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Autore: cassiemk    21/02/2011    1 recensioni
“Che dovrebbe significare?” la mia voce era spezzata, confusa, sorpresa. Perché dovevo farmi sconvolgere la vita in quel modo? No, assolutamente no. Non mi sarei lasciata coinvolgere da un qualsiasi pazzo idiota mi capitasse davanti. Sentivo le guance in fiamme, colorate di scarlatto. I suoi occhi erano fissi su di me. Da quando aveva aperto bocca a quando l’aveva chiusa non aveva minimamente smesso di guardarmi. Anche se a testa bassa, riuscivo a percepire l’intensità di quello sguardo smeraldo. In quel momento pensai di tirargli qualcosa in testa, ma presto mi resi conto che ne ero già dentro fino al collo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Beh, allora?" come ci ero finita in quella diavolo di situazione? Avevo aiutato un tizio qualunque a trovare
delle chiavi, ci ho sbattuto contro, sono stata scaraventata in una macchina lunga e lussuosa,
e ora mi trovo in una specie di ufficio a una cinquantina di piani dal suolo. Ok, questi non erano i miei piani per
la giornata. Dal canto suo, il ragazzo che mi stava davanti era tranquillo come non mai. Seduto davanti a me,
sembrava come se quello infastidito fosse lui.
"Daniel Lemaire" mi sorrise come se stesse pubblicizzando un dentifricio. E ora che sapevo il suo nome?
Mi era svoltata la giornata. "Piacere di conoscerti, Fanny". Disse e quelle parole rimasero sospese a mezz'aria.
"Sìsì piacere, piacere..." Ecco, diciamo che non brillo per arguzia, però, ci misi più di quanto pensavo a capire
che quello sapeva il mio nome. "Ehi ehi aspetta. C'è qualcosa che non torna!" Dicendo ciò mi alzai, era una specie
di gesto automatico. Ogni volta che mi sentivo chiamata in causa mi alzavo. E ogni volta che me lo facevano notare
la mia rabbia saliva alle stelle.
"E' il tuo nome no? Fanny Fanny Fanny. Ha un bel suono, mi piace." Non amavo il mio nome, e non lo odiavo,
semplicemente non c'era motivo di ripeterlo 3 dannate volte. Ma più importante, perchè sapeva come mi chiamavo.
Provai a fare mente locale. Non gli ho detto il mio nome. Mai. "Sì, ok. Ma esattamente, non che ciò mi smuova più di tanto
ma non ricordo di averti mai detto il mio nome." La mia espressione variava dallo stupore all'incazzatura più totale.
E' normale, no? Farsi delle domande su certe persone."Ah a proposito di questo, ecco...io..." Temporeggiava?
Quanti anni aveva? 5? "Tu non puoi saperlo perchè non mi conosci, ma la pazienza non è una mia dote." Altro modo
per dire datti una mossa, bello. "Beh, ho fatto qualche ricerca su di te. Eheh" Rise e si passò la mano destra sulla nuca
scompigliandosi i capelli. Eheh? Eheh una grandissima mazza! "Che diavolo significa?"
"Non sono un maniaco!" "Strano che proprio tu dica una cosa del genere, eh?"
Ero blu. Rossa. Verde dalla rabbia. "Era solo per poterti ringraziare." E quindi fa ricerche su tutte le persone
che lo aiutano? Ma da quale paese veniva? Crazyville?
Proviamo a stare calmi. Feci un respiro profondo, molto profondo. Provai a pensare a tutte le cose belle di questo
mondo. Le margherite, i prati in fiore, gli unicorno. Perchè invece di diminuire, la mia rabbia cresceva?
"So che può sembrare strano." Era la goccia che fece trabboccare il vaso. Lo avrei mangiato se avesse detto
solo un'altra parola. "Ti sembra una cosa normale?!" Gli urlai letteralmente a due centimetri dalla faccia. A essergli
così vicina potei notare bene il suo viso. Era davvero stranamente bellissimo. I capelli castani disordinati che gli
incorniciavano il volto pallido, gli occhi verdi smeraldo così vividi. Ah certo. Adesso mi abbassavo a questi
livelli pietosi? "Stai calma. Perdi la pazienza troppo facilmente." Mi posò una mano sulla testa e mi spettinò leggermente ridendo.
Lo diverte questa situazione? Dall'alto della sua postura, mi sentivo ancora più bassa di quanto effettivamente
non fossi.
"Quindi cosa vuoi da me?" Gli riuscì a domandare. Mi ero leggermente calmata, ma un'altra parola e sarei
riesplosa. Sentì che mi prese la mano, delicatamente. Come se stesse prendendo la cosa più fragile e importante
di questo mondo. "Ti devo chiedere un favore." Mi sussurò a pochi centimetri del mio orecchio. Non avevo notato che
fosse così vicino. Il suo petto sfiorava il mio corpo. Aveva un odore di buono. Non come quelle colonie tutte uguali.
"Che-che cosa vuoi?" A malapena riuscì a sussurrare questo. Sentivo che stava sorridendo.
Poi le sue labbra si avvicinarono al mio orecchio e lo sfiorò. " Vieni a vivere con me." Sgranai gli occhi, poi un abbraccio.
Amici, amiche, qui c'è qualcosa che non torna! 
 

Note: ahh finalmente ho ritrovato l'ispirazione! Perlomeno ora sappiamo come si chiamano sti due.
Da qui in poi la storia si farà sempre più avvincente. O almeno spero, dipende da come mi girerà.
Questa volta il capitolo è più corto. Il fatto è che volevo solo farli conoscere per bene. E' una specie di
capitolo necessario, che però non può essere messo in un capitolo più lungo. Accidenti, sto delirando.
Mi farebbero immenso piacere le recensioni.
Ringrazio chi ha aggiunto la storia alle seguite.
Tres bien, alla prossima!
  
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