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Autore: SweetTaiga    06/03/2011    10 recensioni
"Ma se l’Amore che dice è una stretta al petto dovuta alla sua mancanza, un colpo al cuore ogni volta che mio padre rievoca con disgusto il suo nome, un sorriso ogniqualvolta mi addormento pensando a lei, allora ha ragione.
Forse i Malfoy non provano amore, ma Draco si."
Quando l'Amore trionfa, l'Odio cerca il modo di ostacolarlo. Sempre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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A Miracles Theatre,
che ha riscosso più successo di quanto sperassi.
E che aggiornerò presto, promesso :D



26. Ferire per non ferirsi

Non c’è più tempo, no, per tornare indietro.. No, io non lo farò mai più.

Ricordi quando mio padre ci scoprì, Hermione?
Ricordi quella notte?
Erano gli ultimi giorni di scuola, correvamo per i corridoi bui, mano nella mano.
Ridevi di qualcosa che avevo detto, o forse ridevi di me, ma poco importa ora.
Ridevamo e tutto era perfetto. Sembrava una di quelle scene dei film, in cui il regista fa un bel primo piano ai protagonisti e questi ultimi si guardano negli occhi, muovendosi a rallentatore.
Noi, sempre attenti e vigili, sempre concentrati su ciò che accadeva e con le orecchie tese ad ogni scricchiolio sospetto, avevamo abbassato la guardia.
Non ci guardammo intorno prima di stringerci con la forza della passione, né ascoltammo alcun suono mentre ci accasciavamo contro la fredda pietra delle mura di Hogwarts.
Eppure fu quella notte che il sogno di trasformò in incubo.
Ci accorgemmo troppo tardi dei passi che si avvicinavano, del vocio sommesso che copriva il suono dei nostri respiri.
Alzammo lo sguardo contemporaneamente, trovandoci davanti lui che ci fissava con sguardo disgustato.
Pensai molte cose, in quel momento.
Pensai che ci avrebbe uccisi all’istante.
Che ci avrebbe torturati.
Temetti che avrebbe torturato solo te.
Ma il lampo di rabbia nei suoi occhi morì in breve tempo, lasciando il posto ad un qualcosa che inizialmente non riuscii a comprendere.
Ricordo che ci alzammo, lentamente, disponendoci fianco a fianco e fronteggiandolo con gli sguardi fieri ed i cuori impazziti.
Sotto il mantello mi prendesti la mano; ricambiai la stretta quasi automaticamente, e solo in quel momento mi accorsi che non avevo paura. Ero stanco delle bugie, ero stanco di mentire, ero stanco di fingere di odiare te ed il tuo mondo.
Mi girai impercettibilmente verso di te, e vidi i tuoi occhi fissi in quelli di mio padre, che ricambiava il contatto visivo con una smorfia di divertimento.
Quando finalmente tornò a guardare me, una risata fragorosa fece tremare le mura.
«Il tuo amato padre esce da Azkaban apposta per salutarti, e tu ti fai trovare in giro con una sudicia Mezzosangue?», tuonò, con l’eco della risata ancora udibile nella voce roca.
Stavo per rispondere, ma lui fu più veloce e, posandomi una mano sulla spalla, disse qualcosa che mi fece più male di quanto mi aspettassi.
«Ok, Draco, ti sei divertito. Ma se vuoi una servetta Mezzosangue con cui sfogare i tuoi istinti possiamo avere di meglio, fidati. Puoi avere tutte le puttanelle che vuoi, ed ognuna di loro sarà certamente migliore della Granger.»
Non ebbi il coraggio di guardare il tuo volto, ed ancora oggi mi chiedo quanto sforzo facesti per trattenerti dallo sputare in faccia a mio padre.
«Draco, è entrata.»
Blaise mi salva dai ricordi dolorosi, ed ecco ch ti vedo entrare, con il volto ancora pallido ed il graffio sulla guancia sempre più arrossato.
Mi lanci uno sguardo fugace, per poi sederti accanto al fuoco.
Vorrei fare molte cose, ma mi trattengo.
Vorrei alzarmi ed abbracciarti, davanti a tutti.
Vorrei prenderti per mano e trascinarti via da qui.
Vorrei puntarti la bacchetta alla gola e costringerti a svelarmi la verità.
Perché se i tuoi amici accettano di rimanere all’oscuro, io non posso tollerarlo.
Con mano tremante ti vedo estrarre un libro dalla borsa, e istantaneamente la mia maschera di composta indifferenza si frantuma, mentre posi il tuo sguardo sulle scritte fitte.
Non saprei dire come, ma in un attimo sono accanto a te, a litigare come anni fa, ad urlarti in faccia la mia rabbia ed il mio dolore.
Mi sento una stupido, ma non riesco a fermarmi: la scenata va avanti, e mi lasci sfogare, osservando i miei movimenti con il tuo sguardo vigile ed attento.
Non sopporto la tua calma apparente, Hermione. Non la sopporto.
Vorrei che la smettessi di fingere che va tutto bene, vorrei che urlassi e che piangessi, vorrei che mi mandassi al diavolo e che mi dicessi di farmi gli affaracci miei, vorrei che mi colpissi ancora con un pugno, che mi lanciassi un incantesimo.
Qualunque cosa, pur di non vedere i tuoi occhi turbati intrappolati in un colpo forzatamente calmo.
Non devi fingere con me, Hermione.
Scatto in avanti, e senza riuscire a controllarmi tiro il libro con forza, ottenendo finalmente una tua reazione.
Restiamo così per svariati minuti, sotto gli sguardi increduli dei nostri compagni, fin quando non accade qualcosa di meraviglioso e terrificante al tempo stesso.
Uno strappo, un piccolo strappo alla rilegatura del libro, ed ecco il bordo di una lettera.
Ci guardiamo negli occhi, notando una scrittura estremamente familiare.
Silente.
***

