da quella reazione…e non ho saputo dire o fare nulla! Non mi ero mai sentito così…spiazzato….prima d’ora.”

“Quindi per te è solo un obiettivo da raggiungere? Niente di più? Un divertimento, un passatempo?” chiese Remus.

“Oh, non lo so più nemmeno io…però so che vorrei scusarmi con Evans. Ma non so come fare! - esclamò Prongs. – Credo di aver già chiarito ampiamente il concetto.”

“E’ semplice! – rispose Sirius, come se fosse la cosa più semplice del mondo. – Adesso tu la chiami, le dici di scendere in Sala Comune, le parli e le porgi le tue più umili e sentite scuse. Semplice, no?”

“E’ più facile a dirsi che a farsi… - disse depresso James. - …ma le chiederò scusa.”

“Ti guarderemo le spalle.” disse allora Moony, cercando di confortarlo.

Così James usò l’incantesimo sonorus, e insieme a Sirius e Remus scese nella Sala Comune. Padfoot lo spronò: “Avanti, chiamala.”

Prongs aveva un tremendo dilemma: “Come la chiamo? – pensò, indeciso. – La chiamo Evans? No, troppo formale…la chiamo Lily? No, troppo informale….oh, che dilemma! Lily? Evans? Lily? Evans…..”

E fu così che decise di giungere ad un compromesso, e urlò: “Lily…..Evans!!!”

Nessuno rispose.

“Lily Evans!!!” gridò di nuovo il Malandrino.

“Ho sentito, stupido!!” rispose la rossa, alquanto sgarbatamente.

“E allora perché non hai risposto??” disse James, arrabbiato.

Ma poi Remus, da dietro un arazzo della Sala Comune, gli ricordò, parlando sottovoce: “Ricorda che sei qui per chiederle scusa! Cerca almeno di essere gentile!!”

“Ma come faccio, se lei inizia così insultandomi??” chiese Prongs, sempre sottovoce. “Non ti ha insultato!” rispose Padfoot, che improvvisamente era apparso da dietro Moony. “Mi ha semplicemente detto stupido, certo. Comunque cercherò di mantenere la calma, per quanto possibile…” continuò Prongs cercando di trattenere la rabbia repressa.

“Hai finito i tuoi monologhi con te stesso, o devo sorbirmeli per tutta la sera, Potter?” disse la ragazza acida, sottolineando con cura il fatto di chiamarlo per cognome.

“Evans…potresti scendere? Devo parlarti…” esclamò allora James, con la voce più mielosa e dolce che quel momento potesse permettere.

Lily si decise e scese in Sala Comune, trovandosi faccia a faccia con il ragazzo, che dopo tutto fu rassicurato dal fatto che la ragazza non avesse gli occhi iniettati di sangue e non brandisse nessun’ascia, così iniziò a parlare, con più coraggio: “Io…mi dispiace per quello che è successo. Non volevo….non capivo quello che stavo facendo!”

“Anche a me dispiace. - rispose secca lei. – Hai altro da dirmi…?”

“Voglio parlare con te, Evans. – continuò lui, come suggeritogli da Remus, che intanto faceva gesti frenetici con le mani per farsi capire. – Vorrei chiarire alcune cose.”

“E quali sarebbero?” chiese Lily, come se a lei non importasse un fico secco.

“Io non volevo ferirti, Evans. Pensavo che tu fossi d’accordo. Inizialmente hai pure ricambiato…” iniziò James, confuso.

“Ero d’accordo. – rispose la ragazza, senza nemmeno pensarci. – Cioè…non lo so. Ma tu…tu sei stato un deficiente! Pensavi che fossi una delle tante prede, dei tanti trofei?? Una delle tante con cui divertirti…”

“No, Evans… - disse il ragazzo indietreggiando. – E’ proprio questo il punto. Con nessuna ragazza mi sarei comportato allo stesso modo. Non avrei potuto accettare un affronto come un ceffone…con te, invece, non ho saputo rispondere in nessun modo…”

“Che cosa volevi fare? Volevi prendermi a legnate, forse??” chiese Lily, seccata.

