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Autore: Pinca    03/03/2011    2 recensioni
storia forse senza senso. un intreccio di intrallazzi che coinvolgerà una serie di personaggi in situazioni imbarazzanti. insomma, tanto per rompere la monotonia.... ok, non so che scrivere.... ciao!
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Sorpresa, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2tisp
Ciao! ecco il secondo capitolo! non è niente di che, ma spero che faccia ridere almeno un pò. grazie a tutti, ciao! 
 
 
 
 
Feliciano adorava fare le riunioni a Bruxelles. Aveva un posto dove sedersi, aveva tanti fogli e tante penne. Cosa poteva chiedere di più?
Passava i pomeriggi a disegnare, a progettare, a tracciare linee, a fantasticare. Gli altri parlavano, si davano contro, si deridevano a vicenda o semplicemente si annoiavano, e invece lui si concentrava al massimo per tenere in equilibrio la penna tra il naso e il labbro superiore. Era stupendo, quando stava a casa non aveva tutto quel tempo a disposizione!
-Italia!- ecco, come al solito, tutto procedeva tranquillamente come se si fosse trovato all’asilo finché non era il caro signore seduto nel posto dietro al suo a richiamarlo con un tono di disapprovazione.
-Doitu?- roteò appena gli occhi verso l’alto per incontrare la faccia seriosa e tirata di Ludwig, stando sempre ben attento a non far cadere la penna che pericolosamente ondeggiava, pendendo prima a destra e poi sempre più a sinistra.
-Stiamo lavorando, smettila e cerca di fare attenzione!- lo rimproverò. Ma l’attenzione del tedesco fu catturata dagli appunti sparsi sul tavolo di Italia e la precedente illusione che Feliciano stesse quanto meno seguendo con interesse ed ardore la riunione si infranse. I fogli erano pieni di scarabocchi, disegnini e…. Quella era la sua caricatura?!
Prima che potesse aggiungere qualcosa però, la riunione terminò e Italia scattò in piedi correndo via con la penna ancora tra naso e labbra.
Divertente fu la faccia sconcertata di Austria quando lo salutò sventolando la mano, correndo fuori dai corridoi per uscire e farsi una passeggiata.
Un tuono scosse l’aria e la pioggia continuò imperterrita a scrosciare sulle piastre di cemento al di fuori della sede europea, stroncando di netto la sua esuberante voglia di correre per i giardini e le strade di Bruxelles. Rimase sulla porta deluso e spento, finché una pacca sulla schiena non gli fece saltare la penna che neanche la delusione era riuscita a fargli cadere.
-Italia, che mi dici di bello?-
Fu strattonato malamente e il braccio forse di Gilbert gli strinse le spalle.
-Ve...-
-Bene, mi fa piacere!- lo ignorò il tedesco scoppiando a ridere. –Kesesese!-
Italia lo guardò perplesso. Non aveva neanche risposto!
-Senti carino…- gli disse spavaldo, trascinandoselo dentro l’edificio. –Io, ma soprattutto West, avremmo bisogno di un favore! Una cosa da poco, vedrai che ti divertirai! Kesesese!-
Anche Italia iniziò a ridere, proprio perché se rideva Gilbert, ci doveva essere qualcosa di divertente che prima o poi anche lui avrebbe capito... forse.
Dopo poche ore però si ritrovò perplesso a fissare il suo riflesso in uno specchio, per poi guardare quello di Elizabeth e Gilbert dietro di lui che gli sorridevano rassicuranti.
-Siete sicuri che sia stata un’idea di Ludwig?- chiese ingenuamente.
-Certo!- lo rassicurò Gilbert annuendo con vigore. –È solo che ha avuto un impegno… ma poco importa, arriverà sicuramente più tardi! Che c’è, non ti fidi del magnifico me?-
Feliciano sussultò a quella insinuazione e scosse la testa più volte con vigore. –No, che dici, non è vero! Mi fido di te!-
 
 
 
 
 
   
 
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