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Autore: Fransis94    01/03/2011    5 recensioni
Per i 2 fratelli Rufy ed Ace è arrivato il momento di innamorarsi... Ma chi saranno le fortunate?? Una storia avventurosa e al tempo stesso romantica che spero vi farà sognare ad occhi aperti come è successo a me!! Buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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cap 24
Inizio col scusarmi tantissimo per aver aggiornato solo ora. Scusate... Ho avuto problemi con il computer che era ad aggiustare. Comunque alla fine ce l'ho fatta! Meglio tardi che mai... No? In questo capitolo capiremo molte cose sul passato delle nostre protagoniste. Spero che non sia scontato e che vi stupisca almeno un po'.
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite:
-akemi_katy;
-bunny65;
-charlie1995;
-chiaretta1992;
-Emy96;
-Itacina;
-Killy;
-leonedifuoco;
-lucia la misteriosa;
-Namine23;
-redflo66;
-stellinatvb;
-tre 88.
Chi tra le ricordate:
-chiaretta1992;
-Ice_DP;
-lady marion;
-ladylala;
-milan010;
-Nunzia97;
-tre 88.

Chi tra le seguite:
-akemi_katy;
-Aki_Black_Fire;
-Auron_san;
-chiaretta1992;
-ghirigoro;
-Hina_smack;
-Hoshimi;
-i4ever;
-Juliett_94;
-Kat Luna89;
-Kgm92;
-Killy;
-Kira_chan88;
-leonedifuoco;
-Lilith9;

-Miki Michaelis;
-milan010;
-milla96;
-Nunzia97;
-Ramona37;
-redflor37;
-tre 88.

E infine chi mi ha messo tra gli autori preferiti:
-chiaretta1992;
-claymoreelen;
-Lilith9;
-Ramona37;
-tre 88.

Ma grazie anche a coloro che leggono e basta!! =)
Per ultimo ringrazio coloro che hanno recensito, a cui ho risposto con la nuova funzione di EFP:
-Emy96;
-chiaretta1992;
-redflor66;
-akagami95;

-tre 88;
-Killy.
Ed ora buona lettura a tutti!! =)


24- Nuove scoperte

Non riuscivo a crederci! Finalmente mia sorella ed Ace si erano dichiarati. Non potevo più vederli in quel modo! Soffrivano troppo entrambi per quella situazione ancora poco chiara! O almeno per loro. Io l'avevo sempre detto che erano davvero una coppia perfetta quei due. Fin da quando eravamo ragazzi, lo sapevano tutti che erano fatti per stare insieme! C'era un certo feeling che li legava, che non avevo mai visto. Per non parlare anche del carattere! Avevano davvero un carattere opposto, molto simile per certi versi, ma nonostante la loro diversità riuscivano a combaciarsi perfettamente.

Mia sorella è sempre stata premurosa, sia verso di me, la sorellina minore che si cacciava sempre nei guai, sia verso i due fratelli Rufy ed Ace. Non so, aveva sempre quel che di protettivo verso di noi. E' come se fosse maturata prima del previsto, forse anche per tutte le responsabilità che si erano addossate su di lei dopo la morte di nostro nonno. Ho sempre stimato mia sorella per questo. Lei lo faceva per aiutare mia madre, soprattutto dopo la scoperta del nostro potere. Di sicuro non sarà stato facile per una giovane donna, già con i suoi problemi, spiegare a due monelle che non era possibile dir loro il segreto dei loro nuovi poteri, appena acquisiti. E di certo la mancanza di nostro padre, che per inseguire il suo sogno di diventare un grande pirata, se ne era andato quando noi eravamo solamente delle bambine. Non gliene faccio una colpa, ma avrei preferito che fosse stato più presente nella nostra vita. Proprio per questo ci aveva detto che si trattava di un gene sviluppato, l'artefice dei nostri poteri. Da brave bambine ingenue e credulone noi ci credemmo, anche se penso che mia sorella abbia sempre sospettato qualcosa, anche se non ne aveva mai fatto parola. Solamente all'età di 16 anni nostra madre ci spiegò che i nostri poteri non derivavano dai geni. Ma non sapeva, o forse non voleva, aggiungere altro.

Fatto stà che quel giorno ne avremo saputo di più, parlando con Philip. Anche se avevo passato poco tempo con lui devo dire che era un vecchietto in gamba per la sua età. Appena lo abbiamo trovato, superata la fase di stupore, ha subito capito chi io sia. E poi era vivace anche in quella circostanza. Non sembrava affatto in pensiero sul fatto che la marina lo aveva catturato e che stava perfino rischiando la vita. In un certo senso mi ha ricordato Rufy. 

