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Autore: loonaty    01/03/2011    1 recensioni
Com'è fuggire da ciò che più si ama?
Com'è avere tutto e subito dopo ritrovarsi con nulla fra le dita?
Un chakra dalla potenza sconfinata, inferiore solo a quello della volpe.
Un carattere combattivo e ribelle.
Un'indole autodistruttiva.
Un membro in più nel clan Uchiha.
Cosa si prova ad essere un mostro?
Non ci si aspetta che qualcuno capisca.
Non ci si aspetta che qualcuno compatisca.
Perché niente di ciò è davvero rilevante.
Kioko è Kioko, e questo, che voi lo vogliate o no, non cambierà.
"Queste rose.
Sono come me. Lentamente sfioriscono, i loro bei petali hanno ingannato per tutta l’estate gli ingenui che nel coglierle si erano feriti con le spine. Quando però avranno perso ogni petalo le persone temeranno quei rovi spinosi, si terranno alla larga. Così era successo con lei." (capitolo 12 "Queste rose")
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Obito Uchiha, Rin, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più contesti
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Ok, premetto che per me questo è uno dei capitoli peggio riusciti, ma fa niente perchè comunque non saprei come riscriverlo per totale assenza di idee. Questi giorni d'attesa prima dell'esame erano troppo snervanti e me ne sono accorta solo in seguito così ho DOVUTO far succedere qualcosa, qualunque cosa. Ed è uscito fuori questo capitolo. E vi prego di non essere crudeli nel recensirlo. Vi supplico ç_ç





CAPITOLO 10- INCONTRO E SEPARAZIONE




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Come avrete capito la convivenza era difficile tra questi giovani ninja i cui caratteri cozzavano stridendo come ingranaggi che non riescono a combaciare.
L’allegro ed imbranato Obito.
La dolce e decisa Rin.
La sfuggente e presuntuosa Kioko.
Il Glaciale e altrettanto presuntuoso Kakashi.
I giorni passavano, gli allenamenti terminavano fin troppo spesso con litigi furiosi e Kakashi che blaterava sul rispetto delle regole ninja, Obito che gli dava addosso mentre Rin tentava di dividerli.
Già, Obito e Rin non erano stati uccisi dai genitori di quest’ultima. Fecero finta di niente al loro rientro. Il vero problema giunse quando i due si svegliarono, se è possibile, ancora più stretti l’uno all’altra e, non sapendo più che pesci prendere, il ragazzo si era congedato con uno scusa imbarazzato ed un sorriso annegato nel rossore del volto. Rin avrebbe toccato il cielo con un dito se non fosse stato per il soffitto.
Comunque durante questi momenti di liti giornaliere Kioko restava sempre in disparte, con il naso per aria. A fissare le nuvole.
-Nee-chaaaaaaaaaaan! Nee-chaaaaaaaaan!-
-cos … - Kioko si voltò di scatto. Il giorno dopo ci sarebbe stato l’esame per diventare jonin, ma …
-Nee-chaaaaaaan!-
-Itachi!-
Si stavano allenando accanto all’accademia. Una donna teneva per mano un bambino tentando di farlo stare buono ma questo si divincolava tendendosi verso la ringhiera.
Alla fine Fugaku aveva deciso. Aveva mandato Itachi in accademia al villaggio come muto segno di sottomissione. Probabilmente il bambino era stato accompagnato lì e poi lasciato in balia di diversi sensei. Poi l’aveva vista. Attraverso quel reticolato Itachi l’aveva vista. Lei non aveva potuto fare altro che fiondarsi nella sua direzione allacciando le dita alle maglie della rete. Era stata così veloce quasi da non essere vista. Le dita del bambino cercavano le sue mani.
-Kio…Kio…Kioko…- Gemette tra i singhiozzi mentre la ragazza lo fissava muta. –Non piangere Otouto- Disse tentando di cancellare il groppo che le stringeva la gola. –Gli Uchiha non piangono – La donna che prima lo stava trattenendo le si avvicinò afferrando il bambino per le spalle. –Ci conosciamo?- Domandò fredda.
- Chi è lei?- Chiese la falchessa  ancora fissando il fratellino che piangeva tentando di riavvicinarsi a lei. Se Itachi era lì al villaggio il suo progetto di allontanarlo il più possibile da se falliva miseramente. Avrebbe potuto ignorarlo, certo …
-Io sono … Stai zitto moccioso!- Sbottò la donna scrollando suo fratello fino a farlo cadere a terra.
Ci fu un ringhio e Kioko saltò dall’altra parte leggermente piegata in avanti come se intendesse azzannare quella donna che aveva osato sgridare suo fratello. Che aveva osato toccarlo! –Itachi, zitto- Disse fra i denti e il bambino ammutolì immediatamente e fece per aggrapparsi al bordo del kimono della sorella. Questa si scansò evitando il contatto. Il che lo lasciò basito, ma non osò riprendere a piangere. Ricordava troppo bene gli scatti d’ira della sorella e non voleva affatto ritrovarsi menomato.
-Chi-è-lei!-
-Sono un ninja specializzato in missioni di recupero, appartengo al clan Uchiha, e, quel bambino, è un mio protetto, almeno finchè non avrò rintracciato Kioko …- Il sorriso della donna divenne pericoloso. –A quanto pare il mio lavoro finisce qui … - Proclamò riappropriandosi di un braccio del bambino. Poi fece per afferrare anche Kioko la quale le si sarebbe avventata contro staccandole la testa di netto con gli artigli che lentamente prendevano forma sulle sue dita. Poi qualcuno, con calma decisa e misurata le poggiò una mano sulla spalla.
-Ora lei tornerà al suo clan e riferirà un messaggio dell’ Hokage, mi segua.- Minato era alle sue spalle. Come diavolo c’era arrivato? Si sorprese nel sentire il contatto delle dita di Rin le stringevano una mano. Si voltò verso di lei con un espressione di stupore sulle labbra. Obito dall’altra parte si gasava un po’ troppo, con il suo sorriso sornione e i pugni puntellati sui fianchi.
-Sei proprio un caso disperato Kioko Uchiha – Kakashi li raggiunse a passo lento, le mani in tasca la solita espressione che ricordava l’acido muriatico … Poi Kioko tornò a guardare il fratellino e la donna che sospirava sconfitta seguendo Minato e trascinandosi  dietro Itachi che si voltava indietro a fissarla, il viso dal cipiglio cocciuto. Le labbra sottili strette  gli occhi scuri su cui le sopracciglia sottili si inarcavano. Poi di nuovo, quello stesso volto, più lungo, più aggraziato, la luce della luna che colorava il sangue schizzato sul suo viso, le mani imbrattate, i cadaveri ancora caldi lì ai suoi piedi, e, dal lato opposto il viso sconvolto di un bambino. Le sue urla … L’immagine andò sfumando mentre Kioko scuoteva la testa.
Perché, perché continui a sottopormi a questo? Ho capito! Ho capito dannazione, ho capito! Ora basta! Riuscirò a fermarlo! Devo riuscirci! Però non combinerò niente se mi farò ammazzare insieme a tutti gli altri!
Calma ragazza, mantieni il sangue freddo. Non preoccuparti, non accadrà nulla di male. Le mie … Le nostre visioni sono spesso imperfette.
E allora perché? E’ un bambino! Non puoi sapere cosa farà in futuro!
Ma non è quello che fai tu da quando sei nata Kioko? Il primo Uchiha ad essere nato con gli occhi rossi.
Io non sono nata con gli occhi rossi! Lo sharingan l’ho avuto a sei anni!
Questo e quello che tuo padre ha voluto farti credere. Dopotutto tu sei solo una donna Kioko, e le donne sono fatte solo per restare a casa a cucinare e fare la maglia, dovresti sentirti onorata di avere davanti un futuro così brillante.
Zitto. Zitto. Zitto.
Il pugno della ragazza colpì il suolo con un grido liberatorio. Le crepe che si propagarono da quel colpo fecero inciampare Obito e allontanare Rin. Kakashi rimase immobile a fissare la furia ed il dolore della ragazza con un sapore strano in bocca. Non ricordava che la soddisfazione fosse così amara.
 

