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Autore: echelon1985    04/03/2011    7 recensioni
Una specie di carta moschicida per amori sbagliati, ecco cosa era.
Questo era quello che si ripeteva Quinn mentre percorreva la strada che da casa sua lo portava a scuola.
Era come se ogni volta che gli piacesse qualcuno si accedesse un'enorme insegna luminosa che diceva "epic fail"
[...]
"Padget, tu lavorerai con Allman"
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Bullet for My Valentine, The Used
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi tornata girls!
Prima di partire per l'avventura chimica, come la chiamo io, ho
pensato di postare un altro capitolo.
Lo amo molto, e chi mi conosce bene capirà perché xD
Non c'è molto da dire, e non voglio anticiparvi niente.
Godetevelo, e spero che vi piaccia!

P.S. piccola comunicazione di servizio. Non ho dimenticato la IanxQuinn,
non preoccupatevi, sto lavorando al prossimo capitolo.




Hiding under the covers




I due ragazzi avevano fatto il percorso al contrario, attraversando il parcheggio
e risalendo in macchina senza nemmeno scambiarsi una parola.
Matt teneva i suoi occhi fissi sulla strada davanti a sé, e ad un occhio poco
esperto sarebbe sembrato tranquillo, ma bastava notare con quanta forza
stringesse il volante tra le mani per rendersi conto che non era così.
Le sue nocche erano quasi diventate bianche per lo sforzo.
Padge dal canto suo se ne stava seduto completamente immobile, fatta
eccezione per il braccio destro che si alzava e abbassava per guidare il
movimento dell'ennesima sigaretta fino alla sua bocca.
Teneva la faccia rivolta al finestrino, più che altro per non guardare Matt, per
non sapere che stava grossomodo come si sentiva lui.
Rivedere Quinn era stato più doloroso di quanto pensasse, gli sembrava
passata una vita dall'ultima volta che l'aveva toccato, dall'ultima volta
che aveva respirato il suo odore.

I due ragazzi erano rientrati nel garage di Matt senza nemmeno bisogno di
dirselo, sedendosi l'uno accanto all'altro silenziosi.
Sapevano che avrebbero dovuto dire qualcosa all'altro, per farlo
sentire meglio, ma nessuno dei due sapeva esattamente cosa.
Era stato Padge ad interrompere il silenzio per primo, perché sapeva che
all'inizio era più difficile, e che probabilmente l'amico era ancora in una fase
di negazione.
Lui aveva imparato che per quanto ci provi non puoi tenere a bada i
pensieri, che prima o poi ritornano.

"Abbiamo provato a sbronzarci e non ha funzionato, forse dovremmo
 parlarne e basta"
"Parliamone.. come stai?"
"Perché non iniziamo da te?"
"Perché io sto bene, non era niente di serio, era solo.."
"Matt piantala, so benissimo come ti senti.. non c'é bisogno che fai così"
"Fammi fare il forte, ok?"
"Ma non lo sei, non adesso. Parlamene.. per favore"
"E' solo che.. non voglio ammettere con me stesso che.."

Matt aveva scosso la testa, interrompendo la frase a metà.
Padge lo capiva, ma aveva imparato a spese sue che far finta di sentirti meglio
non lo fa accadere anche nella realtà.
E che parlarne con qualcuno invece che lasciarsi affondare dai propri pensieri
quando si é da soli é infinitamente migliore.

"Dillo Matt.. ti farà stare meglio. Anzi no, in realtà ti farà sentire peggio, ma
 credo che sia il caso che tu lo dica lo stesso"
"Non.. non voglio ammettere con me stesso che mi sono innamorato.. di lui..
 e che sono uno stupido a non aver capito come stavano le cose.."
"Non sei uno stupido.. stavi bene con lui"
"E' questo il fatto, stavo bene.. mi sentivo come se potessi essere proprio
 me stesso. Quando stai con una ragazza devi essere tu quello forte, quello
 che non deve cedere, e invece con Bert era diverso.. pensavo.. pensavo
 davvero che avessimo qualcosa.."
 "Mi dispiace.."

Matt aveva scrollato le spalle, come per dire che tanto oramai era così
che stavano le cose.
L'amico gli aveva poggiato una mano sulla spalla, per fargli sentire che
era lì, con lui, anche se non poteva fare nient'altro che quello.

"E tu? Voglio dire.. giuro che é l'ultima volta che te lo dico.. ma tu e Quinn, voi
 siete stati insieme un anno, era una cosa importante"
"E' proprio questo che mi frena"
"Perché?"
"Perché io non.. lui non si fida di me.."
"Ma non é per te.. non dipende da te.."
"Appunto, mi fa male vederlo e pensare che qualsiasi cosa io faccia lui non crede
 ad una parola di quello che mi esce dalla bocca. Non posso stare tutti i giorni
 sotto esame Matt, perché prima o poi capiterà per forza che io commetta un errore"
"Non é detto che sarà sempre così"
"E se invece fosse così? Io non so se.. se posso sopportare altre tragedie, capisci?
 Sarebbe semplice andare da lui e riprendermelo, ma quanto tempo ci vorrà
 prima che le cose tornino esattamente come sono adesso? E la prossima
 volta farà più male, e quella dopo ancora di più"
"Sono sicuro che puoi fare qualcosa per cambiare le cose.."
"Forse.. non lo so.. come posso cambiare quello che gli é successo?"
"Non quello, ma puoi fargli capire che tu non te ne andrai. Certo.. non ci
 riuscirai standogli lontano però.."
"Quindi devo sforzarmi ancora?"
"Penso che per Quinn ne valga la pena.. tu no?"
"Dio, mi manca così tanto.."

