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Autore: Jane The Angel    02/03/2011    2 recensioni
Jane Watson vive a New York e la sua vita già bellissima sta per raggiungere la perfezione assoluta. Eppure non è tutto oro ciò che luccica, e Jane si troverà a riconsiderare la sua vita e le sue scelte in un posto in cui mai avrebbe immaginato di poter vivere...
dal primo capitolo: Attraversò il salotto, passò nel disimpegno e, ascoltando la sorella che la informava sugli orari per l’addio al nubilato, aprì la porta della camera da letto.
Un’ondata d’aria gelida le entrò nei polmoni e tutti i colori divennero d’improvviso dolorosamente vividi –No…- sussurrò.
(ispirata al telefilm "Men in Trees")
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo terzo

 

   -Jane Watson!- esclamò il ragazzo rivolgendole un sorriso aperto –Finalmente ti incontro!-

   -Ehm… sono qui da meno di quattro ore ma… piacere!- disse Jane interdetta, cercando di dimostrarsi cordiale.

   -Jerry Buster.- si presentò lui afferrandole la mano e stringendogliela –Il fratello di Joe. E, ora che ti vedo dal vivo, posso assicurarti che il tuo fidanzato è stato un vero pazzo.-

   Jane sbarrò gli occhi, incerta se ringraziarlo o tirargli un pugno. Fortunatamente, Rob la tolse dall’impaccio rivolgendosi a Jerry –Tuo fratello è dentro, se cercavi lui.-

   -Giusto, grazie. Che fate voi?-

   -Andiamo a pranzo… all’Insonnia.- rispose Jane.

   -Fantastico, è la mia prossima tappa.- le sorrise Jerry –Mi aspettate mezzo secondo? Lascio questa roba a mio fratello…- disse sollevando la busta che teneva in mano –…e torno.-

   -Forse non…- cercò di dire Rob, ma Jerry era già sparito all’interno del negozio –Scusalo.- sospirò Rob.

   -No, dai, è solo… espansivo.- sorrise Jane.

   Prima che Rob avesse il tempo di ribattere, Jerry uscì dal negozio del fratello –Allora, Jane, ti fermerai molto?- domandò immediatamente.

   Jane alzò le spalle –Questi sono i piani.- disse evitando di sbilanciarsi.

   -Beh, spero che ci sia il tempo di conoscersi.- disse Jerry rivolgendole un sorriso dolce ma forse un po’ allusivo.

   Continuando a chiacchierare i tre si incamminarono lungo la strada e in meno di un minuto raggiunsero l’Insonnia. Di nuovo quando entrarono calò il silenzio e Jane ebbe la netta sensazione che tutti avessero parlato di lei fino a un momento prima. Scacciò rapidamente quella sensazione: dopotutto, per quanto la città fosse piccola, di certo non lo sapevano ancora tutti.

   -Vado a ordinare.- annunciò Jane e, dopo aver ascoltato cosa volevano i due ragazzi, andò al bancone e aspettò che Jud fosse libera sedendosi su uno sgabello. Alla sua destra era seduto un uomo di colore, dalla barba ormai imbiancata –Sei Jane Watson, vero?- domandò.

   -Si.- annuì lei.

   -Si vede. Dalla faccia sconvolta, sai. Si capisce al volo.-

   Jane sollevò le sopraciglia, colpita da quella poca mancanza di tatto –Ah, beh, grazie mille!- sbottò e si voltò dall’altra parte. Sullo sgabello alla sua sinistra, con una bottiglia di birra e un panino al salame, era seduto Erik, che la fissava in modo strano. A Jane ci vollero solo pochi secondi per esplodere –Allora, tocca a te, no? Carica il fucile e spara! Cosa vuoi commentare? Le occhiaie? No, un tocco di classe, perché non noti il bel palco di corna con cui vado in giro per colpa del mio ex? Tanto ormai lo sanno tutti!-

   Erik la osservò con calma, senza alterare minimamente la sua espressione –A dire il vero, io non lo sapevo. Grazie dell’aggiornamento, comunque.-

   Irritata, Jane si voltò verso Jud, che era appena arrivata di fronte a lei.

