Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: OnlySunshine    08/03/2011    4 recensioni
"Fino a tre settimane fa..." iniziò prendendo un bel respiro "...vivevo in una villetta dall’altra parte della città, i miei genitori non sono ricchi ma riescono comunque a vivere bene. Ho diciannove anni, non ho fratelli né sorelle, mi sono diplomata l’anno scorso con il massimo dei voti e sono stata ammessa alla Columbia ma non ci sono mai andata, ovviamente. Sono scappata di casa, mi hanno sbattuta fuori in realtà. Ho passato gli ultimi venti giorni girovagando per New York, cercando di allontanarmi il più possibile da quella che era casa mia. Ed eccomi qui, senza una casa, come in quella canzone di Avril Lavigne, come si chiamava?"
"Nobody’s Home" rispose in un sussurro il ragazzo.
Jen ha visto il mondo crollarle improvvisamente da sotto i piedi, ha perso la sua famiglia e la sua casa. Eppure uno strano incontro potrebbe restituirle tutto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era passata una settimana dall’incontro tra Jen e Nick ma il ragazzo non faceva altro che pensare a lei, al suo sorriso, ai suo lunghi capelli lisci e ai suoi meravigliosi occhi verdi. Continuava a rimuginare sul quell’oretta scarsa che avevano passato insieme e a ripercorrere ogni istante del “salvataggio” nel supermercato, ma poi gli veniva in mente il modo in cui l’aveva mollato e sbuffando riprendeva a schiacciare a ripetizione i tasti del telecomando.
<< Nicky! Che ti va di fare oggi? >> esclamò la ragazza che era appena entrata dalla porta sul retro << Potremmo guardare un film e poi a mangiare una pizza, come sempre. Sai, ridanno Peter Pan stasera! Si siamo un po’ cresciuti però insomma... Peter Pan è Peter Pan! >>.
Maya era la sua migliore amica, lo era sempre stata. Dall’età di quattro anni erano stati vicini di casa e ora, nonostante ne avessero ventuno di anni e si fossero trasferiti in un altro stato, continuavano ad esserlo.
<< Mmm… Nah! >> mugugnò il ragazzo senza neanche voltarsi.
<< Mio Dio, non ci credo che pensi ancora a quella ragazza! È una settimana che ti comporti come un vegetale>> lo rimproverò sedendosi accanto a lui << al diavolo Peter Pan stasera usciamo >> sentenziò decisa.
Il ragazzo scosse la testa.
<< Non ho voglia di uscire, Maya. >>
<< Giusto, rimaniamo a casa in attesa che la misteriosa Jen bussi alla porta e ti chieda di sposarla! >> esclamò alzando teatralmente le braccia e annuì soddisfatta di ciò che aveva detto.
<< Non hai nessun nuovo ragazzo con cui uscire stasera? Gradirei non averti intorno >> domandò acido.
<< No Nicholas, non stasera. Sono completamente libera per tua fortuna. >> sorrise e Nick accennò una smorfia poi cominciò a strattonarlo dalla camicia << Quindi ora alzati, vai in camera e sistemati. Pretendo di trovarti qui, pronto, tra un quarto d’ora. Stanotte si fanno conquiste fratello! >>
Nick la guardò per un attimo e sorrise, poi accettando la sconfitta si alzò e si avviò verso il piano superiore.
<< Ti voglio bene! >> urlò mentre saliva le scale.
<< Oh lo so bene >>  rispose lei afferrando il telecomando.
 
