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Autore: Dolcemaia    27/06/2003    0 recensioni
Premetto che questa fic è totalmente fuori da ogni schema! Ho calato i personaggi in un contesto completamente diverso da quello in cui è solito trovarli. Per ora non ha, e non credo avrà anche in futuro, riferimenti a serie particolari del manga! Buona Lettura!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Due destini, una verità di Dolcemaia

Capitolo 2: I fiori

Non si era affatto sbagliata…. Quel ragazzo, Marzio, era davvero molto affascinante e aveva fatto colpo anche sui suoi genitori. Durante tutto il pranzo aveva parlato di sé, dei suoi studi e dei suoi progetti futuri con un’eloquenza invidiabile. Sarebbe stato capace di parlare per ore, senza che gli altri si annoiassero.

A dir la verità, Bunny si sentiva un po’ a disagio, poiché più l’ascoltava più le piaceva, ma man mano che esponeva le sue aspirazioni, capiva anche che era due persone troppo diverse.

Lei aveva cominciato a frequentare l’università, ma in realtà era rimasta legata all’idea del minimo sforzo per il minimo risultato. Non aveva mai fatto mistero della poca voglia di studiare che aveva, né gli altri si erano aspettati più grandi cose almeno da quel campo.

In realtà forse si stava ponendo dei problemi inutili, in fondo non sapeva praticamente nulla di quel ragazzo, né se fosse fidanzato, né tanto meno se lei gli piacesse, ma ogni suo sguardo la faceva sentire talmente in imbarazzo che Bunny temeva che qualcun altro si accorgesse dello scombussolamento che provava.

In un solo attimo Moran era stato cancellato ed erano rimasti solo quei penetranti occhi blu, che temeva che le leggessero l’anima. Non si aspettava tanto da un noiosissimo pranzo di famiglia, in più per una volta, si parlava non solo dei soliti stupidi argomenti, e la signora Chiba sembrava piuttosto interessata al parere di Bunny. Per una volta la < Famiglia > le aveva fatto un favore… ma chissà cosa le avrebbe chiesto in seguito in cambio…

Non riuscì a scambiare più di tre parole di fila con Marzio, ma quando sua madre le propose di precederli con il ragazzo nella meravigliosa serra, di cui aveva tanta cura, sentì come un tuffo al cuore… forse era il momento giusto per capirci qualcosa di più di quell’insolita e sconvolgente situazione.

La serra era davvero molto bella, tutta di vetrate e sua madre aveva fatto un ottimo lavoro per quei magnifici fiori, che sembravano brillare, illuminati dalla luce della luna e delle stelle. Era un posto talmente romantico… e Bunny sapeva bene che non avrebbe voluto essere lì con nessun altro che non fosse lui. Non si scambiarono parole, erano troppo occupati a pensare come comportarsi, fingendo di essere interessati alle varietà di specie floreali, ad un tratto con la scusa di farle vedere un fiore che riteneva troppo particolare, le prese la mano, tirandola verso di sè. Il cuore di Bunny cominciò a battere all’impazzata e le sue guance si colorarono appena per l’imbarazzo. Si fissarono per un attimo negli occhi e poi le diede un bacio…

Un breve, quasi impercettibile bacio, che sebbene non fosse andato oltre uno sfiorarsi di labbra, le aveva provocato un brivido lungo la schiena che era del tutto nuovo ed inaspettato. Poteva essere tutto e niente, la ragazza non sapeva cosa significasse quel bacio, che per lei era stato così dolce, avrebbe voluto parlagli, abbracciarlo, fare una qualsiasi cosa, ma la magia del momento fu interrotta nello stesso momento in cui lui le stava accarezzando una guancia e arrivarono i loro genitori… Non che fossero due bambini, ma sarebbe stato molto imbarazzante farsi scoprire con le mani nel sacco, perciò con indifferenza ripresero il discorso sui fiori…

Successivamente provò quasi disperatamente a ristabilire un contatto, non perché Bunny smaniasse per baciarlo ancora, ma le sarebbe bastato un sorriso o uno sguardo che le facesse intuire che non era stato nulla, che qualcosa era cambiato, lui non si scompose, innervosendola non poco, si sentiva in una situazione poco chiara e quando ormai aveva perso ogni speranza, nella concitazione dei saluti finali, lui riuscì a strapparle il numero di telefono, promettendole che l’indomani l’avrebbe chiamata, cosa che mandò in estasi totale.

