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Autore: loonaty    23/02/2011    2 recensioni
Com'è fuggire da ciò che più si ama?
Com'è avere tutto e subito dopo ritrovarsi con nulla fra le dita?
Un chakra dalla potenza sconfinata, inferiore solo a quello della volpe.
Un carattere combattivo e ribelle.
Un'indole autodistruttiva.
Un membro in più nel clan Uchiha.
Cosa si prova ad essere un mostro?
Non ci si aspetta che qualcuno capisca.
Non ci si aspetta che qualcuno compatisca.
Perché niente di ciò è davvero rilevante.
Kioko è Kioko, e questo, che voi lo vogliate o no, non cambierà.
"Queste rose.
Sono come me. Lentamente sfioriscono, i loro bei petali hanno ingannato per tutta l’estate gli ingenui che nel coglierle si erano feriti con le spine. Quando però avranno perso ogni petalo le persone temeranno quei rovi spinosi, si terranno alla larga. Così era successo con lei." (capitolo 12 "Queste rose")
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Obito Uchiha, Rin, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più contesti
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CAPITOLO 7- PIOGGIA FREDDA E STATI D'ANNIMO



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-NOOOOOOOOOOOO!!! NON E’ GIUSTO!!! TRADITORI! TRADITORI! NEMMENO RIN HA PRESO IL CAMPANELLO! TRADITORI!!!-
 
Chi vi immaginate sia rimasto a sbraitare legato al palo?
Obito?
Sì, è la scelta più probabile, ed anche la più scontata. Perché Obito è la recluta peggiore del suo anno. Però è un Uchiha.
Chi altro potrebbe gridare in quel modo dietro i compagni che si allontanano? Solo Obito dite?
Ora però vi faccio una domanda, se fosse stata Kioko a riuscire a prendere tutti e tre i campanelli, e gli avesse divisi equamente tra i suoi compagni di squadra …
Ecco, ora avete capito.
C’è solo una persona che Kioko non avrebbe mai favorito. Sinceramente nemmeno Obito le andava a genio e riteneva Rin più un intralcio che altro, ma come ho detto prima Obito è un Uchiha, ed esiste la solidarietà femminile.
In poche parole, non ci sono santi, legato al palo, ormai è chiaro, ci sta il nostro scorbutico spaventapasseri.
 
-Traditori … - Sbotta quando ormai sono spariti in lontananza, cominciando ad applicarsi per sbrogliare i nodi, non per niente era il miglior ninja che … Kakashi impallidì. No. Non poteva avergli fatto questo. Tirò i lacci del nodo in tutte le direzioni, ma niente. Non si scioglieva. Allora, due erano le cose.
1) si era rincitrullito tutto di un colpo, o quel giorno gli girava male, e non si ricordava più come si scioglievano i nodi ninja, cosa da scartare in principio poiché era assolutamente impossibile. Quel giorno però gli era andata così male che …
2) Il sensei era infuriato con lui per non aver superato la prova ed aveva impastato il nodo con il chakra. Rendendolo impossibile da sciogliere con qualsiasi tecnica ninja da lui conosciuta. Di certo non era da Minato vendicarsi sugli allievi, ma, la scintilla di delusione che gli aveva percorso lo sguardo mentre lo legava … Sotto la mascherina il ragazzo si torturò il labbro con gli incisivi, preparandosi, rassegnato a passare lì la notte.
 
Faceva freddo, tirava un vento della malora.
Erano molto sudati ed affamati dopo l’esercitazione che si era protratta oltre limite per poi terminare verso le sette di sera. Non avevano pranzato ed ora erano a cena tutti insieme in un bel locale a mangiare carne alla griglia, a ridere, scherzare. Quando uscì una folata fredda le ghiacciò la leggera euforia (che vi aspettate? Dopotutto è un Uchiha) addosso facendola stringere nelle braccia e rabbrividire molto poco dignitosamente.
Ad un tratto un’idea per lei alquanto malsana le si presentò nella mente. Fu Rin ad impiantargliela nel cervello. Un ‘ Chissà perché Kakashi  … ’ appena sussurrato che aumentò i suoi brividi di freddo.
Kakashi.
Già in paese era una ghiacciaia, immaginarsi vicino al fiume.  Il ragazzo non aveva né pranzato ne cenato ed era stanco per l’allenamento.
Ti preoccupi per il tuo compagno Kioko? Non è degno del tuo clan …
Decido IO cosa è degno o indegno per me.
Kyoko significa colei che rispetta le regole, ricorda.
Solo perché si pronuncia allo stesso modo, non vuol dire che sia la stessa cosa. Ed anche se fosse le persone non dovrebbero giudicare le persone dal loro nome. Né tantomeno tu, uccellaccio spennacchiato.
Calma Kioko, il mio era solo un amorevole consiglio … Io voglio solo il tuo bene, ricorda.
-Sì, amorevole tua nonna!- Sospira al vento che le congela le parole sulle labbra.
-Kioko secondo te perché Kakashi non è venuto?- Le chiede gentilmente Minato facendola sobbalzare. Non se lo aspettava. Ora come gli spiegava che anche quella era stata una piccola vendetta? Che aveva dato una ritoccata a quel nodino con le sue esperte mani d’angelo? Insomma, era uno scherzo innocente …
-Non ne ho la più pallida idea – Sorride, innocente, appunto. Poi notando che il sensei non è convinto decide di rincarare la dose. –Non si preoccupi, probabilmente non si è fatto vivo perché mi detesta- Fece una mezza smorfia tentando di sorridere. Oh, mi detesta, eccome se mi detesta, mi detesterà per sempre.
Sei triste.
Che arguzia …
Vai a liberare il tuo compagno.
Spero non sia un ordine, poiché in tal caso farò l’esatto opposto.
Fa’ quello che vuoi, dopotutto io sono solo un uccellaccio spennacchiato no?
E le sembrò di cogliere un accenno di veleno nelle parole del demone, risentimento, frustrazione. La colpì dritta al cuore. Doveva ricordarselo, quell’uccellaccio spennacchiato faceva parte di lei dopotutto.
 
