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Autore: OnlySunshine    10/03/2011    3 recensioni
"Fino a tre settimane fa..." iniziò prendendo un bel respiro "...vivevo in una villetta dall’altra parte della città, i miei genitori non sono ricchi ma riescono comunque a vivere bene. Ho diciannove anni, non ho fratelli né sorelle, mi sono diplomata l’anno scorso con il massimo dei voti e sono stata ammessa alla Columbia ma non ci sono mai andata, ovviamente. Sono scappata di casa, mi hanno sbattuta fuori in realtà. Ho passato gli ultimi venti giorni girovagando per New York, cercando di allontanarmi il più possibile da quella che era casa mia. Ed eccomi qui, senza una casa, come in quella canzone di Avril Lavigne, come si chiamava?"
"Nobody’s Home" rispose in un sussurro il ragazzo.
Jen ha visto il mondo crollarle improvvisamente da sotto i piedi, ha perso la sua famiglia e la sua casa. Eppure uno strano incontro potrebbe restituirle tutto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quando Jen si svegliò la mattina dopo il sole entrava forte dalla finestra e la sveglia al suo fianco segnava le undici e mezza. Nella stanza era da sola ma dalla cucina arrivava un forte odore di muffin e caffè appena fatto, si alzò dal letto e si incamminò nel corridoio. Si fermò quando sentì delle voci.
<< Tu hai fatto cosa? Ma non la conosci neanche. >> sussurrava una voce femminile che riconobbe come quella di Maya.
<< Era spaventata, non voleva restare sola. Mi ha chiesto di restare e io l’ho fatto. Tutto qui. >> sentì rispondere a Nick.
<< Si, si certo. La storia della povera ragazza spaventata la vai a raccontare a qualcun altro. Ma chi vuoi prendere in giro? >>
I due ridacchiarono, poi calò il silenzio e Jen ne approfittò per fare la sua entrata in scena.
<< Buongiorno. >> salutò sorridente cercando di nascondere l’imbarazzo.
<< Ehilà dormigliona! Ti sei svegliata finalmente. >> le rispose Nick armeggiando con i fornelli dall’altra parte del bancone. Jen si sedette su uno sgabello.
<< Già, scusate. Di solito non dormo così tanto. >> arrossì leggermente e Nick le porse una tazza di caffè.
<< Tranquilla eri molto stanca ieri. Ti ho portato qualcosa da indossare, dovrebbe andarti. >> si intromise Maya << Hai dormite bene, comunque? >> domandò poi, sorridendo e lanciando un’occhiata all’amico che di risposta la colpì col gomito.
<< Ti unisci a noi per pranzo Maya? >> cambiò discorso il ragazzo
<< No, mi piacerebbe ma non posso. >>
<< Grazie al cielo. >> sussurrò Nick e Maya gli diede un calcio.
<< Dicevo che rimarrei volentieri ma David ha promesso di offrirmi il pranzo, quindi devo proprio andare >> fece un sorrisetto e prese la borsa.
<< David? È nuovo? Ma che sorpresa! >> esclamò sarcastico.
<< A cosa alludi Nicholas? >> chiese lei divertita prima di uscire << Addio Peter! >>
<< Addio Wendy! >> esclamò mentre la porta si richiudeva.
<< Peter e Wendy? >> domandò confusa Jen che aveva assistito divertita a tutta la scenetta mentre sorseggiava il suo caffè.
<< Peter Pan e Wendy, da piccoli guardavamo quel cartone in continuazione e quando giocavamo io ero Peter Pan e lei Wendy, continuiamo a chiamarci così a volte. È diventata un’abitudine ormai. >> rispose non poco imbarazzato Nick.
<< Vi conoscete da tanto tempo? >> l’espressione di Jen tradiva una strana curiosità.
<< Mmm, fammici pensare. Direi da circa ventuno anni. Praticamente da quando indossavamo il pannolino e gironzolavamo a gattoni. I nostri genitori erano molto legati, poi suo padre è morto >> si fermò e fece un sospiro prima di continuare << lei e sua madre erano sole e noi le abbiamo accolte come membri effettivi della famiglia. Non che per me Maya non fosse già come una sorella. >>
Per un attimo si trovarono a fissarsi negli occhi ma Jen fu la prima a distogliere lo sguardo.
<< Ci vivi da solo in questa casa? È davvero grande. >>
<< In realtà la casa è di mio fratello maggiore, sono venuto a vivere con lui dopo il diploma poi però lui è andato via e... mi sono ritrovato qui da solo. >>  
