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Autore: Falling_Thalia    24/02/2011    1 recensioni
Josephine Lacroix ama il suo lavoro più di qualunque cosa. Dedica le sue giornate ai suoi scrittori e ai loro manoscritti. Giovane talento e punta di diamante della Casa Editrice, le viene affidato un progetto di un autore molto influente. Vorrebbe rifiutare ma le condizioni del lavoro glielo impediscono.
Una volta venuta a contatto con il suo nuovo Scrittore si pente amaramente di aver accettato ma, ormai intrappolata in quella enorme villa dai mille segreti, dovrà seguirlo in ogni passo.
Alec Sougrènt e i sui modi di fare metteranno la vita di Josephine in subbuglio, sopratutto nel momento in cui il suo più grande segreto verrà svelato.
Benvenuti a Villa Sougrènt, la Villa del Vampiro.
Genere: Commedia, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si era addormentata ancora prima che Alec tornasse con il portatile. Quando si svegliò era ancora in quel letto, in quella stanza. Nulla era cambiato. Si mise a sedere e notò che l’altro lato del letto era vuoto e freddo.
“Lo starà facendo con un’altra…”
Josephine si ritrovò a formulare quel pensiero tristemente, quasi fosse una moglie consapevole dei tradimenti del marito.
Si lasciò trasportare da quello stato mentale a lungo senza curarsi di niente e nessuno.
Fu richiamata alla realtà dal forte rumore prodotto dall’aprirsi improvviso della finestra dall’altro lato della stanza.
Una ventata d’aria gelida – insolita per la stagione – la fece rabbrividire.
Quando le tende scarlatte smisero di svolazzare Josy si accorse che una persona era entrata nella stanza. A causa del buio non riuscì a vederlo in viso ma si rese comunque conto che doveva essere di una bellezza inaudita.
Solo quando le luci della camera si accesero poté constatarlo con i suoi occhi.
Era alto, aveva le spalle larghe, i capelli erano lunghi e color del grano e…aveva un seno enorme.
Josephine lanciò un urlo. Aveva subito pensato ad un uomo. Non l’era passata per la mente l’eventualità che potesse essere una donna!
Di tutta risposta l’altra si accorse di lei che era praticamente rannicchiata sulla spalliera con il lenzuolo tirato fin sopra il naso.
- Ah! Guarda, guarda… -
Josy cercò invano di farsi ancora più piccola e di sparire nel materasso.
- …E tu chi saresti?... – disse la donna misteriosa – Fammi indovinare! Sei l’ultima cena di Alexandre…-
Non le diede il tempo di controbattere, non che in verità volesse farlo ma si fece la domanda e si rispose da sola.
E poi chi era Alexandre?
Nello stesso istante in cui trovò il coraggio per porgere quella domanda la porta si aprì e Alec entrò nella stanza.
Quando vide la donna non si stupì più di molto. Era come se la stesse aspettando.
- Clementine…guarda che esiste una porta d’ingresso… -
- Alexandre! –
“Ah…lui è Alexandre…Ovvio.“.
La donna di nome Clementine gli si gettò tra le braccia con foga posando le sue labbra carnose su quelle di lui.
- Mi sei mancato! Erano anni che non ci vedevamo! –
Alec le sorrise. Ma la sua espressione allegra mutò non appena si accorse di Josy che era ancora nel suo letto.
Velocemente la fece alzare e la mise alla porta senza troppi convenevoli.
Così barcollando era uscita dalla stanza ancora prima di rendersene conto.
Si sentiva stordita e l’unica cosa che riuscì a realizzare fu Alec che richiudeva la porta dicendole qualcosa del tipo “ Non venire per un po’.”
Scese lentamente le scale fino al piano inferiore. Entrò nella sua stanza e solo allora si fermò a pensare.
Accese il cervello con la speranza che riuscisse a riordinare tutta la serie degli eventi precedenti a pochi minuti prima. Con calma mise insieme i pezzi.
