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Autore: barbyg90    26/02/2011    3 recensioni
Bella è stata adottata fin dalla nascita dalla famiglia Cullen, ma quando raggiunge l'età di sei anni, i suoi sogni iniziano a diventare qualcosa di più. Edward scompare all'improvviso senza lasciare nessuna traccia di se, ma Bella non resterà sola nell'attesa del suo ritorno. Quasi inconsciamente si avvicinerà a...
Tratto dal capitolo 10: " Come hai potuto? ".
Inarcò un sopracciglio. Chissà perché, ma avevo come la sensazione che mi avrebbe detto che non lo avevo allontanato subito.
" Non mi sembrava ti dispiacesse, all’inizio ", ecco.
" Non dovevi farlo. Co…come ti è venuto in mente? Non hai pensato che sono fidanzata e che ho appena tradito Jacob? ".
Non capii il suo sguardo cosa volesse dire. Sembrava sul punto di scoppiare a ridere, o a piangere.
Ma erano poco plausibili entrambe le cose… bhè forse la prima no.
" Credimi Bella, non hai tradito ".
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 5

 

Ero ancora del tutto sconvolta, non solo per gli ultimi avvenimenti che avevano scombussolato enormemente la mia vita, le mie certezze.

Tutto sarebbe cambiato, io sarei cambiata.

<< Dai, Bella, che aspetti? >>.

Feci come mi diceva, nonostante il mio cervello ci mettesse un po’ più di tempo per elaborare.

Salita in macchina lo guardai dritto negli occhi.

Non avevo mai fatto davvero caso al suo sguardo tormentato. Uno sguardo che sembrava nascondere molto più di ciò che avevo scoperto negli ultimi minuti.

Jasper mi era sempre sembrato un tipo chiuso, sulle sue, ma forse era solo una sorta di barriera per difendersi dal mondo esterno.

<< Conosco le tue intenzioni e non cercherò di farti cambiare idea >>, disse all’improvviso.

In che senso?!

<< Ti accompagnerò personalmente a casa di Angela – continuò – e ti verrò a riprendere quando deciderai di tornare a casa tua >>, specificò.

Come faceva a sapere che sarei andata da Angela?!

<< Bella, ci sono molte cose che devi sapere, e giuro che ti diremo tutto al tuo ritorno. Neanche per noi è facile questa situazione, e ci saranno delle conseguenze… non del tutto piacevoli >>, aggiunse guardando lontano, oltre la strada che stavamo percorrendo.

Tutto mi appariva così inverosimile.

Come era accaduto? Un attimo prima ero la bambina più spensierata del mondo… o quasi. Ma di certo non vorticavano tutti questi pensieri nella mia mente!

<< Ok… >>, riuscii a dire.

<< Grazie per il passaggio >>.

<< Figurati – mi sorrise debolmente – credo che avrete molto di cui parlare >>, mi disse indicandomi casa di Angela.

 Improvvisamente, senza pensarci troppo, lo abbracciai.

Non erano gesti che ci concedevamo spesso, Jasper diceva sempre che le “smancerie”, come le chiamava di solito, non erano fatte per lui.

Ma io lo osservavo. Quando gli si avvicinava Alice, o quando lo accarezzava, sembrava un gattino pronto alle fusa, gli piacevano eccome!

Ipotizzai che il suo fosse solo un modo per distaccarsi, un sistema per erigere le sue barriere.

Io le avevo abbattute, le avevo superate con un semplice abbraccio.

In quel momento non avevo pensato alla storia dei vampiri – che strana parola – o a tutto il resto, mi aveva guidata solo l’istinto.

Lo salutai con la mano e scesi dall’auto. Appena i miei piedi toccarono terra la porta d’ingresso si aprì e Angela sbucò dall’interno.

La guardai sorpresa, sembrava che tutti conoscessero le mie intenzioni.

<< Avanti entra, Bella. Alice mi ha chiamata dicendomi che stavi arrivando. Cosa è successo? Sembrava preoccupata… >>.

Alice l’aveva avvertita?

Decisi di non pensarci e di concentrarmi solo sulla mia migliore amica.

