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Autore: Milli Milk    01/03/2011    1 recensioni
Matt era arrivato in un giorno di neve, scaricato da una bella limousine bianca che quasi si confondeva con il candore innevato che copriva Winchester.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Matt era arrivato in un giorno di neve, scaricato da una bella limousine bianca che quasi si confondeva con il candore innevato che copriva Winchester. Dalla Wammy's House si poteva notare tutto quel bianco nauseante che cadeva dal cielo a fiocchi. Tutti i bambini, meravigliati, guardavano fuori dalle grandi vetrate quei fiocchi scendere freddi dal cielo e con i loro occhietti brillanti, seguivano il loro percorso fino a terra attaccandosi al suolo e formando quel materasso di ghiaccio, quello stesso materasso di ghiaccio che si sarebbe trasformato in un campo di battaglia per ragazzini urlanti e allegri che si divertivano a lanciare palle di neve, facendosi anche male, ma nessuno piangeva per quello,  piangevano per ben altre frivolezze.
Quel bianco non piaceva a Mello, preferiva colori scuri e cupi, non gli piaceva il sole, ma nemmeno la neve come la stessa cosa per i temporali. A Mello non piaceva il tempo in generale, non solo il tempo metereologico, ma anche lo scorrere del tempo lo infastidiva. Il succedersi degli eventi quasi lo spaventavano, il trovarsi la sera senza nemmeno capire come ci fosse arrivato gli creava un vuoto nauseante che gli bloccava lo stomaco e glielo strizzava, costringendolo ad accovacciarsi sul letto in qualla stanza solitaria e semi illuminata da una piccola luce che stava lì sulla scrivania ad illuminare fogli le cui scritte facevano la lezione al biondo.

Matt era sceso dalla macchina come uno dei peggiori borghesi d'Inghilterra, sembrava il solito ragazzino ribelle chiuso con le sue stranezze, le sue smanie e i suoi vizi. Era così che era sembrato a Mello quando l'aveva visto avvolto nel suo giubotto di pelo e quegli strani occhiali dalle lenti arancioni calati sugli occhi, come se ci fosse luce da dover filtrare. In quel gelo, Matt sembrava una macchia di sangue, con i suoi capelli di fuoco si avvicinava alla grande porta dell'orfanotrofio, come se fosse un rivolo di sangue che si apprestava a percorrere quel tragitto fino alla sua morte. Per Mello era uno dei tanti ragazzini nuovi che entravano dentro quel grigio edificio, animato soltanto dalla speranza che un giorno tutti potessero uscire di lì autonomamente o con una nuova famiglia ad accudirli ed amarli.
Se Mello avesse saputo che un giorno Matt sarebbe stato importante quanto il sangue che gli scorreva nelle vene, avrebbe passato più tempo con lui invece di ignorarlo e talvolta di picchiarlo a sangue fino a che non li avessero portati nelle rispettive camere senza toccare cena.

