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Autore: Doll_    20/02/2011    19 recensioni
Mio padre ancora non sapeva nulla della storia. Un punto a sfavore.
Non avevo ancora trovato la chiave di quella porta comunicante. Altro punto a sfavore.
Il ragazzo che si sarebbe finto il mio fidanzato era, oltre che un gigolò professionista, anche un tipo fastidioso, cinico e maledettamente sensuale, che odiavo con tutta me stessa. Quindi Tre a Zero per la sfortuna.
Il suo lavoro, poi, non consisteva solo nel fingersi innamorato di me -cosa già difficile in sé per sé- ma avrebbe dovuto anche insegnarmi le tecniche della passione e, quindi, in un modo o nell'altro riuscire a fare eccitare entrambi. Cosa impossibile. Quattro a Zero.
Qualcos'altro? Ah, sì! Dovevo sorbirmelo per oltre un mese..!
Cinque a Zero. Avevo nettamente perso..
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Zac e Vic'
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 UN GIGOLO' IN AFFITTO - CAMBIAMENTI

Zac, sei un uomo mor...” Ma una delle tante serie di imprecazioni mi morì letteralmente in gola appena, aperta la porta di casa, non mi ritrovai davanti mio padre, Marco, Mattia e...Giada e Sophia. “..to.” Sussurrai infine, facendo poi un sorrisetto forzato, cercando di salvare l'umiliante situazione.

Victoria! Ma è questo il modo in cui tratti il tuo bel fidanzatino?” Fece Giada, venendomi vicino con quel solito sorrisino malizioso e gli occhi socchiusi come a studiarmi.

C-ciao Giada..” Deglutii, salutandola con un bacio sulle guance, facendo poi lo stesso con Sophia.

Avete conosciuto Zac?” Chiesi quindi, guardandomi in giro e notandolo affianco alla televisione con quel solito ghigno derisorio.

Per poco, purtroppo.” Disse Sophia, facendogli l'occhiolino, senza preoccuparsi troppo della mia presenza.

Beh, ma avrete abbastanza tempo per conoscerlo meglio, figliole.” Esclamò mio padre, tutto euforico, facendo dirigere loro nella stanza degli ospiti e, quindi, lasciandomi finalmente sola con Zac.

Sono carine.” Sussurrò lui, venendomi alle spalle e facendomi sussultare dato che ero fin troppo presa dai miei pensieri.. Mi ero completamente dimenticata dell'arrivo delle mie sorelle per quel fine settimana. Con tutti quei problemi con Zac mi era davvero passato di mente e non avevo nemmeno avuto il tempo di prepararmi psicologicamente alla tortura che mi avrebbero inflitto.. Quindi, presa dall'improvvisa voglia di sfogarmi, sorrisi fra me e me pensando al modo migliore per scatenare i miei istinti primitivi: picchiare Zac.

Mmm.. Dov'eravamo rimasti io e te?” Gli chiesi, allora, girandomi e sorridendogli maliziosamente.

Due ore e tanta lotta dopo, ci ritrovammo sdraiati sul suo letto, con la porta comunicante aperta e quella della mia stanza chiusa a chiave, ansimanti come se avessimo corso 200km e sudati fradici, anche se immensamente sorridenti e felici.

Ma tuo.. fratello?” Chiesi fra un respiro e l'altro, mettendomi di lato, poggiando il gomito e sollevandomi la testa con la mano sotto il mento.

E' tornato a casa.” Rispose con nonchalance, continuando a guardare il soffitto.

A New York!?” Mi allarmai, pensando che non l'avevo nemmeno salutato...

No, scemotta.. E' da nonna Annie.” Ridacchiò lui, prendendo a fissarmi.

Mmm... Quindi ti è piaciuta la tela con i colori e il libro per imparare le tecniche della la pittura che ti ho regalato ieri?” Gli sorrisi, prendendo ad accarezzargli i capelli, giocando con le ciocche setose come adoravo tanto fare.

Moltissimo, davvero.” Disse, mettendosi nella mia stessa posizione, così da essere finalmente face to face.

Beh ma non c'è paragone col tuo di regalo. Semola è fantastico.” Esclamai, vedendo chiaramente dalla sua stanza nella mia, il cagnolino dormire sul cuscino che gli avevo messo a terra.