Per tutto quello che ho cercato e non  ho mai trovato…

«Severus, penso che qualcuno abbia intercettato le sue lettere.», esclamo, entrando nella sua stanza.
«Buonasera anche a te, Minerva, è sempre un piacere vederti irrompere senza riguardo nel mio alloggio.», sibila, lanciandomi però uno sguardo preoccupato.
«Quali lettere?», domanda infatti.
«Quelle per la Granger.», rispondo, e lo vedo sorridere impercettibilmente.
«E’ impossibile che le abbiano aperte. Possono aver letto il destinatario, ma nient’altro. Lei non è stupida.», afferma Piton, rilassandosi e facendomi cenno di accomodarmi su una poltrona nera.
«Il problema non è cosa hanno letto, ma chi ha intercettato la busta.», dico allora, dopo essermi seduta.
Severus fissa gli occhi nei miei, in una tacita domanda.
«Draco.»
Un lampo di timore gli attraversa gli occhi, e lo vedo stringere i pugni fino a che le nocche non diventano ancor più pallide.
«Dobbiamo avvisarla.», esclama all’improvviso. «Altrimenti si farà scoprire.»
Si alza frettolosamente, indossando il mantello.
«Non ti permetterò di andare, Severus. Potrebbero impedirti di tornare, o scoprire qualcosa su di noi», gli faccio notare, bloccando l’unica uscita.
«Ma in qualche modo dobbiamo avvisarla. E comunque conosci la mia abilità in legilimanzia, nessuno sarebbe capace di estorcermi alcuna informazione.», sibila con aria di sfida.
«Ci penserò io ad avvisarla. Tu resta qui, meglio non rischiare.»
Scorgendo un lampo di comprensione nei suoi occhi, esco velocemente dalla sua stanza, sperando di trovare una scusa plausibile per convocarla ad Hogwarts.

***

Per tutto quello che ho sognato e non si è mai avverato…

«Silente.», esclamano all’unisono Draco ed Hermione, smettendo finalmente di litigare e ottenendo la nostra totale attenzione.
Hermione si impossessa del volume, e sfilando con cura la copertina tira fuori una lettera ingiallita.
«Leggila ad alta voce.», sussurra Ron.
«Neville, accendi la luce, per favore.», mi dice lei, un attimo prima di rituffare lo sguardo sulla scrittura minuta del preside.