Quando Matt entrò in quel caldo edificio, si trovò dinanzi a sé la desolazione di un corridoio grigio e di un pavimento di lucido parquet su cui ci si potevano rispecchiare i suoi pesanti anfibi. Ben presto però non poté più pensare al fatto che avrebbe avuto la sua dolce solitudine a fargli compagnia, perché vide tanti altri ragazzini che gli si paravano dinanzi a sorridergli chi con dolcezza, chi con indifferenza, chi con sfida, chi con astio e così via.
Matt sapeva riconoscere ogni sfumatura, ogni cenno, anche minimo, sul volto delle persone a cambiargli il sentimento e l'emotività che gli colpiva il cervello come uno spillo. Non gli piaceva la gente in generale, coetanei o aldulti che erano, a lui non piaceva il contatto con le persone per il semplice fatto che si sentiva ferito dai loro sguardi, da quelli buoni a quelli cattivi, Matt riusciva a vedere in ogni sguardo un fuocherello vivo che si torceva ad ogni istante di vita che sprecavano respirando e basta. Matt era dell'idea che la vita andasse vissuta a fondo, ma lui stesso sprecava più tempo a pensarci che a farlo. Era veramente uno spreco, però Matt si sentiva tanto scomodo in quel mondo che non gli importava di stare a respirare e basta. Sapere che poi avrebbe passato il resto dei suoi giorni in solitudine non faceva che farlo sentire ancora meglio. Già ponderava una vita da anacoreta, lontano da ogni male che gli si poteva procrastinare stando a contatto con il mondo. Si rinchiudeva in quella sua stanza a guardare il mondo nello stesso colore in cui tutti vedevano il tramonto. Gli piaceva perché era come se già si volesse premonire da solo il suo tramonto, ma sapeva che era ben lontano, come se la vita non ne avesse mai abbastanza di fargli del male. Viveva quindi nell'attesa di quella fine a cui tutti dava spavento e ansia, lui la viveva come una fine definitiva e gioiosa che lo avrebbe finalmente allontanato dalle malignità che gli si erano attaccate alle spalle e che gli rosicchiavano le ossa.
Non poteva certo sapere che avrebbe vissuto la sua morte come tutti gli altri che non volevano staccarsi da quel pezzo di terra su cui camminavano a sprecar la vita. Non avrebbe mai saputo, Matt, che avrebbe rimpianto il giorno in cui aveva scoperto il mondo virtuale dei videogames su cui si sarebbe rinchiuso per il resto della sua vita, alla ricerca di una scontata vittoria d'esperienza che avrebbe colmato il suo cuore di vuoto, come se lui stesso fosse nient'altro che un burattino comandato da mani invisibili, finché non si sarebbe ritrovato a lanciare lo sguardo al cielo come a cercare il suo burattinaio chiedendogli di farlo morire.

Quando Matt vide per la prima volta Mello sentì che la vita gli si strinse addosso e che persino la morte gli voltava le spalle. Preferì non guardarlo negli occhi e di ignorarlo, come se fosse una delle bestie più feroci di questo mondo, la più pericolosa e tentatrice, perché quei fili d'oro a contornargli il volto pallido e prezioso di due zaffiri, non se li sarebbe tolti dalla mente per il resto della sua vita.
Mello invece quando si trovò a fronteggiare con quel ragazzo schivo, si accorse che quello sarebbe dovuto essere un altro nemico da tener d'occhio e non la prese bene quando ai tabelloni vide che nonostante fosse appena arrivato, era già terzo con solo due punti di svantaggio da lui. Quando si ritrovò a far fuggire quel ragazzino, come se gli si fossero drizzate tutte le emozioni, non poté fare a meno di sorridere di sbieco compiaciuto.

Mello si ritrovò ad occupare la mente più con Matt che con Near, perché se Near era scostante e incompreso da tutti, Matt invece aveva riscosso un grande successo tra tutti i ragazzini nonostante li volesse tutti il più lontani possibile: più Matt li cacciava, più loro sembravano avvicinarsi e questo proprio non lo sopportava.
Mello capì che quel ragazzino aveva una particolarità attrattiva che invece Near non aveva, nonostante poi quest'ultimo fosse più che particolare: con la sua mania del bianco e dei suoi intoccabili giocattoli e puzzle, il suo silenzio che sapeva di innocente e calcolata riflessione e quel suo modo così maniacale di avere tutto in ordine, il suo ordine che nessuno avrebbe mai osato toccare, se non Mello. Per gli altri bambini Near era quasi un enigmatico emblema della mostruosità intellettiva e della purezza intoccabile che non avrebbero mai risolto e che nemmeno avrebbero voluto risolvere, come se fosse fragile cristallo che si sarebbe frantumato con un solo sguardo, quindi gli rimanevano sempre a debita distanza.
Matt invece si poteva definire l'opposto, se non per quel suo carattere da anacoreta che lo faceva sembrare uguale all'albino. Infatti se non fosse stato appunto per il suo modo di vestirsi, per quella sua mania delle righe e dei colori forti e saturi, non si sarebbe poi molto distinto da Near.
L'uomo in generale, fa sempre affidamento all'aspetto esteriore, senza accorgersi poi che forse un ragazzino tutto vestito di bianco sarebbe potuto essere più pericoloso di uno vestito con anfibi e maglietta a righe. Nessuno avrebbe mai saputo cosa sarebbe successo in futuro a Near e a Matt, ma se qualcuno avrebbe deciso sulla purezza e sulla sincera infantilità avrebbero sicuramente puntato il dito su Near, senza sapere che in realtà lui sarebbe diventato tanto potente da poter tenere in pugno l'intero mondo, e che infine avrebbe giocato con i suoi robot allo stesso modo con cui L giocava con le sue pedine.