Sono belli entrambi.. Sono cose diverse.” Facendo spallucce.

Perchè proprio un cane?” Gli chiesi quindi, seriamente.. Infondo non ricordavo di avergli mai detto che ne volevo uno.

Prometti di non fraintendere?” Annuii. “Perchè il cane è il migliore amico dell'uomo e tu ne hai bisogno. Sei una ragazza che ha poche persone sulle quali fare affidamento ed un cucciolo è quello che ti ci serve. Un mix di fiducia e dolcezza allo stesso tempo.. Lui non ti abbandonerà mai.” Continuò, colpendomi dritta nel cuore, facendomi boccheggiare per la sorpresa. Possibile che un cagnolino simile potesse significare tante cose messe assieme?

P-perchè... Tu mi abbandonerai?” Deglutii, presa da un improvviso nodo alla gola.

Victoria... Parliamoci chiaro: fra poco più di due settimane finirà tutto. Era il patto... I-io.. per te sono solo un gigolò. Un maestro, un finto fidanzato.”

No, tu sei molto più.. tu sei...mio amico.” Mi ripetevo di trattenere di nuovo le lacrime perchè stavo davvero odiando il fatto che ultimamente piangevo per tutto.

No, Vic. Quando quest'esperienza finirà, vedrai che ti avrò già stufato.” Ammise, sedendosi poi alla fine del letto.

Si prese la testa fra le mani e ve ne passò una in mezzo ai capelli come faceva sempre quand'era imbarazzato, agitato o emozionato.

Pensi davvero questo? Pensi che mi stuferò di te? Zac, ma non hai sentito proprio nulla di quello che ho detto a tuo fratello, allora.” Dissi, sedendomi sul letto alle sue spalle e prendendo a fargli un lieve massaggio sul collo.

Cosa pensi che accadrà quindi, quando sarà il momento in cui Cristina mi dovrà dare i soldi? Cosa accadrà dopo? Pensi che resteremo comunque in contatto come buoni amici? Come se tutto questo non fosse successo?” Sbottò, voltandosi e guardandomi negli occhi, infliggendomi una delle pene più terribili.

Per tutto questo tempo non avevamo mai affrontato quell'argomento tanto spigoloso, forse per paura.. per non rischiare di sciupare tutto ma, a quanto pareva, il momento era arrivato ed era ora di farsi forza e tenere duro.

Beh ma.. Con Maria è stato così.” Biascicai, non riuscendo a guardarlo negli occhi.

Ma tu non sei lei.” Dichiarò, prendendomi alla sprovvista.

Cosa voleva significare? Che ero di meno di lei? Di più...?

Mi stai preparando al momento dell'addio?” Trattenni un singhiozzo.

Io non potrei mai essere tuo amico...” Ammise infine, dandomi il colpo mortale.

Cerai davvero con tutte le mie forze di non piangere. Provai a pensare a qualsiasi altra cosa.. Ai bambini felici, allo stufato schifoso che una volta preparò zia Michela, alle risate con le mie amiche... Pensai a tutto. Ma fu inutile. Piansi lo stesso.. Come una fontana. Come se mi avessero appena detto che mi era morto un parente.. Ma forse era solo il mio cuore ad essere defunto.

Nonostante tutti miei sforzi, ero crollata nuovamente. Nonostante la rabbia che provavo in quel momento, ebbi comunque la forza di avvicinarmi a lui e baciarlo con così tanta disperazione che quasi soffocai. Mi sembrava che fosse passata un'eternità dall'ultima volta che ci eravamo baciati, tanto mi mancava quel tocco.

Mi misi in ginocchio sul letto e posai una mano dietro il suo collo, per poi mettere l'altra sul suo petto, prendere la sua camicia e tirarlo verso di me... sopra di me.

Iniziò così un bacio passionale, un bacio di ricerca. Ci stavamo studiando ed era come se tutte le liti, i pianti e le consapevolezze fossero scomparse per sempre.

C'eravamo solo io e lui. Zachary e Victoria. Vic e Zac.

..E questa era la nostra storia.

Cominciò piano piano a sfilarmi la camicia e la maglietta, facendomi restare in reggiseno mentre io tentavo di sbottonargli quegli odiosi bottoni che sembravano essere sigillati apposta per farmi imbestialire.