Matt aveva annuito, a lui mancava Bert, e si erano frequentati solo per un mese,
poteva solo immaginare cosa significasse passare ogni giorno con una persona
per un anno e poi perderla.
Ancora una volta entrambi erano rimasti in silenzio, persi nei loro pensieri per
nulla piacevoli.

"Penso che me ne andrò a casa adesso"
"Sei sicuro? Puoi restare se ti va"
"Ho bisogno di stare un pò da solo.. tu starai bene?"
"Certo. Mi prendo un aspirina e mi infilo a letto"
"Non vuoi una mano a ripulire qui?"
"No, ci penso dopo. Va, non preoccuparti, e chiama se hai bisogno"
"Anche tu"

Si erano guardati per un secondo, e poi si erano abbracciati.
Non lo facevano mai, loro erano più i tipi da pacca sulle spalle, ma ci stava
bene in quel momento, li aveva fatti sentire un pò meglio.

Padge aveva recuperato la sua macchina dal retro dove l'aveva parcheggiata
la sera precedente, ed aveva guidato fino a casa sua cercando una scusa
plausibile che spiegasse perché non era a scuola.
Aveva optato per il sentirsi male, che di solito funzionava sempre, e se non
avesse funzionato, beh che si fottessero i suoi, aveva altre cose per la testa.
Era entrato in casa ed aveva salito le scale, ignorando i vaneggiamenti di
sua madre che blaterava sul  fatto che fosse già mancato una settimana.
Aveva fatto finta di non sentire e si era chiuso nella stanza, girando la chiave
nella toppa nel caso a qualcuno fosse venuto in mente di piombare in
camera sua.
Si era buttato sul letto senza spogliarsi, avendo almeno l'accortezza di sfilarsi
le scarpe prima di stendersi sulle coperte ed incrociare le braccia sotto la testa.
Pensava a che strana piega avessero preso le cose per tutti quanti loro, e
soprattutto pensava alle parole di Matt.
Nella settimana che era stato via quella era l'unica domanda che si era sempre
fatto, avrebbe potuto far cambiare idea a Quinn? Sarebbe riuscito a convincerlo
che non importava cosa gli altri gli avessero fatto, di lui poteva fidarsi?
Padge non lo sapeva, però era così stanco del fatto che le cose con Quinn
fossero diventate faticose e complicate, come una specie di fottuto lavoro.
Era così che sarebbe dovuta funzionare una relazione?
Quando si era addormentato il moro non aveva ancora trovato una risposta
per nessuna di quelle domande.
Però Quinn gli mancava, cazzo gli mancava da morire.





Si era svegliato soltanto passata l'ora di pranzo, non aveva visto l'orario, ma
il suo stomaco che brontolava per la fame era bastato.
Era sceso di sotto per prepararsi un sandwich, sperando di non trovare nessuno,
e per una volta era stato fortunato.
Aveva mangiato velocemente, per non sfidare troppo la sua buona sorte, ed
era tornato in camera per buttarsi sotto la doccia.
L'acqua calda aveva rilassato immediatamente i suoi muscoli, e stranamente
aveva chiarito anche le sue idee, almeno in parte.
Aveva recuperato dei vestiti puliti dall'armadio e si era vestito, senza nemmeno
asciugarsi i capelli.
Era uscito il più silenziosamente possibile, per evitare che qualcuno lo vedesse.
Aveva guidato fino a quella casa che conosceva come le sue tasche, ma gli
ci era voluto qualche minuto prima di trovare il coraggio di scendere dall'auto
ed attraversare il vialetto.
Due minuti dopo era entrato in casa, sorridendo appena alle prediche che si
aspettava, sul fatto che non si faceva vedere da molto tempo, che era
sparito dalla circolazione.
Gli era stato quasi d'aiuto per tranquillizzarsi, prima di attraversare il corridoio
per raggiungere la camera dove aveva passato così tanto tempo che non
avrebbe neanche saputo quantificarlo.


Il ragazzo era chinato sulla scrivania, e Padge poteva vedere i fili scuri degli
auricolari spuntare tra i capelli che stavano diventando leggermente lunghi.
Teneva perennemente quelle cose nelle orecchie, il moro pensava che fosse
un miracolo che non fosse ancora diventato sordo.
Aveva richiamato la sua attenzione toccandolo leggermente sulla spalla
perché si voltasse



Jay aveva spalancato gli occhi quando si era ritrovato davanti Padge, ed era
scattato in piedi senza sapere bene perché.
Aveva fatto un passo indietro, non appena si era ripreso dalla sorpresa di
quella visita, il più grande non aveva potuto evitare di notarlo, e di restarci male.
Il più piccolo aveva preso le distanze, cercando di mantenere una certa parvenza
di normalità per non dare nell'occhio.
Aveva chiesto all'altro se volesse qualcosa da bere, e prima che Padge potesse
rispondere aveva già preso la porta, sparendo in cucina per recuperare due
bibite.
Aveva aperto il frigo, facendo un grande respiro per cercare di darsi una calmata,
godendosi per un attimo la frescura proveniente dall'elettrodomestico.
Doveva solo comportarsi normalmente, Padge se ne sarebbe andato e tutto
sarebbe andato bene.
Aveva preso due bottiglie, senza nemmeno guardare esattamente cosa fossero, ed
era tornato in camera, attento a tenersi più a distanza possibile.
La cosa che lo preoccupava maggiormente però era che Padge sembrava
più strano di lui.
Gli aveva lasciato una delle due bottiglie tra le mani, attento a non toccarlo, e
si era sforzato di fare uscire le parole più normalmente possibile.

"Va tutto bene Padge? Sembri.. non so.."
"No, non sto bene. Io e Quinn ci siamo lasciati"

Jay aveva aperto leggermente la bocca a quella notizia, davvero non si
aspettava di sentire una cosa del genere.
E non sapeva esattamente cosa sentisse a riguardo.

