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Autore: Calliphora994    03/03/2011    6 recensioni
Uno strano caso porterà Booth e Bones a New York, per collaborare con il NYPD, in aiuto alla detective Beckett e a Castle.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Seeley Booth, Temperance Brennan
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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“Quindi, ricapitolando, abbiamo i cadaveri di Amanda, Violet, Kevin e.. Jim?”
“Esatto. Avevo notato delle otturazioni sui denti, così ho chiamato il dentista di famiglia che mi ha mandato la documentazione odontoiatrica di tutta la famiglia. C’è corrispondenza totale con le lastre di Jim”
“Questo caso diventa sempre più complicato..” Booth continuava a scuotere la testa mentre si dirigeva insieme a Bones verso il NYPD.
“Ho già avvertito Kate, mentre ti stavi cambiando”
“Mmmmh.. bene, ci aspetta in centrale?” Kate? Adesso la chiamava Kate. Ma bene.
“Si, lei e Castle erano in macchina quando li ho chiamati.Hanno deciso di fermare Abigail dopo aver sentito gli ultimi sviluppi. Povera donna..”
“Beh, senza prove non puoi giudicare, Booth. Magari è stata lei ad appiccare l’incendio”
“Bones, ma devi essere sempre così cinica? Non provi neanche un po’ di compassione per lei? Ha perso i figli, la madre, il marito e forse anche il padre!”
“Mi attengo ai fatti” Booth dovette mordersi la lingua per non ricominciare a punzecchiarla. Non sarebbe mai cambiata. Glielo aveva detto.
 
Nella stanza degli interrogatori, Abigail sedeva di fronte a Beckett e Booth; Bones e Castle erano appoggiati al muro alle spalle dei due agenti.
“Quindi, signora Silkwood, quel pomeriggio, il padre di suo marito aveva insistito perché lei portasse i suoi figli a giocare lì?”
“Sì” Abigail aveva la voce spezzata dai singhiozzi “Credevo che volesse passare ancora un po’ di tempo con i nipoti.. non gli rimaneva molto tempo ormai..”
“Cosa intende?”
“Mio suocero aveva un cancro ai polmoni, glielo hanno diagnosticato un paio di mesi fa. Gli hanno dato al massimo sei mesi di vita”. Il suo tono di voce sembrò essersi indurito mentre aveva parlato di Peter. E Beckett se n’era accorta.
“Signora Silkwood, a cosa è dovuto il suo repentino cambiamento nel tono della voce?”
“Cosa? Io non…”
“Adesso glielo dico io come sono andate le cose” Booth ormai era spazientito, probabilmente non vedeva l’ora di chiudere il caso e di tornare a Washington “Mi sembra ovvio che lei e i suoi suoceri non andavate molto d’accordo, così ha deciso di toglierli di mezzo; per qualche sfortunata coincidenza, suo marito e i suoi figli si sono trovati coinvolti e il suo piano le si è ritorto contro” Questa ipotesi non reggeva, Booth lo sapeva e anche Beckett. Si girò e gli sussurrò “Controllati. Capisco che tu sia stanco, ma non puoi aggredirla così”
“Si, scusami, la stanchezza gioca brutti scherzi. Continua tu”
Appena i due agenti rivolsero lo sguardo alla donna, lei abbassò gli occhi e cominciò a parlare.
“Si, io e i genitori di Peter non siamo.. non eravamo in buoni rapporti. Hanno sempre ostacolato la nostra relazione, anche dopo la nascita dei nostri figli. Tuttavia adoravano quei bambini, insistevano sempre per passare più tempo con loro, come quel pomeriggio. Non li avrei mai uccisi, credetemi.. non avrei mai fatto una cosa del genere..” Abigail scoppiò a piangere.
Bones aveva lo sguardo fisso sulla schiena di Booth, quasi a volergli far sentire il suo sostegno. Castle, invece, distolse lo sguardo dalla schiena di Beckett e si rivolse a Temperance.
