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Autore: Kat Logan    01/03/2011    7 recensioni
Terza parte della mia "saga" sulla coppia Haruka e Michiru.
La morte ritornerà all'attacco, riuscirà a prendersi la piccola Hotaru? Se il dubbio vi attanaglia è qui che troverete le risposte che state cercando!
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Hotaru/Ottavia, Michiru/Milena, Setsuna/Sidia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mio ultimo respiro, per te.'
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Correva a perdifiato.
Ancora scalza, con il vestito pieno di sabbia.
Cos'avrebbero scritto di lei i giornalisti se in quel momento fossero stati appostati davanti a casa sua?
"La musicista Michiru Kaiō, a causa di un crollo di nervi per l'improvvisa celebrità, scappa dalla famiglia per condurre una vita da senza tetto!"
Rise di se stessa a quel pensiero.
"Musicista."
Il ricordo del suo gesto violento le attraversò la mente.
Aveva distrutto il suo violino. Il suo vecchio violino che le aveva regalato suo padre quando ancora era una bambina.
Il suo primo e unico strumento. La compagnia nei giorni di solitudine.
La forza di andare avanti nei momenti difficili.
L'oggetto che riusciva ad esprimere quello che la sua anima non poteva dire. Che suonava per Haruka.
"Posso ancora definirmi tale?!"
Si guardò le mani dalla pelle candida che avevano compiuto quel gesto avventato e terribile per un amante della musica, in un momento di pura follia e d'intenso dolore.
Respirò.
Si nascose dietro una siepe, all'angolo della via dove abitava, per controllare che non ci fosse nessuno di sospetto.
"Via libera!"
 
 
***
 
Setsuna era intenta a far giardinaggio con Hotaru.
Si stavano prendendo cura delle piante che Michiru tanto amava.
Il cigolio del cancello attirò la sua attenzione.
Tirò un sospiro di sollievo nel vedere che si trattava della sua amica.
"Mamma! Mamma!" Hotaru le corse incontro andandola ad abbracciare, seguita da Haru che si mise ad abbaiare, compiendo delle piccole piroette su se stesso scodinzolante di gioia.
Michiru era tornata a casa.
La donna le sorrise in silenzio mentre la guardava abbracciare parte della sua famiglia.
"Finalmente sei tornata!" esclamò appoggiando il tubo dell'acqua che aveva in mano.
"Si, mi dispiace di essermene andata così!"
"Non ha importanza, la cosa importante è che tu sia qui!" aggiunse poi con aria serena.
 
"Ricorda Michiru, solo lontana da ciò che ami sei una persona inutile, qui non lo sarai mai!" Quella certezza improvvisa le fu rivelata dallo sguardo di Setsuna, dall'abbraccio di Hotaru, dal profumo del suo giardino, dalla sua casa e presto si sarebbe radicata in lei ancora più prepotente dopo aver visto la donna del suo cuore.
 
***
 
Haruka era riuscita a cadere tra le braccia di morfeo.
Dormiva profondamente senza accorgersi del rumore che proveniva da fuori e che si era spostato all'interno della casa.
Quella poltrona ormai aveva preso la forma della sua sagoma.
La porta della stanza si aprì lentamente, lasciando passare pochi sottili raggi di luce nell'oscurità della camera da letto.
La ragazza aprì gli occhi.
La vista era poco nitida a causa del sonno.
Vide Michiru sulla soglia, che chiudeva in silenzio la porta dietro di se, attenta a far il meno rumore possibile.
"Sto sognando..." Pensò la bionda mettendo a fuoco la ragazza.
" Apriamo un pò questa finestra?" domandò Michiru con la sua voce calma.
Il suono della sua voce appariva come musica alle orecchie di Haruka, musica accompagnata dal sorriso che sapeva cullarla più di una ninna nanna.
"Solo se non mi sveglio!" 
Michiru rise piano. Finalmente una risata allegra. Limpida.
La risata che scaldava il cuore di Haruka, la risata divertita che aveva quando correvano dietro ad Haru sulla loro spiaggia.
"Credi di star ancora dormendo? Questo non è un sogno..."
La bionda sgranò gli occhi. Le labbra rimasero semi aperte senza riuscire a sputare fuori una sola parola.
Si alzò dalla poltrona e si gettò tra le braccia della ragazza.
Nascose la testa tra i suoi capelli increspati e inizò a piangere. 
Un pianto forte, ma un pianto di gioia.
"Perdonami Haruka, sono stata una stupida, mi dispiace di averti fatto del male"
"Non farlo mai più!" Fu l'unica frase che riuscì a capire Michiru tra i singhiozzi e la voce rotta dell'altra.
"Mai più lo giuro..." Le accarezzò il capo e la strinse più forte.
"Setsuna mi ha detto non sei più uscita di qui..."
"Quella spiona!"
"Che sei rimasta a fare?!"
"Ti stavo aspettando."
"Si sente..."
"In che senso?"
Haruka si staccò da Michiru asciugandosi con il dorso della mano gli occhi e le guance.
"E' un pò che non ti fai la doccia!"
Ecco il sorriso beffardo di Haruka ricomparire a quelle parole sul suo viso, illuminandole lo sguardo.
"Senti chi parla! Guardati! Sei diventata una scultura di sabbia!"
Le due risero di gusto. 
Si abbracciarono e si baciarono come se potesse essere l'ultima volta.
Quel tempo trascorso lontane, era sembrata una vita. 
Non si può dividere una stessa anima anche se abita due corpi differenti.Perchè questo erano Michiru e Haruka. Due corpi e una sola anima. Due cuori ma che battevano all'unisono.
Due facce della stessa medaglia. Due persone diverse ma che si completavano. Che s'incastravano alla perfezione. Pezzi di un piccolo puzzle che erano isostituibili.
"Andiamo a far la doccia" disse Haruka aprendo le persiane e facendo entrare la luce nella stanza.
"Solo se mi lavi i capelli come sai fare tu!"
"Ma certo mia principessa!"
"Allora, affare fatto!"
 