Appena gli ospiti varcarono la soglia di casa, Bunny corse, sognante, nella sua stanza, s’infilò il pigiama e si buttò sul suo enorme letto a faccia in su a sognare.

Quanto si sentiva felice… per una volta stava provando qualcosa di diverso e di più intenso di quello che credeva amore. Aveva una voglia matta di saltellare su e giù per la stanza come una bambina, ma forse quel minimo di auto-controllo che le era rimasto glielo impediva. Tutti i pensieri che l’affliggevano fino ad allora erano svaniti nel nulla, ciò che più le importava in quel momento era sapere quando l’avrebbe visto di nuovo e se l’avrebbe mai chiamata.

Il giorno seguente, Bunny si svegliò con la stessa eccitazione , che l’aveva accompagnata fino a prima di addormentarsi. Tutto le sembrava più gioioso e allegro. I fiori erano più colorati, il sole decisamente più caldo, persino la sua mamma le sembrava più dolce, in fondo era merito suo se si sentiva così felice.

"Buongiorno mamma! Buongiorno papà!"Disse la ragazza baciando i suoi genitori, arrivata in sala da pranzo per la colazione.

"Sono contento di vederti così solare, oggi, Bunny! E’ successo qualcosa di cui non siamo a conoscenza?"

"No, papà, non preoccuparti, non è successo niente! E’ solo una gran bella giornata… C’è il sole ed io lo adoro…"

"Il solo o qualcun altro…" Intervenne suo zio Jerry, entrando nella sala e mettendo in un certo imbarazzo la ragazza, ormai rossa come un pomodoro.

"Hai sempre voglia di scherzare, zio! Comunque scusatemi, ma ora devo andare a lezione all’università!"

"Aspetta, tesoro, ricordi che oggi hai promesso di uscire con tua cugina e il suo nuovo fidanzato? Lo sapevo… e non fare quella faccia, hai rimandato fin troppe volte, quella poverina è tornata da Londra da ormai un mese e ti eri offerta tu di farle compagnia, per riprendere contatto con la nostra città!!"

"D’accordo, mamma, ma solo perché mi hai beccata di buon umore… Vedrò di organizzare qualcosa con i miei amici!" E scappò via.

Le era completamente passato di mente di sua cugina. Quando erano piccole erano praticamente quasi vissute assieme, vacanza assieme, compiti assieme, gite assieme, tutto sempre assieme e se la cosa all’inizio poteva sembrare divertente a lungo andare era logorante, soprattutto per la diversità dei loro caratteri. Bunny era solare, espansiva, attaccava subito bottone con chiunque e spesso si spingeva in avventure piuttosto pericolose per una bambina, mentre Rino, così si chiamava sua cugina, era chiusa, insicura, sempre attaccata alla maglia della cugina. Per non parlare poi della competizione continua in cui si erano trovate a combattere, appena un po’ più grandi, ciò a discapito del loro già fragile rapporto. Con il passare del tempo si erano allontanate, e la povera Rino aveva avuto un po’ di problemi di salute, tanto che era andata in Inghilterra a curarsi, quindi quelle poche amicizie che si era conquistata, erano svanite nel nulla, creandole un vuoto attorno colmato solo parzialmente, da questo nuovo misterioso fidanzato conosciuto chissà come.

Era un po’ troppo tardi per organizzare qualcosa di inusuale per l’uscita di quella serata, perciò Bunny decise che per cominciare un gelato o qualcosa da bere, al bar di Moran sarebbe potuto bastare, magari per il futuro avrebbero pianificato un’uscita particolare.

