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Autore: redspecial    04/03/2011    2 recensioni
Pensava e lei, il suo raggio di sole; era lontana dal Plainsboro per un convegno e lui ne sentiva maledettamente la mancanza, visto anche il clima di tempesta degli ultimi giorni; non avevano fatto altro che litigare e le loro schermaglie, seppur divertenti viste da fuori, erano più aspre che mai condannando il pacifico Wilson a stabilire delle tregue, se non altro per avere la forza di affrontarsi il giorno seguente. Greg, Lisa e Wilson... nuovi personaggi all'orizzonte e vecchie conoscenze che ci mettono lo zampino... La mamma è sempre la mamma!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Settima stagione
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Ecco un nuovo capitolo, spero che vi piaccia! ora sto entrando veramente nel vivo della storia e con questo capitolo ho cercato di mettere un pò di suspence sperando di esserci riuscita. Si accettano scommesse sull'identità della misteriosa bionda...! grazie a tutti!




Il vantaggio di trovarsi in un grande albergo dava l’opportunità di muoversi a proprio piacimento senza dover rendere conto ad anima viva, permetteva l’osservazione mirata ed una più frivola, specialmente se ospitava un grande convegno medico. Si era sempre ritenuta una donna con la testa sulle spalle, una madre di polso determinata a raggiungere il meglio per i propri figli. Percorreva quel corridoio da ormai una decina di minuti senza riuscire a trovare la stanza in cui era diretta, un altro giro e finalmente arrivò a destinazione, la camera era proprio dietro ad una rientranza. Bussò con vigore un paio di volte finchè la porta non si aprì e rivelò un uomo sulla quarantina che l’accolse con calore misto a soggezione.
“Salve sig.ra si accomodi!”
“Grazie Hamilton, sei sempre un gentiluomo, come vanno le cose?”
“Discretamente grazie. Sa ho per le mani un progetto con dei finanziatori…” non fece in tempo a finire la frase che la donna lo interruppe in modo determinato “Si Hamilton ma intendevo riguardo alla faccenda che abbiamo in sospeso…”
“Ah, quella faccenda…ci sto lavorando” rispose vago.
“Che significa…?” la donna incitò il medico ad essere più esplicito facendo seguire un gesto della mano.
“Sa è difficile, inoltre ho qualche senso di colpa…”
“E’ ovvio che è difficile, ma se non lo fosse stato certamente non avrei scelto te Hamilton caro…” la donna fu molto suadente tanto che Evans sentì un calore improvviso al volto.
“Cercherò di portare a termine ciò che mi ha chiesto sig.ra, spero entro domani”
“Ecco caro, così va meglio. Ricorda che c’è in gioco la tua felicità e anche quella di un’altra persona. Ricorda che anche tu meriti di essere felice” e detto ciò la donna bionda si alzò dalla poltrona imboccando l’uscita della camera. Era sicura di aver fatto breccia nelle perplessità del suo interlocutore calcando la mano sull’ultima frase; un po’ le dispiaceva perché Hamilton era davvero una brava persona, non un genio ma davvero un gentiluomo, uno che col tempo impari ad amare e che non ti farà mai mancare nulla. L’aveva sempre pensato e sarebbe stata felice di averlo come genero un giorno o l’altro.
Nella stanza in cui era avvenuta quell’insolita conversazione Hamilton Evans rifletteva coricato sul letto; si era sempre considerato una brava persona, onesta e soprattutto un bravo medico, un altruista che a volte però perdeva il senso di ciò che era veramente importante. Aveva fatto indubbi sacrifici per il bene di altri e si convinse che stavolta avrebbe dovuto pensare soprattutto a sé stesso. Lentamente si girò sul fianco e nobile di quelle considerazioni si addormentò pensando che era quasi ad un passo dalla felicità.
  
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