Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: loonaty    02/03/2011    1 recensioni
Com'è fuggire da ciò che più si ama?
Com'è avere tutto e subito dopo ritrovarsi con nulla fra le dita?
Un chakra dalla potenza sconfinata, inferiore solo a quello della volpe.
Un carattere combattivo e ribelle.
Un'indole autodistruttiva.
Un membro in più nel clan Uchiha.
Cosa si prova ad essere un mostro?
Non ci si aspetta che qualcuno capisca.
Non ci si aspetta che qualcuno compatisca.
Perché niente di ciò è davvero rilevante.
Kioko è Kioko, e questo, che voi lo vogliate o no, non cambierà.
"Queste rose.
Sono come me. Lentamente sfioriscono, i loro bei petali hanno ingannato per tutta l’estate gli ingenui che nel coglierle si erano feriti con le spine. Quando però avranno perso ogni petalo le persone temeranno quei rovi spinosi, si terranno alla larga. Così era successo con lei." (capitolo 12 "Queste rose")
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Obito Uchiha, Rin, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 11- FULMINI E SOLE



Image and video hosting by TinyPic
-Dovresti calmarti domani abbiamo l’esame- Kakashi  la superò a passo svelto. Sostenuto, senza guardarla in volto. Rin camminava in silenzio accanto a lei mentre Obito le lanciava occhiate di sottecchi. Anche il maestro, che aveva detto loro di aspettarlo, quando era tornato le aveva rivolto soltanto un cenno. Nessuno aveva aperto bocca. Nessuno aveva osato parlarle. Perché non capivano. Invece Kakashi aveva scoperto il gioco del coltello nella piaga e si divertiva a farlo scorrere con piacere animale. La ragazza che stringeva i pugni e affondava i denti nel labbro inferiore …
-Certo, se sei stata così furba da scappare di casa, farai un’altra codardata e non parteciperai alle selezioni no?-
Silenzio.
-Kakashi … - Lo ammonì il sensei che camminava davanti a loro.
Non aveva la più pallida idea di dove stessero andando, seguivano il maestro senza fare domande. Per una volta anche Obito stava zitto.
-Fortunatamente non ti sei messa a piangere, ci mancava solo che disonorassi le regole dei ninja oltre al tuo clan-
- Kakashi, suicidati – Sibilò velenosa.
Kakashi scrollò le spalle con fare menefreghista. –Davvero, sto tremando di paura-
-Ragazzi, smettetela-  Fu il secco rimprovero di Minato che non li sopportava più. Non che prima fossero un gruppo affiatato, certo, ma almeno nessuno si prendeva la briga di dare corda a Kakashi quando cominciava a fare il principe dei sorbetti. Certo, litigava con Obito, ma il fatto che Kioko fosse una ragazza e fosse più forte di lui probabilmente lo irritava non poco.
- Sensei- Cominciò la ragazzetta alle sue spalle spostando una ciocca nera che le si era incollata ad un labbro. – La disturbo molto se appendo Kakashi a quell’albero?-  L’ingenuità che grondava dalla sua voce fece ancora una volta riflettere  Namikaze. Quanto poteva essere falsa? Quando ci si poteva fidare di lei? Sospirò.
- E’ proibito uccidere i partecipanti alle selezioni prima che esse comincino, Kioko.- Le spiegò pacatamente il bigio. – Però, se hai intenzione di ritirarti e morire subito, nessun problema, ti accontento –  Kakashi la fissava senza espressione. Quasi avesse deciso di non far trasparire niente. Sapeva cosa era stato a scatenare tutto questo. Certo che quella ragazza saltava sui punti critici senza saperlo, li sfibrava fino a spezzarli e nemmeno se ne rendeva conto. Avrebbe dovuto evitare di dire a Kakashi di …
- Cos’è, ora tenti davvero di suicidarti? Stai seguendo il mio consiglio?- Kioko aveva una smorfia rabbiosa sul volto. Kakashi la fronteggiava. Rin stringeva un braccio della ragazza, quasi a volerla trattenere.
- Kakashi chiudi quella boccaccia! In uno scontro leale Kioko ti batte e lo sai benissimo!!! Chi è quello che le prima volta si è fatto stendere da lei in meno di un millisecondo? Anche uno scarafaggio è più forte di te!-
Obito strillava aggrappato ad un ramo dell’albero a cui Kioko dava le spalle. Agitava un pugno nella direzione del compagno che preferiva ignorarlo.
