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Autore: L_Fy    09/01/2006    15 recensioni
E’ credenza comune che la migliore scuola del mondo magico sia la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. In realtà, una certa megalomania prettamente inglese ha influenzato il pensiero popolare. Per gli addetti ai lavori, per coloro, cioè, che possono valutare con cognizione di causa la preparazione degli studenti che terminano gli studi, è indubbio che la migliore scuola del mondo magico sia la scuola di magia e stregoneria di Durmstrang.
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 32 : Il quinto piano

 

Quella notte, Costanza rimase a letto aspettando la mezzanotte, supina, muta e immobile come un sarcofago egizio. Gli occhi spalancati nel buio ripassavano mentalmente ciò che la aspettava di lì a poco e un gonfio groviglio di sensazioni confuse le chiudeva lo stomaco e la trachea, impedendole di respirare normalmente. Primo: rischiava l’espulsione per essere stata sorpresa in giro di notte, e quello era il meno che potesse capitarle; secondo, doveva tentare di forzare la vigilanza del ritratto ed entrare al quinto piano di Torre Centrale, pronunciando il suo nome e sperando che una fortuita serie di combinazioni improbabili si allineassero e le rendessero quel compito possibile; terzo, ma non ultimo, doveva passare per Ispiration Point con Valenskij e benché la cosa sembrasse irrilevante di fronte alle altre prove che la aspettavano, non poteva fare a meno di pensarci con un sentimento di somma agitazione che le attanagliava le viscere. Tutta questa inversione di priorità la diceva lunga sul suo stato mentale, ormai alla completa deriva, spinto da una parte dall’attrazione per Valenskij e dall’altra dalla paura di Karkaroff. Quando i passi sommessi della ronda notturna dei Prefetti annunciarono la mezzanotte, Costanza scivolò fuori dalle coperte già vestita di tutto punto, tesa come una corda di violino e sull’orlo del collasso nervoso. Per poco non si sparò uno schiantesimo sul piede quando una voce, severa ma sottilmente divertita, la inchiodò sul posto, in prossimità dell’uscita.

"Dove crede di andare anche stanotte, signorina Malatesta?"

Quando il cuore riprese a battere e la mano che stringeva la bacchetta magica si sbloccò dal gelo polare che l’aveva immobilizzata, Costanza mormorò "Lumos" e vide così la baronessa Nadja Iliovich seduta sul suo letto, con le braccia incrociate e un sorriso da Gioconda stampato sul viso.

"Allora?" mormorò Nadja sottovoce per non svegliare nessuno "Sto aspettando una risposta"

Costanza pensò alle duecento possibili risposte che poteva inventare ma alla fine decise di rispondere con qualcosa di più incisivo.

"Non sono affari tuoi" rispose girandole le spalle e aprendo la porta per uscire.

"Se non mi dici dove vai, ti seguirò" chiocciò Nadja con un certo tono soddisfatto nella voce "Ho sempre adorato le gite notturne! Io, Detlef e Dimitri ci troviamo spesso di notte per chiacchierare…bere…fumare…cosucce così"

"Tu rimani lì, chiudi i tuoi begli occhietti e ti dimenticherai seduta stante di avermi visto in piedi a quest’ora" sibilò Costanza con un tono di voce così convincente che Nadja ci mise due nanosecondi ad uscire dal suo letto ed a zampettarle dietro in sala comune.

"Ma che ti dice la testa?" ruggì Costanza, girandosi verso di lei con una severa espressione di rimprovero "Torna immediatamente a letto!"

"Voglio sapere dove stai andando" rispose Nadja con un serafico sorriso d’angelo "Sai che ti coprirò qualsiasi cosa tu stia architettando, dall’omicidio di Karkaroff alla rivolta dei Guardiani del Bosco, ma in qualità di tua migliore amica devo essere informata sui tuoi progetti"

"Non mi risulta che, ultimamente, tu ti sia comportata proprio da migliore amica" berciò Costanza, funerea "E comunque non puoi seguirmi. Sono…in missione segreta"

"Di nuovo?" cinguettò Nadja, per niente scalfita "Con Valenskij?"

Costanza rimase cogitabonda per qualche secondo sotto lo sguardo ai raggi X di Nadja, ma alla fine cedette.

"Sì, con Valenskij" rispose sottovoce e per poco non strozzò la compagna quando proruppe in un eccitatissimo gridolino soffocato.

"Nadja, se ci tieni alla tua inutile vita, taci!" sibilò allarmata, guardandosi intorno per accertarsi che gli strepiti di Nadja non avessero svegliato nessuno.

"Tu e Valenskij in missione insieme! Che cosa meravigliosa!" tubò Nadja, abbassando al massimo il volume della voce senza perdere un grammo di eccitazione.

"Sì, va bene, adesso però te ne torni a letto?" mormorò Costanza arrossendo senza motivo.

"Dove andate di bello?" chiese invece Nadja, saltellando sul posto come un bimbo a cui è stato promesso un gelato.

