Eccomi
di nuovo qui, leggete e commentate.
2° CAPITOLO
= Il risveglio
Bastò una
lacrima, una sua lacrima e, dopo qualche minuto, quasi magicamente, Sosuke si
svegliò.
Non capiva dove fosse e cosa fosse successo, aveva
un grandissimo mal di testa, ma non era l’unica parte del corpo che gli doleva,
il fianco destro era la parte che faceva più male, probabilmente lì è avvenuto
la scontro. Poi un flashback gli riportò alla memoria quello che era successo
in quei momenti, lei, dopo averlo visto, correva nella sua direzione con un
sorriso smagliante, era stupenda, anche con la sua divisa scolastica che
lasciava vedere le sua belle gambe. Poi, quella macchina lussuosa che correva
all’impazzata, stupidi miliardari, sicuramente lei non se ne era accorta e continuava
ad avanzare verso di lui, fu un attimo, senza pensarci due volte si è buttato
per salvarla attutendo il colpo per lei con il suo corpo; furono sbalzati di
qualche metro finendo distesi sulla strada svenuti.
Chiuse gli occhi, non voleva ricordare: ha avuto
per la prima volta la vera paura, la paura di perdere qualcuno, qualcuno di
veramente importante.
Poi capì, si trovava nel sottomarino, Chidori deve
aver telefonato: ma ore dove si trovava lei? E come stava? Queste erano le
domande che si facevano strada nella sua mente… Da qualche giorno aveva capito
che per quella ragazza provava qualcosa di più della semplice amicizia: ma che
cosa?
Alzò il braccio
tutto fasciato e da cui uscivano tantissimi fili che si intrufolavano nelle sue
vene, prese il campanello che si trovava vicino al lettino, lo suonò: dopo
qualche minuto arrivò Tessa trafelata. Dopo essere entrata nella stanza, corse
vicino a lui e gli chiese: “Allora Sagara, come si sente? Ci ha fatto
spaventare!!!”. Lui guardò negli occhi il suo superiore e poi gli disse: “Io
stò bene ma dove si trova Chidori? Dov’è?”
“E’ nella sua
stanza che piange era così preoccupata per lei sergente!” gli rispose il
colonnello. “Mi faccia parlare con lei, per favore!” insistette lui. “Ma…”
Tessa cercò di
sviare il ragazzo, sapeva che quello che li legava non era solo il “lavoro”,
lei era tremendamente gelosa, anche lei amava quel ragazzo. Ma lui non cedette.
Allora il comandante del sottomarino andò personalmente nella stanza di
Chidori.
Bussò. Niente.
Bussò un’altra volta.
Kaname si alzo,
sguardo basso, dall’angolo dove di era messa e andò ad aprire. “Oh,
colonnello”:disse “Kaname, Sosuke ha espresso il desiderio di vederti!”
rispose. “Cosa? Sosuke si è svegliato? Vado subito! La ringrazio!” detto questo
corse verso la sua camera.
Lui, era seduto,
senza tutti quei tubi: lei, lo sentiva, stava per mettersi a piangere. Dopo che
la prima goccia le rigò il viso Sagara la chiamò e le fece segno di sedersi
vicino a lui. Ci fu un lungo silenzio lei non riusciva più a trattenere le
lacrime così cominciò a piangere, lui le mise un braccio intorno alle spalle e
la strinse a se.
“Mi hai fatto
preoccupare tantissimo. Temevo di perderti…” disse Chidori ma Sosuke la
interruppe “Sei tu che mi hai fatto spaventare, devi stare più attenta, quando
quella macchina si stava avvicinando mi è venuto un tuffo al cuore e non ci ho
pensato due volte e mi sono buttato, per portarti via, per salvarti!!!” “Ma ora
è tutto finito, siamo tutti e due vivi. Possiamo tornare a casa” la rassicurò.
“No, non ora tu non sei perfettamente in forma. Staremo qui fino a quando ti sarai ripreso. D’accordo?” disse
Kaname con tono dolce e premuroso ma con la sicurezza di volere mantenere la
promessa che gli aveva fatto prima.
Lui acconsentì,
lei lo fece stendere, lo coprì e se ne andò.
Fine
2° capitolo.
Come vi è sembrato?