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Autore: Clodie Swan    02/03/2011    4 recensioni
Una parodia dedicata ad Edward che trae spunto da Midnight Sun.
Il nostro protagonista è un vampiro simpatico e sadico, un tantino diverso dall'Edward che conosciamo che si troverà costretto ad affrontare una bizzarra storia d'amore per una ragazza tanto imbranata quanto succulenta.
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le parodie del sadico Edward'
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CAP 8

Lume di candela

 

Quelle settimana, come preannunciato da Alice, avemmo come ospiti il vecchio compagno d'armi di Jasper e la sua ragazza, due carnivori vecchio stampo ma che avevano promesso di non fare spuntini nei dintorni. Io però non stavo per niente tranquillo con quella combinaguai di Bella che, affetta dalla sindrome di Cappuccetto Rosso, se ne andava tranquillamente nel bosco da sola. Dovetti cominciare dei turni di sorveglianza speciale stando a debita distanza da lei perchè in quei giorni c'era il sole ed non potevo espormi.
Ma tu guarda la sfiga: vivevo nel posto dal clima più schifoso del mondo, con la pioggia che cadeva tutti i giorni dell'anno, e proprio ora che erano arrivati quei due rompiballe il sole aveva deciso di tornare a splendere? Vabbè, dire che splendeva forse è un pò troppo...ma a Bella non le pareva vero, dopo tutte quelle settimana al buio sotto la pioggia scrosciante, manco fosse Gene Kelly, e tutta contenta si mise sdraiata su una panca fuori dalla scuola cercando di prendere un pò di tintarella .Se sperava di abbronzarsi a Forks avrebbe dovuto restare su quella panca come minimo per dieci anni.
Quel giorno, oltre al sole,  rispuntò come un'erbaccia quel provolone di Mike Newton che decise di tornare al contrattacco con Bella per chiederle di uscire. Mi chiesi che scusa avrebbe tirato fuori lei per dargli un altro bidone. Quel viscido osò perfino toccarle i capelli. Ehi Mike, non si tocca! Quella è la mia futura... (ragazza/cena non ho ancora deciso). Bella gli allontanò la mano schifata e spiegò a Mike che non poteva uscire con lui per non ferire i sentimenti di Jessica. Seee vabbè, come se gliene importasse qualcosa a qualcuno di quella rana dalla bocca larga. Il biondino scialbo però si ringalluzzì tutto pensando che se da una parte c'era Bella che non sarebbe uscita con lui neanche in un milione di anni, dall'altra parte c'era Jessica che era cotta a puntino di lui. "Meglio di niente" pensò cominciando a farsi una serie di pornazzi nella sua testa sul premio di consolazione. Mamma che schifo! Qualcuno mi ricorda da che parte è il bagno?
Il resto della giornata per Bella fu piuttosto deprimente: a mensa passò il tempo a guardare il tavolo dei Cullen mogia mogia e nel pomeriggio si sedette in giardino a leggere un libro. Fu l'apice della giornata. Il protagonista del romanzo si chiamava Edward e ciò le causò dei sospironi strazianti. Ehi pupa, ma stai pensando a me? Bè modestamente...fatemi pettinare il ciuffo. Questo spionaggio mi cominciava ad intrigare.
Feci pure il turno di notte per vedere se Bella avrebbe detto altro nel sonno. Magari le strappavo qualche altro segretuccio. Ma quella notte non disse niente tranne "Torna". Che voleva dire? Torna a casa Lassie? Torna a Surriento? O voleva che io tornassi nella sua vita? Provai ad immaginarne i pensieri. "Oh Edward ritorna le colline sono in fiore...."Mmm vediamo... qui quando ricomincia a piovere?