-Taci tu!- Lo rimbottò Rin –Così non migliori la situazione … Kioko, Kakashi, smettetela –
Minato come al solito decise che non sarebbe intervenuto finchè non avessero tentato di friggersi a vicenda usando qualche jutsu. Il vento gli scivolò attraverso la chioma bionda. Se lo sarebbe dovuto aspettare un ritardo da Jeraya. Dopotutto era il suo maestro, conosceva le sue abitudini, forse si era appostato alle terme e ne avrebbe avuto per molto.  Si guardò attorno, gli occhi color cielo che scrutavano la radura lasciata libera dagli alberi.  Si sedette su una roccia e fissò i ragazzi, i suoi ragazzi. Se fosse successo loro qualcosa … Qualsiasi cosa … Ci si era affezionato a quei marmocchi, erano come dei figli per lui. Certo, non gli sarebbe dispiaciuto diventare papà.
Nonostante si stesse perdendo nei suoi pensieri Minato era molto vigile ed attento così vide distintamente la scena. Dopo ripensandoci si rese conto di non aver colto tutto nei minimi particolari. Aveva notato una luce di chakra e uno stridore, Rin aveva gridato. Dopo anche Kioko.
-Sharingan!-
La schiena della mora sbattè contro la corteccia dell’albero, con un gesto preciso e forte del braccio fece volare Rin di lato. La mano di Kakashi si abbattè vicino al suo fianco lanciando schegge ovunque e graffiandole il volto.  La mano di Kioko si avvolse attorno al suo polso. Le scariche di chakra simile a quelle di un fulmine non la ferirono, dalle sue dita si dipartiva lo stesso jutsu ed i suoi occhi rosso sangue guardavano con scherno il ragazzo davanti a lei.
-Allora Kakashi, facciamo una gara a chi ha più chakra? A chi riesce a mantenere per più tempo il chidori? Scommettiamo che vinco io?- La presa sul suo polso si fece più salda mentre intrecciava le dita alle sue.
Kakashi ringhiò aumentando il flusso di energia. Eppure non serviva a niente, la ragazza gli stava rivoltando contro la sua stessa tecnica, maledetto, stramaledettissimo sharingan!
Non aveva quasi più chakra in corpo mentre lei manteneva bellamente quel jutsu che neanche le apparteneva …
-Kioko!- La  mano di Minato si strinse attorno alla spalla destra di Kakashi tirandolo indietro e strappandolo alla presa di lei che abbassò lo sguardo sulla sua stessa mano avvolta dai fulmini bluastri.
Questo suono.
Sembra il verso di un migliaio di falchi … Non è vero?
Esatto, mille falchi …
-Kioko!- Minato era furioso. Alle spalle di Kakashi era apparso un uomo molto alto con lunghissimi capelli candidi e la guardava con una certa curiosità impressa in volto.
-Ha cominciato lui!- Urlò la ragazza colpendo l’albero alle sue spalle. Il jutsu si estinse e la sua mano rimase incastrata nella corteccia.
Porc …
Si voltò piantando un piede contro il tronco e tirando per far uscire le dita dalla fenditura.
-Possedevi lo sharingan eppure non me lo avevi detto?-
Minato le prese il polso e con uno strattone non molto delicato lo scastrò da lì. Lei si voltò con gli occhi rossi.
-E allora? Si, possiedo lo sharingan, sono un Uchiha, ricorda?- Sbottò lei. Minato le avverrò il mento e piegò un ginocchio per guardarla negli occhi. La teneva lì, inchiodata a pochi centimetri dal suo viso. Lei lo fissò con aria di sfida, ma non era il suo sguardo quello che interessava al maestro. Osservò il suo sharingan. Perfettamente formato, poteva essere paragonato a quello di un adulto. Un’arma del genere si ottiene con più di dieci anni di allenamento e lo sharingan si manifesta solitamente …
- Tu non parteciperai alle selezioni. Non sì diventerai un jonin, non finchè non sapremo quanto sei pericolosa.-
Quanto, non se.
Quanto sei pericolosa, davano per scontato che fosse una macchina da guerra, davano per scontato che le piacesse uccidere, davano per scontato che avrebbe potuto creare catastrofi, così come suo padre aveva dato per scontato che visto che era una donna non avrebbe mai potuto avere un futuro da ninja.
Kioko si voltò di scatto e quasi andò a sbattere contro l’albero alle sue spalle, lo evitò dopo avergli dato un calcio colmo di rabbia e frustrazione, poi se ne andò correndo.
Minato chiuse gli occhi. Fece un respiro profondo. Si passò una mano fra i capelli e poi si voltò verso maestro e allievi. Rin stringeva il braccio di Kakashi mentre una luce verde menta le illuminava i palmi. Al ragazzo gocciolava del sangue lungo la mano. Obito guardava la compagna forse sperando che lasciasse morire dissanguato l’altro ragazzo e Jeraya fissava lui.  Minato allargò le braccia.
