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Autore: FrankieGreenHair    19/02/2011    2 recensioni
e se, durante un viaggio a Londra, incontraste il vostro attore preferito?
è la mia prima fanfic in assoluto... spero vi piaccia!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ben Barnes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Tu, brutta…-
Risi di gusto, allontanando il mio cellulare dall’orecchio per il volume troppo alto della voce di Aurora.
-Ehi, Aury, calmati!-
-Come faccio a calmarmi?- ribatté lei, continuando a usare il suo tono da “adesso-vengo-lì-e-ti-prendo-a-calci”. -Hai appena incontrato il ragazzo più figo del pianeta, e tu mi dici di calmarmi?-
-Sì, perché altrimenti non ti dico tutto!-
Si azzittì all’istante, e feci un sorrisetto. Muahahaha.
-In pratica, mi chiede se sto bene; io gli rispondo di sì, e quando lo riconosco mi faccio fare l’autografo…-
-Hai l’autografo di Ben Barnes?!-
Sollevai un sopracciglio.
-Ma secondo te, quanto sono stordita? Ora, io posso capire che tu non abbia una grande stima delle mie capacità mentali, ma se vedo 4B almeno un autografo glielo strappo!-
-Effettivamente…-
Ridacchiai.
-Va beh. Fatto sta che ci siamo messe a parlare… mi ha detto di chiamarlo “Ben”, e lui mi chiama “Frankie”!-
-Oddio!-
-Alla fine mi ha detto di non preoccuparmi se non abbiamo prenotato al Madame Tussaud, che ci pensa lui… e che quindi mi chiama a pranzo!-
-Oddio!- ripeté lei, a voce più alta. -E quindi?-
-E quindi mo’ metto giù, che se mi chiama mentre sono al telefono con me mi incavolo parecchio… ciao bella!-
-Ciao, e mi raccomando chiamami!-
Misi giù, e iniziai a saltellare per il bagno. Erano sì solo le undici e mezza, ma noi eravamo già a ristorante, e in quell’esatto istante ero in bagno a lavarmi le mani… e ad aspettare mia madre. Neanche a dirlo, era in bagno.
Sbattei un paio di volte la testa contro le piastrelle, e poi feci una giravolta. Non ero molto in me, forse, ma chi poteva biasimarmi? Aurora aveva ragione: avevo appena visto il ragazzo più figo del pianeta. E mi avrebbe chiamato, cavolo, mi avrebbe chiamato di lì a poco! Togliendo il fatto che lui aveva trent’anni e io (quasi) quindici e che lui era una stella del cinema a livello mondiale, beh… restava che mi chiamava solo per farmi entrare in un museo, cosa che non avrebbe fatto impazzire nessuno sano di mente. E cosa importava? Lui era Ben Barnes, cavolo, e io non ero per niente sana di mente.
Finalmente mia madre uscì dal bagno, costringendomi a darmi una calmata. Beh, più o meno: mi tolsi solo l’espressione beota dalla faccia, e mi girai verso di lei.
-Ma ti rendi conto?-
-Fra, è tutta mattina che vai avanti così! È solo un ragazzo!-
Le misi una mano sulla spalla, come se fosse lei quella da manicomio.
-Mamma… ma l’hai visto? Non è “solo un ragazzo”… è l’attore più talentuoso e bello dell’universo, e lo pensavo anche prima di incontrarlo all’HMV! Inoltre canta benissimo, è simpatico, è gentile…-
Mia madre scosse la testa, sconfitta.
-Va beh, però adesso andiamo a mangiare, che ho fame-
Mi trascinò fino al tavolo dove erano già seduti mio papà e mia sorella, che nel frattempo avevano fatto incetta di grissini, e io mi sedetti con aria sognante. Presi una pizza margherita (non era buona come in italia, ma visto che erano surgelate non facevano così schifo…) e la mangiai in fretta, sperando che Ben non mi chiamasse proprio mentre mi andava un boccone di traverso o simili. Finalmente, quando avevo iniziato a disperare, il cellulare vibrò, e io risposi a metà del secondo squillo.
-Pronto?-
-Ciao, Frankie! Cosa significa “pronto”?- chiese una voce che conoscevo benissimo dall’altro capo della cornetta.
-Uhm… è come “hello” per gli inglesi,- spiegai, mentre mia sorella rideva della mia espressione realizzata.
-Non lo sapevo! Comunque, ho pensato che ci possiamo vedere davanti al museo, così ti porto i biglietti che ti servono. Hai altri fratelli o sorelle?-
-No, solo Beatrice.-
-Grande. Ho un fratello anch’io, sai?-
-Jack, giusto?-
-Giusto,- ridacchiò. -Scusami, devo andare. A che ora vai al museo?-
-Un attimo, chiedo,- mi scusai, e coprii il telefono con una mano. -Papà, a che ora andiamo a Madame Tussaud?-
-Più o meno verso le tre,- decise lui, dando una scorsa all’orologio.
-Alle tre,- ripetei a Ben. -It’s ok for you?-
-È perfetto, Frankie. Ci vediamo! Bye!-
-Bye, Ben!-
Misi giù, rossa come un pomodoro.
-Secondo me non dovremmo disturbarlo così,- fece mia madre. -La prossima volta gli parlo io.-
Mi strinsi il cellulare al petto con fare protettivo.
-Beh, perché no? Se l’ha proposto lui, a me va bene!-
Grande papà!
Mia madre, però storse la bocca.
-Ma non lo conosciamo neanche!-
-Mamy, credi davvero che si sarebbe offerto di aiutarci se non ne avesse avuto voglia?-
Lei scrollò le spalle, e io feci un sorrisetto soddisfatto: probabilmente non avevo vinto la guerra, ma la battaglia sì.
-Ci sarà anche Peter?- chiese mia sorella, curiosa, e io la guardai male.
-Bea, non è che perché Ben Barnes ha la giornata libera allora c’è in giro anche William Moseley! Non girano in coppia, quei due…- risi alla fine, ma avevo la mente altrove.
Al Madame Tussaud, per la precisione.
 