Aveva scoperto che Alec l’aveva apprezzata in tutto e per tutto dal primo giorno che l’aveva vista, si era arrabbiata perché non ne sapeva nulla e aveva fatto irruzione nella soffitta. Lui era svenuto e lei, in preda a qualche impulso masochista, gli aveva fatto bere il suo sangue. Poi, causa la debolezza, si era addormentata nel suo letto ma non prima di aver affrontato un discorso imbarazzante. Al suo risveglio una donna misteriosa di nome Clementine aveva fatto la sua comparsa e lei era stata letteralmente sbattuta fuori, liquidata con sei semplici parole.
Quando realizzò il tutto si sentì indignata.
Punto primo non poteva usufruire a piacimento del suo sangue e farla sentire “diversa” per poi metterla alla porta e fare lo stronzo.
Punto secondo non poteva dirgli di “non venire per un po’”, ovvero di tornarsene a casa sua per un paio di giorni quando era stato lui a insistere perché non lasciasse quella dannata villa.
Ma a parte quello Josy era arrabbiata con se stessa. Si era lasciata abbindolare troppo velocemente e non era da lei.
“ Maledizione! Sono proprio una scema! “
Si tirò mille accidenti prima di recuperare la sua roba e uscire da quella casa. Non si concesse nemmeno il lusso di una doccia.
Mentre entrava in macchina incrociò Chloe che le rivolse quello che agli occhi di Josephine parve uno sguardo di scuse a nome di quel cafone del suo “Signorino” .
Josy ricambiò il sorriso e mise in moto la piccola Peugeot.
 
Dopo nemmeno dieci minuti che si trovava in quel luogo già si era pentita di essere uscita.
Erano le sei di sera ma il sole era ancora abbastanza alto e faceva caldo. Molto caldo. Parigi era affollatissima e si sentì sollevata al pensiero che con tutta quella gente nessuno avrebbe fatto caso a lei.
Quando era arrivata a casa sua, nel suo appartamento perennemente disordinato erano solo le cinque del pomeriggio così le era venuta voglia di fare un giro per la sua adorata città e prendersi un aperitivo prima di andare a cena nel suo ristorante italiano preferito.
E ora si trovava lì, in uno dei bar più chic e alla moda di tutta Parigi a sorseggiare il suo Cuba Libre ghiacciato mentre schiere di pittori e critici gay le sfilavano davanti.
Non che avesse nulla contro i gay, anzi, solo in quel momento aveva bisogno di un uomo. Etero possibilmente. Uno qualsiasi da abbordare, da cui farsi pagare la cena e da portarsi a casa per una piacevole nottata di letto.
Stava per andarsene quando un uomo le si sedette accanto.
- Non è un po’ per i super alcolici? –
Josephine si voltò verso il suo interlocutore e si appoggiò con un braccio al bancone per osservarlo meglio. Era un uomo molto affascinante. Capelli corti e biondi con degli splendidi occhi smeraldo.
Aveva la ricrescita della barba e indossava un completo gessato che accentuava le spalle larghe.
Di sicuro non era gay.
- Non per i miei orari. –
Sorrise. Aveva deciso, le piaceva. Sarebbe stato il fortunato di quella sera.
Anche lui sorrise.
- Vuoi che te offra un altro? –
Disse ammiccando al bicchiere praticamente vuoto di Josy.
- Perché no. Jeremì, portamene un altro. Stavolta paga il signore. –
- Certo. –
- Adriàn –
- Come scusa? –
- mi chiamo Adriàn. –
- Ah si scusa, io sono Josephine. –
Si strinsero la mano e Adriàn sorrise ancora. Aveva davvero un sorriso accattivante.
Jeremì le portò il drink e lei ricominciò a bere.