L’idea di uscire si era rilevata la migliore che potesse venire in mente a Maya.
I due avevano riso per tutta la serata e dopo aver cenato nel ristorante italiano preferito dalla ragazza avevano deciso di fare un giro a Central Park  che non era particolarmente popolato a causa della temperatura in discesa.
<< Alla TV dicevano che stanotte nevicherà >> disse il ragazzo affondando il naso nella sciarpa che aveva al collo.
<< Non c’è da sorprendersi, si congela. Preferirei essere a Dallas in questo momento, lì non faceva mai così freddo. >> sentenziò lei stringendosi al braccio dell’amico per poi sfoderare l’ennesimo sguardo inceneritore ad una biondina che passava in quel momento.
<< Maya, gentilmente la vorresti finire? Continui a fare la fidanzata gelosa e spaventi ogni ragazza che prova anche solo a guardarmi >> la rimproverò Nick ridacchiando.
<< Non è colpa mia se sei un magnete per le bamboline “tutta lacca e niente cervello”. Sarà a causa di quei riccioli da prima comunione che ti ostini a tenere in testa >> rispose tranquilla e il ragazzo afferrò una ciocca di capelli con due dita << Meriti una ragazza tutta d’un pezzo, con un cervello vero e che magari si innamori del tuo sorriso e non dei tuoi capelli. Sarò io a sceglierla, okay? >>
Si sedettero su una panchina e ci fu un minuto di silenzio fra i due, Nick era pensieroso e la ragazza non capiva cosa gli frullasse per la testa. Poi però fu lui a parlare.
<< Jen l’aveva notato, il mio sorriso intendo. Non mi chiedere per quale motivo continuo a pensare a lei perché non ne ho idea. So solo che ho letto nei suoi occhi una richiesta di aiuto, per questo l’ho salvata da Berta. Non aveva un posto in cui andare, ne sono certo, sembrava che indossasse gli stessi vestiti da giorni e per mangiare era costretta a rubare. Dovevo aiutarla. >>
<< Ti faceva pena >>
<< No, è questo il punto. Non ho provato pena per lei neanche per un secondo. Sentivo solo di doverla aiutare, era come se fosse mio dovere. E poi a pranzo abbiamo iniziato a parlare e il dovere è diventato un desiderio. Non volevo più lasciarla andare, sarei rimasto lì con lei per ore. Ma era tutto troppo bello e lei è scappata via. >> per tutto il discorso il ragazzo aveva continuato a guardare fisso davanti a sé puntando un punto nell’oscurità del parco.
<< Tu... >> cominciò la ragazza indecisa se andare avanti o bloccarsi << Tu pensi che dormirà per strada stanotte? Se la temperatura si abbassasse ancora, o iniziasse davvero a nevicare, rischierebbe la vita. >>
<< Se solo sapessi... >> si interruppe quando un urlo agghiacciante risuonò alle sue spalle.
Maya e Nick si voltarono di scatto ma tutto ciò che li circondava erano alberi, il ragazzo si alzò e si addentrò nella vegetazione seguito dall’amica che, spaventata, gli aveva afferrato la mano.
<< Zitta mocciosa, nessuno ti aiuterà. >> sentirono dire a una voce minacciosa.
<< Lasciatemi stare, per favore. >>  singhiozzava una ragazza. Nick si pietrificò: conosceva quella voce.
<< Ma hai un visino così dolce, perché non vuoi giocare con noi? >> diceva una seconda voce da uomo.
I due raggiunsero finalmente il luogo da cui provenivano le voci e si nascosero dietro un albero. Tre ragazzi, dovevano avere qualche anno in più di loro, erano attorno ad una ragazza dai lunghi capelli scuri che, con gli occhi pieni di una miscela fra terrore e lacrime, era finita con le spalle su una parete di roccia e non aveva più vie di fuga.
<<  Jen... >> sussurrò Nick in preda alla rabbia, Maya lo guardò confusa per qualche secondo prima di capire e spalancare gli occhi sorpresa.
Uno dei tre aveva preso fra le mani il volto di Jen e le stava scostando i capelli con le dita senza dolcezza, più in preda all’eccitazione del momento. Nick strinse i pugni.
<< Dobbiamo fare qualcosa, chiamiamo la polizia >> sussurrò Maya terrorizzata ma il ragazzo le fece segno di no << Nick non ce la puoi fare contro tutti e tre, ti prego >>
Le parole della ragazza si persero nel vuoto quando il più alto fra gli uomini allungò la mano verso la felpa della ragazza e con uno strattone cerco di toglierla: Nick non ci vide più e, accecato dall’ira, si lanciò sui tre atterrando con un pugno il primo. Gli altri due non si fecero, però, prendere alla sprovvista e, afferrato Nick, lo spinsero contro la parete di roccia colpendolo poi con una raffica di pugni. Maya lanciò un urlo uscendo allo scoperto e i tre si voltarono verso di lei lasciando Nick, che scivolò sull’erba guardando terrorizzato l’amica.
<< Oh ma guarda un po’, sarà il nostro giorno fortunato. >> esclamò ridendo quello che sembrava il capo del trio avvicinandosi alla ragazza.
<< Non fare un passo di più. >> rispose con voce tremante Maya afferrando velocemente il cellulare << avete dieci secondi per scappare via o chiamerò la polizia >>
 I tre si guardarono, se la polizia l’avesse presi la loro situazione sarebbe stata troppo grave: cercavano di approfittarsi di una senza tetto ma a causa dell’intervento di Nick sarebbero stati accusati di tentato omicidio. Senza dirsi neanche una parola la decisione era chiara a tutti e tre, annuirono l’un l’altro e cominciarono a correre scomparendo fra gli alberi.  
Rimasti solo in tre Maya corse verso Nick e lo aiutò ad alzarsi, dovette sostenerlo dai fianchi perché le gambe stavano per cedergli.
<< Ce la faccio, ce la faccio >> la tranquillizzò lui dopo qualche secondo e respirando piano riuscì a raddrizzarsi e rimanere in piedi.
<< Nicky stai sanguinando e potresti esserti rotto delle costole. Te le hanno date di santa ragione eh? >> lui sorrise e lei fece lo stesso.
Nel frattempo ancora con le spalle alla parete Jen tremava terrorizzata stringendosi le ginocchia al viso, Nick le si avvicinò.
<< Ehi, va tutto bene, tranquilla. >> disse porgendole la mano ma la ragazza le si getto al collo abbracciandolo e scoppiando in lacrime.
<< Perché hai fatto una cosa del genere? Pensavo ti uccidessero! >> urlò tra un singhiozzo e l’altro.
<< L’ho pensato anch’io. >> confessò lui << È la seconda volta che ti salvo, sei in debito con me. >> ridacchiò e Maya dietro di loro sorrise.
<< Vado a chiamare un taxi. >> disse quindi la ragazza avviandosi.
 
