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Autore: lilla5    01/03/2011    3 recensioni
E se l'eterna lotta tra bene e male, che l'umanità ha sempre cercato di inquadrare, fosse in realtà molto più tangibile di quello che ci si aspetti? E se in fondo non ci fosse modo di abbracciare completamente il bene, neanche volendo?
Prima ff di questo genere, molto short. Siate clementi.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Better to reign in Hell than serve in Heaven"
Il Paradiso Perduto
John Milton

La città sembrava ancora più inquietante del solito, alla luce del tramonto.
I lampioni gettavano un tenue bagliore sulle strade, ma tutto era illuminato dalla luce vermiglia del sole che stava tramontando. Qualcuno avrebbe potuto obiettare che fosse una visione magnifica, addirittura romantica.
Ma la realtà era ben diversa per coloro che sapevano osservarla bene. Quel bagliore rosso, che si rifletteva sulle vetrine e sui finestrini delle automobili, inondava tutto di un'atmosfera sinistra. Le ombre che venivano proiettate sulle pareti assomigliavano a uomini che fuggivano dalla morte invano, perché ormai erano già circondati da sangue. Anche un gatto che si nascondeva velocemente dietro l'angolo di una strada poteva sembrare la più infausta visione.
Ma la città era come sempre troppo piena di vita e rumorosa per cogliere tutto questo. La gente camminava svelta, talvolta anche sfiorandosi, e tuttavia sempre senza avere una vera percezione degli altri essere umani intorno a sé.
O perlomeno, era quello che sembrava.
C'era un uomo fermo in piedi su un marciapiede. Leggere la sua espressione sarebbe risultato impossibile, per il semplice fatto che non sembrava provare emozioni. La sua era una maschera di neutra indifferenza.
I capelli scuri erano disordinati, e gli occhi verdi non mostravano di prestare attenzione a niente in particolare.
Ma come al solito, il mondo che lo circondava era troppo indaffarato per accorgersi di lui. Le persone si limitavano ad evitarlo, senza mai voltarsi indietro.
La cosa non sembrava dargli fastidio. Anzi, era come se fosse sollevato di non attirare troppo l'attenzione.
All'improvviso, senza una particolare ragione, l'uomo ricominciò a camminare con decisione. Attraversò la strada, svoltò un paio di volte, con passo affrettato.
Davanti alla porta di un negozio, andò a sbattere contro una giovane donna. Non si mostrò per niente sorpreso, né turbato dal fatto che potesse essersi fatta male. La trattenne, stringendole le braccia.
Il cambiamento avvenne nella donna: vedere un uomo così affascinante che la scrutava con intensità le aumentò notevolmente il battito cardiaco.
L'uomo la guardava come se potesse scorgere il suo cuore, e scadagliarlo per trovare ogni singola emozione che avesse mai provato. Come se potesse vedere nel profondo della sua anima.
Alla fine sembrò essere soddisfatto, soddisfatto per aver notato quello che andava cercando.
Perciò sorrise dolcemente, facendo arrossire la donna, e ignorando completamente l'uomo, probabilmente il suo fidanzato, che li fissava arrabbiato dall'interno del negozio.
Gli occhi della ragazza si spalancarono per la meraviglia, mentre scopriva di non essere capace di muoversi. Sembrava essere paralizzata sul posto.
Perciò non poté opporsi quando, con delicatezza e molto lentamente, abbastanza da fare intendere al suo ragazzo che avrebbe anche potuto scansarsi, se solo avesse voluto, le labbra di quell'uomo affascinante e strano al tempo stesso toccarono le sue.
E soprattutto, si ritrovò intenta a ricambiare il bacio, come se avesse perso tutto le inibizioni e tutto ciò che sapeva giusto e sbagliato si fosse mischiato nella sua mente, fino a non farle più distinguere la passione dalla ragione, e dove finisse il suo pensiero e cominciasse l'irrazionalità.
Altrettanto delicatamente, l'uomo mise fine al loro bacio, per tornare a sorriderle con apparente tenerezza, mentre la lasciava andare.
La ragazza provava troppe emozioni per riuscire a distinguerle tutte, ma era sicura che la maggiore di tutte fosse l'orrore. Quel bacio che era sembrato così giusto, così naturale, in quel momento le appariva come il più grande degli errori, e nonostante l'aria fosse riscaldata da quel sole che emanava tepore vermiglio, non riuscì ad impedire che brividi di freddo le salissero lungo la schiena. Un profondo stato di ansia e angoscia dilagò nel suo cuore. Era così presa da quello che le stava succedendo, da non rendersi conto che l'uomo che prima l'aveva stretta non c'era più.
Lo stesso uomo che si trovava ora due traverse più avanti, e che sorrise nel sentire, con il suo udito più sviluppato del normale, le urla di una giovane coppia che litigava.
Inspirò con avidità l'odore della gelosia di lui, e quello della confusione e la disperazione di lei. Il peccato era stato troppo evidente per negarlo, ormai.
Un sorriso meno umano si fece strada sul suo volto. Chiunque l'avesse visto, avrebbe detto che fosse più sinistro e più freddo di una notte senza luna.
Gli umani erano così facili da maneggiare. Ci sarebbe sempre stato qualcosa che avrebbe fatto loro paura, qualcosa che li avrebbe fatti sentire incompleti, qualcosa che avrebbero desiderato ardentemente ma non avrebbero mai potuto ottenere.
Ogni volta che cercavano di raggiungere lo stesso il loro obiettivo, andavano contro la legge divina. E precipitavano nel dolore. Ogni volta, ripetevano gli stessi errori che generazioni e generazioni di uomini avevano commesso prima di loro. E non imparavano mai nulla.
Non che la cosa gli dispiacesse. Alzò gli occhi al cielo.
Non c'era modo che gli angeli potessero vincere, questa volta. Il mondo era troppo corrotto e pieno di dolore per redimerlo, ormai. E tutti i tentativi che avevano fatto erano risultati inutili.
Continuò a camminare nella luce sanguigna del tramonto, canticchiando tra sé e sé. Forse sarebbe venuto un giorno in cui non sarebbe più stato solo il Signore degli Inferi.
Sorrise, andando alla ricerca di nuove vittime.
  
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