Costanza sospirò, esasperata.

"Non sono…"

"…affari miei. Ho capito. Ma dove andate?"

Costanza contò fino a centodieci senza riuscire a sbollire un filo di rabbia repressa.

"A Ispiration Point" buttò fuori alla fine e la successiva danza della vittoria di Nadja la fece sprofondare più o meno al centro della Terra dalla vergogna.

"Finalmente!" sospirò alla fine Nadja, buttandosi su una poltrona, senza fiato "Il mio progetto segreto si è realizzato! Lasciatelo dire, voi due insieme fatte una coppia meravigliosa… un po’ sopra le righe, forse, tu così isterica e lui così appetitoso…ma comunque, azzeccatissima! E’ molto che andate in missione insieme?"

"Sì…no…Nadja, non è affatto come credi" balbettò Costanza, gettando moralmente la spugna.

Nadja le rispose con un sorriso materno e saputo.

"Certo, mia cara, lo so…con Valenskij non è mai come uno pensa che sia…è molto meglio!"

"Pensa quello che ti pare" sbuffò Costanza, girandole le spalle "Adesso mi prometti che torni a letto buona buona?"

"Mi sveglierai quando torni per raccontarmi come è andata?"

"Non ci penso nemmeno per sbaglio" rispose Costanza, seccamente avviandosi verso l’uscita "Buonanotte, Nadja"

"Costanza, aspetta!"

La voce di Nadja era così carica di allarme che Costanza si girò a guardarla, apprensiva.

"Che c’è?" domandò con un filo di voce. Nadja si guardò intorno, guardinga, e sporse il viso verso di lei per parlarle all’orecchio.

"Hai messo il reggiseno di pizzo?" domandò con profonda serietà.

Costanza uscì sbattendo quasi la porta in faccia alla baronessa Iliovich, non senza una punta di profonda soddisfazione.

* * *

Il corridoio di Torre Centrale, quella notte, pareva ancora più buio e minaccioso del solito: merito dell’assoluta assenza di luna nel cielo nero o della paura che le attanagliava le viscere, Costanza non avrebbe saputo dirlo. Quando si intrufolò dietro l’arazzo e Valenskij alzò su di lei uno sguardo serio, si sentì però assurdamente più al sicuro e protetta.

"Ce ne hai messo di tempo" mormorò il giovane, corrucciato "Ormai pensavo che non venissi più"

"Ho avuto un contrattempo firmato Chez Sabine" tagliò corto Costanza, ansimando "L’elfo Alino è già passato?"

"Non ancora" rispose Sasha apprensivo "Per fortuna: abbiamo solo tre ore tra il turno di Alino e quello dell’elfo successivo"

"Sempre che a qualcuno non venga in mente di farsi una gita notturna al quinto piano proprio stasera" sussurrò Costanza, con un brivido di raccapriccio.

Sasha le rivolse un sorriso canzonatorio che risultò essere oltremodo consolante in quel clima di tensione che la avvolgeva.

"Paura?" le domandò, tranquillo.

"Solo le mie ginocchia hanno paura" rispose Costanza con molta serietà "Le mie budella, invece, sono letteralmente terrorizzate"

Sasha rise piano e le appoggiò comprensivo una mano sulla spalla.

"Andrà tutto bene" le disse, convinto.

Distratta dal calore del suo palmo che filtrava dallo spesso maglione nero, Costanza si imbronciò, seria.

"Se lo dici tu" brontolò poco convinta.

Un leggero rumori di passi affrettati li distolse dal discorso: entrambi trattennero il fiato mentre l’elfo Alino, più imbronciato e frettoloso del solito, transitò davanti all’arazzo diretto verso il quinto piano, brontolando sommessamente. Costanza lanciò un lungo sguardo da animale in trappola a Sasha che, tornato di nuovo serio, annuì con convinzione.

"Aspettiamo" disse, telegrafico.

Dopo un’attesa che parve eterna, si sentirono i passi dell’elfo domestico che tornava indietro senza apparentemente aver migliorato il suo cupo umore a giudicare dal borbottio sordo che proveniva dalla sua bocca. Quando fu definitivamente sparito dal corridoio di Torre Centrale, Sasha posò di nuovo una mano sulla spalla di Costanza che dalla tensione sobbalzò penosamente.

"Andiamo" le mormorò all’orecchio sgusciando fuori dal nascondiglio e Costanza lo seguì con le gambe così pesanti che sembravano di colpo essersi trasformate in pietra. Silenziosamente, attraversarono il corridoio, sorpassarono l’orso impagliato e salirono verso la piccionaia nel più completo silenzio. Arrivati al pianerottolo, Sasha spinse con decisione i tre mattoni che nascondevano il passaggio segreto e l’ingresso si aprì, puntuale ed affidabile come la morte. Curvi lungo la scala a chiocciola dalle pareti umide e diacce, il cuore che martellava assordante nel petto, arrivarono finalmente nel corridoio del ritratto della vecchia strega arcigna e lì Sasha si fermò a riprendere fiato. Si girò verso Costanza che si sentiva le labbra insensibili e le mani fredde come ghiaccio.