Il tassista fu molto sorpreso nel vedere entrare quello strano trio in macchina: Nick aveva una evidente  ferita in fronte che continuava a sanguinare e un occhio nero, Jen era vestita di stracci e singhiozzava in uno stato di shock mentre Maya era bianca come un cadavere e sembrava essere appena tornata da un rapimento alieno.
<< Volete che vi porti in ospedale? >> chiese sinceramente preoccupato l’uomo.
<< No >> rispose subito Nick << Ci porti solo a casa. >>
Il tassista fece come gli era stato chiesto e una decina di minuti più tardi i tre entravano nell’appartamento del ragazzo. I due amici convinsero Jen a fare un bagno caldo e dopo un po’ di incertezza la ragazza accettò confessando di averne davvero bisogno, nel frattempo Maya medicava le ferite dell’amico.
<< Ahi! Ahi! Dai mi stai facendo male! >> si lamentava lui come un bambino.
<< Taci stupido, mi hai fatto spaventare come non mai stasera. Non te ne rendi conto? >>
<< E per questo vuoi farmi soffrire ora? Comunque anche tu non scherzi, mi si è gelato il sangue quando ti ho vista uscire dai  cespugli. Non riuscivo neanche ad alzarmi, non avrei potuto difenderti. >>
<< Non sei riuscito a difendere neanche te stesso, Nicholas Jerry Jonas, e volevi difendere me? >> sorrise dolcemente e riprese a medicare l’amico ma facendo attenzione a non fargli male questa volta.
Jen uscì dal bagno mezz’ora dopo con addosso la grande maglietta e i pantaloncini che Nick le aveva prestato e i capelli neri di nuovo lucenti legati in una coda alta.
<< Domani mattina ti porto qualcosa da mettere, non ti preoccupare. Non dovrai indossare una di quelle orrende camice da boscaiolo con cui Nick ha riempito il suo armadio. >> le disse Maya e riuscì a strapparle un sorriso.
<< Vieni ti mostro la tua stanza. >> le interruppe Nick e indicandole la strada la condusse fino alla camera degli ospiti << Il letto è abbastanza grande e comodo, poi c’è la tv e l’armadio è a tua disposizione >> le disse leggermente imbarazzato << Il bagno invece è unico, mi dispiace. >>
Maya spuntò dalla porta.
<< Volete che rimanga qui? Visto le condizioni in cui siete. >
<< Non ce n’è bisogno, tranquilla. >> le ripose Nick lanciandole uno sguardo.
<< Capisco. >> sorrise l’amica, gli fece l’occhiolino << A domani, buonanotte! >>
Nick le si avvicinò e le baciò la fronte.
<< Notte Maya>> la ragazza uscì dalla stanza e qualche secondo dopo si sentì il rumore di una porta che si chiudeva.
Jen nel frattempo si guardava intorno meravigliata.
<< Non posso accettare la tua ospitalità. In questa settimana ho approfittato già abbastanza di te, senza neanche conoscerti. >>
<< Non ti lascerei mai dormire per strada stanotte. >> le rispose più serio che mai << Perché è così, vero? Avresti dormito fuori se non ti avessi portata qui.>>
Jen abbassò gli occhi e annuì piano. Calò il silenzio nella stanza.
<< La mia camera è l’ultima sulla destra se ti dovesse servire qualcosa. >> disse Nick e fece per uscire ma la ragazza lo bloccò.
<< Aspetta! Non lasciarmi sola, ti prego. >> Nick la guardò confuso << Scusa, mi dispiace, ti sto davvero chiedendo troppo. >>
<< Rimango qui, non c’è problema. >> rispose tranquillo << Vuoi che dorma sul pavimento? >>
<< No! Piuttosto ci dormo io sul pavimento.>> ribatté lei subito.
<< Assolutamente no, hai dormito su troppi pavimenti per quanto ne so. Dormiremo entrambi nel letto, va bene? >>
La ragazza annuì e un po’ imbarazzati si infilarono entrambi sotto le coperte. Rimasero immobili ai due poli opposti del letto per qualche minuto finché Jen cominciò improvvisamente a tremare. Nick le si avvicinò piano e scostandole i capelli dal volto la abbracciò lentamente, quando capì che la ragazza non opponeva resistenza la strinse forte fra le sue braccia e affondò il volto fra i suoi capelli che profumavano di albicocca.
Sotto le coperte, nel buio della stanza, le loro dita si intrecciarono.