“Secondo me è sincera..”
“Rick, per favore non cominciare anche tu! Come potete sostenere che una persona sia colpevole o innocente senza averne le prove?”
“E’ il mio istinto da scrittore di gialli”
“Anche io scrivo gialli, ma non me la sento di fare congetture, almeno finchè non troveremo altre prove. Magari più tardi si potrebbe tornare a villa Camelia..”
Castle strinse leggermente gli occhi e poi li riaprì di colpo, il tutto in meno di un secondo.
“Temperance, sei un genio!”
“Lo so, il mio quoziente intellettivo è molto elevato e la mia curva di apprendimento..” Rick non la lasciò finire, si diresse verso Beckett e le sussurrò qualcosa all’orecchio; poi tornò ad appoggiarsi al muro di fianco a Bones.
“Ora stai a vedere”
 
“Signora Silkman, la villa dei suoi suoceri si chiamava Villa Magnolia.. c’è un motivo in particolare?”
“Le magnolie.” Abigail sembrò sorpresa “Oh, si certo. Vede, quello è sempre stato il fiore dei miei suoceri, il simbolo del loro amore. Jim mi ha raccontato che Peter, la prima volta che ha visto Amanda, al laghetto Swan, ne è rimasto folgorato; così ha cominciato a corteggiarla, si sono fidanzati, ma poi hanno capito di essere incompatibili e qualche tempo dopo, a causa di una terribile litigata, si sono lasciati. Peter non riusciva a dimenticarla e allora ha cominciato a mandarle ogni giorno una magnolia, che era il fiore preferito di Amanda. Alla fine, lei ha ceduto e, dopo un lungo fidanzamento, si sono sposati; al matrimonio il bouquet  di Amanda era composto solo di magnolie e, quando hanno comprato la villa, l’hanno chiamata Villa Magnolia. Secondo Jim, la magnolia è il simbolo che l’amore può annullare le differenze tra due persone, perché se si amano davvero, non possono fare a meno di stare insieme. E’ il destino.” La signora Silkman aveva di nuovo gli occhi lucidi. Booth e Beckett avevano ascoltato la storia stando in silenzio, entrambi rapiti da quella favola d’amore moderna.
Dopo qualche secondo, Beckett si alzò e porse la mano ad Abigail.
“Signora Silkman, grazie per la sua collaborazione. Appena avremo novità, la contatteremo”
Booth sembrava assorto e pensieroso, non si era neanche accorto che Bones gli si era avvicinata.
“Booth, tutto bene?” Lui, sembrò riemergere dai suoi pensieri
“Sì, Bones, scusa. E’ che prima ho perso il controllo con quella povera donna.. non volevo. Non riesco proprio a capire come non ci possa essere una prova o un indizio che ci aiuti a far luce su questo caso e la cosa mi frustra.”
“Hodgins sta ancora analizzando i particolati, magari troverà qualcosa”
“Già. Sai, Bones, è incredibile come tu riesca ad evitare i discorsi che cadono sul personale” Booth si alzò e mise una mano sulla schiena di Brennan accompagnandola verso la porta “Ma ora andiamo, ci aspetta una luuuunga serata”
 
 
La macchina che li avrebbe dovuti portare alla presentazione del libro li stava aspettando all’entrata dell’albergo. Booth bussò alla porta di Bones per vedere se era pronta. Quando lei aprì, Booth dovette far appello a tutto il suo autocontrollo per non dire qualcosa di inappropriato.
“Bones.. sei.. W O W. Castle sa davvero il fatto suo” Temperance indossava un vestito blu scuro, senza spalline, fasciato in vita lungo fino ai piedi, e aveva i capelli raccolti in modo da lasciarle scoperto il collo. Booth non riusciva a smettere di guardarla.