"Sei pronta?" le sussurrò incoraggiante.

"No" rispose Costanza, sinceramente "Mi viene da vomitare"

"Coraggio" rispose Sasha con un sorriso comprensivo "Se vediamo che va male, ci penso io a salvarti"

"Mi porti di nuovo via di traverso sulla tua scopa o ti infili un mantello azzurro e chiami il tuo candido cavallo alato?"

"Qualcosa del genere" sorrise Sasha, allusivo "Vai e vedi di non farti beccare: mi urterebbe essere espulso da Durmstrang senza essere stato con te a Ispiration Point"

"Sicuro che per me questo sia uno stimolo e non un deterrente?" mormorò Costanza in un ultimo sprazzo di humor prima di essere sospinta con decisione lungo il corridoio buio e umido. Con passo lento e tremante, Costanza si avvicinò al ritratto della vecchia arcigna: man mano che il ritratto diventava più nitido e imponente, il cuore di Costanza prese a battere sempre più forsennato nel petto, fino a diventare un rombo indistinto dietro le orecchie. Quando si fermò di fronte al ritratto la giovane sentì su di sé lo sguardo assente e imperturbabile della vecchia strega dal cappello aguzzo: visto da vicino, quel quadro sembrava ancora più decrepito e sciupato. Doveva davvero essere antichissimo, pensò Costanza fuggevolmente, dalla foggia dei vestiti poteva anche risalire a prima dell’anno mille. La ragazza e la strega del ritratto si fissarono a lungo, immobili: Costanza non sapeva bene se aspettare la fine del mondo o scappare a gambe levate finché era ancora in tempo. Dopo quello che parve un tempo infinito, Costanza si decise a inspirare profondamente. Ebbe per un attimo l’impulso di serrare gli occhi, ma poi decise di vedere bene in faccia di che morte doveva morire: con voce leggermente rauca e definitiva, riuscì in qualche modo ad articolare poche telegrafiche parole.

" Costanza Marianna Lucia di Roccaglia Zabini Malatesta, studentessa al settimo anno"

Le sue parole risuonarono cristalline e fortissime lungo l’antro buio e vuoto, terribilmente squillanti rispetto al silenzio cadaverico del contorno. La faccia della vecchia strega del ritratto non si mosse di un millimetro: lunghi, terribili secondi di silenzio ovattato passarono mentre Costanza vedeva scorrere davanti agli occhi la sua rovina.

"Tu sei Marianna di Roccaglia?" sospirò ad un tratto una voce sommessa che fece fare un salto indietro a Costanza dalla paura: era la voce della strega del quadro, statica, afona e arrugginita come lo stesso aspetto sciupato della tela del dipinto.

"Io…ah…sì" rispose Costanza, incapace in quel momento di pensare coerentemente.

Il quadro assunse un’aria saggia e vagamente indifferente.

"Sì, è vero" disse infine con quella voce afona e inquietante "Lo sei. Ma c’è qualcun altro dietro di te"

Un leggero rumore di passi, alle sue spalle, l’avvertì che Sasha aveva abbandonato la sua posizione nascosta e che era arrivato a passo di carica a vedere cosa stava succedendo.

"Solito?" chiese la strega del quadro sibillina, esigendo una risposta: Costanza per un microsecondo non seppe cosa dire, cristallizzata sul posto dal terrore, ma poi si imbatté in un pensiero assurdo che poteva anche essere una via di salvezza. In un attimo di sfolgorante tensione, pensò che in quel momento stava giocando a dadi con la buona sorte, mettendo in palio la sua stessa vita. Si girò appena verso Sasha che si immobilizzò sul posto, a pochi metri da lei: come per miracolo, la paura lasciò il posto ad una assurda sicurezza mentre tornava a girare il viso verso il terribile ritratto.

"Marianna di Roccaglia e Rudolph Zabini" disse con voce chiara e decisa, serrando subito dopo la bocca ben stretta, in attesa dell’intervento divino.

Sembrò passare un tempo infinito, immerso in un silenzio saturo d’attesa rotto solo dal battito irregolare dei loro cuori: Sasha e Costanza si strinsero nelle spalle, spasmodicamente, senza quasi respirare, senza assolutamente pensare. Poi, con un suono discreto e inatteso, il quadro si staccò dalla parete, liberando il passaggio per il quinto piano con un cigolio legnoso e sfinito.

