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Autore: yori    05/03/2011    14 recensioni
. La mano stretta al cuore e lo sgurdo verso la direzione dell'esplosione, una frase nella sua testa, un suono conosciuto, una voce che conosceva le stava parlando con un mezzo invisibile, ma che li legava profondamente.
“Addio … Bulma …”
No, non poteva essere.
Cos’era quella fitta al cuore?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La calma prima della tempesta'
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Morte preannunciata


Dunque, come annunciarvi questa fic, beh, diciamo che è un ennesimo restiling
della mia prima fic "La calma prima della tempesta". Diciamo che l'ho raccolta in diverse one-shot, e questa è una di esse.
 Beh, non voglio aggiunger altro se non augurarvi una buona lettura,
sperando di trasmettervi qualcosa, sperando di aver colto al meglio i pensieri di Bulma in un momento tragico della sua vita, in un momento in cui si sente di aver perso tutto, ma forse ... si stanno entrambi solo svegliando per ricominciare di nuovo!!^^

Un grazie mille a tutti, un bacione.

La vostra Yori

RISVEGLI

-MORTE PREANNUNCIATA-

Con il pensiero delle sfere cercava di scacciare il pensiero di lui, il pensiero dell’uomo che amava, il pensiero che l'aveva in qualche modo tradita, per la lotta, per l'onore e la sua gloria personale. Aveva fallito come donna, come amante, come madre. Non riusciva a distoglier la sua mente da quel momento, dalla vista di lui che uccideva, dispiegando la sua mano verso il pubblico inerme, che era stato spazzato via da quelle dita che l'avevano stretta tante volte, che l'avevano cullata in tutti quegli anni, ma che si era levata solo per portar la morte. Strinse le labbra, ricacciando indietro le lacrime. I suoi amici erano lì con lei e Bulma non voleva dimostrarsi fragile, o insicura. Era sempre stata certe di Vegeta, era sempre stata certa di averlo cambiato, ma alla mano non aveva altro che il suo comportamento: Vegeta era quello di un tempo, non aveva fatto altro che rimaner addormentato per tutto il tempo sulla terra con lei. E alla prima occasione, Vegeta gli aveva dimostrato quello che voleva davvero. E ciò non aveva nulla a che vedere con lei. Sospirò, grattandosi la nuca e accavallando le gambe. Doveva concentrarsi su altro, non c’era solo lui nella sua vita, c’era anche Trunks.
Trunks era tutto, o quasi, perché non  voleva esser come la Bulma del futuro, non voleva rimaner sola a tirar su il loro cucciolo, Vegeta era uno strano padre, ma era pur sempre un buon padre. O almeno così lo era stato fin ora. Voleva bene al loro bambino, lui che non aveva avuto nulla dalla vita ora aveva loro due. Perché non gli bastavano, perché doveva a tutti i costi dimostrarsi più forte di Goku, la sua ossessione. Perché non era, piuttosto, lei il suo tarlo, perché non era il centro del suo mondo, perché non significava ogni cosa per lui! Sapeva che qualcosa sarebbe accaduto nel rivederlo. Aveva sperato per un attimo di non rivederlo mai più Goku, aveva sperato non tornasse a deturpare la sua pace, ma poi le era venuto in mente che, forse, avrebbero potuto diventar amici, in fondo Vegeta e Goku si somigliavano molto. Valorosi entrambi, cocciuti, smaniosi di combattere ad ogni costo, belli e ingenui. Già Goku lo era da sempre e Vegeta glielo aveva dimostrato più volte, per le piccole cose a cui non sapeva dare una risposta, come le foglie d’autunno, il freddo dei ghiacci, il suo pancione quando aspettava Trunks. L’aveva visto stupirsi come un bambino per cose normali per lei, per cose che un uomo come lui, che aveva vissuto tutto, non aveva mai sperimentato: l'amore, un figlio, esser padre, preoccuparsi per loro, ricever un bacio sulla guancia da lei, ricever un sorriso felice da suo figlio. Tutte cose che Vegeta non conosceva affatto.
Forse in tutti quegli anni era solo rimasto lì con lei perché di fatto, non aveva altro luogo ove andare. Perché aveva perso tutto, e non c'era nessuno oltre a lei disposto ad accoglierlo.
“Oh Vegeta, perché l‘hai fatto!?”
Disse palesando i suoi pensieri ai compagni di viaggio, alle persone che l'avevano in parte compresa, e in parte non comprendevano affatto la sua scelta, non l'avevano mai accettata, e la guardavano con rammarico, con dispiacere, ma con lo sguardo di chi ha in mente solo una cosa: te l'avevo detto. E avevano ragione, ma Bulma era dura come il cemento, tenace come un fiore che cresce in alta montagna, che mette le sue radici sulla roccia più dura ed inscalfibile. Aveva voluto Vegeta con tutte le sue forze, contro tutto e tutti, e ora lui l'aveva sbalzata via dalla sua superficie. Bulma, però sapeva di aver piantato bene le sue radici, sapeva che non poteva finir così.