“Ma no! Non l’avrei mai fatto!! – si giustificò lui. – Insomma, Evans…tu che cos’hai provato in quel momento? Sei totalmente pentita di quanto è successo?” Sirius nel frattempo gli fece l’occhiolino da dietro l’arazzo.

“Io…cioè…sono confusa! Ecco, tu mi provochi solo confusione…devi capire che io ho ricambiato anche perché era il mio primo bacio. Non so se fossi felice perché era il mio primo bacio, o perché stavo baciando te. Cioè, io non lo so.” esclamò la ragazza, confusa.

James intervenne, soddisfatto: “Rifletti, Evans…se tu mi odiassi davvero a quest’ora saresti sconvolta, addirittura distrutta di aver avuto il primo bacio con me! Non saresti sicuramente felice!! Questo vuol dire che non mi odi.”

“Senti, Potter...devi capire che quanto è avvenuto nello sgabuzzino è stato un evento isolato, un errore di gioventù, un incidente di percorso nella mia vita perfetta senza di te…cioè…perfetta fino ad oggi.” spiegò lei.

“Non si può tornare indietro, Evans. – rispose il ragazzo, con voce sepolcrale, suggerito dal solito Remus. – Comunque non preoccuparti…quel bacio è anche per me un fenomeno isolato. Una scossa di assestamento, diciamo. Ti sembro il tipo da impegnarsi con una ragazza? Insomma, sono James Potter…il magnifico spirito libero!” esclamò orgoglioso lui.

Fu così che Lily Evans gli diede un ceffone nell’altra guancia; adesso James Potter sembrava un indiano con la faccia dipinta, che stava combattendo contro l’incivile tribù delle belve rosse capitanata dal tremendo e perfido capo Evans-IncazzataNera: “Adesso ho capito, porco di un Potter!! Era uno dei tuoi soliti giochetti…”

“Non lo era! – esclamò James seccato. – Se mi lasci spiegare…..” ma non ebbe il tempo di finire la frase, perché la rossa, con un gesto fulmineo, si avvicinò a lui e, incontrando le labbra del suo caro odiato, gli diede un bacio appassionato, lasciando l’altro sbigottito. Senza parole.

Ho perso le parole
eppure ce le avevo qua un attimo fa,
dovevo dire cose
cose che sai,
che ti dovevo
che ti dovrei.
Ho perso le parole
può darsi che abbia perso solo le mie bugie,
si son nascoste bene
forse però,
semplicemente
non eran mie.

Dopo un istante di buio totale nella sua mente, James ricominciò finalmente a formulare pensieri concreti: “…forse è stato meglio che non mi abbia lasciato parlare…chissà quante cazzate le avrei inventato in un secondo…….perché le ho detto che anche per me quel gesto era isolato, solo una scossa…? Come ho detto….a volte le parole mi escono senza nemmeno rendermi conto di quello che dico. Anche adesso, sto blaterando mentre sto pensando, se così si può dire….”

Ho perso le parole
e vorrei che ti bastasse solo quello che ho,
io mi farò capire
anche da te

se ascolti ben se ascolti un po'.
Non servono parole
so che lo sai
le mie parole non servon più.

“Dopo tutto questa tribù delle belve rosse non è poi così incivile…se m’impegno un po’, potrei anche instaurare un qualche rapporto costruttivo e trasferire un po’ della mia civiltà a loro, che ne sono così privi…e poi….il capo non è poi così feroce come dicono, sono solo leggende metropolitane…basta saperla prendere per il verso giusto…e magari potrebbe diventare meno incazzata nera. Anche adesso mi sembra essere diventata più mansueta…non mi scruta più con aria tanto minacciosa…chissà, forse prima o poi potremo comprenderci a vicenda…ma non vorrei essere troppo ottimista, in fondo sono pur sempre belve selvagge….” James si accorgeva di vaneggiare, e stava ricominciando con i suoi soliti vagabondaggi della mente, che non ha nient’altro da fare.

