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Autore: XShade_Shinra    02/03/2011    3 recensioni
[#50 – Manette] Nana avrebbe tanto desiderato che il patrigno di Mayu finisse in manette per quello che aveva fatto alla ragazza, ma sapeva che lei non l’avrebbe mai voluto, quindi continuò a fissare quella cabina pubblica senza osare fare una telefonata anonima alla polizia per denunciare il fatto.
Cinquanta frasi per due dolci fanciulle: Nana e Mayu
[ Shoujo-ai - Nana x Mayu ]
[ FanFiction partecipante alla Challenge indetta dalla community "1frase" utilizzando il Set Epsilon ]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Mayu, Nana | Coppie: Nana/Mayu
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Fünfzig Sätze-
[#50 – Manette] Nana avrebbe tanto desiderato che il patrigno di Mayu finisse in manette per quello che aveva fatto alla ragazza, ma sapeva che lei non l’avrebbe mai voluto, quindi continuò a fissare quella cabina  pubblica senza osare fare una telefonata anonima alla polizia per denunciare il fatto.
Cinquanta frasi per due dolci fanciulle: Nana e Mayu
[Shoujo-ai - Nana x Mayu]
FanFiction partecipante alla Challenge indetta dalla community "1frase" utilizzando il Set Epsilon 


-Titolo: Fünfzig Sätze
-Autore: XShade-Shinra
-Fandom: Elfen Lied
-Pairing: Nana x Mayu
-Genere: Vari generi
-Rating: Giallo  
-Avvisi: Shoujo-ai, What if..., Missing Moments
-Capitoli: One-Shot  
-Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d'altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
-Note: il titolo è in tedesco, e significa "cinquanta frasi", anche se la parola Sätze ha anche altri significati, tra cui anche "serie/set".



-Fünfzig Sätze-

#01 – Gelosia
Loro due non sapevano cosa fosse la gelosia, poiché si fidavano talmente tanto l’una dell’altra che non c’era bisogno di annacquare un sentimento così denso come il loro amore miscelandolo con essa.

#02 – Lenzuola
Nana aveva ormai capito di essere un caso disperato, e anche il semplice stendere delle fresche lenzuola bianche profumate d’ammorbidente era un compito da cui Mayu aveva deciso di alleggerirla.

#03 – Caffè
«Che amaro…», guaì Nana, tirando fuori la linguetta color caffellatte, mentre Nana le porgeva un sorriso di cortesia, indicandole lo zucchero, che naturalmente la Silpelit non aveva messo.

#04 – Interrogatorio
Se Nana fosse stata catturata dalla polizia, l’avrebbero senz’altro sottoposta ad un interrogatorio, e lei avrebbe fatto di tutto affinché la dolce Mayu non potesse essere coinvolta nella vicenda dei Diclonius.

#05 – Melodia
La voce di Mayu era pura melodia alle orecchie di Nana, soprattutto quando le sussurrava quelle due parole così pure all’orecchio.

#06 – Lavoro
«Voglio trovare un lavoro», disse Nana, decisa come non mai, facendo ridere Kouta, «Così io e Mayu ci sposeremo e andremo a vivere per conto nostro», aggiunse, prosciugando il sorriso dalla faccia del padrone di casa, il quale si segnò mentalmente di dover spiegare gusto qualcosina alla Silpelit.

#07 – Denti
Mayu non mostrava mai i denti mentre sorrideva, come Nana del resto, anche se quest’ultima li mostrava spesso e volentieri quando la facevano irritare.

#08 – Libro
Nana adorava i libri di favole e fiabe, e la sua storia preferita era cenerentola, perché le ricordava un po’ la sua storia, soprattutto nella parte delle sorellastre e del principe azzurro, anche se nel suo caso era una timida principessa bruna.

#09 – Chiave
Tutti in famiglia avevano una copia della chiave di casa, tranne le due inquiline più giovani, che ne avevano una in comune.

#10 – Sguardo
Lo sguardo dall’iride rosacea si posò su quello castano scuro, quasi mogano, della giapponese per chiedere conforto, un abbraccio, una carezza… un bacio.

#11 – Biancheria
«Chissà se questi piaceranno a Nana…», borbottò tra sé e sé la giapponese, guardando due completini di biancheria intima: uno verde con le fragoline rosse e uno nero con i lecca lecca colorati.

#12 – Massaggio
«Auhhuu… Che bellezza!», miagolò Nana, mentre la ragazza dai capelli bruni le massaggiava i moncherini indolenziti.

