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Autore: Andy14    09/03/2011    8 recensioni
Mi avvicino alla tua stanza con passi lenti, stringendo leggermente il pacco fra le mani. Arrivato davanti alla porta, dove torreggia un enorme 307 in ottone, sospiro e poi busso piano. Dalla tua parte sento dei movimenti, un tonfo e poi la tua voce intimarmi di aspettare un attimo. Non riesco a trattenermi dal ridere, e quando mi apri, l’ultima risata lascia le mie labbra.
-SEGUITO DI HAPPY B-DAY, TOMO-
Non potevo non scrivere una Shot anche per il compleanno del nostro Shanimal ;) Ovviamente, Shomo.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Shomo In Love'
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Non è betata, quindi scusate per gli errori, e scusate per lo schifo che è uscito fuori... non so cosa mi è preso xD

Capitolo unico

 

Finalmente il giorno è arrivato. È da quella famosa volta che aspetto questo momento. Sorrido fra me e me, rigirandomi fra le mani questa lunga scatola incartata maldestramente con della carta da regalo blu. La stessa carta che usasti tu, per incartare il mio regalo di compleanno. Anch’io ho fatto fare il pacchetto a Jared, ed è inutile dire che è uscito fuori un pastrocchio. Tuttavia, guardandolo la prima volta, mi sono detto che sì, era perfetto. Perché anche il tuo pacchetto, il regalo di sei mesi fa, era impacchettato maldestramente. Però mi era piaciuto anche per quello, mi faceva quasi tenerezza. E poi Jared adora fare pacchetti, perché privarlo di tale divertimento?

Mi avvicino alla tua stanza con passi lenti, stringendo leggermente il pacco fra le mani. Arrivato davanti alla porta, dove torreggia un enorme 307 in ottone, sospiro e poi busso piano. Dalla tua parte sento dei movimenti, un tonfo e poi la tua voce intimarmi di aspettare un attimo. Non riesco a trattenermi dal ridere, e quando mi apri, l’ultima risata lascia le mie labbra. Dietro di te noto la confusione pura. La tua valigia è riversa a terra e i vestiti sono sparsi ovunque. Sono le tue mutande quelle appese alla lampada?

-Sono le tue mutande quelle appese alla lampada?- ti chiedo, indicando il paio di boxer incriminati. Ti volti. Li afferri, buttandoli nel mucchio di vestiti abbandonati in un angolo della stanza.

-Vieni entra. Scusa per il disordine-

-Disordine? Shannon sembra che una mini bomba sia esplosa nella tua valigia, mandando tutto all’aria!-.

-Oh, Jared ti ha parlato del suo regalo?- mi chiedi sarcastico, raccogliendo la tua valigia. O almeno, i resti della tua valigia. Sulla mia faccia si plasma un’espressione sconcertata e dubbiosa.

-Jared ti ha messo una bomba nella valigia?-

-Una specie di petardo, non so nemmeno che cavolo era. So solo che se lo prendo comincerà a cantare in falsetto. Per sempre. - rido, avvicinandomi a te che lanci lontano la valigia distrutta.

-Comunque, auguri Shan. Questo è per te, ma sinceramente credo sarebbe stato meglio regalarti una valigia nuova… sarebbe stata più utile- sorridi, prendendo fra le mani quel pacchetto incartato alla meno peggio. –Il pacchetto l’ha fatto Jared.- aggiungo –Ma penso che sarebbe stato meglio se lo avessi fatto da solo-, sorridi ancora, riconoscendo in questa frase le stesse identiche parole che mi rivolgesti tu sei mesi fa. Scarti il pacchetto con mani tremanti, lasciando cadere la carta sul pavimento ingombro. Lo strato di carta celava una lunga scatola di legno, chiusa da un gancetto di metallo. Apri il gancio, tirando poi su il coperchio. Adagiate su un cuscinetto blu, ci sono due bacchette. Due bacchette incise. “S. Leto, 9 marzo 2011. HBD. T.M.”

-Shannon Leto, 9 Marzo 2011. Happy B-Day. Tomo Milicevic. Ho pensato che anche tu avessi bisogno di un paio di bacchette personalizzate. Ma giuro, se le lanci agli Echelon ti ammazzo. Le ho pagate un occhio della testa, vedi di trattarle bene animale che non sei altro!- scoppi a ridere, con gli occhi stranamente lucidi per essere addosso a te.

