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Autore: Poisoned_Tear    01/03/2011    1 recensioni
Occhi di un verde raro e prezioso.Una figura slanciata, dal tocco gelido le cingeva i fianchi, guardandola negli occhi. Boccoli castani, tanti tatuaggi, dita lunghe e affusolate. Ed un simbolo che pulsava sul petto: una stella che incontra un cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ville Valo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dopo quel pomeriggio le giornate si erano susseguite, pressappoco nello stesso modo.
Quasi ogni giorno, si incontravano per parlare davanti a una tazza di caffè.



Eve era entrata in punta di piedi nel mondo di Ville e gliel'aveva stravolto, con tutta la dolcezza e l'ingenuità che la contraddistingueva.



D'altro canto Ville era finalmente entrato in quello di Eve, lei che aveva sempre aspettato il cosidetto principe azzurro, lo stesso uomo del mistero che aveva sempre incontrato nei suoi sogni sempre così vividi.



La loro amicizia nata così semplicemente e in maniera inaspettata, era arrivata a lambire i confini dell'amore. Molte volte si erano trovati senza parole, protagonisti del classico silenzio imbarazzante prima di un bacio...Che non c'era mai stato.


Eve era pronta a buttarsi a capofitto in tutto quello che le accadeva, e quel venerdì sera si era persuasa a dichiararsi.
Sam l'aveva invitata più volte ad aspettare di essere sicura prima di aprire il cuore a un uomo che in fondo conosceva da poco.
Scontato dire che Eve non aveva seguito il consiglio dell'amica.



Ville sentiva che dentro di sé qualcosa stava cambiando. Il suo pensiero fisso adesso era solo Eve. La voleva, la desiderava, e desiderava amarla. Il suo cuore però era chiuso, ancora chiuso.
Sulla sua pelle sapeva cosa voleva dire soffrire per una persona alla quale hai donato non solo il cuore ma anche l'anima.
E lui aveva fatto questo errore più di una volta.
Eve era diversa, lo sentiva. Ma in fondo, cosa sapeva di lei?!



***




Come ogni venerdì sera, da quando si erano conosciuti, Eve mandò un sms a Ville che non ammetteva repliche:



“Ti aspetto a casa. Cena & Film. Baci, Eve”



Ville lesse il messaggio e si lasciò andare ad un sospiro.
In fondo non era così difficile. Doveva lasciare andare le sue stupide paure, o paranoie come le definivano i suoi amici.



***




Eve non era certo una gran cuoca, ma certo era che in ogni cosa che faceva impiegava tutte le sue energie. Si impegnò a preparare un piatto semplice ma gustoso, certa che sarebbe piaciuto ad entrambi. Dopo aver preparato tutto corse di sopra a farsi carina. Come se non lo fosse già abbastanza. Decise di abbondare con il rimmel, sciogliere i capelli, lasciando ricadere i boccoli biondi striati di viola sulle spalle e indossare un tubino senza spalline nero.
Semplice e sexy.
Come sempre le aveva insegnato Sam, la sua amica, il suo punto di riferimento.
Di certo lei in una situazione del genere avrebbe saputo il fatto suo. Sam era sempre stata molto sicura della sua bellezza, di se stessa in generale, non le era mai risultato difficile ottenere quello che voleva. Tanto meno un uomo.
Ed Eve invece non sapeva nemmeno da dove cominciare. Perché l'obiettivo quella sera, era conquistare Ville, o quanto meno dichiarare i propri sentimenti.
Eve non si rendeva conto che non aveva bisogno di sfoderare alcuna arma. Se ne aveva una che non sapeva nemmeno di avere, era la sua insicurezza, che la rendeva ancora più bella. Non si era mai accorta degli sguardi degli uomini che si posavano continuamente su di lei. Quando entrava in una stanza, Eve catalizzava l'attenzione su di sé, mentre lei paradossalmente cercava sempre un modo per nascondersi in un angolino.



Alle nove in punto tutto era pronto. Una semplicissima cena a base di fish & chips adagiati con cura su un vassoio che a sua volta giaceva al centro del tavolinetto da the imbandito con tanto di candele. L'atmosfera era perfetta, mancava solo della buona musica.
A momenti Ville sarebbe arrivato...


O forse no.



Le nove e trenta.



Di Ville nessuna traccia.



Le dieci.



Eve controllò il cellulare masticando nervosamente una patatina, ma nessun sms, né una chiamata da Ville per avvisarla che avrebbe fatto tardi.



Le undici.

Mezzanotte.



Eve soffiò sulle candele, si asciugò gli occhi e salì di sopra.
Andò a guardarsi allo specchio e immediatamente vide il riflesso di una donna orrenda.
I suoi occhi le stavano mentendo, erano offuscati da quella morsa di insicurezza che le offuscava la mente ogni qual volta riceveva una delusione. Che fosse piccola o grande, non faceva altro che allargare quel buco nero dove era sempre stata in bilico. Lì lì per cadere.



Sapeva che era una sciocchezza, probabilmente. E voleva convincersi di questo.
Voleva crederci. In fondo tra qualche ora, sarebbe riuscita a trovare il lato positivo, come sempre era riuscita a fare. Ma in quel momento, sarebbe voluta sprofondare.



***




Ville aveva intuito che le cose stavano cambiando tra lui ed Eve.

Aveva capito di provare qualcosa per lei, come aveva percepito che Eve provava sicuramente qualcosa per lui.



Ma non era pronto. Era troppo presto per buttarsi a capofitto in una storia se mai era questo quello che avrebbe voluto Eve.



E così decise di fuggire. In questo era bravo, eccome se lo era.
Centinaia di bottiglie vuote accanto al suo cuscino, dopo nottate trascorse a bere erano state per anni la prova tangibile.



Adesso non aveva più un porto sicuro -almeno per qualche ora- dove adagiarsi e fuggire.
Ora c'erano solo lui e la sua lucidità.
Il suo cuore gli aveva suggerito di tentare.
Il suo raziocinio gli aveva imposto di lasciar perdere. Ovviamente vinse il raziocinio.



Ville sapeva di avere un caratteraccio. Questa non era una giustificazione, ma un dato di fatto.
Era sempre stato egoista, per una volta oltre a preservare se stesso, voleva preservare Eve che era fin troppo fragile e ingenua. E così avrebbe fatto la parte dello stronzo.



E' meglio per tutti.
   
 
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