* * *

Costanza, per parecchi secondi, non riuscì a capacitarsi di quello che era successo. Sarebbe probabilmente rimasta per tutto il tempo davanti all’ingresso del quinto piano senza muovere un muscolo se Sasha non si fosse mosso per primo, quasi trascinandola con decisione al di là del passaggio dietro il ritratto. Fu così che i due giovani si ritrovarono a calpestare per la prima volta il suolo del quinto piano di Torre Centrale. Se non fosse stata ancora piena zeppa di adrenalina, Costanza probabilmente sarebbe rimasta delusa: il fantomatico e irraggiungibile quinto piano altro non era se non un’anonima stanza dal pavimento di pietra, circondata da alti e stretti finestroni del tutto simili a quelli del piano terra e piena zeppa di scaffali polverosi. Un tavolo tarmato ed una sedia che sembrava stare in piedi per miracolo troneggiavano al centro della stanza; in poche parole, il quinto piano aveva tutta l’aria di essere un archivio in disuso. Un ufficio, per l’appunto. Costanza e Sasha si guardarono intorno, meravigliati e silenziosi: ancora non sembrava vero di essere arrivati fin lì, il fulcro delle loro aspettative da mesi. Quando Costanza posò lo sguardo su Sasha, dopo aver fatto un doveroso giro panoramico della stanza, trovò il suo viso solenne e vagamente divertito.

"Bè…eccoci qui" sfiatò piano la giovane, giusto per dire qualcosa.

"Bel posticino intimo" dichiarò Sasha guardandosi intorno "Mi chiedo cosa diavolo puliscano gli elfi domestici, quassù: e tutto coperto di ragnatele come un sudario"

"Se non ti spiace vorrei sedermi" annunciò Costanza dirigendosi con decisione verso la sedia sgangherata "Solo in attesa che il mio apparato digerente ritorni nella sua posizione originale: non ho ancora ben ripreso l’uso delle gambe"

Sasha sorrise e si sedette con precauzione sull’angolo polveroso del tavolo.

"Sei stata davvero convincente, lì fuori" disse convinto dopo una breve pausa di riflessione "Marianna di Roccaglia e Rudolph Zabini…come ti è saltato in mente?"

"Mia nonna e mio nonno si sono conosciuti qui a Durmstrang" spiegò Costanza, distrattamente "E se tanto mi dà tanto, diciotto anni ce li avevano anche loro. Visto che mia nonna aveva libero accesso a questi deliziosi uffici vuoti e segreti, vuoi che non ne avessero approfittato per i loro incontri, in barba al dilettevole preside di allora?"

"Giustissimo" approvò Sasha, ammirato "La tua mente contorta e geniale non è poi così puritana, dopotutto"

"Diamo un’occhiata in giro?" domandò Costanza, intuendo che il discorso stava scivolando un po’ troppo sul personale.

Incuriosito, Sasha si avvicinò agli imponenti scaffali incolonnati che ricoprivano buona parte del pavimento della stanza, seguito a ruota da Costanza. I ripiani erano zeppi di libri, pergamene, strani alambicchi e, soprattutto, piccole ampolle di vetro dal contenuto ben sigillato e lattiginoso.

"Che diamine è questa roba?" domandò Sasha prendendo con delicatezza un’ampolla e rigirandosela tra le dita. Costanza guardò interessata da dietro la sua spalla.

"Potrebbe essere una pozione" mormorò dubbiosa "Anche se così, senza etichetta e senza indicazioni…che fai?!"

Sasha aveva con decisione stappato la bottiglietta e stava annusando il contenuto con precauzione.

"Non ha odore" annunciò sorpreso "Ed ha un aspetto fumoso che non la fa sembrare nemmeno una pozione"

"Perché non provi ad assaggiarla?" grugnì Costanza, disturbata dalla sua audacia "Se ti spunta una coda forcuta puoi sempre dire che l’hai presa in prestito da Balthus"

Sasha la ignorò mentre continuava a studiare il contenuto della bottiglia cogitabondo.

"Eppure…" mormorò dopo un’attenta analisi "Sono certo di aver già visto una cosa del genere…"

"Qualcosa che ci hanno propinato alla mensa scolastica?" tentò di nuovo Costanza, imbronciata.

D’un tratto, Sasha ebbe come un’illuminazione: prese la bacchetta magica e con molta precauzione la infilò nelll’ampolla roteando leggermente la punta.

"Cosa…" iniziò a domandare Costanza, ma si interruppe quando vide il contenuto della bottiglietta agitarsi e vorticare, diventando cangiante. Strane figure grottescamente allungate sembravano catturate dalle spire di quello strano liquido che Costanza si trovò a fissare affascinata.

"Lo sapevo" esclamò Sasha, esultante.

"Che cos’è?" domandò Costanza, incuriosita.

Sasha le lanciò una lunga, trionfante occhiata vittoriosa.

"Queste ampolle contengono pensieri umani" annunciò, soddisfatto "Il quinto piano di Torre Centrale, a quanto pare, è un enorme magazzino di ricordi di Durmstrang"

* * *

Le tre ore a disposizione scapparono via in un lampo: Sasha e Costanza passarono il tempo a verificare che le ampolle contenessero effettivamente i ricordi dei presidi di Durmstrang, cosa che alla fine poterono affermare con certezza.