Giovane Hermione,
mi auguro che tu abbia trovato questa lettera in un momento propizio ed adatto, e che le mie parole ti portino consiglio e conforto.
Probabilmente quando leggerai queste righe io non sarò presente, ma vorrei che in esse vedessi tutta la fiducia che ripongo in te, in Harry, in Ron ed in ogni studente di Hogwarts.
Scrivo a te, perché Harry non accetterebbe questi consigli, ed il giovane Ron probabilmente perderebbe la lettera senza nemmeno sapere della sua esistenza.
Penso invece che tu, signorina Granger, saprai comprendere appieno la mia richiesta, e portarla a termine con successo. Le tua capacità di persuasione sono sicuramente molto sviluppate.
Dopo questo breve giro di parole, passo alla mia altrettanto breve richiesta.
Come ho ripetuto ogni anno, la forza della scuola sta nell’unione delle Case.
Non chiudetevi a ricco. Non siete in tre, siete in tanti.
Contate sul supporto dei professori, ma se lo credete opportuno alleatevi di nascosto.
Fate ciò che ritenete più giusto: infrangete le regole, saltate persino le lezioni, ma ricordate la cosa più importante.
Dovete rimanere uniti.
Altrimenti ogni azione verrà persa, ogni nobile sentimento sprecato, ed ogni speranza di vittoria annullata completamente.
Pensate oltre gli schemi, sorprendetevi.
Non fermatevi solo perché qualcosa è “impossibile”: impossibile è solo una parola, ma se siete uniti tutto sarà lecito, tutto sarà reale, tutto sarà fattibile.
Siate folli, Hermione. La vita non si impara su libri, e penso che tu più degli altri lo abbia imparato a tue spese.
Come scrisse il grande Erasmo da Rotterdam, se gli uomini rifiutassero ogni rapporto con la saggezza, la vecchiaia neppure ci sarebbe.
Quindi non crescete, ragazzi. Non pensate da adulti, perché gli adulti pensano troppo.
“Vedo che aspettate una conclusione: ma siete proprio scemi, se credete che dopo essermi abbandonato ad un simile profluvio di chiacchiere, io mi ricordi ancora di ciò che ho detto. (..) Perciò addio! Applaudite, bevete, vivete, famosissimi iniziati alla Follia.”
Concludo con un piccolo consiglio, signorina Granger: anche i reparti di Letteratura Babbana nascondono i loro misteri, se solo si ha la pazienza di osservare con cura.

Un qualcosa mi colpisce il cuore, e piangerei, se non temessi d’esser preso per scemo.
Luna si fa avanti, fermandosi accanto a me.
«L’EF. L’Esercito dei Folli.», afferma con sicurezza, rompendo il silenzio emozionato e pieno d’aspettative.
Ci ritroviamo ad annuire come ebeti, consapevoli che la Rinascita dell’Esercito è appena iniziata.

***

Per tutto quello che ho avuto e mi son giocato…

Il portone nero incute timore, ma con il cuore che batte all’impazzata mi faccio coraggio, e dopo un lieve bussare ecco che si apre, mostrandomi il salone di Malfoy Manor così come lo ricordavo.
«Pansy, cara, mi dispiace averti fatto venire qui così di corsa.»
La signora Malfoy mi sorride, facendomi cenno di accomodarmi.
«Non si preoccupi, è sempre un piacere tornare in questa casa.»
Con un sospiro, mi rendo conto che questa non è una bugia.
In fondo è il luogo in cui ho trascorso gran parte della mia infanzia, giocando con Draco e con gli altri ragazzini altolocati della Londra Magica.
«Perché sospiri, cara?», mi domanda Narcissa, versando del the inglese nelle tazzine finemente decorate.
«Vecchie immagini che riaffiorano, nulla di particolare. Di cosa volevate parlarmi?», chiedo a mia volta, cercando di allontanare i ricordi di quel Theodore bambino che rifiutava la nostra compagnia.
«Vorrei che mi raccontassi cosa sta succedendo ad Hogwarts, cara. Ho bisogno di un parere.. esterno.»
Il suo sguardo si fa improvvisamente serio, e per un attimo mi ritrovo a chiedermi cosa voglia dire con “parere esterno”.
I miei ricordi  d’infanzia però tornano ben presto ad assalirmi.
lo sguardo duro di Theodore, le risate delle bambine, Draco che, in disparte, cerca di non ascoltare i discorsi dei genitori.
Pur di dimenticare, pur di non ricordare, inizio a raccontare frettolosamente delle nostre giornata ad Hogwarts, indecisa sui particolari da nascondere.
«Vai pure con calma, cara. Parti dall’inizio. E mi raccomando, ho bisogno di sapere ogni particolare.. dettaglio scoperto da Draco.»
Dettagli. Mi concentro sui dettagli, mentre con il pensiero tento di allontanare il ricordo della mano di Theodore tesa verso di me, e di quella di mio padre che lo allontana bruscamente.

