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Autore: loonaty    27/02/2011    1 recensioni
Com'è fuggire da ciò che più si ama?
Com'è avere tutto e subito dopo ritrovarsi con nulla fra le dita?
Un chakra dalla potenza sconfinata, inferiore solo a quello della volpe.
Un carattere combattivo e ribelle.
Un'indole autodistruttiva.
Un membro in più nel clan Uchiha.
Cosa si prova ad essere un mostro?
Non ci si aspetta che qualcuno capisca.
Non ci si aspetta che qualcuno compatisca.
Perché niente di ciò è davvero rilevante.
Kioko è Kioko, e questo, che voi lo vogliate o no, non cambierà.
"Queste rose.
Sono come me. Lentamente sfioriscono, i loro bei petali hanno ingannato per tutta l’estate gli ingenui che nel coglierle si erano feriti con le spine. Quando però avranno perso ogni petalo le persone temeranno quei rovi spinosi, si terranno alla larga. Così era successo con lei." (capitolo 12 "Queste rose")
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Obito Uchiha, Rin, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più contesti
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CAPITOLO 8- FRAINTENDIMENTI

 

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-Kioko?- Rin cancellò a forza l’espressione shockata dal suo volto sorridendo ed arrossendo insieme. Obito invece fu moooolto più diretto. – Che ci fai qui?- La sua mandibola era andata a far compagnia ai sandali e i suoi occhi sgranati scrutavano febbrilmente oltre la soglia.
La mora scrollò le spalle. –Credo che a Kakashi non dispiacerà se vi faccio entrare, presumo sia meno presentabile di me, ma vabbè … - Si fece di lato ed i ragazzi entrarono con riluttanza. –Dov’è il teme?- Chiese ancora Obito guardando con la coda dell’occhio il letto, disfatto da quella mattina, e gli abiti fradici di Kakashi buttati a terra fuori dalla porta del bagno. Il rumore dell’acqua nella doccia.  Deglutì rumorosamente. –Siamo solo passati a controllare se stava bene- Ammise Rin un po’ in imbarazzo.  –E’ sotto la doccia, eravamo fradici- Sbuffa lei strizzando a terra una ciocca di capelli grondante. – Ci siamo bagnati talmente tanto che … - Inarcò un sopracciglio. –bhè? Che c’è? Sono sfinita, non avrei mai detto che una cosa del genere richiedesse tanto sforzo!- Sbottò gettandosi sul letto ed inzuppando le lenzuola. Obito e Rin ora erano completamente traumatizzati, tanto che quando la porta del bagno si aprì, riempiendo la stanza di vapore, si voltarono con gli occhi stralunati. Kakashi dal canto suo non notò neanche la loro presenza. Un asciugamano legato in vita, il portasapone in mano, casomai quella pazza di Kioko tentasse di molestarlo (ci mancava solo questa!) I capelli bagnati che ricadevano in avanti sul volto e … Non aveva la mascherina!
Però il vapore impediva la vista.
-Ti sono venuti a trovare, idiota!- Mugugnò Kioko guardando nella sua direzione per poi sgranare                             gli occhi e lanciargli il lenzuolo addosso! –E copriti! Sei senza pudore!- Strillò. Il contraccolpo fece volare il ragazzo a terra (era scivolato, ha allagato il bagno … ) Il portasapone che usava come scudo difensivo gli volò via di mano spargendo schiuma dappertutto e poi finendogli in testa. Obito e Rin erano pietrificati in mezzo alla stanza. Kioko ansimava con i canini di fuori, Kakashi sembrava un pulcino fradicio coperto di sapone e mummificato con un lenzuolo, di lui si scorgevano solo alcune parti del corpo, indovinate? No, il volto non si vedeva!
-Si può sapere cosa avete fatto voi due? Da soli? In casa?- Esclamò Obito mentre una brezza gelida attraversava il silenzio della stanza accompagnata da una balla di fieno che rotolò mogia tra di loro per poi sparire all’esterno attraverso la parete.
Kioko cominciò a capire, con la sua mente sveglia, cosa avevano pensato tutto quel tempo i due compagni. Si morse un labbro e, mano a mano che la sua consapevolezza aumentava, il suo volto si faceva più scuro e sempre più furioso, tanto che, Kakashi, capita l’antifona, decise saggiamente di tornare in bagno a sciacquarsi di dosso tutta quella schiuma. Con la sua solita non-espressione  rientrò da dove era appena uscito chiudendo il lenzuolo che si trascinava dietro in mezzo alla porta. Dopo aver litigato con questo mentre gli altri fissavano attoniti la scena, si sentì finalmente lo schiocco della serratura e l’acqua della doccia che riprendeva a scorrere. Al che i tre si guardarono tra loro. Lo sguardo imbarazzato di Rin che aveva scelto la via del silenzio, quello scandalizzato di Obito che aveva capito fischi per fiaschi e lo dava apertamente a vedere e quello furibondo di Kioko che prendeva in considerazione le torture più atroci per i due stolti che avessero formulato anche solo con la loro contorta immaginazione una scena tanto … Blhea, non sapeva come descriverla, tra lei e quello spaventapasseri.
-Non è successo niente- Calma, doveva restare calma.
-Come non è successo niente?!?! E cosa ci fa il letto in queste condizioni?!?!? E Kakashi era nudo! Ti rendi conto!?!?!?-
-Devi smetterla di pensare queste cose!!! Secondo te perché ti danno del pervertito?!?!?!?- Il suo proposito non era andato a buon fine ed adesso stava a strillare in piedi sopra il letto contro l’Uchiha che osava pensare cose del genere sul suo conto.
- Io tolgo il disturbo- Annunciò Rin avviandosi verso la porta.
-Anche lui!- Disse Kioko indicando Obito.
-Non è casa tua!- Sbuffò il ninja facendole la linguaccia.
 