Odio.. questi cosi...” Ansimai fra un bacio e l'altro. Le mani tremanti, poi, non erano di certo d'aiuto.

Allora Zac, sorprendendomi, dopo una lieve risatina, si scostò di poco da me e si tirò così tanto la camicia da far saltare tutti i bottoni, così da levarla più semplicemente.

Arrivò alla cintura dei miei jeans e la slacciò in meno di due secondi, così da farmi rimanere solo in biancheria intima che, dopo neanche qualche minuto, volò a terra insieme agli altri indumenti. Mi sciolsi i capelli.

Ero nuda sotto di lui e la sua mano iniziò a perlustrarmi come tanto adoravo.

Sembravano passati anni dalla seconda lezione...

Iniziò a baciarmi il collo fino a scendere sui miei seni e stuzzicarli come solo lui sapeva fare mentre muoveva la sua mano sulla mia intimità in un modo quasi strategico per farmi provare il triplo del piacere.

Stavo già ansimando e gemendo come una matta quando infilò il suo primo dito in me, facendomi scappare un urletto strozzato dall'eccitazione. Ero bagnata fradicia.

Sei.. bollente.. Oddio, Vic..” Biascicò lui, guardandomi dritta negli occhi mentre poi infilava il secondo dito e spingeva con forza in me.

Mi stavo torturando il labbro inferiore quando finalmente venni grazie alle sue dita perfettamente affusolate.

Non so cosa mi mosse poi, ma improvvisamente, come di sua spontanea volontà, la mia mano si posò sul cavallo dei suoi pantaloni, così da accarezzarne l'erezione che premeva sotto di essi, facendo uscire uno dei gemiti più belli dalle labbra di Zac.

Togliti.. i pantaloni.” Ansimai ancora, aspettando che obbedisse.

Qualche secondo dopo, era rimasto in boxer ed io, ancora più eccitata quanto impaurita, capovolsi le posizioni, mettendomi sopra di lui.

Cosa...?” Ma non fece nemmeno in tempo a chiedere che sfilai prontamente le sue mutande, restando supefatta ed immobile davanti alla vista di ciò che avevo sotto i miei occhi... E ai centimetri... Molti centimetri. Oserei dire anche troppi...

Potevo sembrare un'esperta forse, ad occhi esterni ma diamine, solo Dio poteva sapere quanto in quel momento mi stavo vergognando ed imbarazzando della situazione. Per la prima volta in vita mia avevo di fronte a me il genitale maschile... E che genitale! Altro che anaconda... Poi di Zac! Oddio ma quel ragazzo poteva essere più perfetto?... Ed io potevo essere più ninfomane..?

Si era fatta già sera ma per la poca luce che trasmettevano i lampioni da fuori la finestra, si poteva vedere chiaramente tutto e, probabilmente, anche il mio rossore.

Ma non mi diedi per vinta. Mi abbassai fino a baciarlo lievemente sulle labbra, per poi scendere sul collo e sul suo bellissimo petto, arrivando così all'ombelico e, per sorpresa di entrambi, iniziando a passarci la lingua sopra.

Una volta Jennifer mi aveva detto che quella mossa eccitava sia le ragazze che i ragazzi e, anche se in quel momento non lo presi in considerazione, in quel preciso istante con Zac, mi fu estremamente utile.. e funzionò.

Zac chiuse gli occhi e sentii il suo respiro smorzarsi come mai prima di allora quando, prendendo tutta la forza possibile che c'era in me, afferrai per la prima volta il suo membro con le mani, sentendolo duro quanto liscio sotto il mio tocco che fece spalancare gli occhi a Zac che, prontamente, alzò il capo fissando incredulo ciò che stavo facendo.

Presi così a fare un lento ed intenso massaggio, da sopra a sotto, godendomi le espressioni di piacere di Zac che mi mandavano in delirio più di ogni altra cosa.

Lo stavo facendo... per la prima volta lo stavo facendo impazzire.

Oh.. Mio Dio, Vic...” Quasi urlò quando aumentai la velocità delle mani.

Va bene così, Zac?” Chiesi con voce roca ed inaspettatamente sensuale.