                                                                                             -Avanti- Fugaku Uchiha fece accomodare la donna in una stanza ben arredata.                    
–L’hai trovata?-  
                                                                                                                Domandò coinciso andando subito al punto.
                                                   -A Konoha non è mai arrivata. Probabilmente ha raggiunto un villaggio minore-
                                                                                                                                                                   -Ne sei certa?-
                                                                                                                                                                 -Sì signore-
                                                     -L’Hokage mi ha anche detto di riferirle che tra un anno il quartiere Uchiha sarà rimesso in piedi, vi potremmo tornare.-
                                                                                                                             Fugaku sgranò leggermente gli occhi.
Poi comprese.
-Il prezzo?-
-Quando compirà sei anni suo figlio verrà ammesso all’accademia ninja di Konoha-
-Grazie, puoi andare-
La donna si congedò ed uscì in silenzio dallo studio.
                                            Dove sei Kioko? Cosa devo pensare? Che questo sia tutto un piano dell’hokage per averti tutta per se?
Strapparti a tuo padre?
E adesso vuole pure Itachi.
Ci cresceranno una serpe in seno, con questa storia del tenerci sotto controllo stanno esagerando.
Ma vedranno, vedranno cosa ho in serbo per loro. La pagheranno.
 
In un certo senso Fugaku ama Kioko. È sua figlia e non potrebbe fare altrimenti, anche se è una donna, anche se per lui vale e varrà sempre meno di nulla. Kioko è la bambina dagli occhi rossi.
 
Potrebbe venirgli un infarto se scoprirà che ora, ha pure le ali d’argento.

   
 
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