Si stavano comportando come dei bambini. Bambini molto, molto, molto piccoli. La porta del bagno si spalancò nuovamente. Il ragazzo aveva i capelli bagnati e solo i calzoni blu scuro addosso. Il suo sguardo non ammetteva repliche.
-Obito ha ragione, non è casa vostra- Commentò gelido tanto che la stessa Kioko stentò a riconoscere il ragazzetto fradicio che si nascondeva dietro il porta sapone. Deglutì saltando giù dal letto. Kakashi aveva rindossato la mascherina e i suoi occhi color fumo l’avrebbero benissimo potuta uccidere seduta stante. Cosa aveva scatenato la sua furia? Vabbè che gli avevano mezzo distrutto la casa e che ora il pavimento ricordava molto quello di una piscina comunale, vabbè anche che sia poltrona che letto erano nelle stesse condizioni grazie alla capacità della ragazza di sdraiarsi così come stava su qualsiasi superficie imbottita. Però quello doveva averlo notato anche prima. L’unica cosa fuori posto che vide fu una foto. Caduta. L’aveva urtata lo stesso Obito mentre in crociava le braccia. Mentre si avviava verso la porta a testa alta si chinò a raccoglierla e sentì il ragazzo sibilare alle sue spalle. Con una mano gliela sottrasse dalla presa. La sua pelle era arrossata e calda. Kioko ebbe un brivido lungo la colonna vertebrale quando il suo braccio caldo per la doccia incontrò la sua pelle gelata. Si voltò di scatto indietreggiando. –Fuori- Sillabò Kakashi. Si ritrovò sulla soglia prima ancora di rendersene conto. La porta le venne sbattuta in faccia. Rin l’aspettava con l’ombrello aperto. Fecero la strada in silenzio, rotto solo dai passi nelle pozzanghere e dai preoccupanti colpi di tosse della falchessa. Kioko continuava a rimuginare. Aveva visto la foto. Un uomo ed una donna. Sapeva che quelli erano i suoi genitori, la somiglianza era davvero estrema. Aveva intuito però che non fossero in casa, forse nemmeno più in vita. L’ambiente, in quell’abitazione era troppo freddo persino per uno come Kakashi. Non vi era traccia di affetto, non vi era niente di vissuto. Sembrava un luogo spoglio e cupo, dove uno passa il tempo a piangere. Sembrava una prigione.
 
