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Autore: Robigna88    08/03/2011    1 recensioni
“Ci attendono momenti duri e tristi. Molti di noi moriranno, molti altri sopravvivranno. Forse un giorno riavremo le nostre vite, o magari no. Ma so per esperienza personale che ogni cosa è più semplice se affrontata insieme, e vissuta in un posto che può essere considerato come.. una casa.” diede un'occhiata a Cass e poi illuminò la cima del pilastro. [...] “Benvenuti a Camp Chitaqua!” esclamò.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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La bravissima brokendream sta scrivendo quella che a mio avviso è la storia più bella su Supernatural al momento:  My brother
Ispirandomi a questa piccola meraviglia, ho voluto creare un pre-quel che racconterà le vicende precedenti a quelle raccontate nella sua bellissima storia. La ringrazio molto per avermi dato il permesso di lavorare a questo progetto e spero di portarlo avanti nel migliore dei modi.
La ringrazio anche per i consigli, il sostegno ed il bellissimo logo qui sotto :)
Ti voglio bene, Roby <3


Camp Chitaqua





Coraggio, tira su quel pilastro!”

Castiel sospirò amaramente e sollevò con tutta la forza che aveva il pilastro indicato da Dean.

Lo poggiò ad un alto muro e si fermò per riprendere fiato.

C'erano più o meno una ottantina di persone che lavoravano instancabilmente da ore oramai e nessuno, nessuno sembrava stanco come lui.

Lui che aveva combattuto battaglie di ogni tipo.

Si, ma con i suoi poteri. Tutto era più facile allora.

Ma da quando i suoi fratelli se ne erano andati, abbandonando al proprio destino le creature che più di tutte il loro Padre amava, i suoi poteri erano svaniti.

Un minuto prima era un potente angelo del Signore e un minuto dopo era un umile umano che cercava di mettere su un campo insieme ai pochi sopravvissuti di una battaglia che si.. poteva andare peggio di come era andata.

Alla fine dei conti in quella che era letteralmente stata l'Apocalisse biblica, con tanto di cavalieri e resurrezione di Lucifero, erano morte poche persone.

Molte meno rispetto a quelle che lui avrebbe dato per spacciate. Chuck per esempio era ancora vivo, e tra tutte le persone che Castiel si immaginava sarebbero morte, lui – nonostante la costante protezione di un arcangelo – non c'era.

Bobby invece, valoroso cacciatore era morto, ucciso da Lucifero in persona. Sam invece... Beh lui era ancora vivo.

O perlomeno, il suo corpo se ne andava ancora girando. Ma non più in large camicie a quadri e giubbottini di panno.

Se ne andava girando chiuso in un completo di pregiato tessuto italiano, bianco e sempre perfetto, e a muovere quel corpo non c'era più il dolce ragazzo alto quasi due metri, ma Lucifero, il re del male.

Per lui si che a Cass dispiaceva, perchè peggio del fatto di vivere in un mondo in cui nulla è più come lo si conosceva, peggio di vivere in un mondo in cui il pensiero più confortante è morire, peggio di quello c'era solo la condizione di Sam Winchester: vivere senza vivere davvero.

Condannato a dormire dentro il suo corpo mentre qualcun altro ne ha il pieno controllo. Condannato – se mai ogni tanto era cosciente – a vedere la gente morire sporcando le sue mani di sangue.

Si! Sam era un povero bastardo condannato ad un destino crudele sin da quando era venuto al mondo.

E Dean, anche se era vivo, era come se non lo fosse. Perso nei ricordi di un passato che non sarebbe mai più potuto tornare, sfogava la sua rabbia e la sua disperazione bevendo e fregandosene di tutto e tutti.

Non molto diverso dal solito, si sarebbe potuto dire, se non fosse stato che, il suo viso allegro e spensierato non era più velato da quella maschera di strafottenza che spingeva gli altri a prenderlo a pugni. Era velato di dolore e amarezza e non era piacevole.

Si asciugò il sudore dalla fronte, con la manica della maglietta e si schiarì la voce.

Forse dovremmo smetterla per oggi.” suggerì piegato su stesso, facendo grossi respiri.

Queste persone hanno bisogno di un posto in cui sentirsi al sicuro Cass, dobbiamo finire il recinto entro stasera e bloccare ogni entrata con sigilli contro demoni e anche contro angeli. Solo dopo che l'avremmo fatto potremo fermarci.” rispose Dean dando un colpo secco ad un chiodo.