"Oh.. mi.. mi dispiace.."
"Ah si? Davvero?"

Il tono sarcastico del più grande gli aveva fatto spalancare leggermente gli
occhi, per la freddezza e la cattiveria con le quali era stato usato.
Non era mai successo da quando si conoscevano che Padge gli parlasse
in quel modo.
Gli aveva fatto male, e soprattutto l'aveva messo in agitazione.
Perché avrebbe dovuto dubitarne se non sapeva di lui?

"Certo.. Perché dici così?"
"Io so Jay"
"Co..cosa sai?"
"Io lo so"

Il più grande si era semplicemente limitato a ripetere quella frase, fissando
Jay dritto negli occhi, perché recepisse il messaggio.
Il moretto aveva annaspato, cercando disperatamente qualcosa da dire
che sembrasse vero, credibile.
Non gli era riuscito particolarmente, perché l'agitazione gli faceva battere
il cuore così forte che riusciva a sentirlo nelle sue orecchie, e gli impediva
di pensare.
Aveva cercato di negare, fino all'ultimo, perché non voleva neanche pensare
cosa avrebbe comportato il fatto che l'altro sapesse davvero quello che
provava.

"Padge.. io non so di cosa stai.."
"Smettila di raccontarmi cazzate, smettila una volta per tutte"

Ed il tono di voce che Padge aveva usato era stato così duro che
Jay si era ritrovato a sussultare, abbassando leggermente la testa per
non affrontare quegli occhi grigi che lo fissavano.
Quegli occhi che lo guardavano come non avevano mai fatto, nemmeno
durante le peggiori litigate, aspri, arrabbiati.

"Se la tua intenzione era mantenere il segreto avresti dovuto essere
 molto più discreto di così. Non hai fatto altro che evitarmi, pensavi
 sul serio che non me ne sarei accorto prima o poi?"

Jay si era sentito mancare la terra sotto i piedi, senza riuscire nemmeno
a formulare qualcosa che somigliasse vagamente ad una frase compiuta.
Si era convinto di aver fatto un buon lavoro, di aver nascosto bene i suoi
sentimenti, e invece adesso doveva affrontare il fatto che non era così, e che
rischiava di perderlo comunque, senza poter fare niente per evitarlo.

"Io non.. ho cercato di.."
"Di riempirmi di bugie? E' quello che hai cercato di fare. E tutta quella storia
 del bacio? 'mi dispiace Padge, l'ho fatto solo perché mi sentivo solo'.. tutte
 stronzate. Avresti dovuto dirmelo"
"E cosa sarebbe cambiato? Ti saresti magicamente innamorato di me
 anche tu?"
"No.. ma avremmo potuto avere una conversazione onesta, come si
 suppone che facciano due amici.. o adesso non siamo più amici?"
"Non lo so Padge, sei tu quello che é venuto qua accusandomi di fare
 i salti di gioia perché tu e Quinn vi siete lasciati, come se non mi
 importasse che tu stai male. Dimmelo tu, se siamo ancora amici"
"Tutto.. la mia vita sta diventando tutta un'assurdità.. ma tu, tu sei la
 cosa più assurda di tutte.. tu e questa cosa che provi e che non dovresti
 provare"

Jay aveva distolto lo sguardo nuovamente, ed abbassato la testa.
Non tanto per le parole in sé, che comunque gli avevano fatto male, ma per
la nota di giudizio, quasi di disprezzo, con il quale le aveva dette.
Come se i suoi sentimenti fossero qualcosa da biasimare, come se fossero
sbagliati.

"Cos'é Jay, non riesci neanche a guardarmi?"
"Smettila di parlare così.."
"Così come?"
"Come.. come se avessi fatto qualcosa di brutto, come se avessi commesso
 un fottuto crimine.. io non ho fatto niente di male.."

La voce del più piccolo si era leggermente incrinata, non poteva credere
che gli stesse parlando in quel modo, come se non avessero mai condiviso niente.
Sentiva i suoi occhi bruciare come non gli capitava più da quando era un ragazzino.

"No, non hai fatto niente di male, ma di sicuro neanche nulla di buono.
 Sei semplicemente sparito.."
"Ho.. ho solo cercato di fare la cosa giusta.."
"Hai solo scelto la strada facile"
"Facile? Ma hai dato un'occhiata alla mia vita ultimamente? Io perdo
 comunque, come fai a non vederlo? Io perdo comunque in questa storia..
 Pensi che sia stato semplice vederti con un altro? Ma mi  sono fatto da parte
 lo stesso.. per non rischiare di rovinare la nostra amicizia"
"Beh sei riuscito ad incasinare ogni cosa comunque"
"Smettila ti prego, mi stai facendo male.. che diavolo avrei dovuto fare?"
"Dirmelo"
"Te lo ripeto, sarebbe stato inutile, ci avrebbe soltanto allontanati"
"Perché adesso siamo vicini secondo te?"
"Potremmo.. questo non dovrebbe cambiare la nostra amicizia.."
"Di che razza di amicizia stai parlando? Questo cambia tutto Jay..
 cambia ogni fottuta cosa"
"Solo perché tu vuoi che vada così"
"Non può andare che così"
"E allora vattene.. esci dalla mia casa e dalla mia vita.. tanto mi fai
 male quando non ci sei e mi fai male quando ci sei.. vattene.."

Il più piccolo si era messo una mano davanti alla bocca immediatamente
dopo averlo detto, ed i suoi occhi si erano un pochino spalancati.
Non poteva credere di averlo detto, e la cosa che gli faceva male, e lo
lasciava attonito, era che quella frase sembrasse così sbagliata, e insieme
così fottutamente giusta.
E non era riuscito a muoversi, davanti alla reazione asettica di Padge.
Si era illuso, aveva creduto, che avrebbe lottato un minimo per lui.
Ma non era successo.