"Purtroppo, queste ampolle senza etichette non ci dicono molto" sospirò Costanza, smontando l’euforia che l’aveva trascinata fin lì "Ci metteremo mesi a controllare il contenuto di ogni ampolla, prima di trovare qualcosa di utile. Nel frattempo, io sarò morta di sonno, tu di noia e la scuola sarà già finita"

"Dovremo solo procedere per piccoli passi senza farci prendere dal panico" annunciò Sasha con un plateale sbadiglio "Ma per stanotte direi che ne abbiamo avuto abbastanza: vorrei arrivare ad Ispiration Point senza dovermi addormentare proprio sul più bello…"

Costanza, che aveva un’ampolla in mano, la ripose seccamente sullo scaffale e si decise a piantare uno sguardo duro addosso a Sasha.

"Valenskij, è giunto il momento di lasciar perdere questi assurdi e inutili giochetti infantili per cominciare a pensare un po’ più da adulti"

Sasha inarcò le sopracciglia con un abbagliante sorriso malandrino.

"Pensare da adulti!" disse avvicinandosi pericolosamente "Oh, speravo davvero di trovare prima o poi una donna disposta a saltare i soliti e inutili preliminari"

Costanza fece uno scandalizzato salto indietro, provocando la risata beffarda del fratellastro.

"Ma…che ti salta in mente?" strillò arrossendo furiosamente "Quand’è che ti decidi a mettere in moto il cervello?"

"Guarda che è già abbondantemente in moto: anzi, sta sanguinando dallo sforzo" ammiccò allusivo Sasha avvicinandosi ancora "E poi, tu stessa hai detto che qui è un ottimo posto per sviscerare certi argomenti…se Ispiration Point è troppo da bambini, per te, possiamo seguire le orme dei tuoi nonni e approfittare dell’intimità del quinto piano…"

"Tu starai lontanissimo da me" sibilò Costanza, sfoderando la bacchetta magica "E’ già tardi, ho sonno, sono moralmente a pezzi e ci mancano solo le tue battute da mandrillo per chiudere in bellezza la giornata"

Sasha le si avvicinò ancora senza nemmeno appannare il suo sorriso canzonatorio.

"In qualità di cavalier servente, meriterei un po’ più di comprensione" disse in tono semiserio.

Costanza arretrò ancora e finì contro il muro.

"Meriteresti un colpo in testa" dichiarò con un leggerissimo tono di panico nella voce "E comunque non ti ho chiesto io di farmi da spalla: la tua vicinanza è più nociva che utile, per me"

"Nociva?" domandò Sasha morbidamente, avvicinandosi ancora.

Costanza si appiattì contro il muro: ogni volta che Sasha la guardava direttamente negli occhi a quel modo si sentiva avvampare e ghiacciare insieme, e purtroppo per lei quelli non erano affatto i sintomi di una menopausa precoce.

"Tu…mi fai …un brutto effetto" confessò sinceramente "Mi fai arrabbiare e quando sono arrabbiata non sono lucida e quando non sono lucida sono pericolosa. Sei avvertito per l’ultima volta, Valenskij"

Sasha, incurante delle sue parole, fece un altro passo verso di lei e le finì così vicino che le loro ginocchia quasi si sfiorarono.

"Provocarti è maledettamente facile e divertente" le disse in un sussurro ironico "Mi piace moltissimo stupirti e scandalizzarti a morte. E poi, sei davvero affascinante quando arrossisci"

Costanza gli lanciò uno sguardo pieno di livore: ormai le sensazioni improvvise di quella notte le avevano talmente tramortito il cuore che non sapeva più se stava battendo o se aveva dato definitivamente forfait.

"Non ne posso più di questo stillicidio" ringhiò all’improvviso, talmente satura da scoppiare "A parte farmi infuriare, cos’è di preciso che vuoi da me, Valenskij?"

Il sorriso di Sasha si smorzò ed il suo viso diventò serio: troppo serio, pensò Costanza allarmata. E troppo, troppo vicino. Si guardarono negli occhi e Sasha si chiese perché diavolo con Costanza diventasse tutto così difficile…persino fare lo scemo. Sembrava che ogni sua parola la toccasse troppo da vicino, nonostante la scorza dura che si ostinava a presentare.

"Voglio un bacio" mormorò con una franchezza disarmante facendole incastrare il respiro in gola "E’ inutile che ci giriamo intorno"

Costanza boccheggiò, sinceramente allibita.

"Non …dovevamo pensare a…Karkaroff e…alla profezia…?"

"Infatti, ci stiamo pensando" ammise Sasha, tranquillo "Ma mi sono reso conto che una cosa non impedisce l’altra"

"Tu sei decisamente impossibile" ansimò Costanza, tramortita dalla sorpresa "Sei talmente stupido che …Non credo ad una sola tua… Questo è…"

"Sarebbe carino se finissi una frase, ogni tanto" sorrise lui, divertito.

"Tu non capisci" sospirò Costanza, passando immediatamente dalla collera alla disperazione.