Castiel annuì e si rimise dritto bevendo un sorso d'acqua “E credi che questo li fermerà Dean? Troveranno comunque un modo per arrivare a noi, per entrare in questo campo. Prima o poi ti troverai faccia a faccia con tuo fratello, qualunque cosa tu faccia.”

Dean serrò le mascelle e gli rivolse un'occhiata nervosa e carica di risentimento “Non è per evitare quel momento che faccio tutto questo.”

Io credo di si.”

Io credo che dovresti chiudere quella cazzo di bocca e lavorare. So che è frustrante senza i tuoi angelici poteri, ma sforzati.” urlò Dean.

Castiel sospirò e allargò le braccia “Sei un bastardo ingrato!”

Ah davvero?” replicò Dean posando il martello per terra e avvicinandosi a lui.

Si, davvero. Sei aggressivo ed egoista. Sei vivo e dovresti esserne felice.”

Mio fratello è morto dentro il suo corpo, l'uomo che per me era come un padre, è morto. Per cosa cazzo dovrei essere felice esattamente?” urlò l'uomo.

Tuo fratello e Bobby non sono le uniche persone che avevi al mondo.” disse Cass di rimando “Hai una donna.. meravigliosa che ti ama e sopporta il tuo carattere di merda ogni giorno, in silenzio. Per lei dovresti essere felice idiota che non sei altro.”

Dean scosse il capo e sospirò “Tu non capisci.”

Hai ragione. Non capisco.” disse Cass “Non capisco perchè sta con te, e non capisco perchè ti ama così tanto.. Non capisco come puoi meritarti tanta meraviglia se non sai apprezzarla.”

Io invece non capisco perchè ogni volta che discutiamo tu finisci sempre a parlare di lei.”

Castiel trasse un profondo respiro e si passò una mano sul viso. Scosse il capo e guardò Allison avvicinarsi lentamente a loro.

Stretta in un semplicissimo paio di jeans, abbinati ad una camicia a quadretti, avanzava sorridendo triste a tutti quelli che incrociavano il suo sguardo.

Perchè finivano sempre a parlare di lei?

Perchè la vita è breve Dean.. Dovresti averlo imparato e mi fa incazzare vedere come la sprechi.. e sopratutto mi fa incazzare vedere come la fai sprecare a lei.” gli disse.

Scrollò le spalle e si allontanò trascinando con sé il martello.

Non aveva idea di dove andare, ma sarebbe andato anche il capo al mondo pur di non guardare Allison mentre abbracciava e baciava un uomo che non la considerava affatto.

Anche lui aveva molti ricordi migliori di quei momenti che stava vivendo. Anche lui conosceva la sensazione di stare in cima e cadere poi in basso con un volo duro e doloroso, senza nessuno ad afferrarti sotto.

Eppure sapeva essere grato per molte cose ancora. Grato di essere vivo, grato di poter ancora vedere il sole. Grato di saper essere grato.

Si avvicinò ad un uomo poco distante e decise di aiutare lui.

Qual è il tuo nome?” gli chiese.

Rick.”

Piacere Rick, io sono Castiel. Ti dispiace se ti do una mano?”

L'uomo scosse il capo senza nemmeno guardarlo e continuò ad annodare un pezzo di corda, velocemente e senza sbagliare.

Ero un pescatore prima di tutto questo.” spiegò “I nodi sono l'unica cosa che so fare.” aggiunse amaramente.

I nodi vanno benissimo.” lo incoraggiò Cass.

Lui sapeva essere gentile, nonostante la rabbia, sapeva esserlo.

Passarono ore ed ore e quando si fece buio pesto, qualcuno accese un grande fuoco che illuminò e riscaldò i corpi, e forse anche un po' gli animi.

Allison, che per tutto il tempo era rimasta accanto a Dean ad accertarsi che stesse bene e non desse di matto, prese un grosso pezzo di legno e lo accese.

Si avvicinò al pilastro che Cass aveva tirato su ore prima e si schiarì la voce.

Ci attendono momenti duri e tristi. Molti di noi moriranno, molti altri sopravvivranno. Forse un giorno riavremo le nostre vite, o magari no. Ma so per esperienza personale che ogni cosa è più semplice se affrontata insieme, e vissuta in un posto che può essere considerato come.. una casa.” diede un'occhiata a Cass e poi illuminò la cima del pilastro.

Lì campeggiava una specie di grande rettangolo di legno, con su incise delle parole.

Parole che lei stessa si era prodigata di imprimere lì sopra intagliando minuziosamente ogni lettera.

Benvenuti a Camp Chitaqua!” esclamò.

   
 
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