Capitolo terzo
-Jane Watson!- esclamò il ragazzo
rivolgendole un sorriso aperto –Finalmente ti incontro!-
-Ehm… sono qui da meno di quattro ore ma…
piacere!- disse Jane interdetta, cercando di dimostrarsi cordiale.
-Jerry Buster.- si presentò lui afferrandole
la mano e stringendogliela –Il fratello di Joe. E, ora che ti vedo dal vivo,
posso assicurarti che il tuo fidanzato è stato un vero pazzo.-
Jane sbarrò gli occhi, incerta se
ringraziarlo o tirargli un pugno. Fortunatamente, Rob la tolse dall’impaccio
rivolgendosi a Jerry –Tuo fratello è dentro, se cercavi lui.-
-Giusto, grazie. Che fate voi?-
-Andiamo a pranzo… all’Insonnia.- rispose
Jane.
-Fantastico, è la mia prossima tappa.- le
sorrise Jerry –Mi aspettate mezzo secondo?
Lascio questa roba a mio fratello…- disse sollevando la busta che teneva in
mano –…e torno.-
-Forse non…- cercò di dire Rob, ma Jerry era
già sparito all’interno del negozio –Scusalo.- sospirò Rob.
-No, dai, è solo… espansivo.- sorrise Jane.
Prima che Rob avesse il tempo di ribattere,
Jerry uscì dal negozio del fratello –Allora, Jane, ti fermerai molto?- domandò
immediatamente.
Jane alzò le spalle –Questi sono i piani.-
disse evitando di sbilanciarsi.
-Beh, spero che ci sia il tempo di
conoscersi.- disse Jerry rivolgendole un sorriso dolce ma forse un po’
allusivo.
Continuando a chiacchierare i tre si
incamminarono lungo la strada e in meno di un minuto raggiunsero l’Insonnia. Di
nuovo quando entrarono calò il silenzio e Jane ebbe la netta sensazione che
tutti avessero parlato di lei fino a un momento prima. Scacciò rapidamente
quella sensazione: dopotutto, per quanto la città fosse piccola, di certo non
lo sapevano ancora tutti.
-Vado a ordinare.- annunciò Jane e, dopo
aver ascoltato cosa volevano i due ragazzi, andò al bancone e aspettò che Jud
fosse libera sedendosi su uno sgabello. Alla sua destra era seduto un uomo di
colore, dalla barba ormai imbiancata –Sei Jane Watson, vero?- domandò.
-Si.- annuì lei.
-Si vede. Dalla faccia sconvolta, sai. Si
capisce al volo.-
Jane sollevò le sopraciglia, colpita da
quella poca mancanza di tatto –Ah, beh, grazie mille!- sbottò e si voltò
dall’altra parte. Sullo sgabello alla sua sinistra, con una bottiglia di birra
e un panino al salame, era seduto Erik, che la fissava in modo strano. A Jane
ci vollero solo pochi secondi per esplodere –Allora, tocca a te, no? Carica il
fucile e spara! Cosa vuoi commentare? Le occhiaie? No, un tocco di classe,
perché non noti il bel palco di corna con cui vado in giro per colpa del mio ex?
Tanto ormai lo sanno tutti!-
Erik la osservò con calma, senza alterare
minimamente la sua espressione –A dire il vero, io non lo sapevo. Grazie
dell’aggiornamento, comunque.-
Irritata, Jane si voltò verso Jud, che era
appena arrivata di fronte a lei.
-Ciao. Prima che tu dica qualsiasi cosa, mi
dispiace.- disse la ragazza –Ho scordato di avvertirti che è pericoloso parlare
quando Irvine, la nostra cuoca, è a portata d’orecchio. Deve aver sentito oggi
e… beh, ormai lo sanno tutti.-
-Non proprio tutti, ma pare che abbia
provveduto io a rimediare.- sbuffò Jane passandosi una mano tra i capelli –Non
importa, probabilmente l’avrebbero saputo tutti comunque, a breve.- scosse le
spalle.
-Probabile, anzi, sicuro.- le fece
l’occhiolino Jud –Allora, vuoi ordinare per te e quei due pazzi che ti
accompagnano?-
-Grazie. Uhm… Per Rob pollo con fagiolini,
per Jerry bistecca e patate al forno e io… pollo con patate. Oh, e una
bottiglia d’acqua naturale.-
-Non vuoi una caraffa del rubinetto?-
-Io… ecco…- ammise Jane arrossendo un po’
–In realtà, non bevo acqua del rubinetto.-
L’uomo accanto a lei soffiò una risata e
alzò gli occhi al cielo. Jane lo fulminò con uno sguardo e Jud sorrise
–Perfetto, allora ecco l’acqua. Vi chiamo quando sono pronti i piatti, ok?-
-D’accordo.- con un sorriso, Jane si voltò e
tornò al tavolo dove la aspettavano Rob e Jerry, seguita da una dose
preoccupante di sguardi.
-Non ho un cartello strano appeso dietro la
schiena vero? Tipo “prendimi a calci” o cose del genere…- domandò Jane ai due
ragazzi.
-No.- scosse la testa Jerry –Ma è come se tu
avessi un’insegna luminosa sopra la testa con scritto “Nuova cittadina, donna,
col cuore spezzato”. Qui attira molto di più dei calci nel sedere, te lo
assicuro.-
Jane scoppiò a ridere: dopotutto quel modo
da fare schietto la divertiva –Un peccato che io non sia alla ricerca di un
uomo.-
-Perché non mi conosci ancora bene.-
commentò Jerry in tono malizioso.