"Bene.. meglio così per tutti.."

Il più grande era uscito dalla stanza, mentre Jay restava immobile
senza riuscire a dire nulla.
L'aveva solo osservato andare via, troppo sconvolto da quello che
era appena successo per mettersi a piangere come avrebbe voluto.
Alla fine era successo davvero, quello di cui aveva avuto sempre paura.
Mentre si sedeva nel posto più vicino che avesse accanto pensava che
non avrebbe potuto fare più male di così



Padge era uscito da casa di Jay camminando più velocemente del normale.
Voleva solo andarsene il più velocemente possibile, prima che il suo
cervello realizzasse realmente quello che aveva fatto e cambiasse idea.
Era risalito in macchina ed aveva camminato per un pò, giusto qualche
isolato per essere abbastanza lontano dalla casa del più piccolo, poi
aveva recuperato il suo cellulare ed avava chiamato Matt.
Non  aveva idea di che cosa gli avesse detto in realtà, ma era quasi certo
che non fosse qualcosa di sensato.
Poi era semplicemente rimasto in auto, aspettando che l'amico lo raggiungesse.
Pensava la stessa identica cosa che a solo qualche metro di distanza pensava
anche Jay, non avrebbe potuto fare più male di così.






Matt aveva chiuso il telefono velocemente, mentre cercava già con lo sguardo
dove accidenti fossero finite le sue scarpe.
Non aveva capito un cazzo della telefonata di Padge, l'altro aveva solo farfugliato
qualcosa a proposito di Jay, ed era già bastato quello a metterlo sufficientemente
in allarme, il tono sconvolto aveva fatto il resto.
Sperava soltanto che non avesse fatto qualcosa di irrimediabilmente stupido, che
era una prerogativa di Padge quando andava nel panico.
Non che non si aspettasse una qualche idiozia, era stato fin troppo calmo e
controllato da quando era ritornato, da quando tra lui e Quinn era finita, e sapeva
che prima o poi qualcosa sarebbe esplosa.
Ma aveva sperato che quell'idiozia non implicasse Jay.

Erano sempre stati schifosamente simili in situazioni come quelle, lui e Padge.
Sempre con l'idea di fare quelli distaccati, a cui andava tutto bene.
Peccato che le cose puntualmente gli esplodessero in faccia, mostrandogli
che la realtà era tutt'altro che buona.
Quando finalmente un paio di minuti dopo era riuscito a trovare le
sue scarpe se l'era infilate di fretta, prendendo una delle felpe buttate sulla
sedia davanti alla scrivania tanto per sicurezza.
Era volato fuori di casa dicendo soltanto ai suo genitori che doveva
scappare, perché Padge aveva bisogno di lui, per fortuna non gli avevano
fatto altre domande.
Aveva guidato fino alla strada che gli aveva detto l'altro, guardando a destra e
sinistra fino a trovare la macchina dell'amico.
Aveva parcheggiato davanti all'altro, scendendo dalla sua auto e salendo nell'altra.

"Non ho capito un cazzo di quello che mi hai detto al telefono, dimmi soltanto
 che non ti sei scopato Jay"
"No.. non l'ho fatto.."

Il moro gli aveva raccontato quello che era appena successo, ripetendogli
parola per parola quello che aveva detto a Jay.
Si era aspettato che Matt desse fuori di matto, urlandogli che aveva fatto
una stronzata, invece era soltanto rimasto in silenzio, ascoltando quello
che l'altro diceva senza una particolare espressione sul viso.
Gli aveva detto tutto senza fermarsi un attimo, accendendo una sigaretta
dopo l'altra, rendendo l'abitacolo della macchina quasi invivibile.
Matt aveva aspettato quieto che finisse, pensando che conosceva troppo
bene l'altro per non capire cosa stesse succedendo.

"Non funzionerà Padge.."
"Cosa?"
"Quello che stai facendo.. posso capirlo, davvero, ma non funzionerà"
"Che vuoi dire?"
"Tu vuoi farmi credere che sei davvero così arrabbiato con Jay? Non lo
 sei, sei arrabbiato con te stesso, con questa fottuta situazione che non riesci a
 gestire. So che tu pensi che comportandoti così ti farai odiare e lui smetterà
 di stare male per te.. ma credimi, non funzionerà"
"Ma.. se lui mi vede come uno stronzo magari smetterà di..
"Di essere innamorato di te?"
"E' così assurdo?"
"Si, lo è. Così non fai altro che creare una distanza da cui non potrai più
 tornare indietro"
"Voglio solo che smetta di stare male.."
"Ma non puoi decidere tu come Padge.. devi lasciare che le cose facciano
 il loro corso.. non smetterà di amarti per questo, starà solo peggio.. e
 anche se succedesse questo non risolverà magicamente la situazione
 con Quinn.. perché lo sai anche tu che non é quello il problema.. e non
 é questa la soluzione"
"Perché ho così paura di andare da lui?.."

E soltanto nel momento stesso in cui l'aveva detto aveva capito di esserlo.
Di essere fottutamente spaventato di andare sul serio da Quinn, di scoprire
cosa li aspettasse.
Paura di scoprire che non fosse un intoppo sul percorso, ma semplicemente
una fine.

"Perché sei stato deluso, e hai paura che succeda ancora.. ma tu lo ami
 quel ragazzino.. va a riprendertelo. Devi solo mettere tu le regole"

Padge aveva annuito leggermente, riflettendo su quello che gli aveva detto Matt.
Aveva allontanato Jay per cercare di fare la cosa giusta, ma non si sentiva
meglio, e Quinn gli mancava comunque come l'inferno.
Non era Jay il vero problema nel loro rapporto, era stato soltanto un espediente, e
probabilmente era questo che lo spaventava tanto.
Aveva paura che ci fosse qualcosa.. dentro, della quale non si poteva dare
la colpa a nessun altro.
Ma prima o poi avrebbe dovuto scoprirlo, in ogni caso.