"Decisamente. Prova ad usare qualche aggettivo e qualche verbo ogni tanto e vedrai che riusciremo a scambiarci qualche informazione di base"

Costanza ne ebbe decisamente abbastanza. Con un lampo negli occhi, furente e satura fino all’orlo, alzò il mento con un inequivocabile gesto di stizza.

"Finiamola con questa sceneggiata" ringhiò con tono definitivo "Una cosa non impedisce l’altra? Perfetto"

Prima ancora che Sasha aprisse bocca, gli afferrò i lembi della camicia, lo attirò bruscamente verso di sé e gli stampò un rapido e schioccante bacio sulle labbra; poi, mollò la presa alla velocità della luce, sgusciando immediatamente di lato. Il tutto non era durato più di due secondi, ma furono sufficienti per dipingere un’espressione di comica sorpresa sul viso di Sasha.

"Ecco fatto" disse Costanza, sollevata "Ci voleva tanto? Adesso possiamo anche andare a dormire"

Sasha si girò verso di lei, ricomponendosi: il suo viso era ancora un misto di sorpresa e curiosità.

"Diamine" riuscì a dire con un sorriso scintillante: quella volta Costanza era decisamente riuscita a scioccarlo, doveva ammetterlo.

Costanza indietreggiò verso la porta senza abbassare il mento alzato in chiaro messaggio di sfida.

"Tutta questa perdita inutile di tempo per un bacio" disse molto in fretta "Adesso, finalmente, potremo transitare per Ispiration Point senza che io debba subire le tue continue provocazioni. Siamo d’accordo? Molto bene. Buonanotte"

Fece per girare i tacchi e scappare, ancora incredula di essersela cavata con così poco.

" Dì un po’, miss Spocchia…"

La voce di Sasha riuscì in qualche modo a rallentare la sua precipitosa fuga.

"Che c’è?" domandò senza nemmeno girarsi.

"Lo chiamerai mica bacio quella cosa di prima, vero?"

Costanza inspirò profondamente, cercando di non scappare via a gambe levate al suono di quella voce che era come una carezza un po’ troppo intima.

"Mettiamola così, Valenskij: dopo Capodanno, è l’unica cosa che un cavalier servente potrà mai ottenere da me"

Sahsa sorrise: Costanza, anche se di spalle, gli sentì il sorriso nella voce.

"Uno di questi giorno ti farò vedere cos’è un vero bacio" disse con un tono così tranquillo e definitivo che Costanza sentì i brividi correrle lungo la schiena "Per il momento…buonanotte anche a te… dal tuo cavalier servente"

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Qualcuno di voi ha parlato di scatole cinesi…? Bene, perché non è affatto così. Nel prossimo capitolo, scoperte sorprendenti ci attendono…a presto!!

 

 

 

Yeran: Beata te, sulle nevi a sciare e spararti bombardini a tutto spiano mentre io qui, povera tapina, a scrivere e sospirare su questi personaggi che non so più come tener lontani…che ingiustizia, che ingiustizia. Vedo che un Ispiration Point ce l’abbiamo tutti, più o meno. Nel nostro Ispiration Point si prende il numero come alla Coop e c’è un ambito premio in preservativi per il milionesimo imbosco causa pomiciata selvaggia. Io ormai non posso più concorrere, ma se passi da queste parti col tuo ragazzo, magari…ti faccio sapere dov’è. Tanti baciosi anche a te, oh mia diletta, a presto!!

Bea-Chan: Oh, mia carissima e zuccherosa compagna, scusami ma proprio non ho capito il senso del tuo ultimo, aulico discorso, certamente troppo elevato e sublime per le mie povere ed inutili meningi…quello che mi è parso chiarissimo, invece, è stata la "notte delle allegre coliche", che ho replicato di recente (ma non tanto allegramente, anche se farebbe rima) dopo una elegante abbuffata di cozze in guazzetto…sono stata malissimo ed ho seriamente rivalutato i peperoni. Ah, niente economia, allora, per una studiosa di mitologia (vai con le rime!! Oggi mi sento molto pascolesca, o cavallina cavallina storna…). Di nuovo buio totale sull’ardita similitudine tra i fili d’erba e i banchi di scuola, ma questo perché i miei banchi di scuola erano in antica pietra lavica e scrivevamo ancora su tavolette di argilla…eh, bei tempi quelli!! Un bacione fortissimo, mia cara, sei una forza!!

Galadwen: Una nuova lettrice!! Spero con tutto il cuore di risentire di nuovo le tue opinioni, sia positive che negative, perché, fortunatamente, ho tutto da imparare. Tanti baci e un saluto!

Helen Lance: Mia adorata!!! Sempre troppo buona. Un bacione, un abbraccione e un salutone!!!