-Ti va di restare a dormire da me?- Domandò all’improvviso Rin risvegliandola dal suo trance. – Mph –
-Lo prendo per un sì-
-Come vuoi-
La doccia era bollente, l’acqua le scivolava sulla pelle arrossandola dolcemente. La ragazza sorrideva beata. Finalmente! Si strofinò i capelli neri constatando che erano un bel po’ corti rispetto a quelli delle altre ninja che aveva visto girare per la Foglia. Da bagnati dietro non le superavano la nuca mentre davanti pendevano  fino a solleticarle le clavicole. Sul retro stavano ritti e sparati per aria come se godessero di vita propria mentre davanti erano lisci e domabili. Distolse gli occhi dallo specchio appannato frustrata dall’interesse che dimostrava nel calcolare la propria “bellezza”. Quando viveva esclusivamente per istruire e viziare il fratellino ed il suo mondo girava con lui come perno , non si era mai preoccupata del suo aspetto. Mai. Kioko non si era mai ritenuta una ragazza. Essendo la primogenita il padre avrebbe preferito un maschio e l’aveva cresciuta con disappunto e frustrazione unito ad una specie di principio alla Lady Oscar. Aggrottò le sopraccigli sottili ed arcuate voltandosi definitivamente verso gli abiti che Rin le aveva prestato restando al momento sconcertata. Oltre alle solite reti che era riuscita a procurarsi e che Kioko indossava neanche fossero una seconda pelle, la compagna le aveva procurato un vestito bianco candido stretto sotto il seno da un nastrino panna e arricciato in fondo con altrettanto nastro di raso. Le pieghe morbide si appoggiavano al suo corpo seguendone i movimenti e la ragazza pensò con un’accennata agonia che avrebbe fatto meglio a controllare i vestiti prima di indossarli. Con un sospiro cominciò ad asciugarsi i capelli rassegnata a passare la serata conciata come una “ragazza per bene”. Come avrebbe voluto vederla sua madre.  Ancora una volta il suo pensiero andò ad Itachi, tentò di metterlo da parte ma continuò a pungerla e a tormentarla mentre finiva la procedura di asciugamento spastico della chioma dall’aspetto approssimativo. Quando uscì dal bagno, a piedi nudi sul tatami fresco, rabbrividì un secondo. Rin era in cucina a preparare la cena, quella ragazza nascondeva molte sorprese. I suoi genitori erano usciti a cena e avevano dato il permesso alla figlia di invitare un’amica. Una sera come persone normali, normali ragazze che si trovano bene insieme, anche se Kioko non si riteneva affatto degna di essere chiamata amica da chicchessia. Aveva tradito suo fratello. Avrebbe potuto benissimo farlo con chiunque.
 
-Stai benissimo!!!- Tubò la ragazzetta agitando per aria il mestolo che impugnava con la destra. I capelli castani svolazzarono attorno alle gote accese. –Ci voleva un’altra ragazza in squadra! Sarai la mia migliore amica!- Tutto quell’entusiasmo schiacciò Kioko come un macigno. Non era abituata né ai complimenti sul suo aspetto né alle dichiarazioni di affetto. A sconvolgerla fu soprattutto il secondo punto più che il primo. Migliore amica? MA DOVE!!!
Voglio andare a casaaaaaaaaaaa!!!
Sei tu ad essere scappata non ti ha obbligata nessuno!
Certo, non ci può essere capitolo senza il tuo intervento, grazie tante!
Ma di cosa stai parlando?

Discorso assai interessante …

L’assenza di pensieri è dovuta alla assoluta mancanza di neuroni o alla solitudine mentale congenita degli Uchiha?
Magari potessi avere un po’ di solitudine mentale …
Siediti, mangia e goditi la sera.
Ma tu non eri una specie di demone crudele?
Tu lo sai Kioko, io sono un demone malvagio ed egoista, ma noi siamo un’unica entità ed io desidero solo il tuo bene. Divertiti mia protetta.
E per una sera taci uccellaccio del malaugurio …
   
 
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