- C’è un motivo particolare per il quale a quest’ora? A parte i tuoi orari ovviamente. –
- Il mio lavoro. Negli ultimi giorni ho accettato una nuova offerta e gli orari del nuovo cliente sono indicibili. –
Adriàn la fissò pensieroso.
- E che lavoro fai? –
- Sono un’Editor. –
- Wow. –
Sembrava sorpreso. Davvero.
- Non l’avrei mai detto. Comunque deve essere un bel lavoro. –
- Dipende dall’autore che ti tocca seguire. –
Sentenziò Josy storcendo la bocca in una smorfia pensando ad Alec.
“Non venire per un po’….Volentieri. “
- Ne hai trovato uno difficile? –
- No, solo egocentrico. Troppo egocentrico. –
Adriàn lasciò cadere il discorso percependone il peso e il fastidio con cui ne parlava la sua interlocutrice.
Josephine ne approfittò per cambiare argomento.
- E tu che lavoro fai? –
- Sono un ricettatore di opere d’arte. –
Lo disse flemmaticamente, come se fosse il lavoro più normale del mondo.
Di tutta risposta Josy sussultò a quell’affermazione. Quasi rovesciò il bicchiere sul bancone.
- Cosa?! Un ricettatore?! –
Adriàn rise divertito dalla sua reazione.
- Scherzo, scherzo! Sono solo un restauratore! –
Tirò un sospiro di sollievo. Ci mancava il ricettatore dopo il vampiro.
- Lavori al Louvre? –
L’uomo asserì.
- Ho appena iniziato il restauro della Gioconda. –
- Ah, quanto mi piacerebbe vederla da vicino!! –
- E a chi non piacerebbe. –
- A chi non interessa. –
- Ovvio. –
Si fermarono entrambi qualche secondo prima di scoppiare a ridere di nuovo.
Josephine guardò ‘ora sul suo cellulare e constatò che era quasi il momento di recarsi al ristorante.
- Bhe, io avrei una prenotazione da Marco’s che mi aspetta. È stato un piacere conoscerti. –
- Appuntamento galante? –
Scosse il capo.
- No, solo buon cibo. –
Sorrise.
- ti va un po’ di compagnia? Il cibo Italiano è più buono quando si è in compagnia. –
Josy fece fina di esitare un po’ ma poi acconsentì.
- Certo. –
Preso. Aveva abboccato. Funzionava sempre.
Si alzò dallo sgabello, pagò il conto e uscì dal locale seguita a ruota dalla sua recente conquista.
Lui era a piedi e lei anche così presero la Metro. Venti minuti dopo erano davanti al ristorante.
La serata passò con leggerezza tra una risata e un bicchiere di vino.
Anche l’invitarlo a casa sua si rivelò più semplice del previsto.
Arrivati davanti alla porta di casa sua Adriàn la attaccò al muro e la baciò. Josephine fece fatica ad aprire la porta ma una volta dentro andarono diretti in camera da letto.
Fu spontaneo e passionale. Lui era davvero esperto e lei si lasciò semplicemente trascinare.
La mattina seguente, quando si alzò e lo vide sdraiato nel suo letto non si sentì infastidita dalla sua presenza, non si mise nemmeno a pensare un pretesto o una scusa per liquidarlo e non vederlo mai più.
L’unica cosa che pensò fu che quando dormiva era ancora più bello.
Senza fare rumore andò in cucina a preparare la colazione.
- Buongiorno… -
Una figura ancora mezz’addormentata l’abbracciò baciandole il collo.
- ‘Giorno. –
Josy si sentiva particolarmente bene. Le sembrava così normale trovarsi quell’uomo in casa, anche se lo conosceva da neppure due giorni.
- Hai davvero preparato la colazione? –
- …Sì, perché? –
Adriàn sorrise compiaciuto e la guardò adorante.
- Dio, questo ti rende ancora più sexy… -
Arrossì di colpo.
Quanto tempo era passato dall’ultima volta che qualcuno le aveva fatto un complimento sincero?
