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Autore: Paolo Ciraolo    20/02/2011    1 recensioni
Il Sultano felice e beato sopra il Cammello di Sangsar e accompagnato dalla Fata Roberta, viaggiava verso la sua reggia per godersi in tutta tranquillità il suo tesoro; ma per incanto ed improvvisamente si sentì di nuovo la voce: “Roberta!Roberta vieni verso l'oasi! Vieni verso il tuo Pozzo Gravitazionale!” il cammello e la Fata Roberta, fatti alcuni passi e trovandosi di fronte all'oasi, si buttarono per l'appunto dentro al pozzo con tutto il sultano e i venti dromedari.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'L'immaginario mondo di Roberta e "Le Favole della Lampada"'
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Fiabe della lampada

Roberta e il Cammello di Sangsar.

 

C'era una volta...dentro la fantasia e l'immaginazione di una lampada dei desideri, la storia fiabesca che ogni fanciulla e fanciullo desidera gli sia raccontata.

 

Accadde tanto ma tanto tempo fa, in un deserto perduto che una fata di nome Roberta, era molto triste per avere perso la sua bacchetta ed essere ora sensa un soldo, una casa, un amore e nessuno amico; arrivò, dopo un lungo cammino, in un oasi piena d'acqua.

 

Roberta assetata per l'arsura del deserto, bevve precipitosamente lunghe sorsate d'acqua e, ad un tratto, si sentì chiamare : “Roberta!! Roberta vieni qua vicino!”, Roberta dissetata ormai che era, si voltò verso quella voce ma al di là di quattro palme ed un pozzo, non vide niente di altro.

 

Intanto quella voce continuava a chiamarla: “Roberta! Vieni qua Roberta!” e Roberta seguendo la voce arrivò proprio difronte al pozzo e, infilando la testa all'interno, fu risucchiata dentro da una forza misteriosa.

 

Roberta senza saperlo, era entrata in un “Pozzo Gravitazionale” che la fece uscire in una costellazione geometrica, più precisamente in una piramide tridimensionale di tipo egiziano che si trovava sempre nel deserto perduto.

 

Roberta aveva trovato con lei un cammello, il Cammello di Sangsar per l'appunto, ma sopra di esso vi era seduto un Pascià molto ma molto furbo.

 

Il Pascia possedeva cinque sacchi pieni di diamanti che, in realtà, erano semplicemente dei pezzi di vetro, molto ma molto ben levigati, quasi identici alla pietra preziosa che il Pascià voleva vendere spacciandoli per diamanti veri.

 

Cosi sopra al cammello e insieme alla Fata Roberta sopra il suo tappeto magico , il Pascià incontrò lungo la piramide tridimensionale, una carovana di nomadi con in testa il loro capo. Il Pascià andò dal capo della carovana e facendogli vedere i diamanti che lui sapeva finti, gli disse che glieli avrebbe ceduti in cinque sacchi, per il corrispondente in denari di altri cinque sacchi.

 

Il capo della carovana giudicandolo un buon affare diede volentieri cinque sacchi dei suoi denari in cambio dei cinque sacchi di diamanti. Dopo lo scambio la comitiva dei nomadi continuò il suo cammino lungo la piramide tridimensionale, mentre il Pascià tutto contento, per avere fregato il capo dei nomadi si allontanava veloce veloce sul suo Cammello di Sangsar verso altre zone del deserto perduto, in direzione della sua reggia per godersi il suo gruzzolo di monete.

 

Ma udite udite, prima che il Pascià arrivasse a destinazione, una voce chiamò: “Roberta! Roberta vieni da questa parte!Vieni qui verso il tuo Pozzo Gravitazionale!” così la Fata Roberta che per volontà del Fato seguiva il Cammello di Sangsar suo amico ormai,si diresse in direzione dell'oasi dove vi era il Pozzo Gravitazionale; in un sol balzo la Fata Roberta il suo tappeto e il cammello col Pascià, si buttarono dentro.

 

Del Pascià non se ne seppe più nulla, mentre la Fata Roberta e il Cammello di Sangsar uscìrono fuori dal pozzo in un altra zona del deserto perduto, che si chiamava Luna , Luna Turchina.

Questa volta sopra il Cammello di Sangsar vi era un Sultano che aveva una lampada magica che aveva il potere di fare accadere qualsiasi cosa.

 

Così era chiaro il grande potere che possedeva la lampada che purtroppo era nelle mani sbagliate, essendo il Sultano molto ma molto cattivo e che giaceva sopra il cammello inseparabile amico della Fata Roberta che li seguiva sempre sopra il suo tappeto volante.

 

Si stavano dirigendo verso gli abitanti della città della Luna Turchina quando il Sultano arrivato alle porte della metropoli, andò dritto dritto dal primo cittadino di quella città e gli promise di fare diventare, in virtù della sua lampada magica, tutte le case dei favolosi castelli se solo il sindaco e i suoi abitanti avessero a lui dato metà delle ricchezze che possedevano lui e i suoi cittadini.

 

Il Sindaco e gli abitanti lo giudicarono un buon affare e sopra venti dromedari misero la metà delle loro ricchezze e le consegnarono al Sultano in men che non si dica.