Matt poi era passato dall'iniziale indifferenza alla rivalità, perché il rosso si era aggiudicato il terzo posto nella classifica in poco tempo, troppo poco tempo e Mello si sentiva minacciato anche se non voleva ammetterlo. Il biondo aveva iniziato a guardarlo male, con il suo sguardo azzurro voleva ferirlo, ma Matt sembrava impassibile ad ogni tipo di occhiata, si teneva i suoi goggles calati sugli occhi e abbassava la testa verso la console. Per Mello era quasi inaccettabile una cosa simile, ignorarlo in quel modo era impensabile, ed un giorno non poté fare a meno di andare da lui strappandogli il gameboy dalle mani per poi  scaraventarlo al muro, mandandolo in mille pezzi. Fu la prima volta che Mello poté capire come ci si potesse sentire ad essere guardati con odio. Matt gli si buttò addosso e si presero a pugni e calci fino a quando Roger non li separò prendendosi anche lui qualche calcio.
Una punizione non bastò a bloccarli, ci furono lunghe serie di punizioni, e un giorno, secondo direttive di L, i due ragazzi furono isolati in una stanza insieme, avrebbero dovuto rimanerci per una settimana, avrebbero visto entrare solo Roger per i pasti e avrebbero seguito le lezioni tramite telecamere. Strusciavano entrambi i piedi a terra, come se fossero dei condannati a morte che venivano portati al patibolo. Non potevano di certo sapere che quella settimana avrebbe cambiato la loro vita.
Bastò solo mezza giornata per farli ritrovare nuovamente sanguinanti dal naso e con dei grossi lividi per le forti botte, eppure quella volta non c'era nessuno a bloccarli, dovettero fermarsi da soli, stremati. Matt non aveva avuto mai un contatto così stretto con una persona, non voleva trovarsi a stretto contatto con qualsiasi altra persona, però con quel biondino era diverso, sentiva come una strana morsa allo stomaco. Ogni volta che lo guardava era come se lo conoscesse da secoli, come se quello fosse il suo più caro legame.
Sentiva qualcosa, non sapeva cosa, non sapeva se sbagliava, non sapeva se era un errore, ma bastarono giusto tre giorni di azzuffata e di sguardi adirati per fargli capire che Mello sarebbe stata la persona più importante della sua vita.
L'ultimo giorno di forzata convivenza si ritrovarono a rotolare a terra a darsi pugni e calci fino allo stremo, come al solito, ma qualcosa cambiò perché non si diedero le spalle, ma bensì si ritrovarono ad abbracciarsi come a voler comunicare ogni dolore e ogni piacere l'un l'altro.
Era strano poi per entrambi trovarsi ogni notte nel letto dell'altro o con l'altro nel letto, per potersi fare compagnia, per raccontarsi sottovoce i loro più grandi segreti senza che se lo chiedessero direttamente, come se fosse la cosa più naturale al mondo.