#13 – Sete
La sete di conoscenza aveva portati gli scienziati a far diventare quei Diclonius delle cavie da laboratorio, mentre la sete d’amore di quegli esseri soli e sfruttati li aveva fatti diventare gli esseri più fedeli sulla faccia della terra.

#14 – Regalo
Nana non aveva dei suoi soldi personali, quindi decise di preparare lei stessa un regalo per il compleanno di Mayu, intrecciando la canapa per fare un cestino per contenere la frutta, sicura che sarebbe stato di suo gradimento, per quanto la forma potesse lasciare alquanto a desiderare.

#15 – Fotografia
Non avendo neppure una foto assieme, Mayu e la Diclonius numero sette decisero di scattarne una sulla spiaggia, dove era cominciato tutto.

#16 – Istante
Per un solo, brevissimo istante, Nana pensò che non sarebbe stata degna di stare con una persona buona e gentile come Mayu, ma bastò un solo abbraccio della ragazza per poter dissipare qualunque dubbio dal suo cuore.

#17 – Cane
Se Wanta potesse parlare, potrebbe senz’altro raccontare tantissimi segreti, come i baci scambiati nel boschetto, i bagni di mezzanotte al mare e i loro teneri incontri di acerbo amore tra le lenzuola.

#18 – Rossetto
Nana non aveva idea di come si mettesse un rossetto, ma pensò che sulle labbra di Mayu non ci sarebbe stato bene: erano bellissime al naturale.

#19 – Orologio
L’orologio scandiva l’ora con i suoi infiniti ticchettii, che le due ragazze, nascoste sotto le coperte nel buio della loro camera, nemmeno sentivano.

#20 – Computer
L’idea di comprare un computer venne stroncata sul nascere da un piccolo piagnucolio di Nana, troppo sconvolta dalle tecnologie umane – ancora eccessivamente legata ai demoni che la seguivano da quando era stata usata come cavia in quel laboratorio –, per riuscire ad accettare quel laptop in casa; e Mayu sorrise, pensando tra sé e sé che un cellulare con il GPRS sarebbe andato più che bene ugualmente.

#21 – Salato
Il gusto salato dell’acqua di mare restava sulla pelle di Nana come una leggera pellicola, che però non dispiaceva affatto al contatto con la lingua di Mayu.

#22 – Pelle
Le loro pelli erano giovani e morbide, ed amavano accarezzarle a vicenda, fregando pelle contro pelle.

#23 – Dolce
Mayu si poteva descrivere con un solo aggettivo: dolce; ma Nana, quando si parlava di lei, usava tutti gli aggettivi al superlativo, assoluto o relativo a seconda dei casi.

#24 – Maglia
Il vantaggio di essere una Diclonius, per Nana, era che poteva lavorare a maglia con diversi ferri alla volta grazie ai suoi vettori… se solo ne fosse stata capace senza attentare in continuazione alla vita di Mayu.

#25 – Gelo
«Nana, ho freddo…», sussurrò Mayu a causa del gelo pungente di quella notte, e la Silpelit la abbracciò, riparandola con i suoi arti finti e dandole calore con il proprio corpo.

#26 – Pallone
Se c’era una cosa che Nana e Mayu adoravano fare, era giocare a pallone con Wanta.

#27 – Alba
I primi raggi di sole filtrarono dalla finestra, illuminando i corpi nudi delle due ragazze che giacevano sognanti sul letto, abbracciate.

#28 – Oscurità
Nana racchiudeva una parte oscura dentro di sé, questo lo sapevano tutti, ma in quella casa regnava la tranquillità non solo perché Nana era comunque di indole buona, ma perché gli inquilini che ivi abitavano erano certi che Mayu avrebbe potuto placare l’oscurità nel suo cuore grazie alla dolcezza che le infondeva quotidianamente.

#29 – Lacrime
Nana non riuscì a trattenere le lacrime quando tornò sana e salva a casa, potendo così riabbracciare la piccola Mayu che l’aveva aspettata in piedi, incapace di dormire.

#30 – Tatuaggio
Mayu si stava recando per la prima volta in vita sua da un tatuatore, accompagnata da Wanta, perché voleva fare una cosa che desiderava da tempo: tatuarsi il numero sette su una spalla.

#31 – Occhiali
Nana aveva un debole per le persone che portavano gli occhiali – perché le ricordavano suo padre –, ma Mayu era decisamente carina anche senza di essi.

#32 – Latte
Latte e miele prima di andare a dormire erano d’obbligo in Inverno, per scaldare lo stomaco, quando le due non avevano nemmeno la forza di spogliarsi a causa del freddo intenso.