Avevo una tal voglia di saperne di più che non vedevo l'ora che mia sorella si muovesse. Era li impalata davanti all'armadio che stava decidendo cosa indossare. Poi si voltò. -Kita, secondo te cosa devo mettere?- Mi chiese indecisa. 

-Non lo so Frensis, qualsiasi cosa, basta che ti sbrighi.- Le dissi scocciata dall'attesa. 

-Che ti prende Kita?- Mi chiese preoccupata avvicinandosi. In effetti era la prima volta che reagivo in quel modo. Di solito quando qualcuno mi chiedeva consigli sull'abbigliamento mi si illuminavano gli occhi. Ma non quella volta.

-Ni... niente.- Balbettai. -E' che.... Frensis, ho paura. Ho paura che quell'uomo ci dica cose che non vorremo sapere, ma che sono la verità. Non so se ho il coraggio di volerle sapere.- Conclusi sincera.

-E perchè mai non vorresti sapere la verità? Dopotutto noi siamo questo e non credo che saperne di più sui nostri poteri sia un male.-

-No di certo. Ma siccome lui era un amico di nostro nonno ho paura di scoprirne di più su lui. Non voglio sapere che la vita di nostro nonno è stata solo concentrata su studi che poi hanno portato solo alla sua morte.- Confessai con gli occhi gonfi, che aspettavano solo di lacrimare, con quella sensazione in cui ti sembra che il cuore ti scoppi dentro. 

Frensis che non sapeva cosa aggiungere, dato che era anche la sua preoccupazione, guardandomi ancora negli occhi, mi avvolse in uno dei suoi abbracci da mamma. Io, che stavo lottando nel trattenere le lacrime, tra le sue braccia non ce la feci più, lasciando che mi rigassero la faccia ormai accanto alla sua. Frensis mi accarezzò la testa, premurosa come sempre. -Ho anche io la tua stessa paura. Ma sento anche il bisogno di saperlo. Non so il perchè ma è così.- Mi disse tenera. La mia sorellona!! Cosa avrei fatto senza di lei? Era il mio mondo e non avrei permesso a nessuno di distruggerlo!

Restammo abbracciate per qualche altra manciata di minuti. Mi sentivo così al sicuro tra le sue braccia. Il suo respiro regolare, ma strozzato ritmicamente dai singhiozzi che aveva provocato il pianto, mi dava un senso di pace e sicurezza indescrivibile! Poi ad un certo punto, sempre dolcemente Frensis si staccò. Si asciugò le piccole tracce di acqua salata che le erano rimaste sulle guance e cercò di ricomporsi. Era così doloroso vederla così fragile e vulnerabile. Lei che era stata così forte per me. Per tutti noi! 

-Io direi che ti potresti mettere quei jeans con quella maglietta rossa, semplice ma non troppo.- Dissi cambiando discorso e asciugandomi gli occhi.

-Ottima idea!- Cercò di sembrare convincente Frensis.

Come al solito eravamo gli ultimi ad essere arrivati nella grande sala da pranzo. Di chi poteva essere la colpa se non dei due fratelli ritardatari per definizione? Mia sorella ed io eravamo passati a prenderli alla loro cabina ma come al solito dormivano ancora. Erano entrambi a torso nudo col lenzuolo disastrato per il loro sonno leggero. Per poco mia sorella non sveniva alla visione di un Ace mezzo nudo, anche se non ne capisco il motivo. Va sempre in giro senza maglia. Il mio sguardo si spostò poi su Rufy: cavoli se anche lui era bello! Non ci avevo mai fatto caso, ma anche il fratellino minore non era male. Cercai di cacciare via quei pensieri. Non erano da me. Poi io e mia sorella ci scambiammo uno sguardo complice e perfido. Ci avvicinammo ai letti dei rispettivi fratelli e da brave ragazze quali siamo, abbiamo dovuto svegliarli dolcemente: buttarli giù dal letto ci sembrava il modo più cauto e dolce possibile. Dopo averli spronati più volte a sbrigarsi a vestirsi, siamo riusciti a raggiungere la mensa, dove si erano già riuniti Marco, Philip e gli altri comandanti delle divisioni di Barbabianca. Tra tutte le cose che erano successe non avevo mai avuto occasione di conoscerli bene, ma mi sarebbe molto piaciuto. Non so, mi affascinava molto la loro sintonia e l'amore indiscusso che provavano verso Barbabianca. Di sicuro avrei cercato di conoscerli meglio.