<< Quale fra loro è tuo fratello? >>
Jen si era alzata e aveva raggiunto una parete tappezzata da mille foto stile murales, Nick sorrise e la raggiunse. Stava indicando una foto che raffigurava Nick insieme a due ragazzi e un bambino stesi uno sopra l’altro su di un divano.
<< In realtà siamo tutti fratelli. >> ridacchiò il ragazzo passandosi una mano fra i capelli << Siamo in quattro. Kevin, - indicò il riccio sulla destra – è il più grande, è sposato, ha un figlio e vive a Dallas ora; Joe -indicò il ragazzetto al centro con i capelli a spina- è il proprietario della casa  e, infine, ma non per importanza Frankie - indicò il bambino seduto sulle sue ginocchia- vive con i miei in Texas, ha compiuto 13 anni qualche mese fa, è il più piccolo ma di sicuro non gli manca la grinta, era lui che comandava in casa . >>  
Jen sorrise e spostò lo sguardo sulle altre foto
<< Questi siete tu e Maya? >> ne indicò una al centro del mosaico
<< Già...>> ammise in imbarazzo << Avevamo due anni. >>
<< E tu già avevi una chitarra in mano. >> osservò la ragazza.
<< È una chitarra giocattolo. >>  si giustificò lasciandosi cadere sul divano.
<< È pur sempre una chitarra. A proposito, non mi hai poi spiegato come mai non suoni più. >> disse raggiungendolo e sedendosi al suo fianco.
<< Tu mi spiegheresti come mai vivevi per strada? >> le domandò di ribatto.
<< Allora continuiamo così. Tu coi tuoi segreti e io coi miei. >> rispose la ragazza.
Nick la guardò visibilmente deluso e la ragazza si rese conto di essere ingiusta, lui aveva risposto a tutte le sue domande e la stava ospitando in casa sua  invece lei non lo aveva degnato di nessuna spiegazione. In fondo non c’era bisogno di scendere nei dettagli.
<< Fino a tre settimane fa...>> iniziò prendendo un bel respiro << ...vivevo in una villetta dall’altra parte della città, i miei genitori non sono ricchi ma riescono comunque a vivere bene. Ho diciannove anni, non ho fratelli né sorelle, mi sono diplomata l’anno scorso con il massimo dei voti e sono stata ammessa alla Columbia ma non ci sono mai andata, ovviamente. Sono scappata di casa, mi hanno sbattuta fuori in realtà. Ho passato gli ultimi venti giorni girovagando per New York, cercando di allontanarmi il più possibile da quella che era casa mia. Ed eccomi qui, senza una casa, come in quella canzone di Avril Lavigne, come si chiamava? >>
<< Nobody’s Home >> rispose in un sussurro il ragazzo.
<< Si proprio quella! >> una lacrima le rigò il viso, Nick l’asciugò delicatamente con le dita.
<< Ehi, ascoltami. Da ieri sera questa è casa tua. Voglio che tu rimanga e ti lascerò andare solo se ritornerai dai tuo genitori. >>
<< Non succederà mai. >> rispose lei decisa
<< E allora rimarrai per sempre qui. >> le sorrise e l’abbracciò.
<< Non mi conosci neanche >> soffiò sulla sua spalla.
<< Imparerò a farlo, perché voglio farlo, voglio conoscerti. Ma prima di tutto voglio aiutarti. >>
<< Riuscirò a sdebitarmi per tutto questo prima o poi, te lo prometto. >>
<< Non ce ne sarà bisogno. In fondo l’hai detto tu: questa casa è troppo grande per me. >>




****************
Ed eccomi qui puntuale con il nuovo capitolo.
Devo dire che è abbastanza noioso ma come avrete capito serve solo per conoscere meglio i due protagonisti. 
Spero vi sia piaciuto comunque.

Ora che le vacanze sono finite so già che ci metterò un po' per scrivere quindi spero che abbiate un po' di pazienza.
Il prossimo capitolo è comunque già pronto e molto probabilmente lo posterò domenica.


Grazie a chi ha recensito (anche se siete state solo in tre questa volta) e a chi ha messo la storia tra le seguite e le preferite (sono aumentati e mi fa molto piacere). Grazie anche a chi ha solo letto :)
A domenica! un bacio!
-cla



SPOILER
<< Oh, Nick noi non pensavamo che tu avessi una... >> si bloccò il padre.
<< Coinquilina? >> terminò la domanda Nick .

  
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