S-sì...Sì.” Ansimò lui, prendendo a stringere le lenzuola nei pugni.

Capii che era molto vicino quando poi disse: “Aspetta, Vic...” E finalmente venne proprio su quelle lenzuola bianche e pulite che avevano visto un'ora prima le mie lacrime e, ancora prima, la nostra lotta scherzosa.

Proprio su quelle lenzuola, passai dalla timida alla sensuale Victoria.

Assaporai ogni istante del suo amplesso come se lo stessi provando io stessa. La sua espressione, mentre si mordeva un labbro, socchiudeva gli occhi e i suoi capelli erano tutti scomposti, mi mandò completamente in tilt, tanto che gli risaltai addosso, abbracciandolo e baciandolo teneramente.

Ero ancora scioccata per ciò che ero riuscita a fare senza nemmeno una guida, ma allo stesso tempo anche molto felice per il mio sblocco.

Alla faccia di tutte quelle che mi avevano definita lesbica o asessuata!

Così, stretta fra le sue braccia, mi rilassai finalmente, pensando che era l'unico posto nel quale sarei voluta stare per sempre, fino a quando...

Victoria! Forza, scendi che è pronta la cena! E chiama anche Zac!!” Urlò mio padre, bussando alla mia porta come faceva sempre per farmi sbrigare.

Allora ci alzammo alla svelta, anche se vedevo che Zac era ancora molto stanco per l'attività appena terminata, ed iniziammo a risistemarci... Notai comunque che aveva due rossi sul viso e gli occhi lucidi per non contare il sudore e i capelli tutti scomposti...

 

Avete litigato?” Quasi mi rimproverò, mio padre, appena scesi in salone.

Ché?” Gli risposi, di getto, presa alla sprovvista.

Mi guardai intorno e vedendo Zac ogni dubbio di mio padre fu finalmente chiaro.

Sembrate appena usciti da una lotta..” Sghignazzò allora lui, tutto sorridente. Certo, quando c'erano Sophia e Giada diventava improvvisamente di buon umore...

Appena rientrò in cucina però, presi subito Zac per la maglietta che, facendoci caso era anche messa al contrario, e quasi lo trascinai da una parte per potergli parlare in privato dato che ci eravamo letteralmente catapultati di sotto senza nemmeno guardarci.

Mi dispiace...” Biascicai subito, senza riuscire ad incrociare il suo sguardo.

P-per cosa?” Deglutì, stancamente.

Per quello che ho fatto prima... Io... non sapevo nemmeno cosa fare... Sono stata una stupida, scusami...” Parlavo a vanvera e non riuscivo neanche a riprendere fiato, giustificandomi su cose che non c'entravano nulla e scusandomi per altre, lasciando Zac apparentemente interdetto.

Vic, ma sei impazzita?” Sbottò all'improvviso, facendo bloccare il mio flusso di parole discontinue, zittendomi allibita.

Davvero pensi che mi sia dispiaciuto?” Continuò, strofinandosi un occhio e sbadigliando ma mantenendo comunque la sua espressione dura.

Io.. Non lo so. Non l'ho mai fatto... Non so se...” Stavo ricominciando a parlare senza sosta, fino a quando non mi zittì nuovamente con un dito sulle labbra.

Sei stata fantastica. Non propriamente esperta, ma fantastica.” Mi sorrise poi, scaldandomi il cuore come solo lui riusciva a fare. Certo, la sua sincerità non era mancata ma aveva detto comunque che ero stata brava, quindi... Mi sentii bene.

Oh, ecco dov'eravate! Su, stiamo aspettando tutti voi!” Fece Sophia, prendendo Zac sotto braccio e dirigendosi insieme a lui nel salone, staccandolo da me.

Appena vista la tavola, non potei fare a meno di notare la disposizione dei posti, sicuramente scelta accuratamente dalle mie sorelle maggiori che erano esattamente sedute affianco a Zac e avevano posizionato me il più lontana possibile da lui.

Iniziamo bene...” Borbottai, prima di sedermi fra Marco e Mattia come se fossi piccola come loro mentre papà si metteva a capotavola. Beh, dopo tutto non ero poi così distante da Zac; non potevamo toccarci ma almeno eravamo seduti l'uno di fronte all'altra.

