Mi tendo.
Ricordo
un dipinto.
Comprendo
il rimpianto
perduto
e coloro
il ricordo
di nero.
cancello
il pensiero
di essere
viva.
Mai vera.
Sincera
non sono
e ho perso
il perdono
dell'essere
artista.
Non vista,
cancello
le righe
bruciate,
Straziate
dall'essere
false.
Ho corso
una gara
perduta
e mi son
conosciuta
leggendo.
Dipingo
gli specchi
di altro
e guardo
godendo
un riflesso
bugiardo
di pianto.
Mi ammanto
di teli
sofferti
e strappo,
e straccio,
e strazio
sorrisi sinceri.
Vivo di ieri
ma scrivo
pensieri
stonati,
buttati
su carta
muffita.
Sopita
è la musa
che cerco.
Ho perso
quel fuoco
che ardeva.
Bruciava
nel volto
dell'altro.
Mi è tolto
il diritto
alla vita
nell'arte.
Assegnata
è la parte
a un'altra
persona.
D'alloro
si è sciolta
l'amata
corona.
Non chiedo
perdono
a coloro
i cui piedi
ho pestato.
Rivalsa
gli ha dato
natura.
Nel fango
riposa
la loro nemica,
sconfitta
dalla paura.