-Che ci devo fare?- esclamò esasperato.
Jeraya annuì socchiudendo appena gli occhi. –Ho capito, ci penso io, racconterò loro i miei viaggi un'altra volta.- Sorrise e fece l’occhiolino all’ex allievo per poi allontanarsi saltando di albero in albero.
 
Kioko stava accucciata sul ciglio del burrone con le gambe strette al petto. Si mordeva un ginocchio. Il provocarsi dolore era l’unico modo per non piangere. Strinse i denti. Tra poco sarebbe stata ora di pranzo. C’era un bel sole alto,alto. Caldo, caldo …
-Nee-chaan … Mi  passi i pastelli?-
-Otouto, perché non ti alleni invece di fare queste cavolate?-
La scatola di pastelli scivola sul tavolo fino alle manine del bambino che li afferra con un sorriso.
-Nee-chan, ma quando ti alleni poi uccidi le persone?-
-Non durante l’allenamento-
Un kunai ruota tra le sue dita mentre lo fa brillare alla luce che filtra dalle tapparelle.
-Però poi uccidi le persone-
-Non ho ancora ucciso nessuno, Itachi ma che hai oggi?-
-Sarebbe bello non dover fare tutti questi allenamenti, vero Nee-chan?-
-Ma cosa … Non sei sempre tu quello che vuole essere allenato?!?!?-
Itachi tace consumando i pastelli sul foglio. Kioko sbuffa sdraiandosi sul pavimento di legno, le gambe penzoloni, le dita dei piedi nudi solleticate dai fili d’erba.
-Se non ci fosse la guerra i ninja non servirebbero, sarebbe bello se ci fosse la pace, non chiameresti cavolate  i miei disegni ad esempio … - Nella voce del bambino c’era una punta di offesa.
Kioko si sollevò sui gomiti con un’espressione mezza sorridente e mezza stupita.
-Itachi, vedi di non fare l’alieno e comportati da bambino di quattro anni-
-Io mi comporto da bambino di quattro anni, è solo che cerco di farti notare l’inutilità dei tuoi sforzi nel voler diventare sempre più forte-
- “cerco di farti notare”, “inutilità dei tuoi sforzi” Hai studiato il dizionario Otouto?-
Il bambino scrollò le spalle.
-è quello che penso-
-Io c’ero quando mamma ti ha partorito, però non riesco proprio a capire da dove sia saltato fuori un pacifista come te in QUESTA famiglia … - La ragazza aggrottò le sopracciglia divertita.
Itachi le sorrise senza alzare gli occhi dal disegno, poi poggiò il pastello e sollevò il foglio. Un sole giallissimo lo riempiva a metà, una striscia verde, il prato. Però il sole occupava gran parte del cielo.
-Sarai un bravo oratore ma come artista fai schifo- Sghignazzò lei.
Il bambino le fece una linguaccia.
-Il sole è così, grande, grande, caldo,caldo e giallo,giallo!-
-Scommetto che hai finito il pastello giallo … -
Il bambino esaminò il mozzicone accanto ala sua mano.
-è che è taaaaaaaaaaaanto giallo- Sorrise sornione.
 
Giallo,giallo.
E Rosso è il sangue, solo che quella notte ci sarà la luna. Strano Itachi, sei sempre stato più da sole che da luna …
 
-Siamo riflessivi eh?- La voce divertita alle sue spalle la distrae dai suoi pensieri.
-Lei era il tipo che stava prima con il sensei- Osserva lei atona.
-Sono il suo maestro.-
-Lei è Jeraya l’eremita.-
-Perspicace ragazzina.-
-Se non la conoscessi non sarei il miglior ninja di konoha-
-Ed anche presuntuosa … -
Esitò per un istante e mormorò qualcosa. Probabilmente sperava non l’avesse sentito. Però il falco sì, lui aveva captato.
Probabilmente gli ricordi Orochimaru
Il traditore? Il sennin dei serpenti?
Sì.
L’uomo dai capelli candidi le si sedette accanto.
-Ce l’hai con Kakashi?-
Lei annuì seria.
-Insopportabile- Sibilò.
-Bhè, anche io pensavo questo dei miei compagni di squadra, ma …-
E senza che nessuno gli avesse chiesto niente cominciò a raccontare, a Kioko, anche se non l’avrebbe mai ammesso, piaceva stare ad ascoltare, per una volta non era lei a raccontare.
Ogni volta che sentiva il nome Orochimaru, sempre sussurrato o pronunciato di sfuggita, senza che il sennin ci prestasse troppa attenzione, si faceva subito più presa e pronta ad assorbire informazioni. La affascinava. Orochimaru, chissà se …
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: loonaty