Yamcha la guardò con un sorriso amaro.
“Non te la prendere così!” Le fece un timido sorriso, non avrebbe mai capito la sua pena infinita, non avrebbe mai capito la sua cocciutaggine, il suo modo così sfacciato di aver ancora negli occhi arrossati la voglia di star ancora con quell'essere, la voglia di credergli, di sistemare tutto e far finta di niente, non guardar davvero al suo fianco e capire davvero con chi aveva deciso di condividere la vita. O forse, era lui a non capire quale fosse quel legame indissolubile che li legava sempre e comunque. Chichi si era avvicinata a loro, era preoccupata anche lei per i suoi figli, per lui ... Goku, lui che nuovamente era tornato, ma che evidentemente l'aveva abbandonata ancora.
“Chissà dov‘è finito Goku!?”
“Speriamo stia bene!” Aveva aggiunto Yamcha che alla guida dell'elicottero era preoccupato non poco per la sua incolumità, e quella dell'intero pianeta. Aveva la vaga sensazione che quanto vi fossero di mezzo quei dannati Saiyan, la Terra cadesse ogni volta in pericoli inimmaginabili. Muten era accigliato e C18 stringeva silenziosa la sua bambina addormentata sulle sue gambe. Era, inevitabilmente, preoccupata per Crilin. Lui non era forte come i guerrieri Saiyan,  lui non era quel tipo di guerriero, guardò le altre due donne preoccupate pensando che forse l'unica a doversi davvero proccupare fosse lei.
“E poi sono preoccupata per Trunks, chissà lui e Goten che fine hanno fatto! Se ne sono andati senza dir nulla quei due! Accidenti a loro ...”
“Già, ogni volta che torna Goku succede qualcosa! I miei poveri bambini!”
“Dai non fate così i vostri figli sono fortissimi!”
Aveva detto Olong, che non sapeva bene cosa dire, ma che era seriamente preoccupato. Vegeta non gli era mai piaciuto e non capiva cosa vi trovasse Bulma in lui, ma una cosa era pur sempre certa, se si schierava dalla parte dei nemici il guaio doveva esser di dimensioni spropositate. Uno sbalzo d’aria aveva fatto sussultare il veivolo, Yamcha cercò di mantenersi saldo ai comandi, mentre gli astanti si aggrapparono ai sedili per non perder l'equilibrio. Marron si svegliò cominciando a piangere. Yamcha si voltò indietro per guardarla e riportò il veivolo, poco dopo, al suo assetto corretto e parallelo al suolo. Tirò un sospiro di solievo, erano tutti salvi. Non era accaduto nulla di grave.
Guardò Bulma al suo fianco che si era portata una mano al petto e guardava fisso nel vuoto. Sembrava spaventata, sembrava le si fosse fermato il cuore. "Bulma tutto bene?" Le aveva chiesto, ma la donna rimase immobile, sembrava non avesse neppure sentito le sue parole. La mano stretta al cuore e lo sgurdo verso la direzione dell'esplosione, una frase nella sua testa, un suono conosciuto, una voce che conosceva le stava parlando con un mezzo invisibile, ma che li legava profondamente.
“Addio … Bulma …”
No, non poteva essere.
Cos’era quella fitta al cuore?
Cos’era quel dolore immenso, che stava provando?
Cos’era quella sensazione, non poteva essere! Non poteva esser vero!
Non sentiva le aure lei, non sentiva nulla, se fosse morto qualcuno di caro non l’avrebbe mai saputo. Come quando erano morti Yamcha, Tenshinan, Rif e Junior, lei non aveva avvertito nulla, sapeva solo che erano morti perché l’aveva visto. Gli altri l’avevano capito dalle aure, ma lei ... Lei no! Non poteva saperlo, non capiva nulla di quelle cose.
Eppure il cuore le doleva. Si portò una mano al collo, il morso le pulsava, le faceva male.
Vegeta non c’è più.
Scosse la testa, lei non percepiva quel tipo di cose, doveva toglierselo dalla testa. Lui era vivo, era in giro da qualche parte a distrugger qualcuno, lui non poteva morire, lui era forte. Eppure, non era quello che le diceva il suo cuore.
Vegeta non c'era più e lo sapeva perché le loro anime erano collegate i loro cuori erano uno solo.
No, no! Era solo paranoica, non era così non poteva essere, non poteva!
“Cosa sarà successo!?”
Disse Chichi. Bulma non disse nulla. Era frastornata, non riusciva a comprender più nulla, non risciva a capire cosa fosse accaduto davvero e cosa fosse frutto della sua immaginazione. Un fischio le rombava forte nell'orecchio, si accasciò sul sedile. Si sentiva svenire, si sentiva come se tutte le forze l'avessero abbandonata. Quel dannato brutto presagio dunque si stava avverando...
“Andiamo a casa mia e invochiamo il Drago Sheron!” Disse con un filo di voce.
Lei non sentiva le aure, quindi, Vegeta non era morto. Erano solo stupide fantasie, era solo che non riusciva a non pensare a quella brutta sensazione, alla paura di perderlo, di vederlo sgretolarsi sotto le sue mani.  No, non era morto.
Illusa, Bulma, sei solo una stupida illusa, e lo sai.

