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Autore: DanyPaddy    09/01/2006    5 recensioni
---POST HP5---
[...] Seduto comodamente sulla sua poltrona, oltre la scrivania di quercia, c' era Albus Silente che guardava Aileen con fare soddisfatto.
“Accomodatevi ragazzi, ci sono due sedie di fronte alla scrivania, tutte per voi.”
I due ragazzi si sedettero. Harry non capiva più niente... Silente voleva parlargli della cicatrice? Dell' Ordine della Fenice? Dei G.U.F.O? Di Voldemort?
“Harry, calmati. Ora devi starmi a sentire. E' molto importante quello che devo dirti. Ci sono cose piacevoli e cose non piacevoli di cui devo parlarti... Aileen, anche tu, ascoltami bene, anche se parte della storia la sai già...”
“Signore, mi scusi...” Silente bloccò le parole del ragazzo
“Ora devi starmi a sentire. Il tempo delle domande verrà, non preoccuparti” Harry non poteva fare niente. Non capiva molto, non capiva cosa centrasse quella ragazza seduta al suo fianco che conosceva solo da poche ore...
“Bene” il Preside guardò entrambi i ragazzi “Possiamo iniziare...” [...]
Genere: Avventura, Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus, Silente, Draco, Malfoy, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Molly, Weasley, Neville, Paciock, Nuovo, personaggio, Percy, Weasley, Peter, Minus, Remus, Lupin, Ron, Weasley, Sirius, Black
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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LA VISIONE NOTTURNA

E' notte fonda e la luna piena illumina la casa al numero 4 di Privet Drive. Harry Potter dormiva nella sua stanza ma, all' improvviso, si svegliò di soprassalto. Non aveva fatto incubi né sogni bellissimi ma da quando il suo padrino, Sirius Black, è morto, Harry non riesce più a dormire tranquillamente. I dubbi, le preoccupazioni, i timori, le ansie lo assalgono giorno e notte ed i suoi zii certo non lo tranquillizzano con i loro modi di fare, sempre scontrosi e scorbutici.
Harry è figlio unico ed è anche orfano. I suoi genitori, James Potter e Lily Evans, sono morti per mano di Lord Voldemort, il più grande mago oscuro mai esistito. Harry, protetto dall' amore materno è riuscito a sfuggire all' attacco del Signore Oscuro che però gli ha lasciato una cicatrice evidente sulla fronte. Dall' età di un anno Harry vive con i suoi zii che non l' hanno mai accettato essendo figlio di maghi e mago lui stesso. Essendo un mago, da quando aveva undici anni Harry è stato chiamato a frequentare la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts dove è riuscito a farsi degli amici "come lui"; il ragazzo in estate però è costretto a tornare a casa degli zii nella periferia di Londra.
Harry, vedendo la luna piena attraverso la finestra sbarrata, ricorda Remus Lupin, suo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure nel suo terzo anno ad Hogwarts ed amico di suo padre e di Sirius Black. Harry pensa alle sofferenze che questo deve aver passato da giovane, quando si trasformava irrimediabilmente in un lupo mannaro e, a causa della metamorfosi, si squarciava il corpo esile con i possenti artigli del lupo. Grazie alla pozione Anti-lupo (scoperta solo recentemente) ogni luna piena Lupin assume l' aspetto del licantropo ma riesce a controllare i suoi istinti primordiali.
Sono le due del mattino ed Harry non riesce a chiudere occhio, ha troppi pensieri per la testa: la morte di Sirius, l' imminente ascesa di Voldemort al potere, il nuovo giorno pieno di angherie che lo aspetta. Dopo molti, forse troppi minuti riesce a riaddormentarsi; riesce a scacciare i suoi problemi via dalla sua mente pensando ai suoi due migliori amici che rivedrà molto presto: Ron Weasley e Hermione Granger, a Hogwarts, all' Ordine della Fenice, al Quidditch...
* * * * * *
La mattina arrivò presto. Harry scese lungo le scale al pian terreno e si accinse a fare colazione con il poco pane tostato e latte che i Dursley gli concedevano. Dopo aver finito la colazione Harry sparecchiò l' intera tavola e si protrasse ad uscire dalla porta di servizio quando...
“ Potter...! Dove credi di andare?” Harry si girò e si trovò faccia a faccia con lo sguardo porcino del cugino Dudley “Beh, pensavo di uscire in giardino per ... dare una spuntatina alle siepi...” “Hey mocciosetto... non credere di potermi prendere in giro tanto facilmente! So che volevi fare qualcuna delle tue... magie! Ora vado a dirlo a papà che ti terrà chiuso in camera fino a quando non andrai via...”
Appena zio Vernon venne a sapere dell' accaduto mise subito in punizione il povero Harry che, da quando era morto Sirius, non aveva più la forza di reagire a tutte le angherie a cui era sottoposto. Venne rinchiuso nella sua stanza e dopo poco si addormentò. Si svegliò all' ora di cena ed iniziò a scrutare il celo stellato dalla sua camera; questa notte non c' era la luna... Dopo pochi minuti dal suo risveglio zia Petunia bussò alla porta con un piatto di pasta scotta in mano e mentre lo posava sulla scrivania di Harry gli disse “Vedi di non fare rumore stanotte, oggi il mio piccolo Dudley è particolarmente irrequieto...”. Così la zia uscì dalla camera di Harry e al ragazzo per pochi secondi apparve il grande corpo del cugino che muoveva un dito in aria, quasi a voler dare ordini ai suoi genitori. Harry fece una risatina divertita ma subito si ricompose. Pensava costantemente a Sirius, ai suoi genitori, a Cedric... Scrutò intensamente il cielo alla ricerca di qualche costellazione che conoscesse ed intravide solo l' Orsa Minore e poi, di colpo, sentì una fitta alla cicatrice che iniziò, a differenza del solito, a dargli calore ed una piacevole sensazione di benessere. Dopo poco sentì una seconda fitta sulla fronte che automaticamente lo portarono a porgere il suo sguardo verso il basso, oltre il giardino dei Dursley, vicino a un palo della luce coperto abbondantemente da alcune siepi malcurate. Harry non voleva e soprattutto non poteva credere a quello che i suoi occhi gli proiettavano. Un grosso cane nero, con una folta pelliccia e uno sguardo amichevole, lo guardava intensamente. Poteva essere proprio lui, Sirius...? Harry non fece in tempo ad aprire la finestra che il grosso cane nero si dissolse nel nulla. Harry rimase immobile, con la mano destra ancorata alla finestra e la sinistra aggrappata ad una delle tante sbarre.