Serintage: Oh, mia musa!! Quando vedo che hai recensito, mi devo sempre fare un flebino di camomilla perché mi sovreccito troppo…torniamo a noi, più composte che mai. Dunque: per l’A.B.I. (associazione befane italiane) io ho la Carta Gold, che prevede un soggiorno alle Maldive con la bambola gonfiabile di Johnny Depp in omaggio, un seminario sulle nuove tecniche di volo acrobatico tramite scopa, un ciclo di sedute di depilazione dalla ditta "Napalm disboschi e affini snc" e tanti sconti nei negozi…comunque, ti ringrazio dell’offerta, mia cara: una di queste volte ti invito al nostro club a bere un camparino, ok? Bene. Passiamo alle cose serie: ma CVD non voleva dire Cavalli Vapore Diesel? Sai, io ho frequentato un istituto tecnico, da noi non si andava molto per il sottile. Comunque, devo farti un appunto: "… vedere quei due decelebrati più cechi di una talpa…". Ti assicuro che le talpe non sono tutte ceche: esistono anche talpe slovacche, romene e bulgare. Ne hanno avvistata qualcuna anche in Lettonia, ti dirò…Sappimi dire se sai qualcosa della lontra svedese, comunque. Baci baci, a presto!!

Armonia: Amore mio, ma cos’è questa sindrome della recensione mancata? Io ti amo sempre e comunque, anche se ogni tanto commetti questi imperdonabili peccatucci capitali…dai che scherzo!! Sasha è già in viaggio con una valigia piena di calze da srotolarti addosso (sue testuali parole). Sei sicura di poterlo tenere a bada? E’ un ottimo mago, oltre che un figo della Maddonna…molto, molto pericoloso. Fai un po’ tu…Costanza (Costy, per gli amici) ha preso in seria considerazione le tue parole, ma la suddetta esimia autrice ci mette lo zampino di mezzo e come al solito incasina le cose…ma non per molto, my darling, non per molto!! Preso ci sarà il tanto sospirato contatto fisico. Non lamentatevi, poi, eh? Un bacione fortissimo a te, Ermione o Armonia o dolcissima creatura, che dir si voglia…a presto!!

Pe: Oh, mia dolce musa…ma chi sarei io senza di te? Niente e nessuno, credimi. A parte il fine lavoro di correzione errori, sei il mio stimolo artistico, il mio mentore e saggio consigliere, la mia purga mentale…Oltretutto, un grazie serio (per una volta) e sincero (come sempre) per la segnalazione da parte del comitato…sono davvero onorata, grazie. Ed ora, passiamo al cazzeggio: provvederò a correggere tutto, anche le piccole cose, e ti ringrazio di essere sempre così precisa e puntigliosa. Per la questione sé stesso e se stesso, ormai ho preso il via con la tua versione e proseguirò così, altrimenti rischio di confondermi le idee e dopo non ci salto più fuori, mentalmente parlando!! Sai, anche io ho trovato che qualche capitolo fosse flappo, ma dovevo passare da una situazione all’altra e mi servivano dei "cuscinetti"…non potendo utilizzare quelli che ho ancorati sui fianchi, con mio sommo disappunto, ho dovuto scrivere "di forza" e quando faccio così non esce mai niente di buono, lo so. Mea culpa…mi ami lo stesso? No, perché io sono seriamente invaghita dalle tue parole, sincere e ironiche fino al parossismo, adorabili in ogni loro parte…Che peccato, quella cosa che hai detto del platonico!! Io stavo già valutando una cosa di gruppo…vabbè, in un’altra vita, magari. Sasha come insegnante di rimorchio per Balthus mi ha fatto schiantare dal ridere: ma come ti vengono certe idee? Comunque, Fifì è già cotta del nostro draghetto verde…buon sangue non mente, gente!! Per il deodorante di Sasha, invece, ci toccherà aspettare ancora un po’: mi risulta che gli ingredienti usati da noi non siano legali (noi babbani, intendo). Ti mando un milione di baci…a presto, oh mia adorata!!

Rik Bisini: Carissimo!! Ti assicuro che quello che troveranno i due giovani protagonisti al quinto piano sarà qualcosa di assolutamente IC (sempre se ci ho beccato con queste sigle del cavolo…). Ti bacio metaforicamente mani e piedi per le segnalazioni, a cui rispondo immantinente: lo schiopodo lo sapevo che ancora non esisteva all’epoca delle vicende narrate, ma non ho trovato nessuna creatura magica che esprimesse bene il concetto come lui e allora l’ho lasciato, sapendo di peccare…Potrai mai perdonare questa mia assurda presa di posizione? Per quanto riguarda l’elfo lavapavimenti, hai assolutamente ragione: cambierò al più presto la descrizione, sostituendo secchio e spazzettone con una Rotowash di ultima generazione…Ti lascio con un sentito ringraziamento, un entusiastico bacio (sei l’unico maschio, ne approfitto!!) e un "a presto"!!