-PER TE, BULMA E PER TRUNKS-

Invocarono il Dargo e il desiderio fu espresso, poi comparve Goku d'improvviso. Bulma lo guardò in cerca di risposte, ma Goku le sorrise semplicemente. Sapeva di dover far finta di nulla. Si fece trasportare al palazzo del Supremo da quello che era da sempre la loro salvezza e la loro dannazione insieme. E mentre lo guardava scherzare si ritrovò a odiarlo, se solo ... se solo lui non fosse mai tornato Vegeta avrebbe continuato a dormire al suo fianco a soffocare la sua vera identità, perché non aveva uno scopo da perseguire, anche se nonostante tutto aveva continuato a lottore. Ma Bulma preferiva così, tapparsi gli occhi e le orecchie e averlo al suo fianco. Non le importava di nulla se non di quello. Era egoista e lo sapeva, Vegeta non l'avrebbe biasimata, ma forse era anche quello che l'aveva portato a distruggere tutto e rompere con un solo gesto la pace che avevano conquistato in quegli anni.
Bulma guardava Goku, aveva solo una domanda in testa, ma non riusciva a tirarla fuori. Lui era vivo? Lui se n'era andato combattendo contro di loro, era morto sopraffatto dal suo stesso orgoglio? Era stato Goku ad ucciderlo? Oppure si era immaginata tutto, oppure si era solo alleato con il nemico, e lei l'aveva ugualmente perso?
“Dove sono Gohan e Goten!?”
Chichi era stata più svelta di lei, aveva vuotato il sacco aveva palesato la sua preoccupazione per i figli, così come lei continuava a fare con lo sguardo, ma non con le parole. Bulma sospirò doveva chiedere doveva sapere, doveva avere la conferma che non era come pensava. Ti prego Goku, dimmi che è vivo! Pensò, ma quel giorno i desideri di Bulma erano destinati a rimaner inespressi, e mentre il cuore le batteva forte nel petto tirò fuori la voce.
“E Trunks e Vegeta?” Disse con finta sicurezza, disse fissando gli occhi dell'amico. Dimmi che non è vero ... dimmi che è vivo, ferito ma vivo, arrabbiato ma vivo!  IIllusa sapeva, che l'uno stava bene e l'altro non c'era più.
“I piccoli Trunks e Goten stanno bene, ma Ghoan e Vegeta non ci sono più!”
Goku aveva una maniera tanto candida di dir le cose, che non riusciva a comprender se fosse verità o finzione, se quello che aveva detto era la realtà. E se così era ... Vegeta non c’era più. Se n’era andato e lei non l’aveva salutato, non aveva chiarito con lui tutta la situazione. Se n’era andato e lei l’aveva perso. E Trunks? Trunks dov'era mentre Vegeta moriva, non l'aveva visto, vero? Non era con lui, non aveva compreso come suo padre fosse mutato? Non aveva visto chi era realmente, non aveva scorto le sue mani d'assassino. Trunks, Trunks ora cosa pensava di suo padre, ora cosa provava per lui! Tutta la sua devozione era finita? E lei cos'avrebbe potuto raccontargli? Che non l'aveva conosciuto davvero, che non sapeva davvero chi fosse? Oh, Vegeta cosa devo dire a Trunks? Non sapeva il Saiyan avesse già deposto nel figlio tutto il suo volere tutto il suo amore per loro.
“Non è giusto” La voce di Videl che piangeva il suo Gohan, le giunse ovattata all'orecchio. Nuovamente quel fischio. Si voltò per guardarla, povera Videl, aveva perduto il suo amore ancor prima di conoscerlo.
“Chichi …” La voce di Goku che chiamava la moglie stasa a terra, svenuta.
Perché il mondo non si era fermato, perché la terra non aveva smesso di girare, perché il sole splendeva ancora, perché non era morta. “Vegeta …” Cercò di fermare le lacrime, a cosa serviva piangere, se lui non la poteva consolare, dicendole che era una sciocca e debole umana, cosa le serviva respirare, se lui non poteva condividere quell’aria. “NOO …” Ma la sua disperazione era troppo grande, il suo amore era troppo grande, sarebbe resuscitato con le sfere ? Poco importava ora era morto, ora lui non c’era. Quando era morto il Trunks del futuro Vegeta le aveva detto che aveva fallito, perché lui era morto e anche se tornava in vita non cambiava nulla, perché lui aveva ucciso suo figlio, aveva lasciato che morisse e non se lo sarebbe mai perdonato. Ora lo capiva era così anche per lei, aveva fallito l’aveva perso. L'aveva lasciato morire solo e non l'aveva cambiato non l'aveva reso felice.
“Bulma calmati!” La voce di Yamcha che la sosteneva per le spalle, cercando di sedare il suo dolore era per lei come aria, non le importava nulla di nessuno, voleva svanissero tutti nel nulla.
"No, no, non è possibilee!" Lo scansò bruscamente e andò verso Goku, che si trovava accanto alla moglie. Lo prese per la maglietta tirandolo a sé. Lei doveva sapere, doveva capire doveva conoscere tutto, non poteva accettare la sua morte, non così. Doveva capire dove aveva sbagliato, perché era morto? Chi l'aveva ucciso..
“Perché l‘hai lasciato MORIRE! Perché Goku ? Perché?”
Lui aveva messo le sue mani sulle spalle di Bulma.
“Mi dispiace Bulma!”
Bulma non riusciva a pensare, non riusciva a parlare era sommersa dalle lacrime e  dai singhiozzi che si susseguivano senza lasciarle tregua. Vegeta se n'era andato e lei si sentiva delusa, si sentiva affranta. Cos'avrebbe detto a Trunks?
