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Autore: LonelyBoy    07/03/2011    2 recensioni
L'opera "Ricongiungimento" presenta gli eventi avvenuti a distanza di un anno dall'ultimo "Ringraziamento" (segue quindi la puntata 4x11).
La vicenda ruota attorno a Dan, affiancato da Blair, nel tentativo di ricongiungimento del ragazzo con Serena. Tuttavia, gli eventi prendono una piega assolutamente inaspettata.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Dan Humphrey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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There she goes

Il salotto di casa Waldorf luccicava, come sempre, del vigoroso impegno di Dorota. A sedere sul sofà di tale splendore c’era Blair, che, disinteressata, con una mano sfogliava riviste, mentre con l’altra reggeva il telefono che la teneva in contatto con Serena. Da quando le ragazze non vivevano più insieme, il loro stretto rapporto di amicizia si era, in un certo senso, indebolito. Con indebolimento non si vuol far intendere prettamente che Serena e Blair “non erano più amiche”, bensì che non lo erano più come prima. Certo si vedevano in modo costante alla Columbia e pranzavano molto spesso insieme, discutevano di Gossip Girl insieme, scherzavano insieme, vivevano la Grande Mela insieme. Ciononostante, c’era quel comun denominatore che le legava “quasi intimamente” in modo negativo, Daniel Humphrey. Non che fosse un problema per entrambe, infatti Serena e Blair, e soprattutto Blair, avevano un bellissimo rapporto di amicizia con Dan. Il duro avveniva quando c’era da parlare dello stesso ragazzo, che veniva introdotto spesso nei più vari argomenti delle due amiche, il più delle volte in maniera involontaria. Serena, nessuno poteva darle torto, per anni aveva amato Dan, il quale contraccambiava il sentimento, pertanto non sempre avrebbe potuto nascondere il proprio affetto nei confronti del ragazzo, seppur stando con un altro. Blair, invece, per anni era stata l’esatto opposto del Ragazzo Solitario (cosa che la rendeva incredibilmente fiera), però, con il trascorrere del tempo, si era resa co-protagonista di un impulso nuovo ed entusiasmante che l’aveva portata a costruire, con la complicità dello stesso ragazzo, un rapporto di solida amicizia.
L’amicizia ben presto mutò in passione d’amore, che riuscì a coinvolgere entrambi i ragazzi in un breve arco di tempo, nel quale, però, dovettero scontrarsi con i compagni Chuck e Serena. Ovviamente Dan e Blair furono quasi “costretti ad allontanarsi”, tornando così solo amici, benché provassero ancora qualcosa l’uno per l’altro.
Ed ecco che, diversi mesi dopo, Blair e Serena tentavano una semplice conversazione, evitando l’argomento “Ragazzo Solitario”, fino al punto in cui le porte dell’ascensore-ingresso di Casa Waldorf si aprirono, permettendo l’accesso all’inatteso ospite. Blair, probabilmente, avrebbe chiuso con calma e gentilezza la conversazione al telefono con Serena, se l’ospite in questione non fosse stato proprio Dan Humphrey. Infatti, quasi sobbalzando dal divano, liquidò Serena con un rapido “Devo andare. E’ arrivata mia madre, che a quanto pare non sembra molto entusiasta”.

