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Autore: Red Leaves    10/03/2011    1 recensioni
13 personalità di un regno fantastico e apparentemente tranquillo vengono rapite da una creatura sadica e misteriosa e rinchiuse in un labirinto costellato di trappole mortali e spietate il cui scopo è eliminarle nel modo più doloroso possibile una dopo l'altra. Si ritroveranno a dover combattere contro il dolore e l'ansia sempre più crescenti in una corsa contro una forza malvagia che non possono che identificare con la Morte in una spirale di sospetto e suspence...
Genere: Horror, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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I presenti rimasero a guardare il vuoto per qualche secondo in un misto di incredulità e di paura. George e l'assistente del Viceré si rialzarono più che scossi, il secondo era leggermente ferito alla testa e sanguinava: era caduto su di un sasso appuntito, ma non era niente di troppo grave.
La prima a parlare fu Flora “Cos'era? Lo avete visto anche voi, no?”

Xilfis si accasciò per terra mormorando “Dunque è iniziato...”
Mahoney era ancora bloccata nei suoi pensieri. Fu Glorianna a farla tornare in sé con un “Principessa, è ferita?”.
“Io? No, va tutto ancora bene...Xilfis, dicci tutto!”
Xilfis, si passò la mano sulla fronte e cominciò un discorso ben poco rassicurante.

“Avete presente la leggenda di Sparklade? Sì, quella storia che probabilmente non avete mai considerato vera perché non riuscivate a capacitarvi di una cosa simile? Non avete mai voluto crederci perché...”
“Intende quella leggenda su quel mostro che rapisce le persone per ucciderle? Nessuno ci ha mai creduto! Non è possibile che esista una creatura così sadica!” esclamò George.
“Quello che è successo ad Oleander mi sembra possibile...” commentò Mahoney.
“Purtroppo, quello che avete appena visto era il Serpente di Sparklade, il suo emissario...lui ha il compito di rapire quelli che parteciperanno alla sua Caccia e ha cominciato da Oleander...presto cercherà gli altri. Una volta che li avrà catapultati tutti nel Labirinto il Dolore Finale potrà cominciare.”
“Ma come fai a saperlo?”
“Ho visto i segni premonitori e anche voi avreste dovuto notarli...nessuno di voi ha fatto sogni strani?”
Mahoney stava per intervenire quando fu interrotta da George che disse“Intendi che quell'enorme bestia non è Sparklade?”
“Ma perché è qui?” continuava a dire Flora.
“Non lo so, stando ai calcoli della leggenda non dovrebbe presentarsi per anni! Credo che la Riunione e la concentrazione di persone importanti della Regione possa averlo attirato!”
“Chi è il prossimo?” chiese Glorianna.
“Non è sicuro...ma se punta ai capi dobbiamo riunirci per provare a sconfiggerlo al prossimo attacco, dobbiamo avvertire gli Sgraal, il Viceré e Vait.”
“Credo che questo non sia più possibile...” intervenne l'assistente del Viceré, guardandosi la mano sporca di sangue.
“Come?”
“Prima che il Serpente arrivasse stavamo per dirvelo: Vait e la sua consigliera sono scomparsi allo stesso modo di Oleander. Stavamo camminando nella piazza quando abbiamo sentito delle urla e abbiamo visto la vecchia...uhm, Toxa...agitare le braccia mentre Vait si contorceva a terra e dopo qualche secondo sono spariti avvolti da delle enormi spire!”
“Non voglio crederci...” disse Mahoney.
“Principessa, contegno.” le sussurrò Glorianna.
“Significa che siamo tutti in pericolo?”
“Io avverto il Viceré!” disse l'assistente, ma nessuno lo aveva ascoltato e se ne andò da solo.
Xilfis si rialzò e disse “Dobbiamo cercare gli altri o potrebbe già essere tardi! Principessa, stia con Glorianna e George mentre io vado a recuperare gli Sgraal.”
“Non credo abbiate bisogno di me, dunque se non vi spiace, io mi ritiro...” disse Flora risistemandosi il vestito e avviandosi all'uscita più vicina.

Doveva liberarsi della principessa, non sapeva come, ma doveva trovare un modo. Mahoney era l'unico ostacolo tra lui e il potere. Non era giusto che a governare fosse una giovane ragazza totalmente sprovvista di diplomazia! Certo, era un'ottima combattente, ma questo non cambiava le cose.
Il Viceré stava camminando per uno dei tanti corridoi del Palazzo dei Boschi Sopraelevati. Stava pensando a quanto avesse fatto affinché la Riunione fosse un successo e nessuno lo aveva degnato di attenzione, l'unica a cui si rivolgevano era Mahoney. Mahoney un nome inutile!
“Viceré!” echeggiò nelle sale.
Era ancora quell'insopportabile assistente, cosa voleva adesso?
Non voleva parlare e continuò a camminare fino a che non arrivò in un chiostro nascosto del Palazzo contornato da delle colonne antiche di pietra. Lì si stava in tranquillità.
“Viceré! La prego, è importante!”
Che fastidioso. Nel mezzo del chiostro crescevano delle piante rigogliose e dalle foglie scure. Il Viceré si fermò a contemplarle.
“Viceré!” esclamò l'assistente da lontano.
Si mossero.
“Viceré, la principessa Mahoney e gli altri la stanno cercando!”
Le foglie si mossero ancora.
Sentì di essere trasportato da qualcosa di potentissimo e scaraventato a terra, il dolore iniziò pochi secondi dopo.
L'ultima cosa che vide furono delle spire taglienti che lo avvolgevano sempre di più, notò che l'assistente era lì a dire delle cose e poi perse i sensi.