   -Ciao. Prima che tu dica qualsiasi cosa, mi dispiace.- disse la ragazza –Ho scordato di avvertirti che è pericoloso parlare quando Irvine, la nostra cuoca, è a portata d’orecchio. Deve aver sentito oggi e… beh, ormai lo sanno tutti.-

   -Non proprio tutti, ma pare che abbia provveduto io a rimediare.- sbuffò Jane passandosi una mano tra i capelli –Non importa, probabilmente l’avrebbero saputo tutti comunque, a breve.- scosse le spalle.

   -Probabile, anzi, sicuro.- le fece l’occhiolino Jud –Allora, vuoi ordinare per te e quei due pazzi che ti accompagnano?-

   -Grazie. Uhm… Per Rob pollo con fagiolini, per Jerry bistecca e patate al forno e io… pollo con patate. Oh, e una bottiglia d’acqua naturale.-

   -Non vuoi una caraffa del rubinetto?-

   -Io… ecco…- ammise Jane arrossendo un po’ –In realtà, non bevo acqua del rubinetto.-

   L’uomo accanto a lei soffiò una risata e alzò gli occhi al cielo. Jane lo fulminò con uno sguardo e Jud sorrise –Perfetto, allora ecco l’acqua. Vi chiamo quando sono pronti i piatti, ok?-

   -D’accordo.- con un sorriso, Jane si voltò e tornò al tavolo dove la aspettavano Rob e Jerry, seguita da una dose preoccupante di sguardi.

   -Non ho un cartello strano appeso dietro la schiena vero? Tipo “prendimi a calci” o cose del genere…- domandò Jane ai due ragazzi.

   -No.- scosse la testa Jerry –Ma è come se tu avessi un’insegna luminosa sopra la testa con scritto “Nuova cittadina, donna, col cuore spezzato”. Qui attira molto di più dei calci nel sedere, te lo assicuro.-

   Jane scoppiò a ridere: dopotutto quel modo da fare schietto la divertiva –Un peccato che io non sia alla ricerca di un uomo.-

   -Perché non mi conosci ancora bene.- commentò Jerry in tono malizioso.

   -Ma perché devi sempre…- balbettò Rob –Vabbé, vado a prendere i piatti. Non dargli retta, Jane.-

   -Quindi… immagino che non otterrei molto chiedendoti di uscire stasera.- suppose Jerry quando furono rimasti soli l tavolo.

   -Per quanto mi incuriosisca scoprire in cosa consista la vita mondana in questo paese, credo di dover rifiutare.- sorrise la ragazza.

   -Ecco le vivande!- annunciò Rob –Oh, guardate, c’è Liz! Ehi!-

   La ragazza che era appena entrata si voltò verso il loro tavolo con un sorriso e, dopo aver ordinato a Jud “il solito”, si avvicinò.

   -Ciao! Rob, ti ho portato i cuscini che avevi chiesto, sono nella hall.- annunciò mentre Jane la studiava: era minuta, coi capelli neri tagliati corti e grandi occhi scuri –Tu devi essere Jane Watson. Liz Moore… mai letti i tuoi libri, ma li ho trasportati, qualche volta. Belle copertine.-

   -Ah… ehm… grazie, credo. Comunque, piacere.-

   -Piacere.- rispose Liz sedendosi accanto a lei –Io piloto un piccolo aereo a tre posti fino a Juneau, una volta ogni due settimane, quindi se ti serve non hai che da chiedere.-

   -Oh! Magari potresti portarmi con te la prossima volta, a Juneau esistono delle tabaccherie, vero?- domandò Jane, riavvertendo di colpo la mancanza del tabacco. E dire che non fumava a malapena da un giorno.