***
Per tutto quello…

«Esercito dei Folli?», domanda Blaise, con lo sguardo confuso. «E cosa sarebbe ‘sta cosa?»
Sospiro, e la mano di Harry si posa velocemente sulla mia spalla, infondendomi coraggio.
«Non so se è il caso.. Pensaci bene, Hermione..», mi sussurra, stringendo la presa.
Vedo lo sguardo di Draco affilarsi, e mi allontano lentamente dalla mano del mio migliore amico: una rissa in questo momento renderebbe tutto più difficile.
«Ricordate l’anno della Umbridge, ragazzi?», sussurro, in direzione di Draco, Blaise e Theodore.
Annuiscono simultaneamente, in attesa di spiegazioni.
«A quel tempo formammo un Esercito, l’Esercito di Silente. Per causa di quest’Esercito, però, Silente passò non pochi guai, quindi è necessario usare un nome che non riporti in alcun modo alla Scuola.», spiego velocemente.
«Ok, ma a cosa serve quest’Esercito? E perché noi non ne eravamo a conoscenza?», domanda Draco, guardando ad uno ad uno i miei compagni.
«Perché siete figli di Mangiamorte, Malfoy.»
La frase pronunciata da Harry resta sospesa a mezz’aria, come un muro tra due fazioni opposte.
Ma noi non siamo nemici.
Faccio un passo in avanti, afferrando la mano fredda di Draco.
Mi rilasso al contatto con la sua pelle, ed in un attimo vedo i suoi occhi farsi più quieti.
«Ma loro non sono Mangiamorte, ragazzi. Ora lo sappiamo.», affermo, guardando Harry negli occhi.
«Sarebbe un pericolo inutile! E se cambiassero idea? E se fosse tutto un complotto?», continua lui, imperterrito.
«Diamine, Harry, l’intero mondo non sta organizzando un complotto contro di te! Svegliati, è ora di guardare in faccia la realtà!», urlo senza neanche accorgermene.
Mi allontano leggermente da Draco, e sento la sua stretta farsi più forte attorno alla mia mano.
Tranquillo, non vado via.
«Siamo tutti ragazzi, e siamo tutti stanchi di questa inutile guerra. I nostri genitori non c’entrano nulla con noi. I miei sono Babbani, eppure io sono una strega, giusto? Allora perché il figlio di un Mangiamorte non dovrebbe avere la possibilità di dimostrare quanto vale?»
Harry resta in silenzio, e compiendo un passo indietro sembra accettare le mie parole.
Ci sarà tempo di discutere, ma non ora.
«Cosa ne sai tu?»
Mi guardo intorno spaesata, senza riuscire a capire da che parte provenisse la voce.
«Cosa ne sai, Hermione?»
Mi volto verso Draco che, tremante, tiene lo sguardo basso.
«Non è facile rinnegare la propria natura, lo sai? Forse non dovreste renderci partecipi di qualcosa di così importante.. Perché l’Esercito è importante, no? E’ la vostra sola speranza. Se per noi speranza non ce n’è, voi potete ancora farcela. Noi moriremo comunque. Non importa chi vincerà: noi perderemo.»
 Con un gesto quasi automatico, afferro anche l’altra mano, come se temessi che qualcuno potesse tentare di portarmelo via da un momento all’altro.
Ed io so che l’unico che potrebbe portarmi via Draco è Draco stesso.
Il suo timore, la sua insicurezza, il suo lato oscuro.
Ma io ho visto che c’è qualcosa di più, oltre l’uomo che hanno creato anni di insegnamenti contorti.
«Cosa diavolo stai dicendo, Draco?»
Un sorriso sadico si dipinge sul suo volto, e sento che il mio cuore potrebbe non farcela a sostenere gli sguardi d’odio che mi sta lanciando.
«Pensi davvero, Hermione, che il Mondo Magico, dopo un’ipotetica vittoria, risparmierà i figli dei Mangiamorte? E pensi davvero che Voldemort non ci ucciderà, se la vittoria sarà sua?», ripete, avvicinandosi pericolosamente al mio viso.