“Vegeta no … ”
Goku l’abbracciò sentiva di dover aiutare l’amica, si sentiva tremendamente in colpa, si sentiva partecipe di quel gesto folle, un gesto che lui non avrebbe saputo compiere. Perché quando l'aveva compiuto, quando si era ucciso non aveva provato le stesse cose di Vegeta. E l'aveva capito combattendo contro di lui che persona fosse, aveva capito quanto dolore celasse, ma quanto amore avesse da dare. Lui non era in grado di farlo, lui non aveva mai chiesto scusa per ciò che aveva fatto. Vegeta sì! Aveva messo in atto, a suo modo, il sacrificio più bello potesse esistere. Lui non si era ucciso per la Terra, lui l'aveva fatto solo per l'amore della sua famiglia. Perché sapeva di aver sbagliato, ma non sapeva come tornare indietro. Lo ammirava, lo aveva sempre fatto, ma questa volta ammirava il suo coraggio, lui non aveva mai osato tanto. Goku il grande eroe, era solo stato in grado di fuggire dai suoi errori, Vegeta invece aveva in quelche modo tentato di affrontarli. Nessuno dei presenti parlava, solo Videl piangeva sommessa, mentre Chichi giaceva a terra svenuta.
“Com‘è morto?”
Pronunciò alla fine Bulma. Lei era un tipo pratico, lei era una scienziata, lei voleva sapere, doveva sapere.
“Bulma io …” Goku la guardò negli occhi, non l’aveva mai vista così, era forte, terribilmente forte. Nei suoi occhi brullava una luce vivida e intensa, la luce della speranza, la luce di un amore senza pari.
“Vegeta si è ammazzato per voi, Bulma.”
Era stato Junior a parlare. Il Namecciano aveva assistito al sacrificio, aveva assistito al risveglio del Principe. Che dopo essersi fatto possedere ed esser tornato quello di un tempo, si era svegliato e aveva compreso tutto. Aveva guardato negli occhi suoi figlio, e aveva svelato lui quanto importate per lui fossero lui e sua madre. Quanto importante fosse la vita sulla Terra, quel cambiamento che l'aveva mutato e l'aveva reso migliore. Ed era giusto Bulma sapesse che il suo uomo si era volutamente ucciso, si era volutamente scagliato contro il mostro invincibile per chiederle scusa, per dirle che lei e Trunks erano la cosa migliore della sua vita. Sapeva che era giusto dirglielo, era giusto che Bulma sapesse che non aveva sbagliato nulla. Bulma si era girata a guardarlo, mentre tutto il resto del gruppo spostava la sua attenzione su Junior, che non era avvezzo a sentimentalismi, anzi gli davano piuttosto fastidio, ma questa volta aveva deciso di parlare, non per crear una strategia, ma per sedar la pena di una donna afflitta dal dolore di una perdita.
“Mi ha detto di portar via Trunks di metterlo al sicuro e poi … poi … si è suicidato Bulma. Pensava che facendosi esplodere con Majin Bu, avrebbe smesso di rigenerarsi e sarebbe alfine scomparso … ma non è bastato, mi dispiace! Ma l'ha fatto per voi, l'ha fatto per te e per vostro figlio. Era giusto che tu lo sapessi. Lui era posseduto, ma non ha dimenticato voi, non ha perso completamente se stesso. E questo Trunks lo sa. Non l'ha visto morire, ma gli ha parlato prima che lo facesse." 
Vuoto, non sentiva più nulla, non c’era più nulla, non c’erano lacrime, non c’era niente.
Così era diventato cenere, così l’amava a tal punto da uccidersi per lei, da sacrificare la sua vita per lei e per Trunks. Goku guardava le iridi vitree di Bulma, sembrava priva di sensi sembrava vuota, sembrava che la sua anima l’avesse abbandonata, era come morta. Poi, si era sollevata e si era allontanata da tutti, asciugandosi con le mani le lacrime, pulendosi il viso. Goku aveva richiamato la sua attenzione, ma ella non si era voltata. Si era allora avvicinato a lei.
“E‘ uno stupido …" Prese a parlare gelida. “Vegeta è davvero uno stupito. Fare una cosa del genere ... Che sbruffone. " Sospirò, mentre l'amico in silenzio ascoltava il suo sfogo.
"Che razza di idiota, non poteva comportarsi come al solito, fregarsene di tutto e di tutti e tornar a casa?" Si accese una sigaretta e cominciò ad aspirarne il fumo. Non pensava quello che diceva, ma voleva rassicurarsi, voleva tornare indietro e fermarlo.
"Beh, comunque mi ha sconfitto. Se ci fossimo incotrati sul ring avrebbe vinto lui." Goku le aveva parlato per sollevarla, parlandole del loro incontro, sapeva quanto importante fosse per Vegeta, e il mezzo sorriso sulle labbra di Bulma gli fece capire quanto importante fosse anche per lei.
"Mi pare ovvio, Vegeta si è allenato con l'attrezzatura speciale che gli ho costruito io. Non poteva perdere!"
Si erano sorrisi e Bulma, aveva sospirato profondamente, voltandosi poi di spalle.
"Scusa Goku, io ... io ora devo andar via un attimo, proteggi Trunks per favore."
Il Saiyan aveva annuito, guardandola mentre estraeva una capsula dalla borsetta e ne tirava fuori un elicottero. La donna vi montò su e scomparve dai loro occhi velocemente.

