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Autore: loonaty    21/02/2011    2 recensioni
Com'è fuggire da ciò che più si ama?
Com'è avere tutto e subito dopo ritrovarsi con nulla fra le dita?
Un chakra dalla potenza sconfinata, inferiore solo a quello della volpe.
Un carattere combattivo e ribelle.
Un'indole autodistruttiva.
Un membro in più nel clan Uchiha.
Cosa si prova ad essere un mostro?
Non ci si aspetta che qualcuno capisca.
Non ci si aspetta che qualcuno compatisca.
Perché niente di ciò è davvero rilevante.
Kioko è Kioko, e questo, che voi lo vogliate o no, non cambierà.
"Queste rose.
Sono come me. Lentamente sfioriscono, i loro bei petali hanno ingannato per tutta l’estate gli ingenui che nel coglierle si erano feriti con le spine. Quando però avranno perso ogni petalo le persone temeranno quei rovi spinosi, si terranno alla larga. Così era successo con lei." (capitolo 12 "Queste rose")
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Obito Uchiha, Rin, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più contesti
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CAPITOLO 6 - LA IMMAGINAVA MIGLIORE



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Quando Minato e Kioko raggiunsero il punto d’incontro Obito ancora non era arrivato.
-‘Giorno- masticò la falchetta Guardando i due compagni ancora per metà assonnati. Seduti su una “panchina” di pietra Rin poggiava il capo ciondolante sulla spalla destra di Kakashi mentre l’altro lucidava i kunai quasi non si fosse accorto di niente.
-Obito?- Chiese il sensei a quest’ultimo che si voltò appena. –Starà aiutando una vecchietta ad attraversare la strada- Rispose laconico.
- Magari è stato investito ... – disse Kioko a mezza voce facendo vagare lo sguardo.
-Ma guarda che simpatici!- Minato puntò le mani sui fianchi rivolgendo sguardi di finto rimprovero ai due. Il bigio ricominciò a lucidare le sue armi mentre la mora fissava il vuoto davanti a sé come in trance.
-Una delle squadre più allegre ed affiatate del mondo … - Borbottò ancora il sensei scrutandoli torvo.
Quando Obito apparve con un ruzzolone ed un sonoro –Ahi!- Rin sobbalzò alzandosi di scatto e diventando tutt’un tratto vigile. Kakashi non si degnò di voltare il capo mentre Kioko inarcò un sopracciglio. –Fammi indovinare … Hai aiutato un gattino a scendere dall’albero- mugugnò ancora accigliata.
-Sono un bravo ragazzo io – Obito sghignazzò aggiustandosi la mascherina sulla fronte.
- Sei solo uno stupido- Commentò Kakashi continuando la sua accurata quanto inopportuna  opera.
Obito incassò un secondo la testa fra le spalle, le gote accese. Poi fece per rispondere a tono ma lo sguardo di Kioko lo zittì. –Gli Uchiha non si abbassano a discutere con il rango minore- Sibilò fra i denti candidi la ragazza. Prima che potesse scoppiare il putiferio Minato si schiarì la voce attirando l’attenzione di tutti.
-Oggi ho da darvi una notizia-
Bene.
-Ho deciso in accordo con l’Hokage di posticipare l’esame dei Jonin-
Ah … Poteva farlo?
-Come sapete vi sono tre data previste per le prove. La prima è domani. La seconda dopodomani e la terza tra due giorni.-
Dove vuole andare a parare?
-Io vi ho iscritti alla terza-
-Iscritti?- L’Hatake fermò il suo scrupoloso hobby per fissare il maestro con gli occhi, appena visibili, sgranati. Aveva dei begli occhi neri. Come i suoi, forse un po’ meno brillanti ed affascinanti di quelli di un Uchiha, forse meno assurdamente fieri nello sguardo e nella delicata corolla di ciglia lunghe, ma … Erano passabili, come quel ciuffo argenteo che gli sfuggiva da sotto il coprifronte  ricadendogli sul naso dritto. La pelle di porcellana, le sopracciglia inarcate che gli davano quel cipiglio insopportabile … -E tu cosa hai da fissare?- Cosa non darei per spaccargli la faccia! Kioko si limitò a sbuffare incrociando le braccia. Una scarica elettrica passò tra i loro sguardi, neanche stessero progettando di scuoiarsi a vicenda. Adesso ti attivo lo sharingan e poi vediamo se hai ancora il coraggio di fissarmi …