«Stai lontano da lei!»
La voce di Harry è lontana, ma con un cenno del viso gli dico di restare al suo posto, ovunque sia.
«Penso che avrete un’altra possibilità dal Mondo Magico, si. Ma penso anche che per vincere abbiamo bisogno di restare uniti. E penso soprattutto che sia inutile piangersi addosso, Draco.»
Gli lascio libera la mano destra, solo per tendere la mia verso il suo viso.
Non rifiuta il contatto, ma lo sento rabbrividire sotto il palmo.
Chiude gli occhi, e dopo un sospiro ricomincia a parlare.
«Io sono il figlio di uno dei servi più devoti di Voldemort, Hermione. Pensaci bene. Che futuro avresti con uno come me?», domanda.
«Pensavo stessimo parlando dell’Esercito,non dei tuoi problemi di cuore, Malfoy.»
«Harry. Chiudi. Quella. Bocca. », sibilo. Mi sembra così strano ritrovarmi ad inveire contro il mio migliore amico, ma non riconosco l’odio nei suoi occhi.
Il ragazzo puro e gentile che conoscevo sembra essere scomparso.
Torno momentaneamente a rivolgermi a Draco, appuntando mentalmente di chiedere scusa ad Harry per i miei toni rudi. «Di questo abbiamo già parlato, Draco. Quindi qual è il reale problema?»
La sua risata riempie l’intera sala.
«Qual è il problema, Hermione? Mi chiedi qual è il problema? Ti facevo più sveglia, signorina Granger.»
Rivedo d’un tratto il bambino dispettoso dei primi anni di Hogwarts, quello che godeva nel vedermi soffrire.
Ma io non sono più una bambina, ed i tuoi giochetti non funzionano più, Draco.
Nascondere il dolore ferendo gli altri è una mossa vecchia e scontata.
«Continua pure, Furetto.», sibilo con tono gelido.
«Continuo eccome, Granger. Il vostro compito è quello di sconfiggere Voldemort, il nostro è quello di stare nascosti e goderci ogni comfort in attesa della vittoria di una delle due fazioni. E vuoi sapere cosa accadrà in futuro? Se Voldemort vincerà, moriremo tutti e amen. Se vincerete voi, noi scapperemo. E vuoi sapere cosa ne sarà degli Eroi del Mondo Magico? Tu ti ritroverai a casa, con troppo marmocchi e quell’idiota di Weasley come marito, mentre il grande, onnipotente Harry Potter diventerà una sorta di celebrità. Sei contenta, Granger? »
Un sonoro schiocco rende abbastanza esplicita la mia risposta.
Con la mano ancora sul viso di Draco, inizio finalmente a rinascere dalle mie ceneri.
Mi sento di nuovo viva, come se lo schiaffo che ho dato a lui avesse risvegliato anche me.
«Adesso ascoltami bene, stupido pallone gonfiato. Io deciderò chi sposare, e rassegnati, perché il candidato ora sei tu. Io deciderò se avere delle pesti che girano per casa. Io deciderò della mia vita. Non credo nella preveggenza, dovresti saperlo, razza di arrogante vigliacco.»
Tiro un lungo sospiro, prima di puntargli l’indice proprio in mezzo agli occhi, che mi osservano con una strana nota di divertimento e orgoglio.
«Noi combatteremo,Malfoy. Anche solo per permettere ad un verme come te di scappare, ma combatteremo. Se l’alternativa è morire, fareste meglio a combattere anche voi.»
Inizio a camminare a passo svelto verso l’entrata del dormitorio femminile, e poco prima di sbattere la porta alle mie spalle sento la sua voce, colma del divertimento che avevo intuito poco prima.
«Buongiorno, signorina Granger. Finalmente ti sei svegliata.»