******************
Ed eccomi qui dopo questo lunghissimo capitolo. Succedono un bel po' di cose
Nick e Jen si sono rincontrati, in una maniera rocambolesca, certo, ma comunque si sono incontrati e lei si è formata a dormire da lui.
A cosa ci porterà tutto questo?
Poi c'è un nuovo personaggio: Maya.
Sono molto soddisfatta di come l'ho costruita, è buona e gentile e vuole il meglio per il suo migliore amico ma non ha peli sulla lingua e se deve dire qualcosa la dice subito. 
Questa sua caratteristica sarà decisiva più in là. 
Ma naturalmente questo lo scoprirete solo continuando a leggere

Voglio ringraziare coloro che hanno recensito e coloro che ha messo la storia tra le preferite e tra le seguite. GRAZIE MILLE. 
E grazie anche a chi legge la storia e basta. 
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e continuiate a seguire. 
Il prossimo capitolo vi aspetterà giovedi! 

PS. AUGURI A TUTTE LE DONNE!

SPOILER
<< È una chitarra giocattolo.>>  si giustificò lasciandosi cadere sul divano.
<< È pur sempre una chitarra. A proposito, non mi hai poi spiegato come mai non suoni più. >> disse raggiungendolo e sedendosi al suo fianco


  
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: OnlySunshine