Il giorno dopo Bella decise di accompagnare Jessica e Angela a comprare dei vestiti per il ballo a Port Angeles. Cosa ci andasse a fare visto che lei al ballo non ci sarebba andata neanche in foto, non si sa. Doveva essere una scusa per uscire un pò da Forks anche se non è che Port Angeles fosse chissa quale botta di vita. Già che c'ero, comunque, decisi di andare a pedinarla mentre faceva  shopping con le sue amiche, non si sa mai, magari trovavo qualcosa da comprarmi pure io. Ma come mi distrassi un secondo a guardare una vetrina ecco quella disgraziata scomparve nel nulla. Dove cavolo era andata? Frugai nella capoccia di Jessica e vidi che secondo lei Bella era andata in una libreria mistica piena di roba indiana. Ma che cavolo ci era andata a fare in quel posto? Non leggeva i romanzi di Jane Austen, questa? Corsi fin laggiù a cercarla e cominciai a fiutare l'aria come il commissario Rex in cerca della sua inconfondibile scia, perlustrando le menti di tutti i passanti, e alla fine la vidi riflessa dentro dei pensieri moltooo cattivi. Indovinate un pò dove si era andata a cacciare la sfiga fatta persona? Ma ovviamente in un vicolo buio circondata dall'unica banda di stupratori in tutto lo Stato di Washington! Ci avrei scommesso. E dire che Port Angeles aveva il più basso tasso di criminalità degli Stati Uniti. Ma con Bella in giro...Non potevo permettere che quei quattro drogati la toccassero; potevano attaccarle qualche brutta malattia e contaminare il suo sangue delicato, così decisi di intevernire, stile il Giustiziere della Notte. Non appena frenai la macchina e parcheggiai vicino a Bella, però, quei teppisti mi rigarono la fiancata della macchina...Nooooooooo! Cosa ho fattooo? Ma perchè non mi sono fatto gli affari miei e sono andato a comprarmi un giubbotto in saldo?!!!
Scesi dalla macchina ringhiando come un cane rabbioso e quelli vedendo il mio sguardo assassino se la diedero a gambe levate. Scappate bastardi prima che vi trasformi in un frullato! Bella intanto era zompata dentro la mia auto e si era accomodata tutta soddisfatta. Ero il suo eroe! Eroe un cavolo, mò ti mando il conto del carrozziere! Mi misi al voltante in preda all'ira pensando alla mia bellissima Volvo!!! Come avevano osato!!! Accidenti a Bella!
«Dovrei tornare indietro e aprirgli la testa come un cocomero.» dissi pieno di istinti omicidi.
«Non farlo.» Bella mi guardava allarmata.
"Ehm...Non sai che brutti pensieri avevano su di te...» dissi rabbioso fingendo di avercela con quella feccia per causa sua. Avrei fatto meglio a sostenere la parte dell'eroe, dopotutto, per deviare i sospetti.
«Perchè tu si?» chiese lei sospettosa. Ahia. Avevo detto una parola di troppo. «Parliamo di qualcos'altro? Non torno indietro se riesci a distrarmi.» Così non avrei pensato alla mia povera auto. Sigh..
"Tyler va in giro dicendo che vuole portarmi al ballo di fine anno e io sto pensando di metterlo sotto con la macchina!" disse con uno sguardo minaccioso peggio del mio. Se cominciava a investire tutti i suoi corteggiatori di questo passo avrebbe fatto una strage. La mia rabbia cominciò a scemare. Cominciavo ad ammirarla. "Brava! Spiaccicalo!" avrei voluto dirle. "E già che ci sei fai un'inversione a U sopra Mike Newton." Mi limitai però a fare una risatina. Stavamo entrando in sintonia, sta a vedere che eravamo spiriti affini...Non non doveva accadere. Quella sera avrei dovuto mettere Bella in allarme e convincerla a stare lontano da me.

La portai dalle sue amiche fingendo di averla incontrata casualmente. (Eh si proprio casualmente, sono tre mesi che le faccio la posta sotto casa come un maniaco! )
"Posso unirmi a voi, signorine?" chiesi con la mia classe da gentleman. Jessica non appena mi vide iniziò a sbavare come se non vedesse un uomo da dieci anni. Angela, arrossì tutta tenerona e con molta gentilezza, disse che avevano già mangiato e si beccò una gomitata nelle costole da Jessica.