"Dovrei andare da Quinn adesso?"
"No, non adesso.. quando sarai più calmo. Devi riflettere sulla situazione e
 finalmente vederla per quello che é.. e poi potrai andare da lui"
"Penso che tu abbia ragione.."
"Io ho sempre ragione"

Padge gli aveva dedicato una smorfia divertita ed un dito medio, ed aveva
ricevuto una pacca sulla spalla in risposta.

"Grazie per essere venuto"
"Non dirlo neanche.."
"Ho incasinato le cose ancora di più, eh?"
"Beh.. si. Lo fai sempre quando vai nel panico.. dovresti chiamare me prima
 di fare qualsiasi cosa"
"Non posso chiamare te prima di fare le cose! Mica sono così idiota"
"Non so se hai notato che l'ultima volta che hai deciso da solo cosa fare non
 è stato un grande successo.."
"Fanculo.. però hai ragione"

Matt aveva ridacchiato di come la frase si fosse chiusa con una constatazione
rassegnata, osservando Padge zittirsi come se stesse pensando a qualcos'altro.
Aveva aspettato che esternasse i suoi pensieri anche a lui, nel caso ci fosse
qualche altra cosa di cui sentisse il bisogno di parlare

"Vorrei.. vorrei poter fare anch'io qualcosa per te.."

Matt aveva sorriso leggermente, con un'ombra di tristezza che Padge non aveva
potuto fare a meno di notare.
Avrebbe davvero voluto che la situazione di Matt fosse risolvibile, ed era così
incazzato per Bert per quello che gli aveva fatto..
L'avrebbe preso a pugni se avesse potuto, ma di certo questo non avrebbe
migliorato la situazione.

"E' bene che almeno uno dei due riesca a tenersi un ragazzo.."
"Mi dispiace Matt.. e Bert é uno stronzo"
"Già, lo è.. per questo non voglio più parlare di lui"

Padge aveva annuito.
A volte hai semplicemente bisogno di scappare da quello che ti succede.
Anche se solo tenendoti occupato o evitando l'argomento, non é maturo e
certamente non é risolutivo, ma in certi momenti é semplicemente necessario.

"Vuoi che ti accompagni a casa? Se non te la senti di.."
"No sto bene Matt.. grazie.. tu vuoi compagnia?"
"No, sto bene anch'io.. non preoccuparti.. pensavo.."
"Cosa?"
"Di fare un giro a casa di Jay per vedere come sta"

Padge aveva annuito, era contento che Jay non stesse da solo in questo
momento.. dopo che lui l'aveva trattato in quel modo.
E Matt era la persona ideale da avere accanto in situazioni come quelle.
Sapeva sempre cosa dire, riusciva sempre a tranquillizzarti, e a farti
vedere le circostanze con lucidità.
Si erano salutati, senza neanche bisogno di dirsi che c'erano l'uno per l'altro, nel
caso uno dei due ne avesse sentito la necessità
Era implicito e non servivano parole per questo.
Quando Matt se n'era andato era rimasto fermo per un attimo, decidendo quale
strada fare per tornare a casa.
Erano giorni che allungava i suoi percorsi per non passare davanti all'abitazione di
Quinn, ma adesso voleva solo infilarsi nel suo letto il più velocemente possibile così
aveva deciso di attraversare l'isolato del biodino.
Però aveva realizzato quasi immediatamente che non era stata una buona idea.
 



Bert aveva accompagnato Quinn a casa dopo scuola, ed era rimasto insieme a lui
per fargli un pò di compagnia.
Nelle sei ore di lezione non aveva più visto nè Padge ne Matt, ed in un certo
qualmodo ne era stato sollevato.
Non aveva proprio voglia di affrontare gli sguardi arrabbiati e di disapprovazione
che sicuramente gli sarebbero arrivati dai due ragazzi, aveva già abbastanza
da fare per occuparsi di Quinn.
Avevano condiviso il pranzo che Debbie aveva preparato per il figlio prima di
andare a lavoro, ed avevano mangiato in silenzio.
In realtà Bert aveva provato ad introdurre qualche argomento di conversazione, ma
il biondino si limitava a rispondere a monosillabi, e delle volte non rispondeva per
nulla, così aveva rinunciato.
Quell'atteggiamento lassista di Quinn lo faceva incazzare, non ci provava neanche
a reagire, e non lasciava che lui lo aiutasse.
Si era semplicemente chiuso nel suo mondo e non c'era modo di farlo uscire.

"Carichiamo la lavastoviglie e poi usciamo a farci un giro"
"No.. non mi va Bert. Va tu se vuoi"
"Quinn devi smetterla con questa sindrome dell'ostaggio, ok? E' soltanto un
 ragazzo.. solo un fottuto ragazzo"

Quinn aveva alzato lentamente la testa per guardarlo, e sapeva che Bert non
pensava davvero quello che diceva, e che nonostante fosse completamente
privo di tatto stava solo cercando di scuoterlo.
Solo che non poteva, quello era l'unico modo che conosceva per affrontare
le cose, l'unico che aveva sempre utilizzato.
E se doveva uscirne voleva farlo a modo suo, per quanto sbagliato fosse.