“Grazie.. Anche te stai bene. Rick è stato davvero bravo a scegliere i vestiti” Temperance era arrossita al complimento di Booth e aveva abbassato lo sguardo, ma doveva ammettere che anche lui in smoking faceva la sua bella figura; nessuno dei due sapeva più che dire e entrambi continuavano a guardarsi i piedi. Fu Booth a rompere il silenzio
“Allora, vogliamo andare?”
“Si..certo” Brennan aveva risposto in un soffio.
Durante il tragitto verso la macchina, Booth non mise la mano sulla schiena della collega, aveva paura di sfiorare la sua pelle, aveva paura di perdere il controllo.
In macchina, si scrutarono a vicenda, seduti ai lati opposti dei sedili posteriori ; Booth guardava Bones quando lei non poteva vederlo, e appena lei si girava lui distoglieva lo sguardo e viceversa.
L’atmosfera si stava facendo al contempo pesante ed elettrica.
Ad un certo punto, Bones appoggiò distrattamente la mano sul sedile che la separava da Booth, e lui combattè una battaglia interiore soppesando se prenderla meno, probabilmente lei non avrebbe voluto che lo facesse, ma Booth lo fece lo stesso; quando stava per appoggiare la sua mano su quella di Bones, la macchina frenò e lei si ricompose, allontanando la mano. Temperance non si era nemmeno accorta della mano titubante di Booth che si stava per poggiare sulla sua.
 
Fuori dal locale era pieno di gente, non si sarebbero mai immaginati che la presentazione sarebbe stata in stile “festa vip”, entrambi erano rimasti a bocca aperta.
Entrati, si ritrovarono in una grande sala, piena di piramidi composte da copie del libro e di sagome di cartone raffiguranti Castle.
“Bones, promettimi che non farai mai una cosa del genere”
“Puoi starne certo”
La prima parte della serata trascorse tranquilla, Bones e Booth, dopo essersi ripresi dallo shock, fecero il giro della sala sempre l’uno accanto all’altra, anche quando Temperance veniva riconosciuta e fermata per avere un autografo, o per stringere la mano e chiacchierare con qualche suo fan.
Ad un certo punto intravidero tra la folla Ryan ed Esposito che li salutavano e si avvicinavano.
“Allora, che ve ne pare?” disse Ryan “Castle fa le cose in grande”
“Già, ce ne siamo accorti. Non ho mai visto una cosa del genere”
“Agente Booth, godiamoci questa occasione per distrarci dal caso, ci farà bene”
Cominciò un vociare che si faceva sempre più forte, si riuscivano a comprendere solo frammenti di frasi
“.. Nikki Heat”
“E’ arrivata la protagonista”
I due non capivano di chi si stesse parlando, finchè non videro comparire Beckett sulla porta; anche lei era bellissima quella sera, aveva un vestito lungo scollato che le cadeva evidenziando le sue forme e teneva i capelli sciolti, arricciati ad arte e tenuti in ordine da dei fermagli d’argento. Salutò gli agenti e si diresse verso Castle, che la aspettava accanto ad una pila di libri.
Booth e Brennan si sentirono di troppo, come se stessero osservando una scena privata e si diressero verso la sala adiacente; Ryan ed Esposito rimasero ad osservare la scena tra Castle e Beckett come se fossero al cinema,  mancavano loro solo i pop corn.
“Sei.. stupenda stasera”
“Grazie, Castle. Ryan ed Esposito mi hanno detto della dedica, è stato un pensiero davvero carino” Kate aveva un sorriso tirato ed imbarazzato, non sapeva che dire e che fare, non si sentiva a suo agio in quel posto.
“Senti, stavo pensando…” Rick le si fece più vicino e Beckett capì che cosa stava per accadere ed era pronta; la sua non poteva essere soltanto una cotta per il suo scrittore preferito, era qualcosa di più.. profondo. Non poteva più nascondersi dietro il suo comportamento distaccato e scocciato, Castle le aveva letto dentro e aveva compreso i suoi reali sentimenti. Sospettava che Rick li ricambiasse, ma fino a quel momento non ne era mai stata pienamente sicura.
