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Autore: sydney bristow    09/03/2011    8 recensioni
Ambientata dopo "Countdown".
Beckett e Castle sono rimasti intrappolati nel freezer...Beckett è rimasta quasi illesa.
Tuttavia a Castle, avendo ceduto tutto il suo calore corporeo alla detective, non è andata tanto bene: dopo il suo risveglio non è più la stessa persona.
Dice di chiamarsi Jameson Rook e di fare il giornalista. Castle crede di vivere sul serio in Heat Wave, è intrappolato nel suo romanzo ed ha dimenticato la sua vita.
Come reagirà Kate/Nikki ?
Possibili spoiler della terza stagione!
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CASTLE 4 Cold Heat
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-Chi è tua madre?- domandò a un tratto, come se non avesse seguito un briciolo del discorso di Alexis.
Lei roteò gli occhi.
-Ci arriveremo dopo alle tue "mogli"- disse, sfogliando una delle riviste dell'enorme pila messa sul tavolo della cucina.
-Quante volte sono stato sposato?- chiese, preoccupato dal plurale usato dalla ragazzina.
-Due.-
-Un circolo vizioso, insomma...- due erano anche troppi.
Quando arrivò ad una certa pagina, la allungò al padre per fargli vedere una foto di Beckett.
-Lei potrebbe rompere il circolo, no?-
Rook ridacchiò e scompigliò i capelli rossi della figlia, divertito dalla sua intelligenza e dal suo humor.
Figlia. Non riusciva a spiegarsi perché veniva cosi naturale pensare a quella ragazzina come ad una piccola Rook.
-Chi te l'ha detto? Non ho detto a nessuno che...-
-Aha. Sono tua figlia. Pensi che non vada mai a curiosare tra i tuoi manoscritti? Sono pezzi avanti a tutti gli altri lettori di Nikki!-
Era come lui. Una versione più matura e più intelligente. In gonnella, però.
-Ma perché Rodgers con la D?- chiese Rook alla figlia, gettando uno sguardo su una di quelle grandi pile di riviste tabloid.
E ancora, era veramente se stesso? L'aver inventato una internamente sviluppata e approfondita personalità alternativa sembrava un po' strano.
Come solo era possibile che potesse essere così sicuro di chiamarsi Jameson Rook, ma tutti gli altri no?
Dove era la prova che non era uno scherzo enorme che Ochoa e Raley stavano tirando su di lui?
-E'
Richard Alexander Rodgers, ma poi ,quando hai deciso di diventare uno scrittore, l'hai cambiato in Richard Castle.-
-Nessuna chance di cambiarlo in Jameson Rook? Anche Alexis Rook suona meglio, no?-
Si era abituata al padre negli ultimi diciassette anni della sua vita, ma Rook era tutta un'altra cosa...
Lei lo incenerì con lo sguardo e gli lanciò una rivista, sapendo in anticipo che l'avrebbe sicuramente schivata.
Era solo per fargli capire bene il concetto.
-Woo!Afferrato, afferrato!-
All'improvviso suonò il campanello del loft.
-Nikki!-
Alexis alzò un sopracciglio, chiedendosi come potesse sapere chi aveva appena suonato.
-Un solo trillo prolungato e rabbioso...è la sua firma.- spiegò Rook alla figlia.
Lui andò di corsa ad aprire la porta, trovando la detective con lo sguardo bieco, con quattro valige enormi al seguito.
-Fammi disfare le valige, cosi mi tolgo subito l'impiccio e non ci penso più...oh, ciao Alexis!-
La ragazza salutò ed aiutò il padre a mettere in casa la roba di Kate.
Poi andò vicino al padre.
-Sono sicura che non ti ricordi, ma Rick Ca...tu mi devi cinquanta dollari di una scommessa.-
Lei guardò la detective, facendole l'occhiolino, e ricevette un sorriso di pura complicità femminile ai danni di Rook.
Fece una pausa, una mano sulla tasca prendere il suo portafoglio...e le sorrise, piacevolmente sorpreso.
-Sei una Rook come me, quindi deduco che questo sia uno scherzo, vero?-
Notò il broncio della detective e della figlia e, sghignazzando come un bambino,tirò fuori i cinquanta dollari.
-Perchèè???-
Ora era la figlia ad essere piacevolmente sorpresa.
-Perché almeno ci hai provato!-