"Stai di nuovo facendo lo stronzo con me"
"Scusa, mi dispiace. Ma non voglio vederti così"
"E' presto Bert.. è troppo presto.."
"Non c'è niente che posso fare?"
"No.. credo proprio di no"

Il moro aveva annuito, avvicinandosi a Quinn per abbracciarlo da dietro, facendolo
sorridere leggermente.
Quando l'aveva lasciato era più scoraggiato e soprattutto più arrabbiato di prima.
Aveva creduto che parlando con Padge le cose si sarebbero sistemate, invece
Quinn stava sempre di merda e la situazione non si era sbloccata di un millimetro.
Stava pensando esattamente questo, imprecando mentalmente contro Padge, quando
aveva riconosciuto la sua macchina.
Qualcosa gli era come scattato in testa, ed aveva preso a correre dall'altra parte
della strada, incurante delle macchine che rischiavano di investirlo, mentre gesticolava
in aria perché l'altro si fermasse.
Per un attimo aveva pensato che l'altro avrebbe proseguito dritto, ma mentre si
avvicinava l'automobile aveva lentamente rallentato fino a fermarsi.
Il più grande aveva abbassato il finestrino, ma Bert l'aveva ignorato ed era girato
intorno all'auto, sedendosi al posto del passeggero.

"Non ti ho invitato a salire nella mia macchina"
"Volevo solo dirti che sei proprio uno stronzo"
"Scusami?"
"Si, cristo ti ho spiegato la situazione, e pensavo che avresti risolto, invece
 te ne sei fregato.. forse non lo amavi come dicevi"
"Lo sai Bert, sei l'ultima persona a questo mondo dalla quale potrei accettare
 una paternale del genere"
"Come sarebbe a dire?"
"Sarebbe a dire che sei un bugiardo.. tu mi hai guardato in faccia e mi hai
 mentito, dicendomi che Matt ti piaceva davvero. Adesso dimmi perché
 dovrei credere che le altre cose che mi hai detto siano vere"
"Questo non ha a che fare con Matt.. non mentirei mai su Quinn.. lui é..
 ti sto parlando del mio miglior amico che sta male"
"Buffo, io ti sto parlando della stessa identica cosa, del mio miglior amico
 che sta male. Quindi tieniti per te i tuoi pareri ed i tuoi consigli, perché
 non valgono niente per me.. e adesso scendi dalla mia macchina"
"Quinn ti ama.."
"Scendi"


Il più piccolo aveva fatto come gli diceva, stupidamente sorpreso della violenza
con la quale aveva pronunciato quelle parole.
Non aveva riflettuto sul fatto che qualsiasi cosa fosse successa con Matt avrebbe
avuto delle grosse ripercussioni anche su tutto il resto.
Non erano più discorsi separati adesso, sembrava tutto essere legato insieme.
Sperava soltanto che non ci rimettesse Quinn per questo.
E soprattutto era rimasto sconvolto dalla voce che aveva usato per dirgli
che Matt stava male, preoccupata e con un'improvvisa inflessione triste.
Bert per un attimo si era sentito di merda.
Non era durato molto, era tipico di lui, evitare di pensare alle cose mandando
mentalmente affanculo tutto quanto.
Se n'era andato a casa a piedi, camminando piano nonostante iniziasse
a fare freddo, e che si fottessero Padge e tutti i suoi amici.
Era entrato in camera sua, ringraziando la sua buona stella che i suoi fossero
fuori chissà dove.
Aveva girato per un pò avanti e indietro nella sua camera, come una specie
di animale in gabbia.
Non riusciva a far passare quello strano nervosismo che si sentiva addosso.
Aveva pensato di fare quello che usava solitamente per farsi passare il
cattivo umore, ma quando si era ritrovato il dvd di Dracula tra le mani gli
era immediatamente venuto in mente il suo appuntamento con Matt.
Gli mancava? Era una strana sensazione per lui, non l'aveva mai provata
per nessuno.
Stava ancora ripetendo 'fanculo' nella sua testa mentre rubava le chiavi
della macchina di sua madre dalla credenza della cucina.





Matt aveva bussato a casa di Jay qualche minuto dopo, sorridendo alla
madre dell'amico che lo salutava calorosamente, informandolo che Padge
era stato da loro poco prima.
La madre di Jay gli aveva detto di raggiungere il più piccolo in camera, perché
sembrava non essere intenzionato ad uscirne.
Jay era seduto sulla panca di legno posizionata davanti alla finestra della
sua camera, guardando qualcosa al di là del vetro spalancato anche se
in realtà non sembrava vedere per davvero qualcosa.
Un pacchetto di sigarette mezzo vuoto ed un posacenere erano le uniche
cose vicino a lui.
Matt aveva richiamato la sua attenzione, posando gli occhi sull'espressione
atterrita sul viso dell'altro.

"Matt.. che ci fai qui?"
"Ho.. ho parlato con Padge.."
"Non sono proprio in vena di prediche.. per favore.."
"Prediche? Pensi che sia venuto qui per questo? Sono venuto perché
 sono preoccupato per te"

Matt si era mai avvicinato, sedendosi accanto al più piccolo e passandogli
un braccio attorno alle spalle.
L'aveva sentito tendersi per un attimo contro di lui, ma quando Matt non
si era spostato l'altro si era finalmente lasciato andare, permettendogli
di abbracciarlo.

"Mi.. mi ha detto delle cose così.."
"Lo so.."
"E' così sbagliato Matt? Quello che provo é così brutto?"
"No Jay.. ma che dici? Non lo è"
"Padge pensa di si"
"Non sa nemmeno lui quello che pensa, credimi.. E' solo molto confuso"
"Ha detto che non possiamo più essere amici.."
"Lui.. non lo pensa davvero. Adesso sta male, e lo sai anche
 tu che in certe condizioni Padge non sa gestire le cose, e fa idiozie. Tutto
 questo si risolverà"
"No, non é vero"
"Ascolta Jay, non sono venuto qui per raccontarti favolette e dirti che tutto
 andrà a meraviglia, perché non é così. Lui ama Quinn, lo ama davvero, quindi
 da quel punto di vista le cose non possono andare come vorresti tu. Ma
 il resto.. puoi riprenderti il tuo amico"
"Forse é meglio così.. magari stiamo meglio tutti così"
"Tu stai meglio?"
"Io sto di merda"
"Ed é questo che vuoi? Vuoi che Padge esca per sempre dalla tua vita?"
"Lui non mi vuole nella sua vita"
"Stronzate.. Padge ti vuole.."
"Non dirlo, ti prego non dirlo"
"Ti fa così male sentirlo?"
"Mi uccide"
"Che il tuo miglior amico ti voglia bene?"
"Che la persona che amo non ami me"

Matt l'aveva stretto più forte, perché sapeva esattamente cosa significasse
sentirsi in quel modo.
E faceva così male che non c'erano parole per spiegarlo.