Quando poi arrivò il giorno in cui Mello se ne andò dalla Wammy's House, Matt non volle seguirlo. Era sicuro che avrebbe capito in futuro, era sicuro che si sarebbero rivisti, perché Mello glielo aveva comunicato con lo sguardo e con un bacio, il loro primo bacio. Gli promise di rimanere vivo per tornare poi da lui. Matt sapeva che ciò che andava a fare Mello era pericoloso, avrebbe voluto aiutarlo, avrebbe voluto continuare a stargli ancora accanto, ma non era possibile e lo sapeva bene, era inutile anche solo provare a seguirlo o provare a fermarlo.

Passò un tempo eterno prima che si potessero tuffare nuovamente l'uno negli occhi dell'altro. Matt sapeva che non sarebbe stato uguale a quando erano alla Wammy's House, sapeva che Mello sarebbe cambiato e quando vide i suoi occhi azzurri capì che non era poi cambiato molto, che più che altro si era costruito una corazza indistruttibile, un corazza che avrebbe voluto vedere in eterno su quel corpo, come a proteggerlo dalle interperie, per proteggerlo dal tempo che inesorabilmente passava e lo faceva arrivare sempre più vicino alla morte.
Matt non voleva contare i secondi che lo avrebbero preceduto dalla morte, ormai non aspettava più il giorno del suo tramonto, voleva solo stare con Mello, voleva innamorarsi ogni giorno di lui e inizialmente non seppe che quei giorni non lo fecero innamorare di più, ma gli fecero capire quanto l'amore fosse troppo riduttivo, quanto lui provasse un sentimento che non era amore, ma lo superava e non avrebbe potuto mai dimostrargli più di quanto gli avrebbe dimostrato con i suoi sguardi, le sue parole, le carezze e i baci appassionati.

Quando Mello rivide Matt si sentì sconfitto, non era una sconfitta come quella che subiva da parte di Near, era un sconfitta a livello emozionale, che lo uccideva, che gli aveva fatto capire che lui fino a quel momento senza di Matt non era stato nulla, era stato semplicemente Mello: un pupazzo con un falso nome. Con Matt poteva sentirsi chiaramente per quello che era, poteva darsi un'identità, poteva sentirsi veramente vivo.
Era questo l'amore che tutti cercavano? Mello non poteva saperlo e non avrebbe cercato di capire cosa fosse, a lui bastava sapere che Matt fosse lì, in quel letto con lui, per poter capire che la vita li stava abbandonando entrambi, e non avrebbero potuto fare nulla per evitarlo, avrebbero solo potuto credere di fermare il tempo ogni volta che si univano, ogni volta che si guardavano e sussurravano parole che nemmeno il tempo avrebbe potuto far tacere.
Erano solo loro, tra le lenzuola a toccarsi come se volessero diventare un tutt'uno, come se fosse necessario sentire il calore dell'altro, fino alla fine.




Anche questa stava facendo la muffa, come tante altre.
Scritta anche questa un po' di tempo fa, avevo appena finito di leggere un libro di Isabel Allende ed ero troppo dispiaciuta, così mi sono messa a scrivere, mi sono sfogata ed è uscita questa shot. 
Non ha discorsi diretti, forse è un po' troppo pesante, racchiude un po' di anni di storia e tralascia molti punti.
Come al solito ho paura di essere sprofondata in una tremendo OOC per quanto riguarda Mello, però non sono andata poi così a fondo per quanto riguarda i suoi tratti caratteriali. Matt l'ho fatto abbastanza depresso e mi dispiace tanto, perché l'ho sempre visto come un tipo piuttosto solare.
Vorrei dedicare questa shot a redseapearl perché con la sua recensione all'altra mia shot, oltre a rendermi tanto felice, mi ha fatto tornare la voglia di andare a rileggere tutte le altre shot e storie varie che avevo scritto su Mello e Matt. Quindi vorrei ringraziarti e spero di non averti deluso dedicandoti questa one-shot.
Non so se ho fatto qualche errore, l'ho riletta al volo. Mi scuso se c'è qualche orrore e ringrazio tutti coloro che leggeranno questa shot.
  
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