Ruka88: Ci credo, ci credo!! Con somma gioia, ci credo! Grazie infinite per aver recensito la storia e per esserti sciroppata tutti i miei deliri in una giornata…sono lusingata e anche vagamente ammirata per la perseveranza. Rispondendo al tuo quesito sui miei prossimi "lavori" (ha ha ha!! Che ridere!!) . Non credo che mi cimenterò subito con qualcosa che riguarda HP e il suo mondo magico. Ho tanto bisogno di riprendere il contatto con i miei amati personaggi della storia The Runners che ho scritto e adorato in ogni sua parola. Mi cimenterò in un sequel e poi…vedremo. Intanto, tanti baci baciosi e ancora grazie per le tue belle parole!!

Virgi: Purtroppo, di cose ne succedono, ma per il lato romantico c’è ancora un capitoletto o due da aspettare…ti prego, per la bucatura delle gomme della macchina aspetta ancora un po’!! Grazie per gli auguri (ricambiati, of course). Bacioni!!

Minako Chan: Amore, stai quieta, per le recensioni mancate non mi inalbero di certo…ogni vostra parola è tutto grasso che cola! Bacio, bacio…ancora qualche sospiro, poi arriva. Non mi linciate, ancora!! Ho grandi progetti!! Baci

Maharet: Anche io mi dilanio nel tentativo di trovare una soluzione al fatto che Balthus dovrà tornare allo stato brado. Sono prostrata dal dolore dell’infausta aspettativa. Ma qualcosa bolle in pentola: il povero drago avrà qualcosa a cui pensare, nei prossimi capitoli…un bacione anche a te, tosssorissimo!

Charlotte Doyle: Io odio i nomi lunghi: li trovo forzatamente filo-aristocratici, inutili e deleteri quando si deve firmare per esteso, ma in questo caso mi serviva così. Dovresti sapere quello di Sasha! Mi ha proibito tassativamente di riferirlo in giro, ma sotto lauto compenso potrei anche cambiare idea. Fammi sapere se sei interessata!! Balthus in casa? Uhm…Potrebbe aiutare molto quando nel caminetto la legna non prende fuoco, ma insieme alla legna andrebbe distrutto anche il comò antico, quindi non penso che il gioco valga la candela…mah!! Baci baci!!

Syberia Malfoy: E chi l’ha detto che essendo cugina di terzo grado non puoi essere anche l’amante di Malfoy? Certo, il rischio con tutti questi amanti in giro, è che ti considerino "poco seria" più che incestuosa, ma se va bene a te…io, decisamente preferirei il signor Zabini. Non so perché, ma Draco proprio non lo digerisco, anche se nella versione di Savannah è molto, mooolto digeribile (scrittrice effetto Plasmon, bravissima!!). Comunque….adesso siamo al quinto piano: che succede oraaaa?!?

Mewsana: Io non ho cuore…! Cosa mi tocca sentire!! Amore mio, ho tanto cuore che mi tocca venderlo al mercato a ettari, ecco…mi hai molto ferita dicendo così…e io che pensavo di farvi una cosa gradita…voi commentatori siete crudeli e insensibili ed io…vi mando Balthus a farvi un caldo salutino, ecco cosa faccio!! Ok, dopo lo sfogo, torniamo a noi: quindici anni? Sei ancora una fanciulla, o mia cara, ma a Sasha piacciono molto le fanciulle, depravato mentecatto! Non esagerare col vino, però, a parte il sesso, per ogni cosa nella vita va applicato il concetto "poco ma buono". Concordi? Baci baci, a presto!!

Nisi Corvonero: Ti dirò…con quel "colpo di scena!" che hai scritto all’inizio, ho creduto di aver a che fare con un clone di Mike Bongiorno…un brivido mi ha attraversata da parte a parte, in quel momento!! Ma dopo ti ho ritrovata, in tutta la tua delirante simpatia, e il briviodo è passato. Poi, è tornato e mi sono accorta che era di nuovo febbre alta…diamine!! Ho passato la mia festa a letto con la borsa dell’acqua calda invece che a svolazzare sulla mia scopa a sputare in testa agli uomini pelati che camminavano per la strada…sono arrabbiatissima!! Comunque, parto subito con una precisazione: Ispiration Point si scrive proprio così perché si legge così (ispirescion point, giusto per maccheronizzarci fino in fondo). Siccome è un nome tradizionalmente riconosciuto fra la fauna locale da generazioni e generazioni, non mi sono azzardata a cambiare e correggere le cose…mi capisci, o mia divina? Spero di sì: almeno tu, nei tuoi deliri, dovresti avviinarti alla mia visione contorta e gastronomica della vita. Passando ad altro…interessante la proposta del tuo amico architetto brevettatore di tessuti in poliuretano espanso che respira come cotone egiziano…com’è sto tizio? Assomiglia a Johnny Depp? Se la risposta è sì, dimmelo: metterò un po’ di dinamite sotto i piloni portanti della struttura acquistata da Chez Morbidelle e reclamerò il suo supporto fisico fino al completo rimborso…fammi sapere, ok? Un bacione fuerte fuerte, mi corazòn!!

  
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