Il Sultano li per li fece apparire le case effettivamente come dei favolosi castelli e così facendo per la gioia momentanea di tutti , si allontanò frettolosamente dalla città della Luna Turchina con il Cammello di Sangsar e pieno di ricchezze.

 

Quando però, il Sultano era a debita distanza dalla città della Luna Turchina, quale non fu lo sgomento dei cittadini e del Sindaco , nel vedere le loro case diventare in realtà delle catapecchie, infatti non erano più dei favolosi castelli.

 

Il Sultano felice e beato sopra il Cammello di Sangsar e accompagnato dalla Fata Roberta, viaggiava verso la sua reggia per godersi in tutta tranquillità il suo tesoro; ma per incanto ed improvvisamente si sentì di nuovo la voce: “Roberta!Roberta vieni verso l'oasi! Vieni verso il tuo Pozzo Gravitazionale!” il cammello e la Fata Roberta, fatti alcuni passi e trovandosi di fronte all'oasi, si buttarono per l'appunto dentro al pozzo con tutto il sultano e i venti dromedari.

 

Cosa successe poi del Sultano non è dato sapere, mentre la Fata Roberta usci fuori dal Pozzo Gravitazionale nella dimora delle Sirene che si trovava sempre nel deserto perduto.

Questa volta sopra il Cammello di Sangsar vi era un Emiro che camminava insieme ad una carovana di Principi che erano in realtà degli zoticoni prepotenti.

 

L'Emiro sopra il cammello arrivò nella dimora delle Sirene e propose a loro come mariti i venti finti Principi in cambio della più deliziosa e amorevole delle Sirene che avrebbe sposato lui.

Le Fate inebriate dalla splendida bellezza dei Principi acconsentirono a quello scambio che sembrava cosi gentile da parte dell'Emiro, se non vi fosse stato l'inganno a loro molto ben celato.

 

L'Emiro ottenne il suo scopo e, con la sua deliziosa Sirena, sopra al suo cammello se ne tornò tutto estasiato in direzione della sua reggia.

Anche questa volta intervenne il Pozzo Gravitazionale che guidò personalmente la Fata Roberta con il Cammello di Sangsar in sua direzione per spingerlo al suo interno.

 

Roberta la Fata e il cammello con l'Emiro entrarono nel pozzo, l'Emiro si perse nel nulla,loro invece uscirono nell'isola felice che si trovava sempre nel deserto perduto e, sopra al Cammello di Sangsar, vi era seduto questa volta un Gran Visir che aveva con se una potente lampada magica con un genio al suo interno.

 

Arrivato all'Isola Felice il Visir vide che tanti Spiritelli vivevano in un mondo perennemente gioioso senza mai ne lavorare ne faticare. Il Gran Visir che voleva diventare ricco alle spalle del lavoro altrui, fece uscire dalla lampada il genio e comandò lui di mettere tutti gli spiritelli dell'Isola Felice a lavoro nelle miniere brillanti, per l'immenso dispiacere di questi ultimi. Il genio ubbidì al suo padrone e in un baleno, mise tutti gli spiritelli al lavoro.

 

Dopo tanto ma tanto tempo e tantissimo lavoro il Gran Visir aveva messo più di dieci forzieri pieni di brillanti, rubini , perle e diamanti mettendoli su altrettanti dromedari e trasportandoli verso la sua reggia per gongolarsi con quel tesoro.

 

Ma neanche a dirlo, pensate pensate, anche questa volta il Cammello di Sangsar e la Fata Roberta vennero chiamati dal Pozzo Gravitazionale che li fece entrare al suo interno con il Gran Visir e i dromedari; fece poi uscire la Fata Roberta, e il Cammello di Sangsar, dopo un lungo viaggio gravitazionale, sempre nell'oasi del deserto perduto. Uscìti integri lei, la Fata Roberta, e il cammello , ricevettero da prima in visita la famosa carovana di nomadi che nel frattempo aveva riaquistato i loro quattro sacchi pieni di denari e siccome erano stati salvati ne diedero due gruzzoli volentieri alla Fata Roberta.

 

Poi fu la volta della visita, alla Fata Roberta, degli abitanti della Luna Turchina, che avevano avuto per incanto i favolosi castelli dal buon fato e ne diedero con gioia uno a lei.

Quindi toccò a farle visita alle Sirene che, liberatesi dagli energumeri, le diedero con amore la portentosa bacchetta magica color cobalto.

 

Infine vennero dalla Fata Roberta gli Spiritelli dell'Isola Felice, che messo il genio nella sua lampada, diventarono suoi inseparabili amici.

Per finire il Cammello di Sangsar si trasformò per vero e puro incanto nel più bello e favoloso

Principe Azzurro, e pensate e udite fra loro fu subito amore eterno.

 

Grazie al prodigioso intervento del Pozzo Gravitazionale, che si trovava da tempo immemorabile nell'oasi del deserto perduto, la Fata Roberta aveva ora tanti denari, una casa, la sua bacchetta portentosa tanti amici Spiritelli e un amore eterno,così ora lei e tutti , vivevano felici felici una vita fatta da una realtà più bella del sogno.

 

 

 

Morale della Lampada: nella tua dimensione incantata tutto e più di tutto avrai e con la tua bacchetta portentosa color cobalto, Fata Roberta, grandi e piccini felici renderai.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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