"Non vi dispiace se l'accompagno io a casa?Vorrei assicurarmi che Bella mangi qualcosa." Così voi potete levarvi dalle balle.
Angela annuì sempre gentilmente e, sempre arrossendo, andò a prendere un rimorchiatore per trascinare via Jessica che rosicava come una matta.
Io e Bella così andammo al ristorante e come entrai si scatenò il panico. "E chi è sto figo stratosferico?"pensavano tutte le creature di sesso femminili presenti nel locale. Ehhhh...modestamente. La capo sala si mise a mangiarmi con gli occhi mentre tutte le camieriere iniziarono a fare a botte su chi doveva venire a prendere la mia ordinazione. La cameriera che riuscì a mandare al tappeto le colleghe, corse al nostro tavolo e  ricacciando indietro la bava ci chiese cosa volessimo mangiare fissandomi diritta negli occhi come un'assatanata. "Ehm è possibile cucinarmi questa ragazza a fuoco lento con contorno di patate? Non troppo cotta però. Facciamo al sangue." Ecco cosa avrei voluto ordinare. Invece non presi niente e rimasi a guardare Bella che si scofanava un piatto di pasta. Era ora che si facesse un pasto decente. Aveva un bell'appetito quella sera. Anzi sembrava vispa e allegra come non mai.
 "Grazie di avermi salvato la vita. E' la seconda volta."mi disse piena di gratitudine.
"Già, che stress."le risposi severamente "Alla terza ti regalano l'orsacchiotto." Lei invece di offendersi mi fece una carezza sulla mano con le sue ditine morbide e calde. Wow! Non me l'aspettavo. Che tocco caliente! La guardai affascinato: aveva una deliziosa camicetta blu tutta attillata... cominciavo a capirli quei maniaci. Mi accorsi che Bella tremava di freddo. Colpa mia? Vabbè che sono freddo come un ghiacciolo ma adesso solo perchè mi hai toccato la mano non mi sembra il caso di mettersi i guanti. Aveva paura? Finalmente aveva capito con chi aveva a che fare!
"Ho lasciato la giacca nell'auto di Jessica."mi spiegò battendo i denti. Eccola la mia super iellata! Scampa ad un'aggressione di gruppo e muore di bronchite.
"Ti presto la mia. Non me la macchiare o ti mando pure il conto della tintoria!" mi tolsi la mia bellissima giacca che come aveva notato una cameriera costava quanto uno stipendio medio. Certo mettersi una giacca indossata da me era come entrare nel freezer ma a Bella fece piacere e se la strinse addosso tutta contenta. Ci credo, era firmata.

Tra un boccone e l'altro cominciò il suo interrogatorio. La piccola Einstein per ora aveva solo intuito che ero telepatico (solo?) e voleva altre spiegazioni. Bene, goditi quei ravioli, fin che puoi, che adesso ti metto paura. "E' da un pò di tempo che ti spio e seguo ogni tua mossa." le confessai. Invece di spaventarsi quella sorrise tutta orgogliosa.
"Ho paura che con la sfiga colossale che c'hai ti possa succedere qualcosa. Da quando sei qui capitano tutte a te"le spiegai.
"Parli dell'incidente?" chiese.
"Parlo del giorno che mi hai incontrato.Te lo ricordi?" Non poteva dimenticare lo sguardo feroce che le avevo rivolto. L'avevo guardata come un goloso costretto a dieta forzata guarda una fetta di Sacher Torte. Bella aveva pure gli occhi color cioccolato e la pelle color panna montata. Slurp. "Cameriera?"avrei voltuo chiedere "Ha della panna fresca ed una ciliegina da mettere su questo bocconcino seduto al mio tavolo?" I miei istinti erano più all'erta che mai e la mia gola bruciava come un caminetto.
"Ah si, mi ricordo." disse Bella tutta tranquilla, ripensando alla faccia che avevo quel giorno. Non sembrava tanto impaurita però. Bella ma l'hai capito che ti volevo sgozzare come una gallina? Ma questa non aveva paura di niente o ero io che devo aggiornare il mio look da cattivo?
Bella insistette sulla storia della telepatia e mentre le spiegavo come ero riuscito a trovarla, Nervi d'acciaio, mi ascoltava tutta affascinata.
Non battè ciglio nemmeno quando le raccontai che volevo ancora uccidere quei teppisti.
Insomma era seduta al tavolo con un aspirante omicida e si sentiva perfettamente al sicuro, tranquilla e fiduciosa. Comiciai a pensare che tanto normale non doveva essere.
"Comunque ho notato che quando hai gli occhi chiari sei di buon umore." mi disse con suo intuito infallibile.
"Ah si?" dissi ansioso per la piega che stava prendendo la conversazione.
"Ho un'altra teoria in proposito ma te la dico dopo in macchina!" continuò Bella tenendomi sulle spine.
"Il conto, grazie!" La cameriera tutta eccitata mi portò il conto insieme al suo numero di telefono dove aveva scritto, stile 144, "Chiamami quando vuoi, sono tutta tua." Ma anche no! Ignorai il bigliettino e lasciai una lauta mancia a quella disperata per consolarla del due di picche che le avevo appena mollato. Bella mi seguì fuori dal ristorante beccandosi tutte le occhiatacce fulminanti da parte di cameriere, cuoche, clienti tutte invidiose. "Che ci troverà in questa racchietta?" si chiedevano. Ehhh sapeste signore...litri di motivi!
Mi avviai verso l'auto con Bella chiedendomi quale fosse la sua nuova teoria e quanto si fosse avvicinata alla verità. Adesso ero io quello impaurito!

  
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