Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: sasyherm    03/03/2011    1 recensioni
Lily e Scorpius si devono sposare. Ma alcuni messaggi inviati ad una segreteria possono mandare a monte tutto...tra amicizie mai veramente terminate, e amori di libri romantici, si può scoprire che la vita a volte è una meravigliosa avventura.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Lily/Scorpius, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


You Have Mail!



You have mail, Rose!

Rose,
lenzuola profumano ancora della tua essenza.
Non mi arrendo.
Con amore, Scorpius.

Lily appallottolò il foglio, gettandolo nel camino.
Desiderò che il fuoco bruciasse ogni lettera, ogni suono, ogni pensiero in quel pezzo di carta, in quel messaggio di amore che era una ferita aperta, che succhiava tutto il suo amore per se stessa.
Lasciandola cadavere di un amore che non aveva mai veramente posseduto, che non le era mai stato donato veramente.
Aveva scartato la scatola regalo, e dentro, c’era solo polvere che ancora respirava.

Desidero tanto spezzarmi, come una canna al vento. Ma non posso, perché nonostante sembri debole, c’è qualcosa di meschino e forte, che mi lega alla vita.
Certo non è amore, perché non mi è mai stato donato.
Vorrei smetterla di oscillare senza cadere. Vorrei avere il coraggio, e spezzarmi ed essere cullata nel vento, nell’aria.
Chiudere gli occhi, e perdermi , osservare dall’alto il mondo addormentato, come Wendy che vola nel cielo blu , raggiungendo l’isola che non c’è.

 La voce metallica risuonò nell’appartamento in penombra. L’apparecchio della segreteria si polverizzò in mille pezzetti.

Lily ascoltò il suo fidanzato e futuro marito lasciare l’ennesimo messaggio, ancora senza risposta.

Spezzami, Scorpius. Io non ne sono capace, ma tu puoi.

-    Lily, che ne pensi del ciliegio?-
-    Mamma, nel bouquet va bene tutto, basta che non siano rose.-

Scorpius si voltò a guardarla, ma non la vedeva, Lily lo sapeva.

-    Gigli, come me. Non le comuni rose.-

Ginny non fiatò e lei evitò lo sguardo di Scorpius, imperturbabile e indifferente come sempre.

Gli occhi si persero in un lembo di abito bianco, volarono sul merletto e seppero che non ci sarebbe stato nessuno matrimonio bianco come il suo nome.

-Tutti amano le rose. Proprio tutti.-disse, guardando Scorpius, con sfida.

 
Rose,
ieri ho fatto l’amore con Lily, ma in realtà lo facevo con te.
Ti voglio Rose e ti pretendo. Non mi dispiace per lei.


Corro nel vento, aspettando di spezzarmi. Aspettando e sognando qualcosa che non sarà mai mio.

Rose oggi è tornata. Non mi ha guardato in faccia nemmeno una volta, ma io ho sostenuto il suo sguardo, e ho visto il sorrisino di Scorpius, vittorioso.
Appare pallida, sciupata. Si è arresa.
Come me.

Baci, ansiti soffocati. Accucciata alla parete sottile di uno squallido motel, gli occhi quasi socchiusi, mentre ascolto lui che ama con violenza e possesso mia cugina.
Ti ha pretesa e avuta Rose. Ma il dolore che provo non riesce ancora a spezzare lo stelo della canna.

Scorpius entra sorridente, gettandomi a stento uno sguardo, incurante come sempre, bugiardo e affascinante come sa essere sempre lui.
-    Vado a dormire.-
La porta si chiude, e l’unica cosa che resta di lui, è il tuo odore, che beffardo e pressante permea l’ambiente.