Appena avevo attraversato l’uscio, mi ero sentita molto più tranquilla, complice anche il favoloso odore di biscotti appena sfornati.

Sapevo che il padre di Angela, dopo la morte di sua madre, era diventato un cuoco fantastico, e i dolci erano la pietanza che gli riusciva meglio in assoluto.

Angela prese un piatto dal tavolo e si diresse verso le scale. Arrivate in camera sua, chiuse la porta a chiave e ci sedemmo a terra, una di fronte all’altra con le gambe incrociate. Al centro il piatto con i biscotti al cioccolato fumanti.

Cosa le avrei dovuto raccontare? Come l’avrebbe presa se le avessi detto la verità?

<< Bella,non  so che ti è successo… ma prima devo dirti assolutamente una cosa >>, disse risoluta interrompendo i miei pensieri.

<< Anzi, forse è meglio se te la mostro >>, si corresse.

La guardai incuriosita mentre chiudeva gli occhi e abbassava il capo.

Non me ne accorsi subito, dietro di me qualcosa si muoveva. Mi girai di scatto e notai un portafoto che librava sopra la mia testa.

<< Che cos’è uno scherzo? >>. La mia voce non poteva essere più acuta e terrorizzata.

Qualcosa mi diceva che tutto era, fuorché uno scherzo.

Appena udì la mia voce spalancò gli occhi e un rumore di vetro infranto rimbombò nella camera, irrealmente silenziosa.

<< Ci riprovo se vuoi… >>.

<< NO! >>, urlai di scatto.

Era troppo per me, i miei nervi avevano un limite…

<< Bella, credo di essere una… strega… >>, l’ultima parola era incerta.

Non poteva essere…

Non anche lei!

Esisteva qualcuno di normale attorno a me?

<< Cos’è una congiura? Un esperimento soprannominato “Vediamo quando impazzirà Bella”? Un complotto contro di me e la mia sanità mentale? >>.

<< Non capisco, Bella… >>.

In effetti non avrebbe avuto modo di comprendere, lei non sapeva.

<< Credo di averlo sempre saputo – continuò improvvisamente seria – ma i miei poteri sono nati solo dopo… ehm… la morte di mia madre >>, concluse arrossendo.

Angela non parlava mai di sua madre. Io che la conoscevo evitavo completamente l’argomento e tutto ciò che si poteva avvicinare, ma quando le persone estranee le facevano domande, lei rispondeva come se nulla fosse successo. Preferiva non dare troppe spiegazioni.

<< Ho trovato un libro, - aggiunse – c’è scritto quasi tutto quello che ho bisogno di sapere, ma non so ancora se posso mostrartelo… >>.

Rimasi in silenzio, cercando di riordinare le idee.

<< Mi sto allenando a usare i miei poteri, a fare in modo che non succedano cosa strane… ricordi il regalino a Jessica e compagne? Credo sia stata opera mia… >>, ammise sorridendo.

L’ascoltavo parlare e parlare, ma una parte dei miei pensieri non era rivolta a lei. Era successo tutto troppo velocemente, non c’era solo la questione “vampiri”, si erano aggiunte anche le streghe. Cosa mancava all’appello?

Avrei dovuto documentarmi, al più presto...

Angela sembrava così entusiasta, come se avesse unito tutti i pezzi del suo puzzle. Sembrava terribilmente completa, e sicura di sé, quasi irriconoscibile.

Se non fosse stato per il suo dolce sorriso, e quegli occhi sempre luminosi, avrei di certo dedotto che i poteri avrebbero potuto darle alla testa.

<< …e posso fare un mucchio di altre cose. Riesco a percepire tutto ciò che mi circonda, sul libro c’è scritto che la Natura è mia amica, è da lì che ricavo la forza per aumentare il mio potere. Percepisco anche te, nella Natura… - si accigliò per un momento, poi continuò – non so bene come definirti, ma lo capirò! >>.

Volevo davvero condividere la sua gioia… ma come?

Finalmente sapevo cosa fare…

 

 

 

Sapevo che non c’era motivo di avvisare Jasper , appena varcata la soglia lo avrei visto apparire dinanzi ai miei occhi.