- Tua madre? So che il troppo lavoro potrebbe portarti ad avere delle allucinazioni, però.. – notò Dan fermo sul tappetino d’ingresso, con un caldo cappotto grigio, la borsa a tracolla e i guanti in pelle che scaldavano le mani intorpidite dal freddo.
- Cosa ci fai qui? Non ti aspettavo – disse Blair in tono strozzato, quasi affetta da un colpo d’ansia.
- Beh, la scorsa notte ho dimenticato la mia sciarpa, in camera tua.
- Si. Devi per forza descrivermi i particolari? – chiese Blair, ancora in difficoltà.
Era evidente, Queen B & Lonely Boy avevano trascorso la notte a vedere À Flor do Mar, e avevano finito per addormentarsi insieme, stavolta sul pomposo letto di Blair. La difficoltà della ragazza non era certamente dovuta al fatto di “dover accettare un’amicizia con Humphrey” (questione oramai risolta), quanto al problema di poter concepire un pensiero che andasse oltre l’amicizia e che in passato aveva già scombussolato la stessa ragazza.
Stavolta, però, Dan cercava la sua sciarpa: banale scusante o autentica, e forse dolente, verità?
- Blair, hai ancora quell’espressione di una volta – notò Dan, sorridendo.
Lei abbassò per un attimo il capo, manifestazione inequivocabile della difficoltà nel potersi esprimersi con termini adatti e, come sempre, pungenti. Poi lo guardò e sorrise anch’ella, senza mostrare i denti.
- Sali in camera, prendi la tua sciarpa e tornatene a Brooklyn; se ti vedesse Dorota potrebbe decapitarti con la sua micidiale Karabela polacca, visto che ha scovato i tuoi fetidi calzini sotto il mio letto. Già, hai dimenticato anche quelli.
- Hai ragione, sarò velocissimo – concluse Dan, sorpreso dal ritrovato comportamento pungente di Blair nei suoi confronti.
Dunque, mentre saliva le scale di marmo a grandi passi, per dirigersi verso la stanza di Blair, finì quasi per scontrarsi con Dorota, che con la medesima velocità si dirigeva dalla parte opposta.
- Oh, Signor Humphrey! – esclamò Dorota quasi gioiosa e cingendo Dan con un’abbraccio a dir poco inaspettato.
- Dorota! – schiamazzò Blair.
- A quanto pare non mi decapiterà – fece notare Dan, ancora immobilizzato dalla presa di Dorota.
- Mi scusi Signor Humphrey. Signorina Waldorf.
Dorota si allontanò dal ragazzo e tossì per schiarirsi la voce, annunciando in questo modo l’imminente discorso.
- Signorina Waldorf, ho bisogno del suo aiuto. Del vostro aiuto. Mio marito, Vanya, mi ha fatto notare che passo troppo del mio tempo all’interno di queste mura, non che sia un problema per me, però forse ha ragione.
Alla fine di tale ragionamento, Dorota emise un profondo respiro, quasi rilassata dal fatto di essere riuscita ad esprimersi.
Dan, quindi, sorrise.
- E quindi? – chiese Blair saccentemente, portando stavolta allo stupore di Dan.
- E quindi è chiaro che Vanya voglia passare del tempo con Dorota e, probabilmente, anche lei lo vuole.
- Oh, grazie Signor Humphrey! Signorina Waldorf, davvero non aveva…?
- Certo che avevo capito, Dorota – chiarì la ragazza, seccata.
Silenzio per un attimo.
- Va bene, sei libera. Ti rivoglio qui, domani, per le sette.
- G-G-Grazie! – concluse Dorota, che strinse nuovamente Dan e si diresse rapida verso la porta con il cappotto in mano. Nello stesso istante apparve, dal medesimo ingresso, Vanya, munito di passeggino.
- Oh, Anastasia! – esclamò Dan radioso, dirigendosi verso la bambina, racchiusa in un batuffolo di coperte.
Dorota, più veloce, prese in braccio la bambina, portandola sul petto di Dan.
- E’ per questo che le sarò grata Signor Humphrey! – dichiarò la badante.
Dan, confuso, fu costretto a prendere fra le sue braccia la piccola e tenera Anastasia. Per un attimo le sorrise, poi rivolse lo sguardo ai due Neo-Coniugi, in segno di chiarimento.
- Affido, a lei e alla Signorina Waldorf, la nostra bambina Anastasia. Solo ed esclusivamente per questa giornata, il che include, in caso di nostro ritardo, anche la notte.
-Cosa? – fecero Dan e Blair all’unisono.
- Confido nelle sue passate esperienze di genitore con la Signora Sparks, Signor Humphrey – tagliò corto Dorota, sperando così nel benestare della sua “padrona”.
Vanya mostrò un’occhiata supplichevole rivolta verso Dan, il quale, però, non poteva decidere per loro.
- In realtà è Blair che decide – conseguì ancora il ragazzo, rivolgendo il pollice alle sue spalle, diretto verso Blair.
- Va bene – proferì allora quella, stavolta colta da una anomala calma. Gli altri, quindi, non poterono far altro che rivolgersi sbigottiti alla ragazza, presumibilmente in segno di spiegazioni.
- Cosa c’è? Ci sarà Humphrey con me, no?
- Certo – rispose Dan, dopo un attimo di sbigottimento.
- Bene. Ce ne occuperemo noi, e nel caso in cui se ne presenterà l’occasione, passeremo la notte insieme, con Anastasia – concluse Blair.
Vanya e Dorota si guardarono, stringendosi le mani entusiasti. Dan e Blair, da parte loro, scrutandosi  trovarono subito un’intima intesa.
Se quel giorno tutto fosse andato per il verso giusto, forse i due avrebbero avuto molte opportunità per buttarsi il passato alle spalle.
  
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