Harry non sapeva cosa pensare... era certo di aver visto un cane identico a Felpato ma era anche certo della morte di Sirius. Quanto avrebbe voluto rivedere il suo padrino, quanto gli sarebbe piaciuto andare a vivere con lui, quanto desiderava che le cose, tutte le cose, si mettessero apposto nel migliore dei modi. Dall' occhio destro di Harry scivolò una lacrima che il ragazzo rimosse subito con la mano.
Non sapeva a chi chiedere consiglio, per queste occasioni c' era sempre stato Sirius...
Se avesse spedito un gufo a Ron, questi si sarebbe agitato troppo ma comunque gli avrebbe risposto di non preoccuparsi e avrebbe cambiato subito argomento sul nuovo anno scolastico (ormai imminente) e sulle partite di Quidditch. La persona adatta poteva essere Hermione ma lei era in vacanza in Danimarca e la sua risposta gli sarebbe giunta solo dopo le vacanza natalizie. Inoltre non poteva certo disturbare il Preside per le sue insignificanti visioni notturne.
Più che di un consiglio, Harry aveva bisogno di una spalla su cui appoggiare per un momento la sua testa troppo pesante, troppo piena di faccende che non si addicevano ad un ragazzo di soli sedici anni.
Si stendette un attimo sul letto e poi gli venne in mente a chi poteva scrivere, la persona che poteva aiutarlo a sorreggere quel peso che ormai era diventato troppo grande per lui e che, nelle vacanze estive, aumentava di innumerevoli tonnellate, una della persone più care al mondo sia per Sirius che per suo padre, proprio lui: Remus J. Lupin. Lupin era costantemente impegnato con le faccende che riguardavano l' Ordine della Fenice ma Harry credeva, sperava, ne era certo, che Lupin gli avrebbe concesso qualche minuto di tempo, come avrebbe fatto Sirius.
Harry si catapultò sul pavimento, cercò un foglio di pergamena e una piuma ed iniziò a scrivere:

Caro professor Lupin, mi scusi per il fastidio che le sto procurando scrivendole questa lettera ma sono sicuro che lei sia l' unico che, in questo caso, mi possa dare un aiuto, un consiglio. Sa, questa notte, dalla mia stanza, stavo scrutando il cielo stellato quando ho sentito una fitta alla cicatrice. Stranamente , in seguito alla fitta, non ho provato dolore, bensì una piacevole sensazione di benessere. In quel momento mi sono sentito rilassato e calmo.E' da quando è morto Sirius che non mi sentivo così... Subito dopo la prima fitta ne ho sentita una seconda che mi ha portato istintivamente ad abbassare lo sguardo. Lei non potrà credere a quello che le sto per scrivere... Beh, oltre il giardino dei miei zii ho visto un grosso cane nero, identico a Felpato, che mi ha rivolto uno sguardo amichevole. Non ho fatto in tempo ad aprire la finestra che il cane è scappato via. Cosa devo pensare? Chi ho visto stanotte... Sirius? La prego, mi risponda il prima possibile, ne ho bisogno. Dopo la morte di Sirius non ho più trovato, anche perchè non ho voluto cercare, una persona che mi desse consigli nei momenti più difficili. Sa, anche se non conoscevo alla perfezione Sirius come mio padre o come lei, gli ero molto legato, come sono legato a lei.

Harry

P.S. Mi spiace se non riesco a darle del tu ma lei è stato il mio professore di Difesa contro le Arti Oscure per un anno intero. Nella prossima lettera, che spero di scriverle molto presto, cercherò di sforzarmi maggiormente. Mi scriva... Ops, scrivimi presto, ho bisogno di una spalla.


Harry era preoccupato ma allo stesso tempo tranquillo, non provava sensazioni simili da mesi. La sola idea che Sirius potesse essere vivo lo faceva rasserenare, lo faceva sentire in pace con il mondo. Da quando Sirius era entrato a far parte della sua vita, molti dei suoi problemi si erano dileguati o comunque assottigliati. Sirius gli dava sempre i consigli più giusti, più onesti e diligenti quando lui per primo non rispettava quei principi. Sirius era (o è?.. Harry non sapeva cosa pensare...) un uomo straordinario, un uomo scaltro, buono, uno dei pochi di cui Harry si fidava ciecamente...
Lasciò passare quei pensieri e dopo poco riuscì a liberare Edvige dalla gabbia e a farle prendere il volo con la lettera per Lupin. “Torna presto Edvige, torna con la risposta di Lupin...” furono le ultime parole di Harry alla civetta. La notte era ancora lunga per Harry, che ogni sera faticava nel prendere sonno, tormentato da ansie, paure, ma anche speranze per il futuro.

  
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