Rose indugia.
Si tiene a distanza, come sempre. Come se la cosa non la riguardasse.
-    Vado via.-
Posso sentire il suo ghigno.
-    Ti ritroverò...tu mi appartieni.-
-    Non è vero.-
Scorpius prende tempo, tanto sa già. Sa già che lei lo ama, come lui ama lei.
Sa che possono anche fingere di non volere tutto questo, ma che sono solo menzogne.
Sono felici di amarsi con cattiveria. Sono incurantemente felici del male che mi fanno, dei loro sorrisi celati, delle loro parole vuote che mi rivolgono, dei loro gesti bugiardi.
-    E a lei, non pensi?-
Dillo, Scorpius. Se lo dici, mi spezzo.
-    No. E nemmeno tu. Non ti dispiace neanche un pò...ti rendo troppo felice, perché ti dispiaccia.-
Un rumore sordo e insignificante, e la canna si spezza.


You have mail, Scorpius!

Caro Scorpius,
lei non ha mai risposto, ai messaggi d’amore che le mandavi.
Questo messaggio non ha bisogno di risposta. Non ha bisogno di nulla.Ed è meglio così, perché tu non hai mai risposto a nulla di quello che ti chiedevo. Non hai mai avuto niente da darmi, neanche un poco di dispiacere, mentre la amavi.
Non devi neanche prenderti la briga di formulare poche parole di addio. Non servono a nulla, ora.
Questo messaggio dice qualcosa, non chiede. Come me, ha smesso di chiedere da tempo perché dovevo sopportare tutti questi tradimenti, tutto questo falso e puro amore che facevi finta di donarmi.
Da sempre ho pensato che il bianco nascondesse il nero più tremendo.
Il bianco dell’ospedale che dovrebbe consolare il nero della malattia, il bianco del nostro futuro matrimonio che puliva il nero dell’amore che mancava…perché l’amore che manca è la voragine, il buco nero in cui sono precipitata e da cui cercavo di risalire.
Il bianco del mio nome e del mio fiore così assoluto, così fintamente perfetto che nasconde il nero della mia imperfezione.
Il giglio è purezza, il suo bianco è il colore più assoluto. Il colore da sempre amato dalle ragazze, il colore che non ha perché, perché come il nero, esiste e basta. Non ha bisogno di domandare, di indagare. Il bianco esiste e basta.
Alla fine, nulla è mai bianco. Il mondo è pieno di colori. Nulla è mai bianco, immacolato, puro, eterno , candido e ingenuo.
Io ero il bianco. Facile da macchiare, come tu hai fatto. Mi hai macchiata inesorabilmente, mi hai fatto cadere in un vortice di imperfezione e domande che mi avrebbero distrutta.
Non finirò mai di chiedere cosa avessi che non andava. Cosa avessi di meno di Rose, perché tu non mi amassi.
E alla fine ho capito che non sono un bianco e perfetto giglio…ma una canna impantanata in un stagno, e il troppo dolore ha reciso il mio stelo.
Ma va bene. Grazie. Adesso posso volare come ho sempre sognato di fare, essere una ragazza normale che tu non hai mai amato, essere qualcuno, essere mille colori, vedere mille cose e forse, trovare qualcuno per cui sarà facile, e bello amarmi.
Il mio bianco non c’è più. Il nero c’è sempre stato…ma ora, l’unica cosa che voglio è un arcobaleno.
Non occorre che tu risponda. Non hai mai risposto, e ora sarebbe terribile se lo facessi. È meglio che mi lasci così, senza una parola, senza un briciolo di sincerità.
Ti perdonerò per non aver amato il bianco…ma non ti perdonerò mai di essere sempre stato così grigio, così indifferente, così indisturbatamente bugiardo.
Ti auguro soltanto di scoprire che la tua verità assoluta, il tuo bianco, sia in realtà il nero. Perché nulla è per sempre, nulla è perfetto, ma la vita vera è molto più interessante.

Scorpius lesse il messaggio e chiamò Rose, dicendole che aveva casa libera, e potevano incontrarsi da lui, anche subito.

Rose non richiamò e non rispose al messaggio che le aveva lasciato in segreteria.

