Sento stringere la mia
mano.
Sento le tue dita unirsi alle
mie.
Sento.
Apro gli occhi.
E.
Finalmente il mio miracolo.
Finalmente la mia luce.
Finalmente.
Le tue palpebre sbattono
incessantemente.
E sono aria.
Sono vita.
La mia.
I tuoi occhi sono aperti.
Inconsapevoli di tutto quello
che è successo.
Inconsapevoli del dolore che li
marchierà per sempre.
Due oceani azzurri ignari della
tempesta che sta per abbattersi.
Ma.
Vedo che...
Non sorridono.
Non gioiscono.
Piangono.
Ed io non capisco.
Le tue dita stringono le mie.
Più forte.
Ancora più forte.
“Oscar”
I tuoi occhi inquieti incontrano
i miei.
Le parole che pronunci mi
uccidono.
“E’ morto Andrè … mio padre
è
morto”
Richiudi gli occhi, mentre le
lacrime solcano il tuo viso.
Scivolano via, rigando il
cuscino.
Lasciando una scia che sa di
morte.
Mentre sfuggono all’ombra del destino.
Il tuo Oscar.
Io, non so come lo sai.
Non so come l’hai capito.
Ma è cosi.
Questa è la verità.
Sai ciò che è avvenuto.
Ti guardo ansioso.
Mi guardi sicura.
Come se già sapessi tutto.
Come se sentissi il profumo
della mia colpa.
Ti parlo.
Ti spiego.
Ti chiedo perdono.
Non so neanche io perché.
Per non essere riuscito a
salvarlo?
Forse.
Per averti lasciato salvare me?
Forse.
Non lo so.
Io, non so più nulla.
Ora non capisco più nulla.
Ora ci sei tu.
Tu.
E solo tu.
E poi.
Mi siedo accanto a te.
Vorrei abbracciarti.
Stringerti.
Capire che non sto sognando.
Comprendere che sei reale.
Sei viva.
Oh Oscar.
Tu non sai come mi sento.
Oscar.
Non sai che miracolo sei.
Oscar.
Io, sono rinato.
Un’altra volta.
Grazie a te.
La tua mano si posa sul mio
cuore.
Sospiri.
Mi fai cenno di avvicinarmi.
Mi accosto alle tue
labbra.
Un soffio.
Flebile.
“Grazie per avermi riportato a
casa…”
I nostri occhi s’incrociano.
Perplessi i miei.
Consci i tuoi.
E sorridi.
Non mi hai mai sorriso cosi.
Uno di quei sorrisi per cui vale
la pena di morire.
Il mio viso rimane immobile
accanto al tuo.
Le nostre labbra sono vicine.
Si rasentano.
Si sfiorano.
Sento i tuoi occhi dentro i
miei.
Mi avvicino.
Sempre di più.
E tu mi lasci fare.
I nostri respiri si uniscono.
Pongo fine a quest’inutile aria
che ancora ci divide.
Bacio le tue labbra
Prima delicatamente.
Poi.
Poi.
Oh.
La mia passione sopita per anni
prende il sopravvento.
Le mie labbra sono sempre più
impetuose sulle tue.
Torturo la tua bocca come tu hai
torturato per anni il mio cuore.
Ma.
La paura corre veloce fino alla
mia anima.
Un antico terrore s’impadronisce
del mio cuore.
E quella violenza riemerge ai miei
occhi annientandomi.
Ma tu.
Non accenni a ritrarti.
Non sento il tuo corpo
respingermi.
Non sento la tua rabbia
avvolgermi.
Sento.
Solo le tue labbra che cercano
le mie.
Solo la tua mano persa nei miei
capelli.
Solo il tuo cuore battere
insieme con il mio.
Forte.
Fortissimo.
Oscar.
Io…
Oscar.
E poi.
Un rumore assordante di
porcellana.
Un grido violento.
Mi tiro via.
Quasi scottato.
Tu continui a guardarmi.
Sicura.
Io.
Indietreggio esitante.
Io.
Mi appoggio al letto.
Io.
Insicuro.
Indietreggio ancora.
E ancora.
Le gambe sembrano non reggermi
più.
Le lacrime continuano a
scendere.
Tu.
Oscar.
Sei viva.
Viva.
Ora capisco.
Ora mi rendo conto.
“Andrè!”
Sento la nonna gridarmi
qualcosa.
Non ascolto.
Sento la sua mano spingermi via.
Non comprendo.
Annego ancora nei tuoi occhi.
Oscar.
Vibro ancora sulle tue labbra.
Oscar.
Mi porto una mano alla bocca.
Oscar.
Ma, allora anche tu...
Tu.
Oscar.
Io.
Guardami.
Dio Oscar.
Non voltare il viso.
No, Oscar.
Non chiudere gli occhi.
No, Oscar.
Non farmi questo ti prego.
OSCAR.
Ma.
La porta mi viene chiusa in
faccia.
Ci appoggio la fronte.
I pugni battono senza quasi far
rumore.
Le lacrime scendono ormai
incontrollate.
Respiro.
Forte.
Di nuovo, forte.
Devo andare.
Devo.
Corro.
Via.
Scendo le scale.
Velocemente.
Non conto neanche più.
Corro.
Non so dove.
Corro.
Arrivo alle scuderie.
Salgo sul mio cavallo.
Lascio le redini.
Corri cavallo corri.
Non so dove.
Corri cavallo corri.
Non so per quanto.
Corri cavallo corri.
Ora portami via.
Via.
Via.
Lontano da qui.
Lontano da lei.
Lontano dal mio cuore.
VIA!
Frustate di rami cedono il passo
al mio dolore.
Foglie secche seguono dolenti il
mio cammino.
Alla fine sono arrivato.
Dove volevo.