-Allora, dov’è che dovevi incontrare Caspian?-
Non feci caso a come mia madre aveva chiamato Ben (era famosa per il suo cattivo feeling con i nomi dei miei beniamini), e mi passai la mano tra i capelli, prendendo un respiro profondo.
Quando 4b aveva detto “davanti al museo”, io ero stata davvero troppo in estasi per ricordarmi che il Madame Tussaud era a pianta circolare, cavolo.
Corsi un po’ avanti e indietro cercando qualcosa che mi ricordasse lui, e un paio di volte mi venne un coccolone solo per aver visto una sua foto insieme a quelle di tanti altri, come Johnny Depp o Leo Dicaprio. Finalmente, però, scorsi la sua felpa grigia con cappuccio, e corsi da lui… o almeno speravo che lo fosse.
-Ben!- chiamai, e lui si girò. Grazie al cielo era lui.
-Hey, Frankie! Sei da sola?-
-No, la mia famiglia è là dietro… non riuscivo a trovarti, quindi… sono corsa qui a cercarti,- spiegai, con un po’ di fiatone. -Sono felice che tu sia qui, ma se stai perdendo tempo, davvero, io…-
Non sapevo come continuare la frase, ma lui capì e iniziò a scuotere la testa.
-Lo dici solo perchè sono un attore, vero?-
-Non solo, ma… sì,- ammisi alla fine, vergognandomi come una ladra. Anzi, peggio. -Beh, probabilmente te l’avrei chiesto comunque, ma credo che tu sia davvero impegnato, e…-
Lui, vedendo il mio imbarazzo, si mise a ridere.
-Promettimi che mi tratterai come di solito  tratti tutti gli altri, ok? Non sono un mostro, sono un ragazzo, e tu sembri simpatica, quindi mi piacerebbe essere tuo amico. Beh, più o meno… ma non credo che sarebbe male. Sei d’accordo?- mi chiese alla fine, tendendomi la mano. Cercando di combattere l’incapacità di muovere un muscolo, gli strinsi la mano con la mia solita forza e con un sorriso dei miei stampato in faccia: non quello ebete, l’altro… quello più o meno normale, tanto per intenderci.
Quando gli diedi la mano, venni investita da una scarica di adrenalina tale che il mio sorriso si allargò a dismisura e mi venne voglia di mettermi a saltellare per il marciapiede.
-Fantastico. Ora, dove sono i tuoi?-
Lo guidai poco più in là, dove la mia famiglia era momentaneamente “parcheggiata” in attesa del mio ritorno.
-Questi sono i miei genitori, e lei è mia sorella Beatrice,- li presentai. -Questo è Benjamin Barnes.-
Ben strinse la mano a mio padre, ma quando arrivò a mia sorella corrugò la fronte.
-Lei sta bene?-
Mi girai, visto che fino ad allora avevo tenuto lo sguardo incollato a mio papà, e scorsi una scena che mi terrorizzò.
Non poteva essere. Non anche qui, cavolo!
Ora, bisognerebbe sapere che mia sorella era delicata come una principessa delle fate, ma mangiava quanto il re degli orchi: ciò significava che, nonostante mia mamma tentasse tanto disperatamente quanto invano di farla mangiare meno, ogni due per tre aveva mal di pancia.