-Ma perché devi sempre…- balbettò Rob
–Vabbé, vado a prendere i piatti. Non dargli retta, Jane.-
-Quindi… immagino che non otterrei molto
chiedendoti di uscire stasera.- suppose Jerry quando furono rimasti soli l
tavolo.
-Per quanto mi incuriosisca scoprire in cosa
consista la vita mondana in questo paese, credo di dover rifiutare.- sorrise la
ragazza.
-Ecco le vivande!- annunciò Rob –Oh,
guardate, c’è Liz! Ehi!-
La ragazza che era appena entrata si voltò
verso il loro tavolo con un sorriso e, dopo aver ordinato a Jud “il solito”, si avvicinò.
-Ciao! Rob, ti ho portato i cuscini che
avevi chiesto, sono nella hall.- annunciò mentre Jane la studiava: era minuta,
coi capelli neri tagliati corti e grandi occhi scuri –Tu devi essere Jane
Watson. Liz Moore… mai letti i tuoi libri, ma li ho trasportati, qualche volta.
Belle copertine.-
-Ah… ehm… grazie, credo. Comunque, piacere.-
-Piacere.- rispose Liz sedendosi accanto a
lei –Io piloto un piccolo aereo a tre posti fino a Juneau, una volta ogni due
settimane, quindi se ti serve non hai che da chiedere.-
-Oh! Magari potresti portarmi con te la
prossima volta, a Juneau esistono delle tabaccherie, vero?- domandò Jane,
riavvertendo di colpo la mancanza del tabacco. E dire che non fumava a malapena
da un giorno.
-Fumatrice, eh?- rise Liz –Magari stando qui
riuscirai a smettere… anche se in effetti forse questo non è il momento adatto
per te, con tutto lo stress per il matrimonio fallito… beh, qui gli uomini
faranno la fila, vedrai. Siamo poche e loro sono molti.- commentò ridacchiando
–E scommetto che Jerry ha già preso il numerino.
-Già, ma pare che la nostra Jane non sia in
cerca di uomini al momento.- intervenne Jerry.
-Davvero?- si accigliò Liz –Non vuoi mettere
una toppa sullo strappo?-
-Immagine molto azzeccata, ma no.- rise
l’altra –Ho sempre vissuto cercando di fare tutto ciò che potevo per piacere
agli uomini. Magari è ora di cambiare le cose.- spiegò scuotendo le spalle.
-Capisco. Beh, non sarà difficile… qui la
quantità è alta, ma in quanto a qualità…- scosse la testa Liz facendo con la
mano un segno come a voler dire “nada”.
-Ehi!- esclamarono in coro Rob e Jerry.
-Con ovvie eccezioni.- si affrettò ad
aggiungere la ragazza ma, appena i due riportarono l’attenzione sui piatti,
sillabò “Le eccezioni non sono loro”
rivolta verso Jane, che cercò di non scoppiare a ridere.
In quel momento un cane bianco, alto dieci
centimetri, entro trotterellando nella sala e si avvicinò al loro tavolo.
-Jud, hai lavato il cane e si è ristretto?-
domandò Jane accigliandosi. Come a risposta, l’enorme cagnone di quel
pomeriggio raggiunse il piccolo, fermandosi proprio accanto a Jane che
s’irrigidì di botto.
-No, è il suo cucciolo.- rise Jud –Dai Jane,
dopo Bill ti fa ancora paura Stella?-
-Vuoi una risposta sincera?- domandò Jane
chiudendo gli occhi mentre Stella le annusava il braccio.
-Erik, le dai una mano?- sussurrò Jud
all’orecchio del ragazzo poggiandogli una mano sul braccio.
Proprio in quel momento, Zac uscì dalla
cucina e s’incupì, osservandoli.
-Un giorno ti occuperai dei tuoi cani al
posto mio?- ribatté Erik poggiando una mano su quella di Jud.
-Jud, Irvine ha bisogno in cucina.- sbottò
Zac poggiando con poca grazia un bicchiere accanto a Erik. Quest ultimo si alzò
e andò al tavolo, afferrando Stella per la collottola: questo fece si che i
suoi denti risultassero totalmente in mostra e Jane sobbalzò.
-Ehi, la porto via, rilassati.- la prese in
giro Erik, guadagnandosi un’occhiataccia.
-Non sapevo avessi paura dei cani.- commentò
Jerry poggiando i gomiti sul tavolo –Ti proteggo io d’ora in poi, non ti
preoccupare.-
-Sbruffone.- commentò Liz.
-Zac, ma che dici? Irvine non aveva bisogno
di nulla.- sbuffò Jud uscendo dalla cucina e avvicinandosi al cucciolo di cane
e prendendolo tra le braccia –Lui è Kevin. Fai ciao a Jane, Kev.- disse, e il
cane abbaiò con una vocina acuta come quella di un neonato.
-Oh, tu si che mi piaci.- sorrise Jane accarezzandolo.
Kevin però con un movimento improvviso tentò di morderla –Ehi! Possibile che
tutti gli animali ce l’abbiano con me?- sbottò Jane facendo ridere Rob, Jud e
Jerry. Nel locale alcuni risero e alcuni scossero la testa, così Jane capì: si
sarebbe dovuta abituare a condividere qualsiasi momento con ogni persona
presente e assente, in quel paese. Bene, poteva farcela…
Forse.
____________Nota di Jane
In ritardo vergognoso ma sono ricomparsa xD Spero che
il capitolo vi piaccia, i personaggi iniziano pian pianino a comparire tutti
spero che vi piacciano Liz e Jerry, i nuovi arrivati in questo capitolo xD Un
commentino è sempre ben gradito!!
Un bacio a tutte,
Jane