Ciò che non mi aspettavo, era un’altra presenza nella macchina scura di papà.

Alla guida, come se nulla fosse successo e, soprattutto, come se non mi conoscesse, c’era Edward. Aveva lo sguardo fisso davanti a se con le mani aggrappate saldamente al volante. Dava tanto l’idea di qualcuno che stesse per esplodere e che stesse cercando con tutte le sue forze di non farlo.

A pensarci bene, non avevo mai visto Edward seriamente arrabbiato per alcunché. Quando succedeva qualcosa a casa, o quando capitava che Alice ed Emmett litigassero, lui non alzava mai la voce, bastava un suo commento per far cessare all’istante le urla.

Adesso, come non mai, avrei voluto che urlasse, volevo togliermi quel senso di colpa che sentivo.

Lentamente staccò le mani dal volante e le poggiò sui jeans.

<< Come stai? >>. Mi domandò infine.

Mi aspettavo ogni tipo di domanda, speravo ancora di ricevere delle urla, perciò rimasi spiazzata.

Edward si girò completamente verso di me aspettando una risposta.

Cos’altro avrei potuto rispondere? Stavo bene.

Forse ancora un po’ stordita dai troppi avvenimenti, ma stavo bene.

Scoppiai a piangere all’improvviso, all’apparenza senza alcun motivo.

<< Scusami, Edward, non volevo comportarmi così, non volevo scappare via. Chissà come vi siete sentiti… Sono stata una stupida. Sono senza cuore… faccio… >>.

Non mi fece finire. Mi abbracciò stringendomi forte a se, prese ad accarezzarmi i capelli e ad implorarmi di non continuare.

Lo ascoltai ma non smisi di piangere. Non ci riuscivo.

Mi stavo comportando come una bambina. Sì, lo ero, ma rispetto alle altre apparivo molto più matura, me lo dicevano tutti. Non avevo mai pianto in questo modo, e non capivo perché all’improvviso stavo recuperando tutti gli anni in cui non avevo versato lacrime.

<< Bella, shh, non piangere. Non è successo nulla, l’importante è che tu stia bene, ero preoccupato… >>.

Come poteva essere preoccupato per me, mi ero comportata come se li considerassi dei mostri, ero praticamente fuggita da loro!

<< Ma io… come puoi… Edward, io non volevo scappare ma… non so che mi è successo >>.

<< Non è un problema, adesso calmati. Chiariremo tutto >>.

Continuava ad accarezzarmi i capelli togliendomeli dal viso per evitare che si bagnassero.

<< Oggi è stata una giornata dura per te – continuò -, e la visita a casa di Angela ha portato altre novità. Piangere ti fa bene, ma non mi piace vederti così >>, ammise.

Cercai di smettere, ma continuai silenziosamente nonostante mi stessi maledicendo mentalmente.

<< Sappiamo che ci vuoi bene, Bella, non preoccuparti di questo >>.

Lo guardai all’improvviso negli occhi. Capii all’istante che il problema era proprio quello, lo stesso per cui non riuscivo a smettere di piangere.

Volevo che capissero che li amavo tutti, così com’erano.

<< È così – sussurrai -, vi ho sempre amati, anche ora che ho scoperto cosa siete… non è cambiato nulla >>, ammisi un po’ impacciata.

_-_-_-_-_-___

Pensavo che il “chiarimento” sarebbe stato qualcosa di profondamente imbarazzante, ma così non fu.

Appena tornai Alice mi accolse calorosamente, iniziando a straparlare come faceva di solito.

Voleva che tra noi non ci fossero più segreti, perciò si sentiva in dovere di raccontarmi tutto ciò che li riguardava.

Prima di ascoltarla, però, dovevo andare da mamma e papà. Li abbracciai, contemporaneamente, sussurrando che gli volevo bene.

Avrei scoperto in seguito il super-udito vampiresco.

Mi aspettava una lunga nottata, ne ero certa.

<< Bella, hai fatto? Ora vieni con me, riunione tra ragazze >>.

Trascinò anche Rosalie al piano superiore e chiuse a chiave la porta.

Poteva sembrare l’inizio di un film di paura?