Primo piatto Alias Primo round.

Mmm.. Questo pesce è buonissimo, non credi Zac?” Fece Giada, annuendo come per incitarlo ad assentire.

Sì, davvero buono.” Sorrise lui, senza aggiungere altro ma non scoraggiando comunque mia sorella.

Lo vedevo strano. Era diverso e lo sentivo dalle sue espressioni e dal suo silenzio. Di solito chiacchierava come una tredicenne assennata, ed invece restava fermo, mangiando senza proferire parola a meno che non gli veniva chiesta e vedevo che anche mio padre ci aveva fatto caso, guardandolo preoccupato come fosse uno dei suoi figli.

Beh, lo ha fatto Sophia! Lei è bravissima a cucinare, Zac. A Victoria neanche piace il pesce!” Continuò Giada, elogiando Sophia quasi fosse una cuoca professionista. Ovviamente l'idea di fare il pesce non era stata una semplice coincidenza.

Sapevo che non impazziva per la carne, non per il pesce...” Disse Zac, senza scomporsi di troppo.

Iniziavo davvero a preoccuparmi. E se fosse andato storto qualcosa prima in camera? Se avevo sbagliato e mi aveva mentito per non farmici restare male?

Non le piace quasi nulla... Solo la pasta. Peccato che col tempo le è finita tutta sulle cosce.” Ghignò, parlando come se non ci fossi e prendendomi in giro davanti al mio presunto fidanzato.

Sophia, come al solito, rise insieme a mia sorella e questo mi fece solo capire che la serata non sarebbe stata terribile.. Peggio.

Zac non disse nulla, non fiatò, non rise. Continuò semplicemente a mangiare come se non le avesse nemmeno sentite. Mio padre iniziò ad agitarsi sulla sedia. Qualcosa non andava.

E' vero, Vicky, ho notato che ti sei ingrassata un po'.” Continuò Sophia, stuzzicandomi di più. Lo facevano sempre. Si divertivano così sapendo che non avrei mai reagito e solo quando Zac non rispose, difendendomi come aveva fatto con le mie cugine, capii che probabilmente toccava a me di farmi sentire.

Mi rallegro pensando che alla mia età eravate entrambe anche peggio di me...” Borbottai, mentre mi mettevo delle patate al forno nel piatto. Erano belle, sì, ma ciò non toglieva il fatto che per esserlo avevano dovuto lavorarci parecchio...

Silenzio tomba. Smisero tutte e due di ridere e mio padre mi rivolse uno sguardo fra lo stupito e... l'orgoglioso? Forse Zac mi stava aiutando lo stesso, anche senza interferire. Mi stavo difendendo da sola con le mie sorelle. Per la prima volta dopo tanti anni ero riuscita a rispondere a dovere alle loro frecciatine maligne e per la prima volta ero anche riuscita a zittirle e a sconvolgerle come si doveva.

Ripeti quello che hai detto se hai il coraggio, avanti.” Squittì Giada, rivolgendomi uno sguardo omicida.

Avete sentito bene. Io mi piaccio così come sono, okay? Non sarò bella e affascinante come voi ma almeno ho al mio fianco una persona che tiene davvero a me.” Sbottai, facendo alzare la testa a Zac e guardarmi con gli occhi fuori alle orbite.

Non mentivo, però. Dicevo sul serio. Io pensavo davvero che lui tenesse a me...

Victoria! E' questo il modo di rispondere alle tue sorelle appena ritornate?” Mi rimproverò Sophia, sfruttando la sua autorità da sorella maggiore.

Hai ragione.” Sorrisero credendo di averla vinta. Ma continuai: “Sono stata troppo gentile.” Detto questo, dichiarai definitivamente guerra aperta, facendo trasformare Giada e Sophia in due vere e proprie streghe sputa fuoco.

Okay, ora basta ragazze, abbiamo un'ospite.” Ci ammonì mio padre, entrando finalmente in scena.

La cena passò velocemente e indolore, senza più discussioni e in tranquillità come mai in presenza delle mie sorelle, era successo. Possibile che ringraziassi Zac per questo anche se non aveva fatto letteralmente nulla?

Ehi, tutto bene?” Finita la serata, accompagnai Zac alla porta di casa così da non destare ulteriori dubbi.