"So bene che cosa significa"
"Come lo sai?"
"Ti va se ti racconto una cosa?"
"Tu vuoi dirmela?"
"Certo che voglio.. perché non dovrei? Tu sei mio amico"
"Non siamo stati granché vicini ultimamente"
"Perché tu ti sei chiuso Jay, io ho provato a parlare con te, ma tu non
 volevi nemmeno toccare l'argomento"
"Io non volevo nemmeno pensarlo, quell'argomento.. e in realtà ancora
 non vorrei.. ma ormai é tutto allo scoperto.."
"Almeno adesso puoi parlarmene"
"Parlami tu.. raccontami quella cosa"
"Ok.. Io.. ho conosciuto una persona che.. che mi piaceva.."
"Adesso non ti piace più?"
"Beh.. diciamo che non é esattamente la mia persona preferita al momento"
"Ti ha fatto male?"
"Un.. un pò.. in realtà molto."
"Cosa ti ha fatto?"
"Ci siamo frequentati.. per un pò.. ed io pensavo che avessimo qualcosa, che
 in realtà non c'era, almeno non da parte sua"
"Lei ti ha lasciato..?"
"Lui.. é un lui"

Jay aveva leggermente aperto la bocca a quella notizia, non si aspettava che
proprio Matt fosse interessato ai ragazzi.
Era sempre stato circondato da ragazze, gli erano sempre piaciute molto.
Il più grande aveva aspettato che l'altro assimilasse quell'informazione, e che
dicesse qualcosa.

"Anche tu?.."
"Già.."
"Wow, siamo il gruppo metal più gay del mondo. Adesso manca solo Moose."
"Speriamo di no, dobbiamo avere almeno un etero simbolico"

Entrambi avevano ridacchiato, e quel semplice scambio di battute idiote aveva
immediatamente stemperato la tensione.
Jay aveva preso una sigaretta, e poi aveva porto il pacchetto all'amico
perché ne prendesse una anche lui.

"Continua a raccontare"
"Niente, solo che.. ecco lui non ricambia i miei sentimenti"
"Tu ne sei innamorato?"

Matt si era limitato ad annuire, con un'espressione un pò triste, che non
era davvero da lui, che forse Jay non gli aveva mai visto.

"E' stato difficile?"
"Beh penso che tu lo sappia"
"No.. intendo all'inizio, quando ti sei accorto che ti piaceva un ragazzo.."
"Per certi versi si.. ero un pò, sai.. sconvolto.. ma per altri versi é stato
 incredibilmente semplice. Lui mi faceva ridere, e.. sai.. stavamo bene.
 E' stato tutto quasi.. naturale"
"Mi spiace Matt. Chi é lui? Lo conosco? Tanto per sapere chi devo odiare"

Il più grande aveva ridacchiato, per quell'improvviso slancio di solidarietà.
Era pronto ad odiare una persona che neanche conosceva solo perché
gli aveva fatto del male.

"Hai presente il gruppo di amici di Quinn?"
"Certo.. ohh.. é quello carino con tutti quei piercing?"
"No, quello é Jeph. E' etero"
"Peccato"
"E' il miglior amico di Quinn"
"Il moretto che non sta mai fermo, con l'aria da psicopatico?"

Matt aveva sorriso a quella descrizione, che aveva inquadrato perfettamente
l'immagine di Bert.
Aveva scosso leggermente la testa, per eliminare quella specie di fotografia
mentale di lui che si era formata nella sua testa.

"Comunque ti ho detto questo perché volevo farti capire che so come
 ti senti. So che fa schifo.. e se hai bisogno di me io ci sono"

Jay si era zittito per un lungo momento, e quel silenzio prolungato aveva
costretto Matt a voltarsi verso di lui, per capire cosa succedesse.
Gli aveva dato un leggero buffetto sul viso, perché il più piccolo alzasse gli
occhi verso di lui, e gli spiegasse.

"Non voglio restare da solo Matt.."
"Jay.. troverai qualcun altro.. non starai sempre così male"
"No, non mi riferivo a quello.. volevo dire.. se davvero esco dalla vita di Padge,
 esco anche dal gruppo, e voi continuerete a passare il tempo insieme, ed io
 invece resterò da solo.."
"Non pensarlo neanche, non permetterò mai che accada. Noi non siamo amici
 perché abbiamo una band.. abbiamo una band perché siamo amici, questo
 non cambierà, qualsiasi cosa succeda"
"Prometti?"
"Prometto. Piccolo idiota"


Aveva lasciato casa dell'amico quando oramai si era fatta ora di cena.
Sperava di averlo rassicurato, almeno un pò.
Sperava davvero che Jay si sentisse meglio, perché per quanto lo riguardava
ogni volta che si trovava a parlare di Bert si sentiva sempre peggio.
Ed era sempre più arrabbiato con lui.