-Non molto,- rispose mio padre. -Fra, come si dice “mal di stomaco”?-
Ecco, appunto.
-She’s got stomachache,- sospirai io. -E mo’ cosa facciamo?-
-Credo proprio che torneremo in albergo,- rispose mio padre, anche lui seccato.
-No!-
In quel momento l’avrei strozzata. Senza rimorsi di coscienza, davvero.
A calmarmi, seppur involontariamente, arrivò la mano di Ben sulla mia spalla.
-Se c’è un problema, posso darvi I biglietti per domani…-
-Ma noi stanotte torniamo a casa!,- risposi io, con la disperazione nella voce. Non stavo recitando: tenevo davvero al Madame Tussaud.
Ci volle un battito di ciglia per dire la frase successiva, ma molto più di mezzo minuto perché io potessi capirla.
-Se voi glielo permettete,- propose, rivolgendosi ai miei genitori, -può visitare il museo con me!-
Vidi mia madre scambiarsi un’occhiata perplessa con mio padre, ma la mia mente era lontana, incapace anche solo di intuire il significato delle parole del ragazzo di fianco a me. Finalmente, però, capii, e ci mancò poco che mi inginocchiassi ai piedi dei miei genitori.
-Per favore, per favore!-
-Ma non lo conosci quasi!- ribatté mia madre, con il suo miglior tono sprezzante.
-Se accettassi, lo conoscerei! E poi, quando mi capita di andare per un museo con… lui, cavolo?-
Mio padre scrollò le spalle.
-Per me può andare.-
-Max!-
Feci un sorriso degno dello stregatto, e ripresi a pregare.  La partita era quasi vinta. Mamma era troppo presa da mia sorella per essere al cento per cento.
-Dai, mamy… per favore!-
Lei guardò prima me e poi Ben, stupendo come al solito.
-Vai! Cosa ti devo dire?-
-Sì!- esultai, felice e anche un po’ incredula.
-Così puoi venire con me?- domandò lui,, che naturalmente non aveva capito una parola del dialogo in italiano.
-Sì!- risposi io, elettrizzata. -Grazie, Ben. Sono in debito.-
-Nessun problema, Frankie,- mi rassicurò lui, e io mi sentii decisamente meglio.
-Quando ci troviamo?- chiese mio padre all’attore, e lui guardò l’orologio.
-Servono almeno due ore per visitare questo posto, e sono le tre e un quarto: credo che finiremo per le cinque e mezza, più o meno.-
-Ok. Ci vediamo qui alle sei meno un quarto, intesi?- decise papà, e io annuii.
-Promesso! Ci vediamo dopo!-
Io e Ben salutammo la mia famiglia, e la guardammo allontanarsi per qualche secondo.
-E adesso?-
Lui sorrise, mostrandomi i biglietti VIP.
-Let’s go!-
 
 

Note dell’autrice:
salve a tutti!!! Voglio ringraziare un mondo Lady Nionu, che ha recensito il capitolo precedente… grazie 1000!!!! =D
 
 
   
 
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