 
***
 
Il tramonto aveva portato con se un vento tiepido.
Nuovi colori si erano impadroniti della luce e del paesaggio.
Una sensazione di tepore pervase Michiru.
Vedere Hotaru giocare con Haru, Setsuna intenta a cucinare e Haruka che la prendeva in giro, le dava la vera sensazione di casa. Di famiglia.
Era circondata da persone che le volevano bene e che lei amava profondamente.
"Haruka smettila o il ramen lo uso come shampoo per i tuoi capelli anzichè fartelo mangiare!"
"Spero che la tua cucina non prenda da te Setsuna! Sei così acida!"
"Sono una cuoca eccellente, mia cara!"
"Staremo a vedere!! Di sicuro non batterai mai il sushi che mi prepara la mia Michiru!"
Michiru si sentiva di nuovo felice. Felice per quello che aveva e felice di essere li con loro.
Scattò mentalmente una fotografia di quel momento, così da conservarlo nella sua memoria.
Lo sguardo le cadde ancora una volta sul violino che aveva rotto pochi giorni prima.
"Dovremmo seppellirlo!" esclamò improvvisamente.
Haruka si voltò a guardarla confusa.
"Chi?!"
"Il violino! Gli ho fatto fare una fine tremenda...è stato però un ottimo compagno di vita e di sogni, purtroppo non si può riparare..." lo sguardo si velò di malinconia.
Hotaru arrivò con un pacchetto fra le mani e glielo porse delicatamente.
"Tieni mamma!"
"E' per me?!" il suo sguardo si fece stupito.
La bambina accennò un "si" con il capo, era impaziente di vedere l'espressione della madre quando avrebbe scoperto il contenuto del regalo.
Michiru strappò la carta colorata ritrovandosi una grande scatola dorata.
"Papà l'ha preso prima di rinchiudersi dentro alla camera..."
"E comportarsi come un'ubriaca psicopatica, lancia bottiglie!" aggiunse Setsuna tirando uno scappellotto leggero ad Haruka che le rispose con una boccaccia.
Le dita sondarono la scatola per poi aprirla, così da far ritrovare tra le mani di Michiru un nuovo violino classico.
Gli occhi le s'illuminarono. Accarezzò il legno laccato dello strumento e lo guardò attentamente. Sul retro c'era una sottile incisione.
"L'autunno del cuore H.H.S"
"Così quando lo suonerai, ti ricorderai di quest'autunno, che è iniziato facendoti impazzire ma che ti ha fatto tornare da noi, dal tuo cuore..." spiegò Haruka grattandosi la nuca un pò imbarazzata.
"E quelle sono le nostre iniziali! così ci avrai sempre con te, in ogni nota!" aggiunge Hotaru raggiante.
"E' bellissimo, grazie! Venite qui, voglio abbracciare le mie ragazze! Non potevate farmi un regalo migliore!"
"Adesso però suoniamo qualcosa! per festeggiare!" propose Haruka.
Ora il suo cuore non duoleva più, scoppiava solamente di gioia. Michiru era stata dolore e medicina allo stesso tempo. Era di nuovo li, con il suo calore, il suo amore in ogni suo gesto e parola e questo era quello che importava.
Haruka si sedette al pianoforte. Fece scivolare le sue dita sui tasti bianchi, iniziando a suonare. Michiru si mise accanto a lei aiutandola e ascoltandola cantare le parole di quella canzone.
 
" We won't break, we won't die. It's just a moment of change. All we are, all we are, it's everything that's right."
 
"Il tuo inglese è sempre buono!" disse sottovoce Michiru. 
Lasciando che quelle parole e la voce di Haruka, scorressero dentro di lei per poi non abbandonarla più. 
 
 
Note dell'autrice:
 
That's All! 
E' tutto per questo capitolo miei cari!! Michiru è tornata e con lei anche la pace familiare, che possiamo volere di più?! Occorreva un pò di quiete (o almeno quiete apparente) dopo il trambusto dell'angelo della morte ed eccola qui.
Il nome del capitolo è anche quello della storia. Il punto chiave è nella frase canzone "All we are it's everything that's right"   "Tutto ciò che siamo è tutto ciò che è giusto".
Il capitolo credo sia un pò diverso da i soliti, se avete notato è composto come da diverse "inquadrature" di una telecamera. Nel primo pezzo sono gli occhi di Michiru che vedono la scena, nella seconda parte è Setsuna che guarda le cose, nella terza parte invece il punto di vista è quello di Haruka e così via. L'ho un pò scritto come se vedessimo un film. Inoltre temo di aver detto alla leggera la scorsa volta che questa ff avrà venti capitoli, ne avrà di più! XD Ieri mi sono lasciata trasportare, ho scritto cose che dovevano concludersi in due capitoli occupandone 5! AHAHAHAH! Dovevo sfogarmi! Bene, smetto di intasare con le mie considerazioni la ff e...a presto!!
 
 
 
 
 
 
   
 
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