Il palo è libero. Non vi è legato nessuno. Doveva aspettarselo che Kakashi sarebbe comunque riuscito a liberarsi. La corda è a terra. Dilaniata in più punti. Ha dovuto attendere che il chakra contenutovi cominciasse a scarseggiare per poterla  rompere.
-Che c’è, sei venuta ad infierire?- Una voce spezzata dai colpi di tosse alle sue spalle. La mora si gira di scatto, una mano alla saccoccia con i kunai. Il ragazzo alza le mani sarcastico. Sui suoi polsi si possono ben vedere i solchi rossi lasciati dalla corda, deve essersi liberato da poco. Quel poco che riesce a vedere del suo viso è troppo pallido perché sia indice di buona salute. –Sono venuta a vedere se eri così incapace da non riuscire a liberarti da una manomissione di primo grado- Sogghigna lei. Cosa dovrebbe dirgli? Che nonostante tutto anche lei aveva un cuore? Le avrebbe riso in faccia. Gli Uchiha erano di pietra, e lei era una di loro, che lo volesse o no. Lo voleva.
Il volto del ragazzo parve trasfigurarsi mentre l’odio spillava dalle iridi nere. –Sei stata tu!-
-No, il tizio di passaggio … -
Kakashi fece per avventasi addosso a lei, ma una folata di vento li bloccò entrambi facendoli boccheggiare per diversi secondi.
Il primo a riprendersi fu il ragazzino. Ormai probabilmente non sentiva neanche un po’ il freddo. Era mezzo assiderato. Però era vivo dopotutto, non era diventato un ghiacciolo, quindi la preoccupazione, la pietà o il disappunto di Kioko o qualsivoglia nome gli vogliate dare, evaporò come una pozzanghera in una bella giornata estiva.
E per sottolineare l’ironia della natura, il cielo regalò loro una fantastica pioggerella con tanto di tuoni spacca timpani e lampi accecanti. Il bigio alzò il volto al cielo. – Allora mi dici perché sei tornata?- Stavolta era serio.
Lei scuote la testa. –Idiota- grugnisce con una leggera indignazione percepibile solo dai bagliori rossastri dell’iride. Non posso attivare lo sharingan. Minato lo scoprirebbe e così anche l’Hokage e diventerei un’incognita troppo appetibile. –Andiamo a casa- Gli fa, ammiccando con il capo verso la strada da seguire. –Con te non ci vengo-
Eh no, ora basta. Gli si avvicina a passo veloce e gli afferra un braccio con convinzione. Lo guarda dall’alto della sua mezza spanna in più con severità.
-Ho detto che non vengo!- Ringhia lui.
-Oh, tu vieni!- Lei lo strattona. Poi capisce perché non vuole seguirla. Fa una smorfia, perde l’equilibrio e quasi le crolla addosso. Un accesso di tosse lo fa piegare in due. Stavolta la ragazza è sicura di averla combinata grossa. Lo guarda carponi nel fango, rotea gli occhi e poi gli si inginocchia accanto. –Senti, non avrai mica intenzione di ammalarti? Sai che se Minato lo scopre mi porta al patibolo- La ragazza deglutisce. –E sai che me ne frega- Rantola l’altro rialzandosi. Non riesce a stare in piedi, è di nuovo lei ad afferrarlo al volo e stavolta lo tiene stretto. –Insomma! La vuoi smettere con sta menata da eroe! Smettila hai capito? – Sbotta all’improvviso prendendolo per le spalle. Le iridi che sfumano nel giallo, le pupille che si fanno sottili. –Ed ora chiudi gli occhi!- Ringhia feroce, temibile, ma il ragazzo non fa in tempo . Si ritrova a fluttuare sopra Konoha al ritmo costante del respiro della ragazza falco.
 
Sono a casa di Kakashi. Più o meno è un buco, ma c’è una poltrona accanto al letto su cui l’Uchiha si accoccola come un animale ferito tremando nei suoi abiti fradici. Lo ha portato a Konoha in volo. Non ci crede che l’ha fatto. Proprio non riesce a realizzarlo. Lui era sotto shock allora aveva dovuto quasi dargli una botta in testa per farlo riprendere e farsi spiegare dove abitava. Aveva rotto una finestra. Aveva ripiegato le ali argentee e si era accucciata lì, gli occhi chiusi, sperando che quell’incubo finisse presto. Poi nessuno aveva ascoltato le sue preghiere e poi, mentre Kakashi stava sotto una doccia bollente sotto cui lei stessa lo aveva spinto a forza ancora vestito, qualcuno suonò alla porta, insistentemente.
Poi, c’è solo da immaginarsi le facce dei due compagni di squadra, Obito e Rin, quando videro che ad aprire la porta della casa del loro amico era l’intrattabile ragazza falco.
   
 
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