Sono solo molto stanco.” Fece spallucce, sbadigliando. Sarà stato il quindicesimo sbadiglio da quando eravamo usciti dalla stanza.

E' stato per... Quello che abbiamo fatto prima?” Chiesi, arrossendo.

Non so, forse. Di solito non sono così stanco...” Spiegò, stranendosi anche lui.

Domani lavori?” Mi preoccupai.

Domani è domenica.” Mi sorrise debolmente.

Allora mi avvicinai e non riuscii a trattenermi dall'abbracciarlo e, quindi, a posare una mano sulla sua guancia per accarezzarla fino a quando non mi accorsi di quanto fosse bollente.

Zac, ma tu... Scotti.” Mi allarmai, passando la mano sulla fronte.

Fa caldo.” Cercò di giustificarsi.

No, tu hai la febbre.” Ci posai anche la guancia e le labbra e in tutti e due i casi la risposta fu sempre quella.

Vic, non ho la febbre da quando avevo... quattordici anni.”

Beh, ora ce l'hai. Vai in camera tua, ti raggiungo subito.” Gli ordinai, somigliando alla classica madre premurosa.

Okay, mamma.” Rispose, facendomi sorridere e dirigendosi alla porta affianco.

Neanche dieci minuti dopo, lo stavo aspettando in camera sua con una bacinella di acqua fredda, una pezza, un termometro e qualche pasticca per far abbassare la febbre, chiedendomi come mai ci stesse mettendo così tanto per salire delle scale fino a quando non aprì la porta, spaventandosi nel vedermi nuovamente sul suo letto con un'espressione più preoccupata del solito.

E' scoppiata una bomba?” Chiese, notando le cose che avevo preso per occuparmi di lui.

Forza, mettiti sotto le coperte. Devi assolutamente riposarti, Zac.” Continuai con quel tono perentorio.

Pensi davvero che sia malato?” Mi sorrise, inarcando un sopracciglio incredulo ma obbedendomi comunque.

Solo una forza sconosciuta riusciva a farmi stare ferma e a non infilarmi sotto le lenzuola con lui...

Metti questo sotto il braccio.” Neanche gli risposi che gli porsi subito il termometro, guardando l'ora e regolandomi fra quanto lo avrei dovuto togliere.

Saresti ottima come madre, davvero.” Mi sorrise, sincero questa volta.

Chiunque saprebbe cosa fare in certe circostanze. Non sto facendo nulla di che.” Minimizzai, cercando di non guardarlo troppo negli occhi, convinta che mi sarei sciolta all'istante.

Non si tratta del gesto, ma del modo in cui lo fai. Si capisce dall'affetto che ci metti.” Spiegò, tossendo subito dopo.

Aveva due rossi enormi, le orecchie che avevano lo stesso colore di due peperoni e gli occhi lucidi e profondi come pozze d'acqua.

Beh... Probabilmente è perchè tengo alla tua salute.” Feci, iniziando a bagnare la pezza.

Lo faresti anche con i tuoi figli.” Non era una domanda, solo una constatazione.

Certo..” Gli sorrisi calorosamente, avvicinandomi al suo viso e poggiando la pezza bagnata sula sua fronte, facendolo sussultare.

Beato il padre..” Farfugliò, socchiudendo gli occhi.

Bocchieggiai presa alla sprovvista e non seppi cosa rispondere. Per un momento la mia mente riformulò l'immagine di una mia famiglia con lui e nuovamente il mio cuore prese a battere velocemente e senza sosta, come se volesse uscire fuori dal petto e urlare al mondo la sua inaspettata felicità.

Riposati, ora..” Deglutii, allora, non sapendo come ringraziarlo per quelle semplici paroline che mi avevano fatto arrivare in paradiso.

Lui chiuse gli occhi ed io mi avvicinai di nuovo al suo viso, bagnandomi le labbra con l'acqua fredda e posando un lieve bacio sulla sua bocca calda e secca.

Grazie, angelo mio...” Sussurrai, sperando di non essere stata sentita, fino a quando il suo respiro perfettamente regolare ed un leggero brontolio non mi confermò che si era addormentato.