-Tomo... grazie, davvero. Le adoro- dici, allargando le braccia e stringendomi a te.

-Oh figurati. Sono contento che ti piacciano. Ma sul serio se provi a lanciarle vengo da te e ti rompo la chitarra in testa!- ridi ancora, allontanandoti da me e scompigliandomi i capelli. Inutile dire che devo rifarmi la coda, mi hai spettinato. Mentre riponi con cura le bacchette nella scatola, mi lego nuovamente i capelli.

-Che ne dici di dare una sistemata qui? Sembra di entrare in uno dei camerini di Jared dopo un concerto- dico, cominciando a tirare su un po’ di vestiti da terra. Ti vedo posare la scatola sul comodino, e cominciare poi ad aiutarmi.

-Ti giuro lo uccido. No, lo castro. Lo faccio diventare Jaredda.-

-Jaredda? Oddio Shannon spera di non dare tu i nomi ai tuoi figli…-

-No tesoro non preoccuparti… i nomi li sceglierai tu, ma l’educazione quella spetta a me-

-Sì certo, gli insegnerai come tenere in ordine la loro stanza vero?- chiedo, accennando al caos che regna intorno a noi.

-Tz, malfidato-

-Fortunatamente esiste il divorzio…-

-Mi devi sposare prima-

-Se questi sono i preamboli, lascia perdere-

-Tomo?-

-Eh?- mi chino a terra, avendo notato l’orlo di una delle tue canottiere sotto il letto.

-Mi vuoi sposare?- tiro su la testa di scatto, sbattendola alla rete del letto della stanza d’albergo. Lancio un imprecazione in croato, tirandomi poi su con una mano alla testa.

-Che hai detto?- ti chiedo, gemendo poi per il dolore alla testa. Ti avvicini a me, posando una mano sulla mia e la scansi delicatamente, per massaggiare la parte offesa. Sorridi dolcemente, portando l’altra mano sul mio fianco.

-Guarda qua che hai combinato… menomale che hai la testa dura-

-Che hai detto?-

-Menomale che hai la testa dura-

-No, prima-

-Guarda che hai combinato-

-No, prima, prima!-

-Ah… mi vuoi sposare?- ti sorrido, guardandoti negli occhi, mentre tu abbassi i tuoi.

-Non posso- alzi di nuovo lo sguardo sul mio, questa volta velato di una certa tristezza. –Non posso, in America i matrimoni fra persone dello stesso sesso ancora non valgono- ti sorrido di nuovo, portando una delle mie mani sulla testa, e l’altra a stingere la tua sul mio fianco.

-Bhé si potrebbe fare una cosa simbolica. Tipo, io Shannon Leto giuro di amare te e i tuoi capelli per ogni giorno della mia vita, in salute e in malattia finche morte non sopraggiunga, o una crisi isterica di mio fratello non ci porti ad ammazzarlo e così a passare i nostri giorni chiusi in una cella gelida e sporca- faccio un espressione schifata, portando le braccia a cingere il tuo collo.

-Dio, quanto sei romantico. Ok, ora tocca a me no? Io, Tomislav Milicevic giuro di amare te e i tuoi muscoli per ogni giorno della mia vita, in salute e in malattia finche morte non sopraggiunga… o finchè non dovremmo scegliere i nomi per i nostri figli, allora ti ammazzerò con le mie mani. Oppure quando dovrai sistemare la casa, sul serio potrei ammazzarti con le mie mani e poi…-

-Ok, ora posso baciare la sposa- mi interrompi, prima di posare con delicatezza le tue labbra sulle mie. Come l’altra volta, sento le farfalle nello stomaco, e le tue mani accarezzarmi dolcemente la schiena fasciata dalla maglietta. Quando ci stacchiamo, sono tutto rosso in viso e tu sfoggi un sorriso ebete.

-E adesso?- ti chiedo, accarezzandoti braccia e spalle.

-E adesso… prima notte di nozze?- chiedi retoricamente, buttandoti poi a peso morto sul materasso, trascinandomi con te.

-E no bello mio! Ora sistemi tutto questo macello qui. Quando avrai finito, ti aspetterò nella mia stanza. Pulisci!- ti dico ridendo, mentre corro fuori dalla stanza. Mi chiudo la porta alle spalle, dirigendomi poi nella mia stanza. Inutile dire che Shannon ci mise pochissimo a riordinare le sue cose sparse per tutta la stanza.

   
 
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