L’esposizione della sua relazione, tra l’altro abbozzata e corretta nel giro di un paio d’ore, aveva avuto molti consensi positivi, poteva considerarsi soddisfatta e ora che finalmente era nella sua camera d’albergo poteva rilassarsi lasciandosi così alle spalle tutto quanto. Si era spogliata, aveva disfatto le valigie e si era preparata un bagno profumato e ad alto contenuto di relax, stava per entrare quando il telefono squillò; pensò che fosse sua madre in difficoltà con Rachel ma dovette ricredersi quando vide ID sconosciuto. “Pronto…? Chi parla?”
“Ciao Lisa sono Wilson, tutto bene al convegno?”
“Oh James ciao, si per fortuna è filato tutto liscio, viste le premesse! Quando un relatore non interviene ci sono sempre dei problemi, soprattutto se è la sottoscritta a doversene occupare! Ma da che numero stai chiamando? Devi dirmi qualcosa?” “Chiamo dallo studio, no volevo soltanto sapere come stavi, tutto qui.”
“Con quel tono non mi sembra…” “Davvero volevo assicurarmi che tutto stesse andando per il meglio e…”
“E cosa?”
“...House, vi siete sentiti?”
“Lo sapevo che c’era altro sotto. Scusami ma preferirei non parlarne e poi sai già tutto! Sei tu l’arbitro nei nostri litigi, altrimenti penso che ci saremmo già uccisi!” nel dire questo aveva un tono malinconico ma le scappò una flebile risata pensando anche all’assurdità di tutte le parole che si erano tirati contro come fossero stati oggetti.
“Ok Lisa ti lascio, stammi bene mi raccomando.”
“Ok James, ti ringrazio, ci vediamo al lavoro tra qualche giorno” rincuorando un po’ Wilson riattaccò infilandosi finalmente nella vasca colma di schiuma. Slegò i capelli e poggiò la testa sul bordo di marmo. Stette immobile per un tempo indefinito, avrebbero potuto essere ore o minuti, non aveva importanza. Lentamente si addormentò scivolando sempre di più dallo scalino, tanto da trovarsi completamente sommersa dalla schiuma, in un attimo si ridestò decidendo che era ora di concedersi una buona nottata di sonno. Il cellulare squillò ancora ma il suono si interruppe prima che facesse in tempo a rispondere.
“Ciao Lisa sono Wilson, tutto bene al convegno?”
“Oh James ciao, si per fortuna è filato tutto liscio, viste le premesse! Quando un relatore non interviene ci sono sempre dei problemi, soprattutto se è la sottoscritta a doversene occupare! Ma da che numero stai chiamando? Devi dirmi qualcosa?” “Chiamo dallo studio, no volevo soltanto sapere come stavi, tutto qui.”
“Con quel tono non mi sembra…” “Davvero volevo assicurarmi che tutto stesse andando per il meglio e…”
“E cosa?”
“...House, vi siete sentiti?”
“Lo sapevo che c’era altro sotto. Scusami ma preferirei non parlarne e poi sai già tutto! Sei tu l’arbitro nei nostri litigi, altrimenti penso che ci saremmo già uccisi!” nel dire questo aveva un tono malinconico ma le scappò una flebile risata pensando anche all’assurdità di tutte le parole che si erano tirati contro come fossero stati oggetti.
“Ok Lisa ti lascio, stammi bene mi raccomando.”
“Ok James, ti ringrazio, ci vediamo al lavoro tra qualche giorno” rincuorando un po’ Wilson riattaccò infilandosi finalmente nella vasca colma di schiuma. Slegò i capelli e poggiò la testa sul bordo di marmo. Stette immobile per un tempo indefinito, avrebbero potuto essere ore o minuti, non aveva importanza. Lentamente si addormentò scivolando sempre di più dallo scalino, tanto da trovarsi completamente sommersa dalla schiuma, in un attimo si ridestò decidendo che era ora di concedersi una buona nottata di sonno. Il cellulare squillò ancora ma il suono si interruppe prima che facesse in tempo a rispondere.