Guardai l'orologio e notai che erano appena passati cinque minuti esatti, togliendo quindi il termometro da sotto il suo braccio, senza svegliarlo, ricordando che aveva il sonno pesante.

Quasi mi venne un colpo: 39 e mezzo di febbre.

Era normale preoccuparmi a tal punto per una persona che si conosceva da nemmeno un mese? Sì, se si trattava di Zac. Il mio Zac...

Per quasi tutta la notte non feci altro che bagnare la pezza e rimettergliela sulla fronte che la rendeva bollente dopo neanche due minuti che l'avevo poggiata.

Dormì così tranquillamente quella notte che non si spostò nemmeno un po', neanche per cambiare di poco la posizione. La sua espressione era rilassata e la luce della abajour giocava sul suo bel viso e sui suoi zigomi si erano formate delle ombre per le sue ciglia lunghe e nere. Le labbra erano screpolate e socchiuse, mentre il suo petto si alzava e abbassava in un ritmo regolare e quasi affascinante. No, probabilmente era semplicemente lui ad essere unicamente affascinante.

 

Il mattino dopo mi risvegliai con la testa poggiata sul suo petto, non ricordando nemmeno a che ora mi fossi addormentata, con ancora il termometro il mano, ricordando che verso le due di notte gli avevo rimisurato la febbre notando un lieve miglioramento, e sentendo gli uccellini cinguettare fuori la sua finestra.

Gli avevo lasciato la pezza bagnata sulla fronte e togliendogliela sentii che non era più così bollente come la sera prima e sorrisi fra me e me.

Buongiorno...” Borbottò lui, svegliandosi, sentendo probabilmente la differenza di peso sul suo petto o solo a causa della luce del sole.

Buongiorno. Come ti senti?” Chiesi subito, guardandolo come se fosse una rara statua greca.

Meglio... Ma, sei stata tutta la notte qui?” Domandò, alzandosi a sedere e guardando prima me poi tutte le cose che avevo lasciato sul letto.

Sì e penso che la tua salute stia migliorando. Tieni, misurati la febbre.” Sorrisi ancora, porgendogli il termometro che era diventata come un'arma per me.

Fece come gli dissi guardandomi sempre con curiosità, come se avessi detto o fatto qualcosa da alieni.

Perchè?” Chiese solo, smorzandomi il sorriso e facendomi strozzare con la mia stessa saliva. Il fatto era che per tutta la notte me l'ero chiesta ma l'unica motivazione che mi diedi fu che: “Ero preoccupata.” Feci spallucce.

Potevi almeno tornare a dormire. Hai due occhiaie orribili.” Disse, con la sua solita sincerità disarmante e quasi fastidiosa.

Grazie per il tatto. Comunque un po' ho dormito...” Borbottai, come se mi stessi giustificando per essere rimasta sveglia ad aiutarlo con la febbre.

Un po'? Io direi per niente.” Continuò, punzecchiandomi.

Il tuo senso dell'umorismo sta tornando, vedo.” Notai, acida.

Sto guarendo.” Mi sorrise, posando poi una mano sulla mia.

Sai, un “grazie” non farebbe male.” Ammisi, fulminandolo con lo sguardo.

Io non ti ho chiesto nulla, Vic.” Spiegò, con ovvietà.

Stai scherzando, spero. Io l'ho fatto perchè stavi male, non per ricevere qualcosa in cambio, però un po' di riconoscimento è anche educato, non pensi?”

Beh, se la metti così, allora grazie...” Disse con nonchalance, facendomi letteralmente infuriare per la sua mancanza di rispetto dopo tutto quello che avevo fatto per lui.

Non mi devi fare il piacere.” Dissi, riprendendo il termometro e leggendo un bel 37 e mezzo; perfetto, almeno l'alterazione era passata.

Tu volevi un grazie ed io te l'ho dato.” Rispose, come se così facendo non sapesse di ferirmi nel profondo.

Sai che ti dico io, invece? Vai a quel paese. Sei solo un ingrato.” Detto questo mi alzai alla svelta e mi defilai prontamente in camera mia e buttandomi sul mio letto iniziai a singhiozzare come una deficiente.

Ma cosa gli stava succedendo? Ieri sera mi aveva portata al massimo della felicità con quella frase e oggi mi trattava come un disturbo indesiderato.

   
 
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