Non aveva bisogno delle indicazioni degli altri, quando si trattava di Vegeta sapeva sempre tutto. Come trasportata da una forze innata e trascendentale raggiunse il luogo del misfatto. L'enorme esplosione aveva creato un gigantesco cratere in mezzo a quella landa desolata ed arida. Bulma scese dall'elicottero e si calò all'interno di esso, osservandosi intorno.
Respirò a pieni polmoni l'aria secca e dal sapor di bruciato, si portò al centro di essa ove probabilmente il suo corpo si era sgretolato. Si toccò il collo e lasciò cadere un ultima lacrima.
"Grazie, amore mio."
Si era stretta nelle sue stesse braccia ed era rimasta lì immobile, mentre una folata di vento si sollevava, scompigliandole i  capelli, percorrendo il suo corpo e librando nell'aria quei granelli di cenere. La lacrima scivolò via dal suo viso e venne trasportata lontano, sentiva la sua presenza, la sentiva forte, lo sentiva addosso. Rimase così, a farsi cullare dal vento caldo, dalla luce del sole e da lui che ormai non c'era più, ma che era come se fosse lì con lei.
"L'ho fatto per te Bulma e per Trunks. L'ho fatto per voi che siete la mia vita."
E Bulma credette davvero di udir qualcuno, ma vi era solo il rumore lontano del mare e il sibilo del vento nell'aria tersa e calda di quella landa desolata e sterile.
Sorrise. Il suo Principe alla fine si era risvegliato.*









* Scena influenzata dall'immagine di un Doujinshi, cui non ricordo il nome, poiché ho trovato l'immagine su internet! ç_ç Sorry!

   
 
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