Dopo esserci saziati tutti con un'abbondante colazione fornitaci dal cuoco di bordo, arrivò il momento tanto atteso da me e mia sorella. Lei, al contrario di me, cercava di mascherare il suo nervosismo anche aiutata dalla presenza di Ace, che la spalleggiava e le dava conforto. Erano davvero fatti l'una per l'altro. E di me invece chi si prendeva cura? Notai solo allora che c'erano Rufy e Marco rispettivamente alla mia destra e alla mia sinistra, come due guardie del corpo. Quella situazione non mi piaceva affatto e sarebbe stata una delle prime cose che avrei chiarito, non appena ne avrei saputo di più sul mio passato. Era davvero insopportabile, ma come mi sarei comportata? Cosa avrei detto ad entrambi? Cavolo, che casino!

Aspettammo che tutti se ne fossero andati, per avere un po' più di privacy. Non dovemmo nemmeno aspettare molto. Nel giro di una decina di minuti se ne erano già tutti andati, lasciando la mensa semi vuota. A quel punto potevamo parlare con tutta tranquillità. Ci disponemmo seduti attorno ad un tavolo, alla cui estremità si posizionò Philip.

-Salve a tutti ragazzi. Non vi aspettavo così numerisi... A cosa devo tutti questi spettatori?- Iniziò tranquillo Philip, anche se un po' imbarazzato dai ragazzi.

Ace prese la parola. -In realtà ci interessa molto sapere il passato delle due sorelle. Sono nostre carissime amiche, che conosciamo fin da piccoli.- Terminò la frase con un pizzico di orgoglio.

-E' la verità...- Disse Frensis, acconsentendo quello che aveva appenda detto Ace. -E poi abbiamo bisogno di loro. Sai ci spaventa un po' sapere cosa sia successo a nostro nonno. Nemmeno nostra madre ne sa molto. Ci ha detto solo che la Marina lo ha rapito e giustiziato perchè aveva quel gene più sviluppato rispetto agli altri che ci consente di spostare oggetti o persone con il pensiero, leggere e comunicare.- Terminò mia sorella spiegando velocemente la situazione al vecchietto, che ascoltava senza proferire parola. Ma la sua espressione parlava benissimo. Di certo, da come aveva reagito, non si aspettava una spiegazione del genere. Rimase esterefatto.

-Ah, è questo che vi ha detto vostra madre?- Rispose lui stupito.

-Si, perchè non è la verità?- Intervenni io, forse in maniera un po' sgarbata, ma odiavo non essere a conoscenza di una cosa così importante per noi, come i nostri poteri. Mi dava davvero sui nervi.

-Non esattamente.- Rispose calmo, non curandosi della mia punta di maleducazione con la quale avevo aperto bocca. A quelle parole io e mia sorella ci guardammo. 

-Continua ti prego.- Lo incitammo insieme. Non stavo davvero più nella pelle. Dovevo sapere qualcosa e alla svelta.

Prese un respirone e iniziò con il racconto, con tutta calma. -Dovete sapere che i vostri poteri non derivano dai geni che avete ereditato. Questo è quello che abbiamo fatto credere alla Marina per non far cadere in mani loro anche questo tipo di potere, dato che all'epoca era iniziata la caccia verso gli storici che studiavano i Poignee Griffe, ritenuti una minaccia, e a quelle armi micidiali. Perciò io e vostro nonno decidemmo di dire che era un nostro gene così anche se ci avrebbero ucciso non avrebbero mai scoperto il nostro segreto. Nell'isola in cui ci eravamo insediati per svolgere al meglio i nostri studi e dove vostro nonno Adam conobbe e si innamorò di Komori, vostra nonna, la vita era pacifica e noi avevamo quasi finito i nostri studi.- Sembrava che tutto poteva andare per il meglio. Ma la parte peggiore doveva arrivare e di certo non mi sarebbe piaciuta. Ero come divisa: una parte di me voleva assolutamente continuare ad ascoltare, mentre l'altra desiderava andarsene via e rinchiudersi in un posto lontano. Logicamente però prevalse la parte curiosa e, lottando interiormente, riuscii a resistere. -Ebbene un giorno arrivò la Marina a perquisire l'isola e Sasuke, un giovane a cui non stavamo molto simpatici, spifferò che noi stavamo facendo delle ricerche, affermando che però non sapeva di che tipo fossero. Io andai nel panico. Non sapevo più cosa fare. Temevo per la nostra vita. Non potevamo certo combattere in due tutti quei marines. Magari contro una normale flotta ce la potevamo anche cavare, ma era venuto un viceammiraglio, per quello non avevamo scampo. Ma vostro nonno decise di affrontarli, o meglio di non scappare, permettendo a Komori, che aveva in grembo vostra madre, di fuggire insieme a me, che dovevo portarla al sicuro. Sapevo che non avrebbe avuto scampo, per quanto lui fosse stato un bravo attore, non poteva ingannare tutti.- Concluse con un tono di rammarico e amarezza nella voce. Ero come pietrificata. Non riuscivo a reagire. Non sapevo cosa fare o dire. 

