Le cena era terminata da qualche ora e il gong annunciava l’inizio del coprifuoco.
Argus, armato di bacchetta tarocca, stava in agguato dietro la statua di Mago Godrino, cercando di acchiappare i ribaldi che sgarravano al comando.
Quella sera s’avvaleva di un’arma segreta di sua invenzione.
“Mastro Gazza, mi compiaccio; la sua gatta volante è un vero portento”, si congratulò la statua osservando da lontano Mrs Purr che, legata a un palloncino, svolazzava tenendo tra i denti uno dei due specchietti magici che il suo padrone aveva confiscato a Potter e Black la settimana prima.
“Con gli specchi gemelli possiamo controllare ogni angolo del castello senza dover faticare”,
rispose il bidello, sfoderando il suo ghigno più sadico e picchiettandosi l’indice alla tempia per sottolineare la sua genialità.
“Attento,mio capitano, non si distragga, mi è sembrato di vedere un movimento sospetto in fondo al corridoio”.
Gazza fissò lo sguardo sullo specchio e divenne livido di rabbia.
“E’ quel malnato di Black, che come sempre s’intrattiene con quel depravato di Lupin”, osservò acido, mentre i suoi occhi seguivano Sirius e Remus che si sbaciucchiavano, teneramente avvinghiati, all’ombra di un’armatura.
“Pervertiti!” tuonò Godrino.
“Lui è il rampollo della più antica e nobile famiglia del Mondo Magico e non può sprecare il suo sangue in un rapporto sterile; mastro Gazza deve intervenire con tempestività! La sodomia è uno dei massimi reati nel Figt Club”.
“Subito eminenza”, rispose pronto il bidello.
“Quale magia mi consiglia?”
“A pagina 256 del manuale di Tayler c'è il maleficio Puella puelle. Lo trovo molto appropriato in questo caso”, asserì sicura la statua e a Gazza non rimase che eseguire l’ordine.
Con passo felpato raggiunse il corridoio incriminato e poi s’acquattò nell’ombra.
I due sodomiti erano infrattati nell’oscurità, ma Mrs Purr veleggiava sopra di loro in circolo, per segnalare al padrone la loro esatta posizione.
Gazza inspirò e poi prese la mira.
Il raggio fluorescente partì dalla bacchetta e colpì l’ignaro Sirius, troppo impegnato a cercare di soffocare il compagno con un bacio da record.
“Sirius credo ci sia qualcosa che non va”, mormorò poco dopo Lupin, scostandosi dall’abbraccio e massaggiandosi il petto.
“Che c’è amorino mio?” chiese Black con una strana vocetta.
“Non saprei, ma è come se …Hargggghhhh!”
Remus strabuzzò gli occhi in una perfetta imitazione dell’Esorcista e, con l’indice puntato, cominciò a indicare il petto del compagno balbettando frasi sconnesse.
“Remus, che ti prende? Stai male?”
“N-no-no”, rantolò il licantropo, sempre più pallido.
“E allora?”
“T-tu”.
“Io?”
“P-petto”.
“Petto?”
“S-sì, petto e braghe!” ululò con la bava alla bocca.
Spaventato Sirius si chinò a osservarsi ed, esterrefatto, notò la maglietta stirata sul davanti da due seni taglia quinta e i suoi jeans stranamente vuoti sul davanti.
”Cielo, mia madre deve averci scoperti” alitò, sentendo un brivido di terrore percorrere le sue membra.
“Bisogna chiamare gli Auror, perché se è ancora qui sicuramente tra poco ci avadakedavrizzerà”, gridò gettandosi sul compagno per proteggerlo, mentre evocava in tutta fretta un Patronus indirizzato a James e Peter.
Poco dopo, ancora ottenebrati dal sonno, i due compagni arrivarono correndo.
“Che succede?”
“Lui…lei…insomma…” rispose balbettando Remus, indicando con l’indice teso l’amante.
Un tonfo sonoro annunciò lo svenimento di Peter, mentre James, con i capelli dritti, spediva un nuovo Patronus verso la presidenza.