****

-Che fai Kb? Dormo io sul divano.-
-Scordatelo, ci dormo io.-
-A meno che tu non voglia dormire insieme a me, cosa che credo non ti vada più bene, sul divano sto io.-
No, l'ultima cosa che voleva Kate Beckett era dormire con Jameson Rook.
-Ok, allora!-
Lei avrebbe preso il letto e lui il divano.
-Ecco!-
Castle le fece strada fino alla sua stanza da lezzo e l'aiutò a portare le valige.
Le indicò un intero armadio dove poteva sistemare la sua roba, quello accanto al suo, e non poté fare a meno di sorridere.
-Cosa c'è?- chiese la detective.
-Rook o Castle che sia, ho sempre sognato di vederti sistemare le tue cose nell'armadio accanto al mio.-
Ci fu un lungo istante di silenzio.
Kate pensò ad una scena western. Lo scemo di turno dice qualcosa e tutti stanno zitti. Fuori dal saloon una balla di paglia che rotola.
Rook pensò alla scemenza che aveva appena fatto.
Kate si sentì lusingata, ma poi si ricordò che lui NON era Castle e piombò immediatamente nel più cupo imbarazzo.
-Meglio che vada a preparare qualcosa per la cena...anzi no, che dico?Non so cucinare. Ordino pizza?Sushi?Cinese?Thai?Fast food?-
Lei incominciò ad aprire le valige ed a smistare i vestiti.
-Pizza?- chiese a Castle.
-Pizza...- rispose, estraendo dalla tasca il cellulare.
Notò che qualcosa non andava nello sguardo del collega, si era un attimo rabbuiato guardando il display.
-Che c'è?-
-...non credo di sapere più il numero...-
Quando lui sorrise, come per chiedere scusa, lei sbuffò e gli rubò il telefonino.
-Faccio io.-


****

-Aha, non si lavano i piatti! Ho una lavastoviglie, non è fantastico???-
Kate risbuffò, prese la roba da lavare e la mise in quella diavoleria elettronica che lei non aveva in casa.
-Hey, vuoi il gelato? Una fetta di torta brownie, Kb?-
Questa nuova versione di Castle era un mostro tritatutto...
-No, vado a dormire. Notte.-
Rook le rivolse uno sguardo stupito e pensieroso allo stesso tempo, domandandosi il senso di quel saluto.
-"Notte"? Vorrai dire "a domani"!-
Ora era Beckett ad essere stupita: avevano già avuto una conversazione identica a quella, quando aveva detto a Castle della madre...
Forse stava per ricordarsi di qualcosa?
-"Notte" è una parola noiosa, mentre "a domani" è più...-
Sapeva cosa stava per dire, finì la frase per lui.
-...ottimista.-
-Mi leggi nel pensiero, Kb...-
Prima che lei potesse andare al piano di sopra, lui si alzò e si avvicinò a lei, sicuro si sé.
Kate si arrestò sul colpo, guardandolo con fare interrogativo, ed incrociò le braccia all'altezza del petto.
Si stava domandando cosa stesse per fare, immaginandosi il peggio.
Lui, quasi avendo letto in anticipo i pensieri della detective, si sentì ancora più eccitato nel farle quella piccola burla.
La prese gentilmente per le spalle, ma con fare deciso, e, avvicinandosi al  suo viso, aspettò la reazione preoccupata di Beckett.
Allora, sorridendole, le diede un leggero bacio sulla fronte e si scansò.
Lei lo guardò, confusa, e preferì andarsene di sopra con una leggera fretta e non dire nulla.
Un contento Rook, intanto, andò gioiosamente a coricarsi sul divano.


*****

Kate non era più riuscita ad addormentarsi,  dopo quell'incubo terribile che l'aveva lasciata senza fiato.
Aveva sognato di stare al mare, al caldo e sotto il sole, con Josh.
Poi degli spari.
Si girò per vedere da dove erano partiti e si ritrovò, a qualche metro da lei, il freezer dove era stata rinchiusa fino a poco tempo prima.
Era Castle quell'uomo che vedeva rannicchiato contro il muro e che stava lasciandosi andare al freddo ed alla morte.
E lei stava al caldo, con Josh.
Kate voleva seguirlo, liberarlo da quella camera della morte e portarlo in salvo con lei.
Josh, però, la tratteneva e non la lasciava andare.
Fu costretta a vederlo morire, non poteva fare nulla. Si sentiva impotente come mai lo era stata in vita sua.
Per fortuna, alla fine si svegliò e si liberò da quell'incubo assurdo.
Aveva sete, sentiva la gola secca e non aveva messo
il solito bicchiere d'acqua sul comodino accanto al letto.
Doveva scendere in cucina ed andarselo a prendere.
Fece piano piano, al buio, per non svegliare nessuno e si fece guidare dall'illuminazione del cellulare per non andare a sbattere.
Sussultò.
Castle era sveglio, stava seduto sul divano a guardare un film di serie b.