Dove tutto è iniziato.
Dove tutto poteva cambiare.
Dove tu hai scelto la tua vita
Qui.
Al nostro lago.
Dove da piccoli stavamo per annegare.
Dove anni fa ce ne siamo date di
santa ragione.
Dove ho provato a farti cambiare
idea.
Dove ho provato a farti
diventare una donna.
Il mio primo fallimento.
Chiudo gli occhi.
Mi bagno i piedi.
Ed entro.
Fino alle ginocchia.
Fino alla vita.
Un lungo respiro.
E.
Infilo la testa dentro l’acqua.
Rimango qui.
E aspetto.
Non so neanche io cosa.
Aspetto.
Che l’acqua porti via il tuo
profumo dalla mia pelle.
Aspetto.
Che l’acqua anneghi per sempre
la mia illusione.
Trattengo il respiro.
Fino quasi a morire.
Fino a che il mio cuore resiste.
Ma.
Di scatto riemergo.
L’acqua è spruzzata in aria dai
capelli.
Le gocce ricadono sul mio viso
confondendosi con le lacrime.
Il sole mi acceca.
Ed io voglio accecarmi.
Urlo.
OSCAR.
Voglio confondermi ancora tra i
tuoi capelli.
Grido.
OSCAR.
Voglio bruciare di nuovo tra le
tue mani.
Imploro.
Oscar.
Voglio ingannarmi col tuo amore.
Oscar.
Sento la pesantezza dell’acqua
scavarmi l’anima, seppellendola.
Sento il calore del sole
infiammarmi il cuore, incenerendolo.
Mi trascino fuori.
M’inginocchio.
Le mie mani toccano l’erba
secca.
Sento le forze venire meno.
Cado a terra.
Stringo un pugno d’erba.
Lo strappo via con violenza,
battendo più e più volte.
Fino a sentire le ossa pregarmi
di smettere.
Fino a sentire l’odore del sangue
bruciare nelle mie narici.
Oscar.
Io, ricordo.
Come se fosse ieri.
Ma, sono passati vent’anni.
Vent’anni Oscar.
E dopo vent’anni qualcosa è
cambiato.
Nei tuoi occhi.
Nelle tue labbra.
Nelle tue mani.
Io lo so.
Io l’ho sentito.
Erano me che cercavano.
Erano per me che bruciavano.
Erano me che accarezzavano.
Non un altro Oscar.
Non Fersen.
Non Girodelle.
Ma me.
Me.
Io.
Oscar.
Se quello che ho visto nei tuoi
occhi è solo illusione di un folle, allora
dov’è la verità?
Dove?
Se quello che ho sentito nel tuo
cuore è solo l’inganno per un servo, allora
dov’è la realtà?
Dove Oscar?
Dove?
Ti prego Signore.
Strappami il cuore.
Ti prego.
Uccidimi.
Ti prego
Aprimi le porte dell’inferno.
Ma.
Non farmi vivere nell’illusione.
Non farmi vivere in un bacio
rubato.
Non distruggermi di nuovo.
Ti prego.
Chiudo gli occhi.
***
E’ ormai sera.
Solo il silenzio mi fa compagnia
in questo grande palazzo.
Sono stanco.
Tanto stanco.
Salgo lentamente i gradini di
quest’ampia scala.
Ora conto.
Come sempre.
Mia nonna mi ha messo in mano un
grande vassoio.
Dice che devi mangiare.
Ha borbottato ancora qualcosa.
E mi ha guardato storto.
Lo so nonna.
So che dovrei stare lontano da
lei.
Lo so.
Sospiro.
A passi lenti continuo ad
avvicinarmi a te.
Cammino piano per far sì che la
distanza rallenti il forte battito del mio cuore.
Cammino piano nella speranza che
tu dorma cosi da non dover assistere alla distruzione delle mie
illusioni.
Cammino piano.
Piano.
Ma.
Vedo luce uscire dalla tua
stanza.
Sei ancora sveglia.
Sospiro.
Non sono pronto a rispondere
alle tue domande Oscar.
Non sono pronto a cercare le
risposte che il mio cuore incessantemente pretende.
Non sono disposto a essere
trascinato di nuovo ai margini della tua vita.
Non ora.
Non adesso.
E forse mai più.
Ma.
Sento parlare.
Sommessamente.
Sottovoce.
Appoggio la mano alla porta.
La scosto lentamente.
Senza far rumore.
E.
Lo vedo.
Nella penombra di una candela.
Nell’oscurità della mia anima.
La sua mano sulla tua.
Lo sento.
Ti parla.
Lui.
No.
Non è possibile.
Non lui.
Non qui.
Non con te.
Non ora.
No.
Fersen!
Appunti
di viaggio:
E’
stato
un capitolo difficile, molto difficile e non so se sono riuscita
nell’intento
che volevo.
Quello
di far trasparire le sensazioni e sentimenti contrastanti di
Andrè che non
vuole illudersi, ma solo sperare che quel bacio sia frutto di
un’emozione e non
del momento.
Siamo, giunte
quasi alla fine ragazze mie, solo altri due capitoli e “Il
mare della Normandia”
prenderà la strada del tramonto.
Come
sempre voglio ringraziare Tetide, Arte,
Cosmopolitangirl, Livia, angel88cz, Kira91, NinfeaBlu, Min72,
MacchiaArgentata,
Crissi, Leila345, xladyOscar e Lavanda76, per le recensioni a “Prima di morire” e grazie a tutte
coloro che leggono
solamente.
Ora
potrò dedicarmi un po’ alla lettura di storie a
cui tengo molto e delle quali
sono estremamente indietro.
Mi
congedo da voi ringraziandovi per il sostegno e per la passione che
avete nel
leggere questa storia, e come sempre Carpe Diem.