Fanfic su attori > Ben Barnes
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Autore: FrankieGreenHair    12/02/2011    1 recensioni
e se, durante un viaggio a Londra, incontraste il vostro attore preferito?
è la mia prima fanfic in assoluto... spero vi piaccia!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ben Barnes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Resta qui all’HMV, ok? Noi arriviamo subito, dobbiamo solo trovare un bar.-
Ovvio. Mia sorella doveva andare in bagno, tanto per cambiare… ci passava le giornate, lì dentro.
Allora le servirebbe un bar Costa…
Per poco non scoppiai a ridere in faccia a mio padre, ricordando le vacanze-studio che avevo fatto a Londra. Una cosa era sicura: era molto, molto più divertente stare con i miei amici, piuttosto che con Beatrice, mia sorella. Era più piccola e più bella di me (e lo sapeva), e quindi anche viziatissima.
Quando i miei se ne furono andati, ammirai il negozio di elettronica, ma non c’era gusto senza Dipendra, Marco, Ganesh e il Popo. Controllando che non arrivassero i miei genitori, uscii appena dal negozio, tentando invano di vedere se c’era un McDonald’s da quelle parti.
 Sbuffai, girandomi di scatto, e andai a finire dritta contro qualcuno che stava entrando nel negozio.
-Sorry, sorry, sorry,- ripetei, mortificata, mentre nel frattempo inciampavo in qualcos’altro andando a finire contro lo stipite della porta. Ma perché non ero capace neanche di fare un passo senza incespicare in qualcosa o in qualcuno? Accidenti al mio pessimo senso dell’equilibrio. E dell’attenzione, anche.
-Nessun problema, girl,- rispose lui in inglese. -Tutto ok?-
Mi tese la mano, ed io la presi, aiutandomi ad alzarmi in piedi. Il suo tono di voce mi ricordava qualcuno, anche se non avevo tante conoscenze in Inghilterra, ma il fatto che avesse il cappuccio della felpa ben calcato in testa e un paio di occhiali da sole, beh, non mi aiutava a riconoscerlo.
-Sì, grazie,- risposi con un sorriso. Ero gentile di natura, e comunque mi aveva appena soccorso dopo essere stato investito, fatto strano in quella grande metropoli: di solito, andavano tutti troppo di fretta anche solo per salutare i conoscenti. -E… what about you?-
Ringraziai mentalmente la prof d’inglese che ci aveva fatto ripetere quella formuletta all’infinito, ripetendoci che “And you?” non era il miglior modo per chiedere “E tu?”.
-Io sto bene, grazie.-
Oh my gosh. Oh my gosh! Non ci potevo credere! Era lui, l’avevo visto in faccia! Oh santo cielo! Anche così bardato, non poteva sfuggirmi. Era lui… e mi aveva aiutato! Lui! Oh santo cielo!
Mi venne un groppo in gola. Dannazione! Quello poteva venirmi quando guardavo le sue foto su google o i suoi video su youtube, NON quando ce l’avevo davanti!
-Wow. L-Lei è v-veramente Ben Barnes, signore?-
Ridacchiò, e in quel momento mi venne in mente Aurora, la mia migliore amica. Non vedevo l’ora di dirglielo.
Ma come si poteva pensare a certe cose quando avevi davanti Benjamin “Ben” “Bellissimo” Barnes, soprannominato 4B per brevità?
-Di solito voi ragazze mi chiamate “Caspian” o “Dorian Gray”… sono sorpreso che tu sappia il mio nome,- mi sorrise lui.
Per un fugace attimo mi chiesi che faccia avessi io in quel momento, ma poi mi riscossi.
-Può farmi un aurografo, signor Barnes?-
-Certo. Chiamami Ben, ok?-
-Ok,- sussurrai, senza più voce, tendendogli un pezzo di carta e una penna.
-Come ti chiami?-
-Francesca,- risposi io, con un po’ più di decisione.
-Bel nome. Non sei inglese, vero?-
-No, sono italiana,- ammisi. -Sono qui con i miei genitori e mia sorella per una piccola vacanza.-
-Londra è una città splendida,- commentò lui, rendendomi il foglietto e la biro.
-Lo so. Mi piace un sacco,- ammisi. -Vengo qui anche ogni estate con i miei amici.-
Lui mi guardò di nuovo, sorridendo, ed io realizzai che, dopotutto, era londinese anche lui.