-Castle?- chiese lei, preoccupata, mentre s'incamminava verso di lui.
-Pensavo stessi dormendo Kb...-
-Non ci riesco...ma tu non dovresti fare qualcosa tipo dormire?-
-Veramente neanche io ci riesco. Hai bisogno di qualcosa? Va tutto bene? Ti senti bene nella mia camera?- chiese, preoccupato.
-No, sto bene...-  rispose lei  -non riesco solo a dormire.-
Le risposte evasive della detective incominciavano ad infastidirlo un po'.
-Si, ho sentito...ma perché non ci riesci?- 
-Ho una pulce fastidiosissima che mi gironzola attorno e non mi lascia in pace, ci credi?-
Un'ondata di colpa scorrette su di lui prima che lui si tirò su, non avrebbe dovuto sentirsi colpevole di qualcosa come essere onesto con lei.
-Gelato, detective?-
Lei annuì, assente, e lui andò a prenderlo, sperando che Alexis non l'avesse fatto sparire.
Aprì il freezer e, come colpito da un fulmine a ciel sereno, si arrestò e non mosse più nemmeno un dito.

La luce blu del led del frigorifero illuminava il suo viso cereo, i suoi occhi sbarrati dalla paura e le goccioline di sudore che gli scendevano dal collo.
-Castle?Tutto bene?-
Lui non le rivolse lo sguardo, continuò a guardare il freezer.
La guardò solo quando lei incominciò a scuotergli energicamente la spalla.
-Volevo del gelato, ho aperto il congelatore e...non so cosa mi sia preso. Ho paura di questo aggeggio...è sbagliato.-
Kate alzò il sopracciglio, non riusciva per niente a capire questa nuova fobia del suo collega.
-Cosa c'è di sbagliato in...questo aggeggio?-
Prese il gelato, l'appoggiò sul tavolo, chiuse il freezer e prese due cucchiai dallo scola-posate.
-Mi ricorda qualcosa...è una sensazione, più che altro.-
-Spiegati. Che tipo di sensazione?- chiese la detective, incuriosita da una tale ingiustificata paura, mentre prendeva due bicchieri.
-Che ti perderò...- disse lui, guardandola negli occhi.
Era serio. Il freddo, simile a quello mortale, dei freezer lo aveva fatto sentire come se fosse stato sul punto di non vedere più Nikki.
Kate s'intenerì immediatamente: si stava sicuramente riferendo all'episodio del giorno prima.
Lei, per il freddo, era entrata in uno stato d'incoscienza molto prima di lui...chissà cosa poteva aver solo pensato in quel momento...
Nemmeno la perdita della memoria aveva cancellato completamente quel terribile episodio.
-Awwwww Castle...-
Lo abbracciò, tenendolo stretto a sé per rassicurarlo.
Quanto sentì che stava diventando un po' troppo difficile separarsi, lei lo scansò delicatamente e gli diede una pacca sulla spalla.
-Ci vediamo un film, Castle?-
-Decidi tu Kb, basta che non abbia a che fare con freezer ed affini...-
-E' un peccato che non sia ancora uscito Heat Wave...ci tenevo a vedere come quel clone di un'attricetta biondastra riuscirà a rubarmi l'anima...-
-Hanno fatto un film sulla nostra bellissima storia d'amore?-
-Su Mtv, fanno uno speciale su Justin Bieber...anche se le mie orecchie sanguineranno, voglio vederti soffrire comunque.-
-Ok, la smetto. Niente Justino Bieberon, nessuno si farà male e, soprattutto, niente frecciatine.-
-Beckett vince!- disse la detective, rubando il telecomando dalla mano dell'amico.





Nota dell'autrice:
sono fiera del mio avatar su efp XD

  
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