Solo molti giorni dopo, la segreteria gli annunciò che aveva posta.

You have mail, Scorpius!

Scorpius,
probabilmente questo è l’unico messaggio di risposta che ti ho mai mandato, e che ti manderò, lo giuro.
Non ho mai risposto ai tuoi messaggi, perché non finirò mai di vergognarmi, non smetterò mai di vergognarmi della maledetta passione, chiamalo pure amore, se vuoi, che mi prende, e mi fa male, quando sono con te.
Non so cosa sia, ma so solo che me ne vergogno. Mi vergogno di stare con il fidanzato di mia cugina, di stare con il figlio del nemico della mia famiglia, mi vergogno della tua indifferenza e del tuo egoismo, perfino.
So cosa diresti adesso. Che noi siamo fatti per stare insieme, da sempre e per sempre, che non ce la facciamo a stare lontani…ma tutto questo non ha perché. O almeno non ha un perché valido.
Continuo a scappare, perché non posso accettare tutto questo. Non lo accetterò mai, e non rispondo, quando mi chiedi se ti amo, perchè non lo so.
Oggi, quando ho saputo della partenza di Lily, e del tuo messaggio, mi sono chiesta il perché di tutto questo.
Il perché di tutta la sofferenza di Lily, il perché dei nostri incontri segreti. Ho cercato di rispondermi, perché ti amo, che ti ho sempre amato,ma un secondo dopo, mi sono chiesta, ma sarà vero?
Credo di amarti perché è sbagliato, perché sembriamo tanto Romeo e Giulietta, che dovevano tenere il loro rapporto celato, segreto…perché sembra un classico amore impossibile. Ti amo di un amore costruito su molti libri romantici.
Si, c’era un sacco di romanticismo avventuroso nei nostri incontri segreti…soprattutto quando ti sei fidanzato con Lily. Ma Romeo non tradisce Rosalina con Giulietta. Romeo non gode nel mentire alla sua fidanzata, Romeo non pretenderebbe mai che Giulietta lo ami per forza, e per forza lo incontri di nascosto. Tu lo fai. Quando mi mandi quei messaggi romantici, sorrido, ma non provo nulla.
L’unica cosa che provo, è un grande dispiacere per Lily, ora. E l’ho sempre provato, oltre che vergognarmi di me stessa.
Non sento altro. Il resto, quello che fingo di provare, è una bella favola romantica.
Ma questa è la vita vera. E nella vita vera, io sono solo una cugina traditrice, e tu un fidanzato bastardo. Non c’è nessuna favola romantica, in questo.
In realtà, ero anche arrabbiata. Volevo fare qualcosa di terribile, sfidare in qualche modo la mia famiglia, fare qualcosa di eclatante, come stare con il figlio dei nostri nemici…l’ho fatto, ma adesso basta.
Non c’è futuro per noi, Scorpius, e non possiamo fondarci su libri romantici per costruirne uno. Inoltre, niente mi assicura che tu non farai con me quello che hai fatto con Lily. Tutto sommato, sei il degno discendente del casato Malfoy, sei arrogante, stronzo, traditore, e te ne infischi dei sentimenti altrui.
Non sei un ragazzo con cui costruire un futuro.
Non sei Romeo…cerchi di incarnare il cattivo della favola, ma non ti riesce nemmeno bene. E io non sono così buona da essere una principessa.
Chiudiamo questo libro, e questa corrispondenza mai iniziata e cominciamo a vivere.
Addio.