Ciò, però, significava che, oltre ad amare la sua città, odiava perdere tempo…
-Oh, scusa se ti ho fatto perdere tempo,- balbettai, dandomi contemporaneamente dell’idiota. Il mio inglese faceva deplorevolmente schifo, e probabilmente pure la mia espressione.
-No problem, Fra…ncesca. Wow, che nome difficile,- rise. -Oggi non lavoro, quindi ho la giornata libera e non so cosa fare: non mi hai fatto perdere tempo, tranquilla.-
-Io vado al Madame Tussaud oggi pomeriggio,- buttai lì, senza avere un motivo. L’unico che avevo era che, accidenti, non volevo che quel bel pezzo di Dorian Gray (tanto per essere particolarmente fini) se ne andasse! E non me ne fregava niente se aveva il doppio dei miei anni. Johnny Depp ne aveva più del triplo, ma sfidavo chiunque a dire che non era un “figo paura”, come avrebbe detto Aurora.
-Hai prenotato?-
Cascai dalle nuvole, e la mia faccia avrebbe potuto rispondere benissimo anche senza bisogno dell’ausilio della voce.
-Uhm, no. Non lo sapevo…-
-Hey, non ti preoccupare, Fra…ncesca. Oh santo cielo,- rise. -Posso chiamarti Frankie? Non riesco a pronunciare il tuo nome.-
-Certo!- esclamai io, forse con un tono un po’ troppo entusiasta. Lui poteva chiamarmi come e quando voleva…
-Grazie. Comunque, posso aiutarti con la storia del museo, oggi.-
-Davvero?-
-Sì, non c’è problema. Dopotutto, sono un VIP,- mi prese in giro, facendomi ridacchiare. Ma quanto cavolo era bello?
-Se dici che non è un problema…-
-No, davvero,- mi rassicurò lui. -È solo che… oggi voglio fare qualcosa di diverso, non so se puoi capire.-
-Oh, ti capisco eccome,- gli assicurai. Bello, simpatico e gentile… però se avesse sorriso ancora una volta sarei svenuta di botto.
-Forte. Per oggi pomeriggio, vediamo… non so. Ti chiamo dopo, a pranzo, ok?-
Non svenire non svenire non svenire non svenire…
-Ok!- trillai, incapace di contenere tutto l’entusiasmo. Oh santo cielo. Ben. Barnes. Mi. Avrebbe. Chiamata!
-Qual è il tuo numero?-
Cercai di dettargli il mio numero telefonico, letto pari pari dalla rubrica del mio cellulare, senza fargli vedere il mio sfondo. Sarebbe stato parecchio imbarazzante fargli sapere che avevo una sua foto…
-Forte,- ripetè con un sorriso pochi secondi dopo, e mi porse un biglietto da visita. –Questo è il mio, ma non darlo a nessuno, per favore.-
-Promesso,- risposi io. Santo cielo, avevo gli occhi lucidi… dopo mesi passati a bearmi dell’immagine di 4B sul computer, l’originale era un notevole miglioramento. Wow!
-Fra, vieni! E quello chi è?-
Non adesso… non adesso, cavolo!
-Arrivo subito, Bea,- liquidai la ragazzina, visibilmente seccata.
-Fai in fretta, mamma e papà ti aspettano qui fuori!-
Sospirai, abbattuta, e Ben ridacchiò.
-Era tua sorella?-
-Sì, purtroppo,- risposi io, abbattuta. -Mi spiace, ma devo andare.-
-Hey, nessun problema: sei simpatica, è stato un piacere.-
Sorrisi, grata.
-Per me è lo stesso… grazie di tutto! Ciao!-
-Ci vediamo, Frankie!-
-Davvero?-
-Probabilmente!-
Uscii di corsa, raggiante, facendo ciao ciao con la mano, e raggiunsi mia madre.
-Chi salutavi?-
Scossi la testa.
-Tu lo sai che bisogna prenotare per entrare al Madame Tussaud?- chiesi, per evitare l’inizio di un poco opportuno fiume di domande.
-Stai scherzando?- si intromise mio padre. -E ora che facciamo?-
-Conosco un tizio che può aiutarci, al massimo,- risposi io. -Può aiutarci nel senso che gli ho accennato al problema e lui ha detto che mi chiama a pranzo. Se non ce la fa lui…-
-Chi, il Popo?- chiese mia sorella, curiosa.
-Meglio,- sorrisi io, scuotendo la testa. -Hai presente quello che stavo salutando prima con un sorriso ebete sulla faccia? Beh, era Ben Barnes.-



Note dell’autore:
Ciao a tutti! Sono nuova di EFP, quindi non posso far altro che sperare che questa fic non sia una completa schifezza… fatemi sapere che cosa ne pensate! Un bacio!

 

   
 
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