   -Fumatrice, eh?- rise Liz –Magari stando qui riuscirai a smettere… anche se in effetti forse questo non è il momento adatto per te, con tutto lo stress per il matrimonio fallito… beh, qui gli uomini faranno la fila, vedrai. Siamo poche e loro sono molti.- commentò ridacchiando –E scommetto che Jerry ha già preso il numerino.

   -Già, ma pare che la nostra Jane non sia in cerca di uomini al momento.- intervenne Jerry.

   -Davvero?- si accigliò Liz –Non vuoi mettere una toppa sullo strappo?-

   -Immagine molto azzeccata, ma no.- rise l’altra –Ho sempre vissuto cercando di fare tutto ciò che potevo per piacere agli uomini. Magari è ora di cambiare le cose.- spiegò scuotendo le spalle.

   -Capisco. Beh, non sarà difficile… qui la quantità è alta, ma in quanto a qualità…- scosse la testa Liz facendo con la mano un segno come a voler dire “nada”.

   -Ehi!- esclamarono in coro Rob e Jerry.

   -Con ovvie eccezioni.- si affrettò ad aggiungere la ragazza ma, appena i due riportarono l’attenzione sui piatti, sillabò “Le eccezioni non sono loro” rivolta verso Jane, che cercò di non scoppiare a ridere.

   In quel momento un cane bianco, alto dieci centimetri, entro trotterellando nella sala e si avvicinò al loro tavolo.

   -Jud, hai lavato il cane e si è ristretto?- domandò Jane accigliandosi. Come a risposta, l’enorme cagnone di quel pomeriggio raggiunse il piccolo, fermandosi proprio accanto a Jane che s’irrigidì di botto.

   -No, è il suo cucciolo.- rise Jud –Dai Jane, dopo Bill ti fa ancora paura Stella?-

   -Vuoi una risposta sincera?- domandò Jane chiudendo gli occhi mentre Stella le annusava il braccio.

   -Erik, le dai una mano?- sussurrò Jud all’orecchio del ragazzo poggiandogli una mano sul braccio.

   Proprio in quel momento, Zac uscì dalla cucina e s’incupì, osservandoli.

   -Un giorno ti occuperai dei tuoi cani al posto mio?- ribatté Erik poggiando una mano su quella di Jud.

   -Jud, Irvine ha bisogno in cucina.- sbottò Zac poggiando con poca grazia un bicchiere accanto a Erik. Quest ultimo si alzò e andò al tavolo, afferrando Stella per la collottola: questo fece si che i suoi denti risultassero totalmente in mostra e Jane sobbalzò.

   -Ehi, la porto via, rilassati.- la prese in giro Erik, guadagnandosi un’occhiataccia.

   -Non sapevo avessi paura dei cani.- commentò Jerry poggiando i gomiti sul tavolo –Ti proteggo io d’ora in poi, non ti preoccupare.-

   -Sbruffone.- commentò Liz.

   -Zac, ma che dici? Irvine non aveva bisogno di nulla.- sbuffò Jud uscendo dalla cucina e avvicinandosi al cucciolo di cane e prendendolo tra le braccia –Lui è Kevin. Fai ciao a Jane, Kev.- disse, e il cane abbaiò con una vocina acuta come quella di un neonato.

   -Oh, tu si che mi piaci.- sorrise Jane accarezzandolo. Kevin però con un movimento improvviso tentò di morderla –Ehi! Possibile che tutti gli animali ce l’abbiano con me?- sbottò Jane facendo ridere Rob, Jud e Jerry. Nel locale alcuni risero e alcuni scossero la testa, così Jane capì: si sarebbe dovuta abituare a condividere qualsiasi momento con ogni persona presente e assente, in quel paese. Bene, poteva farcela…

Forse.

 

 

____________Nota di Jane

In ritardo vergognoso ma sono ricomparsa xD Spero che il capitolo vi piaccia, i personaggi iniziano pian pianino a comparire tutti spero che vi piacciano Liz e Jerry, i nuovi arrivati in questo capitolo xD Un commentino è sempre ben gradito!!

Un bacio a tutte,

Jane

  
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