Bert non aveva idea di quanto tempo fosse passato da quando era uscito
per raggiungere casa di Matt.
Aveva bussato sia in casa che al garage, ma non gli aveva aperto nessuno.
E adesso non aveva idea di quanto tempo fosse rimasto seduto su quel
gradino, sapeva solo che stava morendo di freddo, e che aveva il culo congelato.
Quando finalmente aveva riconosciuto la macchina di Matt avvicinarsi si era
alzato in piedi, stringendosi un pò di più nella felpa che indossava.
L'occhiata del più grande quando era sceso dall'auto però l'aveva freddato
più di tutto quel cazzo di vento che aveva preso fino ad allora
Matt si era avvicinato al garage già con le chiavi in mano, superando l'altro
ragazzo come se non fosse stato lì.

"Che diavolo ci fai qui? Se sei venuto per una sveltina nel mio garage mi
 spiace, ma non sono interessato"
"Sono venuto per parlare"
"Ah si? Nell'ultima conversazione che abbiamo avuto eri il campione
 mondiale dei monosillabi, e adesso vuoi parlare?"
"Si"
"Beh io non voglio ascoltare.. non voglio sentire nessuna scusa, e nessuna
 patetica giustificazione.. quindi vattene a casa"

Il più grande aveva alzato la saracinesca del garage con un unico movimento
secco, ed il rumore metallico era come rimbombato nella strada vuota.
Bert non si era arreso, seguendo l'altro ragazzo all'interno senza essere
stato invitato ad entrare.

"Ti chiedo solo due minuti, per favore"

Matt aveva scrollato le spalle, come per dire che comunque era tutto inutile, ed
era rimasto in silenzio, in attesa che l'altro dicesse quello che doveva dire, e
poi se ne andasse.
Aveva preso a riordinare il casino che lui e Padge avevano lasciato la sera
precedente, per tenersi occupato e non avere la tentazione di posare gli
occhi su Bert.
Il più piccolo era rimasto immobile appena oltre l'ingresso, per non rischiare
di innervosire l'altro ancora maggiormente.
L'aveva osservato raccogliere una quantità imprecisata di bottiglie di birra, ed
il fatto che non lo guardasse gli aveva dato il coraggio di parlare

"Ho mentito"
"Beh.. su questo non ci piove Bert. Che tu sia un bugiardo é fuori da ogni
 dubbio"
"No.. non su tutto.."

Matt aveva fatto un gesto della mano, scuotendola leggermente in aria come
per dire che quello che l'altro stava dicendo non importava, o che in ogni
caso non gli credeva.
Aveva continuato la sua occupazione, ancora senza guardarlo quando aveva
parlato di nuovo

"Davvero Bert, che ci fai qui? Sei stato chiarissimo l'altra sera. Non vogliamo
 le stesse cose, e penso che non ci sia nient'altro da dirci.. quindi vattene per
 favore"
"Oh cristo.. Io ti amo."

L'aveva detto alzando un pò la voce, piccato come se stesse dicendo una
cosa ovvia che l'altro faticava a capire.
Matt si era ritrovato a voltarsi verso di lui, in un gesto quasi involontario, ed
era rimasto completamente in silenzio, mentre il suo cervello registrava
quello che Bert gli aveva appena detto.
E poi non sapeva esattamente cosa fosse successo, ma qualsiasi cosa tenesse
in mano l'aveva semplicemente lasciata cadere per terra.
Non aveva neanche realizzato il rumore di vetro che si rompeva e gli schizzi di
birra un pò d'appertutto.
Aveva semplicemente annullato in un paio di passi la distanza tra lui e Bert e
gli aveva preso il viso tra le mani, mentre lo baciava.









Grazie come sempre! Siete una gioia! *__*

Jessromance: Beh dai, l'importante é che hai recuperato! xD
Spero non ti perderai altri capitoli! Si in effetti sono tutti un pò idioti
in questo momento xD Che ne dici degli sviluppi?

Yuky_Frehley: Oddio non dirmi queste cose, che poi mi sento in colpa xD
C'è più spazio per Jay in questo capitolo, poverino, nessuno ci pensa a lui!
Spero che non mi odierai ancora dopo questo capitolo, che ne dici? *-*

Crazy_Me: Beh Padge ti ha dato ascolto, é andato a parlare con Jay.. pensi
ancora che fosse una buona idea? xD
E Bert.. beh Bert.. aspetto di sapere cosa mi dirai di lui dopo questo capitolo!

ChemicallyUsed: Hun, avevi ragione xD In qualche strambo modo alla Bert
c'entravano anche Padge e Quinn xD
Anche tu eri dell'idea che Padge dovesse parlare con Jay, beh.. si può dire
che questo é un pò il "suo capitolo" povero Jay. Che ne dici?

ColdBlood: ahah si il metodo di Matt é stato parecchio apprezzato eh? xDD
Volevi la spiegazione alle assurdità di Bert.. eccoti accontentata xD
Matt comunque resta sempre un amore *-* e che mi dici di Jay?

Friem: ahah nessuno si aspettava questa rottura, ma ogni tanto ci vuole
un pò di pepe nelle cose, no? E comunque Bert si é ripreso ciò che é suo!
Beh (spiegazione da psicologa) provi più pena per Matt e Padge perché sono
i meno idioti della situazione, e gli altri due sono irrecuperabili (lo so, la mia
spiegazione fa schifo xD)
P.S. La IanxQuinn è in lavorazione, sta per tornare xD

Xx_ImJustAkid: Dear, la tua interpretazione dell'intreccio é quasi perfetta!
Oramai conosci la mia mente malata xD
Ecco qua la spada di damocle, Jay è tornato, ed ho avuto l'occasione di
chiarire un pò meglio il personaggio. Come sia, cosa pensa, la sua posizione.
E poi ci sono Matt e Bert.. aspetto di sapere che ne pensi.
Ammettilo che sono stata meno cattiva di quello che ti aspettassi ù_ù

   
 
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