Una ragazza con indosso un impermeabile fradicio entrò in un bar di Parigi.
La pioggia ticchettava fuori, e chiunque si sarebbe domandato chi fosse così coraggioso da avventurarsi fuori in una notte come quella.
Ma la ragazza non si curò degli sguardi che percorrevano la sua figura che libera dall’impermeabile fradicio, si sedeva su uno sgabello ravviando la chioma con gesti nervosi.
Era vestita in maniera semplice, ma assorbiva la luce soffusa delle lampade che guizzavano sulla sua figura esile e vivace.
Era bella, pensai.
Non la bellezza appariscente e dimenticabile di un avventuriera sconosciuta in una notte di tempesta. Una bellezza eterea, ma anche ambigua di un folletto che curioso appare e scompare.
Aveva qualcosa di familiare, di infantile, con un nonsoche di sfuggente, da apparizione di un sogno.
Dubitai dei miei pensieri, per quella natura sognatrice e lunatica che mi contraddistingueva. Geni materni, di sicuro.
E la ragazza parlò. E allora seppi che non mi ero ingannato. Quella voce, che da bambino mi piaceva sempre ascoltare, mentre ingenui, sognatori e speranzosi costruivamo un futuro, spezzato dalla mia partenza negli anni dell’adolescenza.
- Un tisana al mirtillo, per favore.-
Per nulla turbata o cosciente della stranezza della sua ordinazione, la ragazza guardò fisso negli occhi il barista, che le sorrise compiaciuto.
L’avventuriera sapeva il fatto suo, ed era stata fortunata. Era capitata nel bar più particolare di Parigi.
Lily Potter. Dieci anni dopo, che ordinava la sua tisana preferita e si materializzava sicura nel mio mondo consolidato, pronta alla rivoluzione.
Perché lei era sempre una rivoluzione.
Mi sedetti accanto a lei, sorridendo. Il barista mi fece l’occhiolino, capendo le mie intenzioni.
Lily non si voltò e io sorrisi.
-Quante volte ti avrò ripetuto che un inglese dovrebbe bere solo tè, per orgoglio nazionale, oltre che per tradizione.-
La battuta ebbe il risvolto sperato. Si voltò e mi guardò stupita. Si riprese subito, comunque, assumendo l’espressione compunta e divertita nello stesso tempo.
-Lysander Scamander non dovrebbe assolutamente parlare di tradizioni consolidate.-fece, perfettamente a suo agio nella conversazione.
Lei, lei rompeva. Allargava gli ingressi, si inseriva in qualunque cosa alla perfezione, con suo completo agio. Niente indugi, o giri di parole, con Lily Potter.
-Touchè Lily Potter. Ho comunque la vaga impressione che le tradizioni consolidate non siano mai state il tuo forte.-risposi divertito.
Lily tornò alla sua tisana fumante, sul volto appuntito e dai tratti regolari un ombra dal retrogusto amaro e malinconico.
Con un sorriso incipiente, mentre guardava davanti a se, aggiunse
-    Oh, fidati, ti sbagli. Ho appena mandato a monte una tradizione consolidata da così tanto tempo che nemmeno mi ricordo quando è cominciata...-disse, cominciando a sorseggiare il suo tè.
Mi tolse lei stessa il dubbio di indagare oltre, dicendo quello che la mia curiosità domandava.
-    Dovevo sposarmi e amare per tutta la vita un uomo che non mi amava, e che senza dispiacersi ha sempre amato mia cugina Rose...-
Allora seppi cosa dirle. Ci misi un po’, con la mia solita calma che era un sollievo per chi mi stava intorno.
-    Non sei cambiata di una virgola. Alla fine, come vedi, ti sei ribellata alla tradizione e sei qui, con il tuo vecchio migliore amico, a bere una tisana al mirtillo.-
Lily sorrise, un sorriso che in mille notti mi rassicurava, sussurrando che l’avrei rivista, quando meno me lo sarei aspettato, avrebbe fatto capolino nella mia vita, allargando l’ingresso e dilatando tutto il mio mondo.
-    Parlando di tradizioni, questa tisana mi piace da quando sono piccola...che hai da dire, ora, Lys?-
Usò il mio vecchio nomignolo con nonchalance, come se si fosse già abituata e per lei fossi ancora quel ragazzino che un tempo aveva promesso di sposarla, prima di partire e lasciarla sola, in mezzo ad un mare di tradizioni che non voleva seguire.
- Questa l’hai decisa tu, Lil. Ti appartiene, fa parte di te...quando te le impongono altri, decidi di romperle.-
- Sono cambiata dalla ragazzina di tredici anni che abbandonasti, Lys...ho accettato molte tradizioni, cercando di non cambiarle.-
- Sposare un Malfoy non è una tradizione per una Potter...-
- Sposare l’uomo che era tradizione amassi più di me stessa, ben sapendo che mi avrebbe tradita sempre con mia cugina, beh, lo era diventato.-
I suoi occhi si persero nella contemplazione della tisana che ormai era quasi finita, mentre la pioggia ticchettava fuori, e il suo impermeabile gocciolava a terra.
Decisi di non ribattere. Non parlava più con me, ma con se stessa. Forse era la prima volta che lo diceva ad alta voce, e a me.
Avrebbe dovuto essere una situazione paradossale, ma di paradossale non c’era nulla, o almeno io non lo sentivo.
Stavamo continuando un dialogo che non si era mai interrotto, in questi dieci anni. Eravamo due persone mature, probabilmente diversi dai bambini che si erano lasciati, ma quello che avrebbe dovuto cambiare, non era cambiato.
Era rimasto lì, il dialogo, nella nebbia di un treno che si allontanava, di due vite che prendevano binari diversi, ma che si sarebbero incontrati di nuovo, nell’arco di una vita.
Forse il luogo, il tempo, la circostanza. Ma noi eravamo ancora i migliori amici sognatori e ingenui, anormali e fuori dalle righe.
- Mi sei mancata.-
- Anche tu.-
- Da quando te ne sei andato, giurai che non mi sarei mai più ribellata a nulla...con te dissi addio alla Lily vivace, colorata, ribelle, e divenni un giglio che non è mai piaciuto a nessuno, neanche a me stessa. Appena mi sono ribellata, ti ho incontrato...-
Le presi la mano, dando voce finalmente alla nostalgia che avevo provato, e che mai mi aveva abbandonato, rinnovando una promessa che si erano fatti due bambini, e che avevo mantenuto intatta.
-    Sapevo che ti avrei rincontrata, un giorno...te lo dissi, ricordi?-
-    Mi giurasti che saresti tornato per sposarmi...eravamo due bambini, ingenui, sognatori. Potrei dire di averlo dimenticato, di essere andata avanti, ma so che tutto sommato, non ho mai rinunciato alla Lily che ero, che dovevo solo aspettare e che ci saremmo rincontrati, prima o poi...-