#33 – Taglio
«Nana, dacci un taglio, è imbarazzante», disse Mayu, sbuffando, mentre la Silpelit le palpava il seno in pubblico.  

#34 – Anniversario
Era passato un anno da quando Nana l’aveva baciata per la prima volta, ma le sembrava che fosse passato molto di più, dato che il loro rapporto era già saldo e consolidato.

#35 – Quadro
«E’ un Picasso?», chiese Mayu, guardando la tela dove Nana stava disegnando; e la risposta “No, sei tu”, le fece raggelare il sangue nelle vene, soprattutto quando la Silpelit aggiunse con un sorriso: “Ed è un quadro per te”.

#36 – Ripetere
Mayu odiava ripete in continuazione a Nana che ciò che faceva era pericoloso, che la guerra era stupida e che teneva troppo a lei per rischiare di perderla… e quanto la amasse.

#37 – Sfumature
Ogni parola può avere una sfumatura diversa a seconda del significato, ecco perché dapprima, quando Nana le disse “mi piaci”, Mayu non capì esattamente cosa volesse dire, finché le labbra della Silpelit non si posarono sulle sue.

#38 – Significati
La parola Nana aveva diversi significati, tra cui “sette”, il quale divenne il numero preferito da Mayu.

#39 – Ossessione
Nana all’inizio era la sua ossessione – per colpa sua fece incubi mostruosi (che avevano come protagoniste ragazze dai capelli rosacei che venivano mutilate) per mesi –, poi, piano piano, quel sentimento diventò ancora più grande, evolvendo in ossessione amorosa.

#40 – Sabbia
La pioggia batteva impietosa sopra gli ombrelli aperti delle due ragazze, mentre il vento soffiava forte e tempestoso, facendo imprigionare diversi granelli di sabbia tra i loro corti capelli.

#41 – Aereo
La Silpelit non aveva mai visto un aereo prima di lasciare il laboratorio – aveva visto solo elicotteri – e quando Mayu gliene face vedere uno che saettava nel cielo, ne rimase affascinata, sognando di poter essere lassù, lontano da tutti, sola con la sua amata nella vastità del cielo.

#42 – Viaggio
Un viaggio sarebbe stato l’ideale per rilassarsi dopo tutta la loro avventura, ma Nana non voleva andare via dalla casa che condivideva con Mayu e gli altri, perché sperava che la Regina tornasse per farle vedere che l’amore tra un essere umano e un Diclonius era possibile.

#43 – Bosco
Quel boschetto che portava al tempio era un luogo molto particolare per loro, soprattutto perché, dopo aver consumato una notte d’amore, solevano tornarci il giorno successivo con la luce per poter cercare le cose che puntualmente perdevano.

#44 – Bracciale
Non sapendo cosa regalarle, Nana decise di fare un bracciale con le conchiglie trovate in spiaggia la sera prima, cercando di non fare troppi disastri.

#45 – Sesso
Loro non avevano mai fatto sesso, ma solo l’amore.

#46 – Polvere
Non era esattamente polvere di stelle quella che Mayu trovò nascosta in un cumuletto sotto il tappetino del bagno: «Nanaaa…?» la chiamò, sbuffando; avrebbero fatto quattro chiacchiere.

#47 – Penna
«Mayu, ho una cosa per te», disse la Diclonius, mostrandole una penna di gabbiano, «L’ho trovata al mare, sulla spiaggia, e ho pensato che potesse piacere anche a te», spiegò, sfiorandole la guancia con quella morbida setola bianca dalla punta grigia.

#48 – Lingua
La loro lingue si accarezzavano piano tra loro, incaute e inesperte, ma seguendo lo stesso istinto che le aveva spinte ad avvicinarsi l’un l’altra, a chiudere gli occhi e posare le labbra su quelle della compagna, lasciandosi trasportare da una passione che iniziava a sbocciare.

#49 – Note
Quel giorno Mayu aveva preso due note, ma nessuna delle due era esattamente colpa sua: una era per aver portato un’estranea in classe – Nana l’aveva seguita –, e l’altra è stata perché quando la sua coinquilina aveva sentito la parola “nota” aveva chiesto se avesse potuto avere un Fa diesis.

#50 – Manette
Nana avrebbe tanto desiderato che il patrigno di Mayu finisse in manette per quello che aveva fatto alla ragazza, ma sapeva che lei non l’avrebbe mai voluto, quindi continuò a fissare quella cabina pubblica senza osare fare una telefonata anonima alla polizia per denunciare il fatto.

§Owari§
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