-Non mi dica che ha avuto il coraggio di lasciarlo da solo...- Si intromise Rufy, usando un tono accusatorio che non scalfì minimamente Philip. Era davvero un uomo molto paziente ed educato. Capiva benissimo come ci potessimo sentire e non se la prendeva se gli mancavamo di rispetto. Era davvero ammirevole da parte sua.

-E cosa potevo fare?- A quei ricordi, al vecchietto scese una lacrima che gli rigò la faccia ormai segnata dalla vecchiaia. -Avevo deciso di rimanere con lui, dopotutto eravamo migliori amici, ormai fratelli e anche se avevo paura non potevo lasciarlo solo. Ma piangendo mi supplicò di portare in salvo la sua famiglia. Komori non ce la poteva fare da sola in mare aperto e dato che aveva in grembo la loro bambina, quella nostra bugia gli si ritorse contro, mettendo in pericolo anche lei.- Si fermò un attimo per asciugarsi le lacrime. Non mi resi nemmeno conto che anche io e mia sorella stavamo piangendo silenziosamente, così ne approfittammo anche noi per seguire il suo esempio. -Sapete, vostro nonno è morto da eroe. Si è sacrificato per salvare la sua famiglia. Non dovete ricordarlo come un povero studioso buono a nulla, anzi eravamo in gamba nel combattimento. Ma lui, come me, conosceva i rischi di questa ricerca. Ma in fondo era pur sempre il nostro sogno.- Concluse orgoglioso di come aveva descritto nostro nonno, nonchè suo migliore amico.

-Ti prego... Dicci da dove derivano i nostri poteri.- Lo supplicai singhiozzando. Non ero proprio riuscita a trattenermi. Non era da me, ma la descrizione che mi aveva dato Philip di mio nonno, me lo fece immaginare come un uomo di valore e con dei sani principi. Proprio come me!

-Vedete, Adam ed io trovammo in quell'isola una pietra molto particolare, la quale ad occhio nudo sembrava oro, ma si presentava più flessibile. Sapete benissimo che l'oro è durissimo e per modellarlo si deve fondere a temperature elevatissime. Ma quella pietra, era molto fragile. Così facemmo numerosi esperimenti e teorie su di essa.- Prese una lunga pausa, durante la quale sorseggiò lentamente un bicchiere d'acqua. Era come se volesse creare più suspance. Non stavo nella pelle, attendendo con ansia il continuo di quella che era la mia storia, il mio passato. Poi riprese fiato e continuò. -In realtà non è una pietra vera e propria. E' come se fosse biotica, al suo interno c'è vita. Non nel vero senso della parola, ma si parla di una sostanza molto simile a quella che noi abbiamo nel nostro cervello. La differenza sta che da sola non ha alcun effetto nella pietra, ma se avvicinata ad un umano, questa aumenta i suoi poteri psichici.- Terminò la spiegazione scientifica con una punta di orgoglio per quella scoperta che sarebbe sempre appartenuta a lui e a nostro nonno.

-Perciò non si parla di genetica, ma deriva tutto da queste pietre?- Chiesi conferma, ancora un po' confusa per la conclusione che mi aveva fornito.

-Esatto, per la precisione quelle che avete al collo.- Disse indicando con il dito le pietre della collana a me tanto cara e da cui non mi separavo mai. Era un ricordo della mia famiglia. Le afferrai per sentire se erano realmente fragili. -Ma non sono affatto fragili!- Conclusi.