Sì, e c’erano anche i vampiri!

<< Come sono contenta che Angela abbia finalmente scoperto di essere una strega >>.

Rosalie annuì sorridendo mentre entrambe si sedevano sul letto, aspettavano me per continuare.

<< Cosa intendi per “finalmente”? >>, chiesi, riuscendo finalmente a pensare lucidamente e a collegare parecchie cose.

Tutto mi sarebbe apparso più chiaro, me lo sentivo.

<< Oh, che sbadata, ho dimenticato di dirti che sono una veggente >>, sorrise mentre alzava un indice.

Come se tutto fosse eccessivamente normale.

Il mio sguardo le doveva sembrare abbastanza confuso, perciò continuò:<< Vedi, Bella, alcuni di noi hanno dei poteri e io vedo parte del futuro. Avevo già avuto delle visioni che riguardavano i poteri di Angela, aspettavo solo che se ne rendesse conto >>. Mi sorrise strizzandomi l’occhio.

<< E tu? – mi girai verso Rosalie – hai anche tu dei poteri? >>.

<< Personalmente no, e neanche Emmett, Esme e Carlisle >>.

Mi parve strano udire i nomi di mamma e papà, non li avevano mai chiamati così davanti a me, ma avevo altre domande, il resto doveva aspettare.

<< E gli altri? Jasper ed Edward? >>.

Cosa avrei dovuto aspettarmi?

Alice mi sorrise in modo strano e rispose:<< Jasper è un empatico, percepisce e modifica tutte le emozioni che lo circondano, mentre Edward… bhè, lui legge nel pensiero >>.

Cosaaa??? Non poteva essere vero. Significava che aveva letto ogni mio pensiero?

<< Proprio così, - aggiunse vedendo che stentavo a crederci – sapessi che fastidio quando voglio nascondergli una visione o quando vorrei fargli una sorpresa! >>.

<< E ci sta ascoltando anche adesso? >>.

Bastava entrare nella mente di una di noi tre per cogliere tutta la conversazione, poteva tranquillamente strare seduto tra noi, altro che riunione tra ragazze!

<< Oh, veramente non ne ha bisogno, gli bastano queste >>, si intromise Rosalie indicando le sue orecchie.

<< Come sarebbe?! >>.

<< Noi vampiri abbiamo l’udito e la forza molto più sviluppati di voi umani >>, mi rispose con dolcezza.

Ci stavano già ascoltando?

Edward, se mi senti esci subito dalla mia mente, impiccione! Pensai mentalmente.

<< Siamo in grado di correre ad una super-velocità e non dormiamo mai, non abbiamo neanche bisogno di mangiare o di bere… almeno non il vostro cibo >>, aggiunse Alice come se mi stesse raccontando una fiaba.

Le informazioni erano davvero tante, ma la mia curiosità ancora doveva esaurirsi.

<< E, se non vi piace il cibo, di cosa vi nutrite? Di aria? >>.

Alice e Rosalie si guardarono per un istante poi Rosalie annuì e fu di nuovo Alice a parlare.

<< Comunemente, in tutte le storie che ti capiterà di leggere, – i libri sono già nella tua stanza, mi avvertì immaginando che avrei voluto leggerli – i vampiri si nutrono di sangue umano… >>.

Umano? Ecco perché Alice aveva pensato bene di nascondere tutti i libri che li riguardavano.

Se avessi saputo, cosa avrei fatto invece di scappare?

Mi ricordai che Edward poteva sentirmi e cercai di scacciare quel pensiero, loro non erano così, c’era sicuramente dell’altro.

<< …ma noi siamo un po’ diversi. È stato Carlisle a mostrarci questo nuovo modo di vivere. Con tanta pazienza ci ha fatto capire che possiamo sopravvivere benissimo anche col sangue animale, noi non uccidiamo gli umani, Bella >>.

Annuii lentamente cercando di immaginare come dovesse essere per loro.

<< Non è di certo facile, ma la nostra coscienza è più forte dei nostri istinti. Ad esempio, abituarci al tuo odore all’inizio è stato difficile, soprattutto per Jasper, ma ci siamo così affezionati a te che ormai non ti temiamo più >>.