-Ho iscritto anche Kioko- Proclamò Minato spegnendo sul nascere il bagliore sanguigno nel’iride di lei. –Eh?-
-Congratulazione, sei candidata a jonin- Il maestro le battè una mano sulla spalla.
-Eh?- Tutti e quattro in coro.
-Su, dai ragazzi, lo sapete meglio di me che Kioko è perfetta!-
-So che mi sto ripetendo, ma … Eh?- La ragazza guardò il maestro di sottecchi. Poi lentamente le sue labbra si tesero in un ghigno.
-Davvero?- Domandò con gli occhi che brillavano.
Minato spostò lo sguardo verso Kakashi, ancora incredulo, che provava la forte tentazione di sbattere la testa contro la panchina per svegliarsi da quell’incubo.
-Ma … Sensei … - Se non fosse stato Kakashi probabilmente si sarebbe messo a piangere dopo l’occhiata sadica che Kioko gli rivolse.
-Quindi … Dovrò scontrarmi anche contro di lui … - Si inumidì le labbra ancora tese nel ghigno soddisfatto. Obito rabbrividì e Rin abbassò lo sguardo a terra mentre La falchessa sghignazzava a bassa voce.
-Comunque oggi ho in mente un allenamento perfetto per voi – Il sorriso del maestro fu così simile a quello di Kioko che i ragazzi indietreggiarono di un paio di passi.
La mano di minato volteggiò verso la tasca del giubbotto verde per poi estrarne tre campanellini.
-Abbiamo un gatto?- Kioko inarcò un sopracciglio.
-No, solo una cornacchia- Sussurrò Kakashi tra se e sé. Rin si portò una mano davanti alla bocca per nascondere il sorriso che gliela segnava.
Obito invece afferrò un gomito di Kioko. –Non rispondergli, sii superiore- Le consigliò.
-Non c’è bisogno che sia TU a ricordarmelo- Disse lei spostando il braccio sdegnata mormorando qualcosa tipo “una vergogna per il clan”.
Obito strinse i pugni fissando il suolo. Kioko era più grande e non aveva mai frequentato un’accademia, studiando sempre a casa. Qualche volta l’aveva vista in giro quando ancora abitava fuori dal villaggio. Una ragazza piena di vita, spesso accompagnata da un bambino dai lunghi capelli neri … Sì … Ricordava di averla vista una volta alla tavola calda. Seduta ad un tavolo davanti al ragazzino che tentava di far uscire i ketchup sulle patatine. Lei ingurgitava in silenzio del ramen caldo quando il tubetto di salsa rossa era esploso in mano al fratellino e le aveva colorato di bordeaux il volto. Senza dire una parola aveva fissato per un istante il bambino che era scoppiato in lacrime. Aveva preso un tovagliolo e si era pulita gli occhi poi aveva allungato una mano verso il piccolo e gli aveva dato un colpetto di lato alla testa, un buffetto o uno scappellotto, un segno di rimprovero insomma. Obito si ricordava anche di aver avuto l’istinto irrefrenabile di andare lì ed urlarle contro che il bambino, che ormai piangeva vistosamente, non l’aveva fatto a posta. Poi lei aveva parlato riprendendo a mangiare. –Itachi, la prossima volta che ti disperi per qualcosa di cui non ai colpa ti lancio giù dal burrone … Intesi?- Disse. Il bambino la guardò ad occhi sgranati mentre prendeva una patatina dal piatto e la usava per togliersi il Ketchup dal labbro e poi le dava un morso sorridendo in modo quasi materno. –Asciugati gli occhi Itachi, un Uchiha non piange- Disse per poi ordinare altra salsa e versarla personalmente sul piatto del fratello. Un ninja di prim’ordine, una sorella amorevole, una figlia prodigio, quella che tutti vorrebbero avere. Cosa ci faceva  lì la famosa Kioko Uchiha? Non avrebbe mai immaginato che quella star potesse avere lo stesso caratteraccio di Kakashi. L’aveva sempre immaginata migliore.
 