- Ehi, oggi devo passare al museo per compilare alcuni moduli del restauro…ti andrebbe di dare una sbirciatina al quadro? –
Josephine andò in estasi come una bambina per quella proposta. Ovviamente accettò subito.
- Bene. Ah! Posso farmi una doccia prima? –
- Certo, il bagno è da quella parte. –
- Grazie. –
Adriàn uscì dalla cucina e lei si ritrovò a fissare l’orologio appeso alla parete.
Segnava le undici e trenta.
Scosse la testa. Non sarebbe tornata in quella casa per almeno una settimana.
Anzi, fosse stato per lei, non ci sarebbe tornata affatto.
Il resto della giornata passò meravigliosamente tra una visita gratuita al Louvre e al retroscena del museo, una passeggiata sotto la Tour Eiffel, una cena in pizzeria e una note di fantastico sesso.
Continuò in questo modo per sei giorni. Ormai avevano deciso di cominciare a frequentarsi e Josephine si sentì sollevata constatando che Alec non si era ancora fatto sentire.
Ma l’illusione di una settimana senza di lui svanì presto.
La sera del settimo giorno il suo cellulare squillò: sul display un numero sconosciuto.
Si scusò con Adriàn e, uscendo sul terrazzo rispose.
<< Pronto? >>
<< Dove sei? >>
Josy riconobbe quella voce in un secondo e si risentì sprofondare nella confusione e nell’irritazione che l’avevano avvolta fino ad una settimana prima.
<< Buona sera anche a te. >>
<< Dove sei. >>
<< A casa. >>
<< Allora vieni qui. Sei in ritardo di otto ore. >>
<< No. Ho ospiti. >>
<< Un uomo? >>
<< non penso siano affari tuoi. >>
<< Si invece. Piantalo in asso e vieni qui. Subito. >>
Sbuffò rumorosamente e alzò gli occhi al cielo.
<< No. Mi farò viva quando ne avrò voglia. >>
<< Vieni subito. Non accetto un altro no come risposta. >>
<< No. Sei stato tu a dirmi di “Non venire per un po’”. Puoi lavorare benissimo senza di me. >>
<< Piccola J stai oltrepassando il limite. Tu ora vieni qui, altrimenti vengo lì io. >>
<< Accomodati. >>
Riattaccò cercando di far diminuire la stretta del cerchio che in quel momento le stringeva la testa.
Tornò in cucina a finire di cenare.
- Eccomi scusa. –
- Niente. Ehi, sati bene? –
- Sì, è solo un po’ di mal di testa. –
- Mangia e poi prendi qualcosa ok? –
- Ok. –
Finì di mangiare pensando che almeno per quella sera poteva stare tranquilla. Alec sarebbe anche potuto andare a casa sua ma non ci avrebbe trovato nessuno visto che quella notte era ospite da Adriàn.
Passò la serata tranquilla e rilassata anche se il pensiero di dover tornare presto in quella villa l’accompagnò per tutto il tempo.
La mattina seguente le toccò svegliarsi prima di quanto avesse voluto visto che Adriàn doveva andare al lavoro.
- Mi dispiace di doverti lasciare così presto Phi… -
- Non fa niente. Ci vediamo domani ok? –
- Certo. –
Le diede un bacio e la lasciò andare.
Josy tornò a casa un po’ triste ma tutto sommato felice.
Quando entrò nel suo appartamento si ritrovò davanti una brutta sorpresa.
Le tapparelle erano completamente abbassate e le tende erano tirate su tutte le finestre.
Sulla poltrona del suo salotto Alec dormiva imperterrito.
“ Merda! Come diavolo è entrato qui?! “
Lentamente cominciò a indietreggiare verso l’ingresso.
- Non ci provare. Vieni qui. –
- Che ci fai in casa mia? –
- Vieni. Siediti. –
Le fece segno con la mano di sedersi sul bracciolo della poltrona. Josephine prese una sedia dal banco cucina e la portò in salotto.