-No, infatti. Ho studiato per anni un modo per farle assomigliare a tutti gli effetti all'oro.- Mi disse fiero di sè. -In questo modo nessuno può sospettare dell'esistenza di questo tipo di potere così micidiale, e catastrofico se capita nelle mani sbagliate.- 

-Ora che ci penso, i nostri poteri si sono sviluppati solo dopo che la mamma ci aveva regalato queste pietre. Diceva che era un regalo di nostro nonno.- Disse Frensis tra le nuvole, ripensando alla stessa scena che avevo evocato io nella mia mente. Quel giorno d'estate quando la mamma arrivò con un pacchetto, che ci avrebbe cambiato la vita per sempre.

-In realtà le ho modellate e spedite io. Sono sicuro che vostro nonno ne sarebbe stato d'accordo. Probabilmente vostra madre conosceva tutto, dato che le ho scritto anche una lettera con spiegato tutto quanto, ma non ve lo ha detto perchè ha voluto proteggervi.- Arrivò a questa conclusione molto serenamente e pienamente d'accordo. In fondo era la cosa giusta da fare.

-E come lo spieghi il fatto che i nostri poteri si attivano solamente quando ci sentiamo in pericolo o durante un combattimento?- Chiese mia sorella scaltra. Io ancora non ero giunta a quella conclusione, dato che ero ancora in uno stato di semi-shock causato dalle rivelazioni appena dette.

-Beh, è molto semplice. Come ho già detto quelle pietre hanno una composizione del tutto simile a quella del nostro cervello, anche se ne differiscono per una componente. L'adrenalina, prodotta con le situazioni di pericolo, è un particolare ormone che ha una funzione di neutrasmettitore e per questo potete usare i vostri poteri solamente quando è in circolazione l'adrenalina, che aumenta le vostre capacità. Ci sono stati solo rarissimi casi in cui sono riuscito a usare le mie doti in una situazione totalmente diversa. Ma ci vogliono anni e anni di duro allenamente e una profonda concentrazione. Non vi consiglio di provarci spesso, anche perchè provoca un affaticamente mentale indescrivibile che vi potrebbe costare la salute. Dovreste avere una sintonia così profonda per avere un contatto mentale in quelle condizioni.- Concluse con un tono un po' amareggiato e malinconico, come se fosse pentito di chissà quale fatto avvenuto nel suo passato. 

Nella sala calò un silenzio fastidiosissimo, che mi riportò alla realtà. Guardai mia sorella assorta nei suoi pensieri. Chissà a cosa stava pensando. Nella mia mente scorrevano così tante immagini e pensieri che il modo migliore per esprimermi mi sembrò quello di stare zitta. Non riuscivo a mettere insieme una frase per fare un discorso concreto. Quelle rivelazioni mi avevano davvero turbata. 

-Mi dispiace ragazze se vi ho turbate o spaventate in qualche modo, ma volevate sapere la verità, ed è questa, che lo vogliate o no. Non sempre siamo disposti ad accettare questo tipo di cose, per questo vi capisco perfettamente se non volete più saperne di quelle pietre.- Disse Philip guardando prima la mia collana e poi quella di mia sorella. Istintivamente portai una mano al collo, toccando i contorni della pietra. Chi poteva immaginarsi che fosse quel regalo a me così caro, ad avermi dato i poteri che mi distinguevano dal resto del mondo. -Non siete obbligate a continuare a portarle ora che ne conoscete anche la parte peggiore dei vostri poteri. Non so quanto vi possa spaventare di potere essere scoperte dalla Marina, e vivere una vita fuggendo e nascondendosi da esse.- Terminò la frase con lo sguardo perso nel vuoto, forse ricordando tutte le cose belle a cui ha dovuto rinunciare a causa di quelle pietre.

-Fatto sta che io non sono pentito di nulla. Se tornassi indietro rifarei le stesse cose. Non ne cambierei una al mondo.- Disse ad un tratto alzandosi e reggendosi al tavolo per non perdere l'equilibrio. -Se non vi spiace ora tornerei nella mia stanza. Sono molto stanco, ma se volete questo pomeriggio sono ancora a vostra disposizione.- Noi rimanemmo in silenzio, senza aggiungere altro.

Poi, quando fu fuori dalla grande sala, Frensis ci guardò tutti, uno a uno e disse: -Devo ammettere che mi ha stupita, ma d'altro canto noi siamo pirati e non sarà certo un problema se dovremo scappare dalla Marina anche per questo!- Terminò allegra.

CONTINUA

  
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