Nel frattempo guardava nervosamente il telefono che non suonava mai, o per lo meno dall’altra parte non le rispondeva mai l’unica voce che avrebbe voluto sentire.

Temeva di starsi illudendo troppo, in fondo con Marzio non c’era assolutamente nulla, magari quei pochi sguardi se li era immaginati, magari le aveva chiesto il numero giusto per cortesia, magari era solo lei che come al solito si stava facendo i soliti film, magari quel bacio era stato solo un sogno…. Ma non poteva essersi davvero immaginata tutto, non poteva far finta che il brivido provato fin dalla prima volta che il loro sguardi si erano incrociati fosse nullo, non poteva credere che quell’imbarazzo creatosi quando per sbaglio le loro mani si erano sfiorate nella ricerca distratta di una pagnotta dal cesto al centro del tavolo, il giorno prima, l’avesse provato solo lei… Proprio non poteva!

Non credeva di essere così disperata da immaginarsi un amore che non c’era… Le avevano sempre detto che quando avrebbe incontrato il vero amore lo avrebbe sentito e per una volta c’era stata una scintilla che le aveva illuminato il cammino in così poco tempo. Tutti gli altri ragazzi con cui aveva avuto a che fare, non che fossero pochi, visto che nessuno era immune dal suo fascino di ragazza della porta accanto, l’avevano fatta sentire così.

Era già tardi, nelle sue meditazioni, non aveva ascoltato una parola delle lezioni, a cui aveva assistito imbambolata e per la prima volta se ne sentì un pò in colpa. Forse era ora che cominciasse a studiare seriamente per essere degna di un ragazzo ambizioso come Marzio. Nel frattempo guardava e riguardava lo schermo di quel cellulare che continuava a non squillare. Mentre si recava con Marta nel posto stabilito per l’appuntamento con la cugina, cominciò a pensare al motivo per cui non l’aveva ancora chiamata, facendo ridere l’amica a crepapelle per l’assurdità delle situazioni.

- Forse ha la batteria scarica e gli hanno tagliato la corrente.. (Esistono le cabine telefoniche)

- Forse ha scritto il numero sbagliato… (Era esatto l’ho controllato io stessa)

- Forse gli è volato il cellulare per strada e una macchina passandoci sopra l’ha distrutto in mille pezzi… (Esistono gli elenchi telefonici, avrebbe chiamato a casa se avesse voluto)

- Forse l’hanno rapito gli alieni.. (Decisamente non è credibile)

- Forse è troppo timido per farsi sentire (Non sembrava affatto timido, anzi…)

Arrivati all’appuntamento Bunny, capì immediatamente perché quel benedetto telefono non aveva suonato. La ragazza rimase imbambolata per qualche secondo, fino a quando Marta non la scosse per capire cosa le stesse accadendo, era diventata bianca come un lenzuolo di colpo e gli occhi non erano mai sembrati così vuoti, senza nemmeno un minimo di luce…

"Bunny, che cavolo ti sta succedendo? Ti senti male, sembra che tu abbia visto un fantasma… Capisco che rivedere tua cugina dopo tanto possa sconvolgerti, ma non pensavo fino a questo punto…!"

Erano ancora abbastanza lontane dalle due persone che le stavano aspettando, non erano ancora ben definiti i loro tratti ma Bunny riconobbe subito entrambe una specie di pugnalata nel si conficcò nel cuore.

"Marta è lui…" Si limitò a sussurrare all’amica.

"Lui chi? Marzio? Dove?Non vedo nessuno oltre tua cugina e il suo fidanzato… Oh, cavolo, Bunny, dimmi che non è proprio lui…"

"E’ proprio lui!"

"Che situazione, assurda… Dai calmati, magari gli assomiglia molto, ma non è lui!"

"Marta, potrei mai sbagliarmi? E’ lui ne sono certa!"

Continua…

  
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