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Autore: Lilianne    08/03/2011    1 recensioni
E rieccomi qua con un'altra storia, leggermente diversa rispetto alle altre. La vicenda si svolge in un'Austria del 1940, ai tempi della seconda guerra mondiale. Incontreremo Annabelle, figlia di un capo nazista della città e un Joseph Adam Jonas sognatore amante della musica. Ma qualcosa dividerà i due protgonisti molto presto...
Bhe, forse vi ho anche già detto troppo!! Non mi resta altro che augurarvi buona lettura!!
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era un misto di passione, magia, amore.
Due corpi caldi, vicini, si erano lasciati andare.
Una sensazione mai provata prima. Lo sentivo, era vicino a me...
Mi toccava, sentivo il suo respiro dappertutto, ci amavamo e niente e nessuno ce lo avrebbe mai impedito...
Improvvisamente gli occhi mi caddero su mio orologio al polso.
Cavolo!!! Erano già le 12 e 30!
Era passato tantissimo tempo, ma io non me ne ero minimamente accorta.
A: << Joe è tardissimo devo andare via!!>> interruppi bruscamente i suoi baci intorno al mio collo alzandomi di scatto.
J: << Perchè che ore sono? >> si tirò su in piedi anche lui aggiustandosi i capelli tutti scarruffati.
A: << Sono le 12 e 30 e fra 5 minuti dovrei essere a casa!!>> mi diressi alla bicicletta di Joe preoccupata salendo sul sellino.
Lui mi fece spazio sedendosi al suo posto facendomi mettere dietro di lui.
J: << Si parte principessa Annabelle!!!>> gridò a squarciagola pertendo come un razzo nella piccola stradina.
Per tutto il breve tragitto fino a casa sua non feci altro che barciarli il collo lasciandoci dei piccoli succhiotti rossi, purtroppo ben visibili.
A: << Ti dispiace se lo faccio, tesoro?>> chiesi con aria indifesa da cucciolo.
J: << Mi dispiace?? Se non dovessi guardare dove vado ti lascierei tanti di quei succhiotti che nemmeno immagini>> rise lui.
Purtroppo ervamo già arrivati a casa di Joe dove avevo lasciato la mia bicicletta. Ero in folle ritardo!
Lui si avvolse una sciarpa nera attorno al collo per non far vedere i miei "bacetti evidenti".
A: << Domani ritorno da te...verso il tardi...>> lo baciai sulle labbra per l'ennesima volta pedalando come una furia verso casa.
J: << Non vedo l'ora!!>> lo sentii urlare per la strada....
Avevo passato una mattinata stupenda insieme a Joseph, mi ero finalmente sentita libera.
Non ariana, tedesca o figlia di un pezzo grosso...no, ero semplicemente me stessa assieme al ragazzo che tanto adoravo....
Eccomi arrivata a casa. Presi la cartella dal cestino della miaa bicicletta e salii le scale della piccola palazzina.
Tutta contenta aprii la porta di ingresso. Ritrovai tutta la mia famiglia riunita attorno al tavolo della cucina...
Capii che tirava una brutta aria dallo sguardo di mio padre...
A: << Ehi cosa è successo? Si può sapere? >> mi diressi verso di loro posando i libri sul divanetto del'ingresso.
Tutti rivolesero lo sguardo sopra di me.
P: << Annabelle quante volte ti ho detto che NON DEVI frequentare persone che non sono della TUA STESSA RAZZA? Eh? Rispondimi?>> intervenne lui avvicinandomi a me con sguardo freddo come il ghiaccio mentre in casa regnava un silenzio di tomba.
A: << Tante papà...anche se non approvo molto l'idea!>> gli risposi con tono annoiato ma allo stesso tempo terrorizzato. Quando mio padre assumeva quell'atteggiamento era in grado di pietrificarmi.
P: << Non devi mai più rivedere quell' ebreo sono stato chiaro? >> All'udire quelle poche parole mi si gelò il sangue nelle vene...
A: << Ma papà io....>> cercai di controbattere ma lui mi zittì immediatamente prendendomi per un polso.
P: << Annabelle....mia cara....tanto prima o poi il tuo amichetto insieme alla sua famiglia avrà la fine che si merita....questo lo sai!>> affermò didendo in maniera arrogante.
A: << E questo che cosa significa? No papà...non vorrai??>> cominciai a tremare e a sudare trattenendo le lacrime che erano in procinto di scendere sul mio viso. Credevo di conoscere la risposta secca di mio padre...
P: << Amore mio....l'SS saranno presto a casa sua...>> si rivolse a me con aria severa e schietta.
Non ce la feci più.
Scaappai in camera mia chiudendo la porta a chiave. Volevo che nessuno mi disturbasse.
Mi distesi sul mio letto piangendo disperata.
Poi lo risentii urlare verso di me: << E se lo rivedrai un' altra volta giuro che ti spedisco in collegio!! Guarda che sono capace di farlo e questo tu lo sai!!>> gridò fuori da camera mia.
Non potevo credere a quello che stava succedendo. Mi sembrava di vivere un incubo dal quale era impossibile destarsi...
Mia sorella Kamille farneticava qualcosa sempre contro di me con mio padre, ma non gli detti peso. I discorsi di quella oca giuliva ripresi da mio padre erano estremamente intolleranti ed offensivi nei miei confronti e suprattutto in quelli di Joe...
Mi diressi alla mia scrivania asciugandomi le lacrime sfregandomi il viso oramai pieno di sfoghi. Presi un foglio bianco e un carboncino nero da un cassetto. Mi soffermai a guardare fuori dalla finestra...
Ammiravo gli stormi di uccelli volare nel cielo scuro...scappavano dalla guerra, dagli spari e dall'odio, per dirigersi forse in un luogo lontano....essendo liberi....
Anche io, come loro, desideravo più di ogni altra cosa la libertà mai avuta...




Ed eccomi di nuovo su questi schermi con questo ultimo capitolo!
Povera Annabelle, costretta a vivere con una famiglia del genere :( , un pò di pazienza le cose si sistemeranno!!
Lo so, è un pò cortino, ma non vi preoccupate, rimedierò con i capitoli che seguiranno!! State tranquilli!!
Fatemi sapere che ne pensate!
Baci Cri.
  
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