Ho perso le parole
oppure sono loro che perdono me,
io so che dovrei dire
cose che sai,
che ti dovevo, che ti dovrei.
Ma ho perso le parole
che bello se bastasse solo quello che ho,
mi posso far capire
anche da te,
se ascolti bene
se ascolti un po'.

“Sto perdendo la battaglia…e anche la guerra…perderò tutto: i miei amici, il mio territorio, me stesso…ma avrò trovato qualcosa di più importante, forse? Una pace fra i popoli che per troppo tempo hanno lottato tra loro?  E se la nostra storia fosse come quella di Romeo e Giulietta, che si sono amati contro il volere delle rispettive famiglie…ma che sto dicendo?? Non c’entra un cazzo….! Comunque, quello che importa è che adesso c’è un piccolo spiraglio di luce, una speranza di essere compreso da lei, da Evans-IncazzataNera….dal tremendo quanto crudele e spietato capo della tribù delle belve rosse….ma adesso, non mi appare più così crudele e spietato….certo, è pur sempre incazzato. Forse adesso dovrei iniziare a chiamarla Lily-IncazzataNera. Però prima dovrei porle una domanda che mi attanaglia da quando la incontrai per la prima volta……..”

Ma non ebbe il tempo di porre la domanda, che la ragazza esclamò, con il fiato mozzo: “Tregua!”

Intanto Sirius e Remus si davano un batti cinque.

“Tregua? – ripeté il ragazzo. – Va bene. Toglimi solo una curiosità…qual è il tuo nome completo? Ti chiami solo Lily?” finalmente poté porre quel quesito sconosciuto che forse attanaglia pure tutti voi.

“Certo che no! Mi chiamo Lily Evans.” rispose lei con un tono sarcastico, ma sicuro allo stesso tempo. Per un attimo il giovane Malandrino si era aspettato di sentirsi rispondere: “No, mi chiamo Evans-IncazzataNera” e, come sempre, era partito in una delle sfrenate fantasie diurne in cui il suddetto capo indiano prendeva la solita ascia (che aveva sempre a portata di mano) e iniziava a squartarlo con brutalità. Per fortuna stavolta i pensieri cessarono subito, e il ragazzo poté continuare, leggermente turbato: “Non in quel senso! Voglio dire…ti chiami Lily, Lilian o Elizabeth?” chiese confuso James.

“Non vedo come questo possa interessarti.” disse lei, acida come sempre.

“Certo che m’interessa!! Su, dimmi…qual è il tuo vero nome? Non ti costa nulla dirmelo…” esclamò lui, supplicandola.

“Tu come pensi che mi chiami? Usa la tua smisurata fantasia e chiamami come ti pare. Cioè…dovresti chiamarmi per cognome, veramente!” gli suggerì la ragazza.

“Va bene, allora ti chiamerò Elizabeth! - disse lui contento. – E’ il nome esatto, vero??”

“Forse…. - rispose la rossa. – Comunque dovresti chiamarmi Evans…cioè…però quando siamo davanti a tutti dovresti chiamarmi Horace, perché ho detto a tutti che è il mio nome in codice.”

“Ok, allora quando siamo in pubblico ti chiamerò Horace, quando saremo soli ti chiamerò Elizabeth…affare fatto!!” e così dicendo si dileguò nell’oscurità prima che Lily potesse aggiungere altro.

E così il tormentato ragazzo dalla mente spaventosamente contorta arrivò alla conclusione che gli cambiò la vita da così a così. Quel giorno poteva sentirsi soddisfatto, perché aveva appena concluso una pace, anzi più che altro un armistizio, con il temuto capo della tribù delle belve rosse: Elizabeth-IncazzataNera.

To be Continued…

 

   
 
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