Menomale, pensai.

<< Per farti capire, - intervenne Rosalie – per noi gli animali rappresentano ciò che per te sono le verdure >>.

<< Quindi gli umani sarebbero i dolci? >>, chiesi.

Scoppiarono a ridere entrambe.

Che avevo detto di così comico?!

<< Esatto, tesoro, proprio così >>, mi rispose sorridendo.

Mi venne in mente una cosa…

<< Cioè, voi, in tutti questi anni, avete recitato?! Perché facevate finta? >>.

Tutte le volte che stavamo a tavola, quando era ora di andare a letto…

<< Rifletti, Bella, se avessi visto che non mangiavamo mai, o se ti fosse capitato di vedere Emmett alzare un divano con una mano, cosa avresti pensato? Saresti corsa a dirlo a qualche tuo amichetto, ti avrebbero scambiata per una pazza e poi? >>. Rosalie era sempre dolce, soprattutto quando nominava Emmett.

E tutto quello che aveva detto era sensato… ma perché ora?

<< Perché crediamo che tu sia abbastanza grande per saperlo. – mi rispose Alice, anche se non avevo pronunciato la domanda – Hai sei anni ormai, e non volevamo più mentirti, fingere. Sei sempre stata molto matura per la tua età, e abbiamo pensato che fosse il momento giusto… anche se il modo non è stato dei migliori. Ho dovuto un po’ forzare le cose – ammise, e ripensai a quando mi ero sentita nervosa – ma credo che era l’unico modo >>.

Quindi aveva spinto Jasper a farmi innervosire per farmi avere delle risposte?!

Alice annuì sorridendo.

<< Che altro devo sapere? >>, chiesi esasperata.

<< Niente di rilevante, forse solo che tra qualche mese verranno i Volturi, una nobile famiglia italiana di vampiri, non proprio amichevole, e che dovremmo discutere sul da farsi. Ma ora devi andare a dormire, è tardi per te >>.

<< Aspettato solo un altro po’, ho un’altra domanda >>.

Mi guardavano entrambe attendendo che continuassi.

<< Tu ed Emmett, - indicai Rosalie – e tu e Jasper, – feci lo stesso con Alice - cosa siete? >>.

Mi era sembrato di notare qualcosa, ma ero convinta della normalità della nostra famiglia e che i fratelli fossero solo fratelli. Ora però, avendo messo tutto in discussione, potevo immaginare qualcosa di diverso.

Il mio lato pettegolo si stava destando.

<< No, Bella, questa è un’altra storia! Ne parliamo domani. Fila a letto! >>.

Ma come?!

Maledetta Alice e le sue visioni.

Prima che potessi ribattere mi ritrovai nella mia stanza e Alice non c’era più. Ad aspettarmi solo mamma pronta ad aiutarmi a lavare e ad andare a letto.

***

I giorni dopo la “rivelazione” furono alquanto strani.

All’inizio mi risultò difficile anche andare in bagno. Avevo improvvisamente vergogna di tutto, e ogni minimo rumore sembrava essere un fracasso. Ero costantemente sotto pressione quando c’era Edward nei paraggi, avevo paura di pensare liberamente.

Emmett era sempre pronto a fare battutine che il più delle volte non capivo, mentre Alice cercava forse di farmi impazzire con le sue visioni.

Jasper era l’unico che riusciva a calmare il mio animo, ma quel pomeriggio, neanche lui avrebbe potuto fare nulla, la visita inaspettata ci inquietò troppo.

Non sono ancora i Volturi! Ok? XD

So che le rivelazioni e le spiegazioni sono noiose da leggere ma devono esserci, spero solo di avervi alleggerito un po’ la fatica XD

Ci ho messo una vita a scrivere e il quinto capitolo faceva un po’ schifo, lo so, ma non odiatemi. Ho avuto davvero pochissimo tempo per scrivere, anche per dormire se è per questo, ma lasciamo perdere :D

Cosa ve ne sembra?

Vi prego di comunicarmelo (anche in messaggi privati) se questa storia vi sembra penosa!

Grazie

Barbara :D

   
 
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