- va bene. Come vuoi. –
- Non hai ancora risposto alla mia domanda. –
- Tanto per cominciare tu mi hai detto di “Accomodarmi” per il resto ho usato il mio charm. –
- Ah bhe, grazie per la visita. Puoi andare ora. –
- Solo se vieni con me. –
- Scordatelo. –
- Non posso continuare il mio lavoro se prima non lo revisioni. –
- Non ne ho voglia. Perché non credi alla tua amichetta? Magari sa fare anche quello. –
Si alzò dalla sedia e si portò davanti al guardaroba dove ritirò la borsa. Si tolse le scarpe alte e le ritirò nella scarpiera.
Intanto anche Alec si era alzato e la stava fissando.
- Che vuoi?! –
- Tu sei gelosa. –
Constatò lui facendola arrossire di colpo.
- Come? –
- Sei gelosa di Clementine. –
L’aveva colta completamente impreparata. Non pensava che a lui importasse qualcosa di quello che pensava o provava quindi non si era mai fatta troppi problemi a nascondere niente di tutto ciò. Anche quando era palese.
Josy girò i tacchi e entrò in camera sua. Alec la seguì continuando a tenere fisso su di lei il suo sguardo.
- La smetti di fissarmi?! –
Era tremendamente a disagio. Non sapeva che fare.
- Tu sei dannatamente gelosa. –
- Smettila! Non sai nemmeno come sono davvero, non mi consoci!! Smettila di dire cose non vere!! –
Lo aveva urlato. Era esasperata. Quell’uomo era stato capace di farle superare tutti i limiti di pazienza conosciuti in meno di tre giorni.
- Nemmeno il tizio con cui sei andata a letto per una settimana ti conosce, eppure… -
Alec si era fatto pericolosamente vicino a lei e lei pericolosamente vicina al bordo del letto.
Alzò una mano e le percorse tutto il collo con le dita, poi si spostò sul viso. Si soffermò sugli occhi e infine sulla bocca che catturò voracemente con la sua. Lentamente le schiuse le labbra con la lingua e andò cercare la sua.
Josephine cercò di resistergli ma l’effetto che il solo tocco di lui le provocava era una devastazione dei sensi.
Così lei si lasciò andare a quella devastazione.
Con una piccola spinta la fece cadere sul letto e si sistemò cavalcioni sopra di lei. Senza staccare le labbra dalle sue le tolse la camicetta e le sfilò la gonna.
Si fermò per un secondo a guardarla per poi scendere a esaminare con la bocca ogni angolo del suo corpo.
Lei lo lasciò fare, lasciandosi scappare innumerevoli gemiti. Persino quando si accorse che la stava per mordere continuò a lasciarlo fare.
Dopo quello una semplice frase.
- Ti toglierò l’odore di quel tizio di dosso. –
E poi, in quello stesso letto dopo qualche giorno prima era stata con Adriàn si lasciò completamente prendere da Alec.
 
La mattina dopo, quando si sveglio, non ricordava più assolutamente nulla.
_____________________________
Allor??
Come vi è sembrato??
Un nuovo personaggio ha fatto la sua comparsa...Adriàn...Che ne pensate di lui?
Va bhe...Josephine stà diventando un tantino promiscua...ma prometto che si darà una calmata v.v
bhe..io non ho molto da dire....ringrazio sempre chi ha seguito la storia fin qui eeeeeeeeeeeee....
Invito tutti ad aspettare con ansia [??] il sesto capitolo che parlerà dei Missing Moment di Alec e Clementine.
Bhe è davvero tutto.
_AKana_
 

Per maggiori approfondimeti sulla storia passate nel mio nuovo Blog dedicato interamente alla storia e ai suoi personaggi!!! [http://thequeenoffantasy.myblog.it/]

   
 
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