Una ragazzina dalla lunga chioma rossa e gli occhi verdi come l’erba di un prato, si fece largo tra la folla di King’s Cross, immersa negli sbuffi di treno.
Un ragazzino pallido, dai profondi occhi azzurri sgranati e i capelli di un biondo sporco, la attendeva ritto vicino al treno. Gli occhi gli si illuminarono quando la vide.
Lo abbracciò di slancio.
-    Lys, non andare, ti prego...sarà tutto diverso, senza di te.-
Il ragazzino la guardò serio, tremendamente serio. Le accarezzò i capelli, e pensò che non l’avrebbe mai dimenticata.
-    Noi no, Lily. Noi non cambieremo mai...e ci rincontreremo nel modo più assurdo,strano e imprevedibile, ma per noi sarà normale...-

Lily Potter lo aveva sempre saputo. Quando tutto sarebbe dovuto essere strano, anormale, imprevedibile e assurdo, per lei e Lys sarebbe stata la normalità.

Spazio autrice:
Questa è il frutto di un impulso momentaneo. Ho voluto vedere una Lily diversa da come la immagino solitamente e un diverso rapporto tra Rose e Scorpius.
Lily ferita, giglio di facciata, e la sua amicizia mai veramente terminata con Lysander. Li vedo bene insieme.
Cosa ne pensate?Vi piace questa Lily? E Rose?
XOXO.













Le
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: sasyherm