“Si..?” Era sempre più vicino.
“Stavo pensando che forse abbiamo sbagliato punto di vista, insomma abbiamo iniziato con il piede sbagliato”
“A che cosa ti riferisci Castle?” Stava per succedere. Mancava davvero poco. Pochi secondi e pochi centimetri.
“Al caso”
“Al caso??” Beckett era incredula, tutto questo giro di parole e di pensieri per niente. La delusione le si leggeva in faccia.
“Certo, a che cosa pensavi mi riferissi?”
“A niente, vai avanti, sentiamo questa intuizione geniale”
“Ecco, ho pensato che abbiamo sbagliato a credere che Peter debba essere necessariamente morto, chi altro avrebbe lasciato una magnolia sul corpo di Amanda?”
Beckett era corrucciata, stava seriamente valutando l’ipotesi.
“Forse non hai tutti i torti, ma quale sarebbe il movente?”
“Non ne ho la più pallida idea, ma credo che dobbiamo arrestarlo subito, prima che commetta qualche altra pazzia.”
“Certo, un matto del genere non può essere lasciato a piede libero. E forse so anche come possiamo fare a trovarlo. Io vado un attimo in bagno, tu, intanto, vai a cercare Booth e Brennan”
 
 
I due partner, intanto, erano seduti su un divanetto posto sotto la finestra, nella stanza accanto, stranamente deserta. Erano seduti a distanza di sicurezza ed entrambi avevano lo sguardo fisso davanti a sé.
“Booth, che cos’hai stasera? Sei strano.. “
“Nulla, Bones, te l’ho già detto. Sono solo stanco e un po’ demoralizzato”
“Per il caso?”
“Si.. per il caso”
“Andiamo, me ne sono accorta perfino io che sei rimasto scosso dall’interrogatorio di Abigail. Cos’è che ti ha colpito in questo modo? Sai che a me puoi dirlo, ”
“Vuoi davvero sapere cos’è che mi ha fatto così male, Bones?Bene, allora te lo dico: sai la storia di Amanda e Peter? Ecco, mi ha ricordato la nostra”
“In che senso? Quei due sono morti”
“Metaforicamente, Bones”
“Spiegati”
“Ecco, Amanda e Peter, credevano che la loro fosse una storia impossibile, che fossero troppo diversi, ma, come ha detto Jim, l’amore ha vinto. E io credo che l’amore vinca sempre, è il destino. E adesso, non so perché ti sto dicendo queste cose, Bones, soprattutto dopo averti promesso che sarei andato avanti e che avremo continuato ad essere solo colleghi. Dopotutto tu non credi neanche nel destino..”
Booth si girò verso Temperance che intanto gli si era fatta più vicina, molto vicina, e lo stava guardando negli occhi; la sua espressione era indecifrabile. Entrambi potevano sentire il respiro dell’altro sul proprio volto.
“Vedi, Booth, io..”
“Ragazzi”
I due sussultarono, si allontanarono e si ricomposero, ma avevano ancora il respiro affannato.
“Scusate, ho.. interrotto qualcosa?” Castle entrò nella stanza.
“No, Rick, figurati, stavamo solo parlando”
“D’accordo.. allora io e Beckett abbiamo avuto un’intuizione sul caso e credo dobbiate venire con noi”
“Certo, io però prima devo andare un attimo in bagno..”
“Ok, Bones, io è meglio che vada in macchina con Castle..”
“Si, Booth, è meglio davvero. Io allora cercherò Beckett e andrò con lei” Detto questo, Temperance si defilò velocemente dalla stanza.
“Ma cos’hanno questa sera che devono andare tutte in bagno?” Rick si girò con aria interrogativa verso Booth, il quale sembrava appena uscito da una centrifuga
“Non lo so, Castle, davvero non riesco a capire le donne”
   
 
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