***

E per te…

«Weasley.. Io e Nott siamo nell’Esercito. Considerateci dei vostri.», bisbiglia Zabini prima di uscire.
Mi limito ad annuire, e velocemente gli porgo due spille identiche.
«Benvenuti nell’Esercito dei Folli.»
Blaise sorride. «Folli lo siete di sicuro. Vedremo se anche il sostantivo “Esercito” vi si addice, o se siete solo un branco di femminucce.»
Per la prima volta nella mia vita, penso che potrei quasi andare d’accordo con un Serpeverde.
«Affare fatto, Zabini. Vi dimostreremo ciò di cui siamo capaci.»
Riesco quasi a dimenticare per un attimo il volto di Hermione, mentre con un pugno amichevole saluto i nostri nuovi alleati.
Quasi.
 
NOTE:
Ciao a tutti : )
Come al solito vado di frettissima : (
La canzone del capitolo è “Ascoltami” del Melody Fall. Non abbiate pregiudizi ed ascoltatela, merita : )
Ho due piccole cose da far notare.
-La prima riguarda questo capitolo: le parole tra virgolette nella lettera di Silente sono tratte da “Elogio della Follia” di Erasmo da Rotterdam.
-La seconda riguarda lo scorso capitolo. Ginevra James mi ha fatto notare un piccolo errore. Severus Piton afferma che solo tre persone (in seguito 4 con Neville) sanno della  sua esistenza. Bè, non è così, sono stata imprecisa: intendevo che solo queste tre persone sanno della sua vita REALE, del suo ruolo nella battaglia. Tanto per capirci, anche Lucius Malfoy sa che Severus è vivo, ma non sa del suo alloggio al castello né dei suoi contatti con la McGranitt.
Ho già modificato : ) Spero di aver corretto ogni malinteso.
Detto questo, ringrazio tutti coloro che seguono la storia ed in particolare chi ha la pazienza di recensire : )
Speravo di festeggiare le 100 anime pie che hanno inserito la storia tra le seguite, ma purtroppo una persona l’ha eliminata : (
Spero di poter festeggiare in futuro questo grande traguardo :D

Vi consiglio una storia che ho iniziato a leggere da poco ma che mi ha già appassionata:
You and Me
di Jerry93
E’ una dramione meravigliosa e molto realistica, davvero diversa dalle storie che circolano ultimamente.
Hermione, finalmente, non è una fanciulla in pericolo e Draco non  è il famosissimo Dio del sesso: lei è una giovane forte, la strega che abbiamo imparato ad amare nei libri della Rowling, la Grifondoro per eccellenza, con il cuore puro e tanto coraggio; lui è lo spocchioso, arrogante, insopportabile Malfoy che abbiamo imparato ad odiare.
Ed è soprattutto un bugiardo, Draco, perché continua a ferire per non ferirsi, tanto per ricollegarci al mio capitolo, nascondendo i suoi veri sentimenti dietro sguardi d’odio e parole crudeli.
Una storia frizzante, un nuovo professore, molti misteri e sfide importanti: un mix esplosivo che fa da sfondo a due protagonisti “vecchi”  (inteso come fedeli ai libri della Rowling) immersi in situazioni totalmente nuove.
Io stessa non ho finito di leggere questa meraviglio storia, ma sono sicura di non commettere alcun errore consigliandovela con tanto entusiasmo.
(E con tanto affetto, anche.)
Mi scuso con Jerry per il riassunto troppo breve, ma lo studio chiama: ci tenevo però a consigliare la tua storia.
Una Hermione così è assolutamente da.. leggere!


A presto,
SweetTaiga

 
 
   
 
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