-L’allenamento consiste nel prendermi i campanelli prima di mezzo giorno- Il Sensei aveva ancora un’espressione sadica in viso. –Chi non ci riesce non pranza-
Kioko ghignò. Minato quella mattina le aveva raccomandato di non fare colazione perché altrimenti durante l’allenamento sarebbe stata male. Povero, povero illuso. Kioko non rispettava mai le regole, se ne infischiava pienamente. Tre stomaci borbottarono all’unisono. Potè chiaramente veder Kakashi abbassare lo sguardo per l’imbarazzo. Mentre Rin si aggiustava i capelli a disagio e Obito meditava l’omicidio del sensei. Questo perché tu sei infinitamente più furba …
 WoW devo dire che ho quasi sentito la tua mancanza.
L’entusiasmo di Kioko nell’udire la voce del falco nella sua testa fu a dir poco travolgente, tanto che ebbe un’improvvisa simpatia per cappi e patiboli.
Sono qui per darti una mano.
Ma quanto siamo spiritosi.
Credi che il lampo giallo della foglia ci andrà leggero con voi solo perché siete bambini?
Non lo so e sinceramente non mi importa.
Canta la canzone Kioko.
-Suicidati!- sbottò ad alta voce interrompendo la spiegazione del sensi che la guardò accigliato. –Come scusa?-
Lei  distolse lo sguardo, l’espressione contrariata, le ciocche nere a coprirle il volto.
-Niente … - Mormorò.
-Allora questo è tutto- Annunciò Minato. –Ci vediamo tra cinque minuti nel luogo di cui ci ha parlato Kakashi.- Sorrise –E non vi è concesso portarvi da mangiare.-
 
 
-Il luogo di cui Ci ha parlato Kakashi?- Domandò a Rin poco dopo mentre si dirigevano verso un luogo a lei sconosciuto.  Rin giocherellò con una ciocca di capelli.
-Kioko … Sai il fiume dove abbiamo fatto il bagno?- La falchessa annuì continuando a saltare di ramo in ramo. –Bhè, Kakashi ha proposto al maestro quella zona come campo di allenamento … -
Kioko la vide farsi pensierosa. –Cosa ti turba?- Le chiese guardando fisso davanti a se il culo del ragazzo con i capelli argentati che la precedeva di soli pochi salti. Se avesse perso il ritmo gli sarebbe finita addosso e ritrovarsi appiccicata a lui era l’ultima cosa che desiderasse in quel momento. Però era sicura che lui la stesse provocando intralciandole il cammino. La scherniva come al solito. Quanta voglia aveva di saltargli sulla schiena,spingerlo di sotto e superarlo con un colpo d’ali. Pregustava già la scena. Poi si rese conto di essersi persa nei suoi soliti trip mentali. - … Quel posto l’ho scoperto io, pensavo di essere l’unica a conoscenza di quel tratto di fiume … Invece Kakashi ne ha parlato come se ci fosse stato … - Ok questa non voleva perdersela. –Rin, ricordi lo scoiattolo?- Domandò Kioko Tentando di mantenere il volto il più inespressivo possibile nonostante il labbro inferiore le vibrasse per gli spasmi di una risata trattenuta. –Quello che ieri scuoteva i cespugli?- Dio! Quanto era ingenua! –Non era uno scoiattolo, erano Kakashi e Obito- Potè vedere con piacere i muscoli della compagna tendersi. Socchiuse gli occhi, ed anche se pareva davvero impossibile guardandola, Rin diventò seriamente minacciosa. Davanti a loro i ragazzi affrettarono il passo. –Obito l’ho sistemato io- Aggiunse Kioko come sovrappensiero – Kakashi però mi è sfuggito … -  Rin inspirò lentamente. –Ci stavano spiando mentre facevamo il bagno?-
-Sì-
-Tutti e due?-
-Sì-
-Razza di … Di … PERVERTITI!-
 
Stronza
Fu tutto quello che riuscì a pensare Kakashi nascosto tra le fronde di un albero, una mano premuta sulla testa, l’altra sullo stomaco. Aveva rischiato di vomitare un polmone quando Rin l’aveva colpito.
Kioko sei davvero una stronza.
Kakashi non si era mai spinto a pensieri così molesti verso un’altra forma di vita. Così come non le aveva mai prese da Rin, di solito il suo oggetto di sfogo era solo Obito.
Si mosse lentamente tra le foglie. Una fitta al capo lo fece piegare in due, perse l’equilibrio e cadde dall’albero. Minato lo guardò dall’alto in basso. –Kakashi, così non va proprio bene- Disse agitando i campanellini che teneva fra le dita. La prova era iniziata da un quarto d’ora e lui era già fuori combattimento.
Kioko Hayabusa, sei proprio una grandissima…
   
 
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