                                                                                                                              *

“Non è probabile!” commentò il Conte.
“Mi dovete credere!” disse Xilfis.
Aniva e Sgradel guardavano il loro capo che continuava a muovere le sue lunghe maniche e a sbuffare invece di prendere una decisione.
“E poi...chi lo ha mai visto questo mostro?”
“Conte, io darei ascolto a...” cominciò Sgradel.
“Silenzio, cosa vuoi saperne tu?” ribatté il Conte buttandogli una manica in faccia.
Sgradel tacque pensando che un giorno quelle maniche sarebbero state un problema.
Xilfis sapeva che Sparklade avrebbe attaccato prima o poi.
“Venite con me!” disse.

                                                                                                                              *

Mahoney, Glorianna e George stavano aspettando nella Sala del Trono in silenzio. Tutto era tranquillo. Il Viceré non si era visto e il suo assistente non era tornato.
“Vuole che vada a cercare qualcuno?” chiese George.
“Se ci tieni...”
Mahoney si stupiva del comportamento del suo assistente, non era mai stato qualcuno di nervoso, eppure adesso era lì a girare a vuoto per la Sala aspettando che qualcosa succedesse. Perché ormai era certa che qualcosa sarebbe successo, doveva succedere prima o poi.
Un brivido di freddo le percorse la schiena quando vide che George si stava allontanando.
“Aspetta, non è sicuro!”
“Principessa, non credo che quella creatura cerchi me...”
Ci fu un breve bagliore di luce verde.
Mahoney si sentì come sollevata di colpo quando un muso conico l'investì di colpo: l'aveva attaccata da dietro.
La principessa venne scagliata sul pavimento freddo della Sala mentre Glorianna sfoderava la spada e George rimaneva pietrificato dal terrore.
“Principessa, scappi!”
Mahoney si girò a guardarlo: il Serpente di Sparklade era a pochi metri da lei che la fissava con i suoi occhi verdastri, aveva la forma di un enorme cobra verde scuro e dalla bocca spuntavano dei denti acuminati e una lingua biforcuta rossa come il sangue.
Glorianna spiccò un salto e gli conficcò la spada nella carne. La bestia quasi non reagì e si dimenò per liberarsi di quello che gli appariva come una spina fastidiosa.
“Se ne vada, ora!”
Il Serpente colpì la guardia del corpo con la coda e si diresse verso Mahoney. Dietro di lei si creò dal nulla una fessura luminosa che cominciò a vorticare: doveva trattarsi di un portale per il Labirinto, doveva evitarlo ad ogni costo.
Il Serpente afferrò George e lo stritolò con la coda e lo gettò nella fessura. In un lampo George sparì come era successo ad Oleander.
Mahoney si mise a correre mentre la stessa cosa succedeva a Glorianna.
Uscì zoppicando dalla Sala quando si vide arrivare incontro Xilfis e gli Sgraal.
“Che succede?” chiese il Conte.
“Andatevene!”
Per tutta risposta il Serpente sfondò il muro che era dietro Mahoney e lei vide che altri vortici dimensionali si stavano aprendo attorno agli altri.
“Non entrate in quelli!”
Mahoney sentì le spire della bestia passare sopra di lei.
Il Conte Sgraal si rifugiò dietro Aniva che non riuscì a reagire e venne investita dalla creatura assieme a lui.
“No, Aniva!” urlò Sgradel.
In quel momento uno dei vortici risucchiò orribilmente Xilfis.
Mahoney ricominciò a correre, ormai erano stati tutti catturati, ma non voleva arrendersi.
Il sudore le inumidiva la fronte, i capelli le oscuravano la vista e il caldo della giornate le rendeva difficile la corsa. Stava correndo lungo un corridoio tra gli enormi alberi dei Boschi Sopraelevati. L'aveva distanziato dalla Sala, ma sentiva che il Serpente le stava dietro, se non accanto. Le sembrò di vedere la sua ombra strisciare tra le piante.
Inciampò. Non in una radice, non in un solco, ma in una persona. Era Flora.
“Ah principessa, riguardo a...”
“Flora? No!”


Il Serpente si scagliò su di loro.
Mahoney sentì le proprie membra dissolversi e sbrindellarsi, delle spire stritolarle il petto, gli arti contrarsi ed accartocciarsi mentre una luce accecante l'allucinava.
Era insopportabile.

Mahoney si svegliò. Il dolore pulsava nel suo corpo in vari punti. Aprì gli occhi: era stesa su di un terreno di sassi aguzzi e di foglie secche.
Si trovava in una piccola radura nel mezzo di un'enorme foresta di sassi e alberi giganti, costeggiata da altissimi muri di roccia. Il sole lasciava sul luogo una luce non rassicurante. La zona era vasta e vuota, niente si muoveva. Ovunque crescevano delle piante enormi. Se guardato oggettivamente poteva sembrare un bello scorcio sulla Natura, ma non era così.
“Oh, la principessa è di nuovo tra noi!” commentò acidamente Toxa.
Erano tutti lì. Vait si stava mettendo sistemando il mantello seduto su una pietra, Toxa scuoteva la testa con le braccia incrociate, Oleander osservava il posto strappando foglie dalle piante circostanti, Glorianna le stava vicino, George stava in piedi preoccupato, il Conte Sgraal stava sgridando Aniva e Sgradel per averlo fatto finire nel Labirinto, Xilfis guardava gli alberi rassegnato, Flora stava piangendo e mormorando “Io non c'entro niente...”, il Viceré stava sbuffando e il suo assistente era seduto per terra.

“Benvenuti!” una voce tagliente e stridente echeggiò nella zona. Tutti si voltarono verso una figura che li scrutava dall'alto di un albero.

Il Serpente di Sparklade era lì e stava parlando.

“Benvenuti nel Labirinto del Dolore, quello che sta per cominciare è un.... gioco... per testare il vostro valore e la vostra forza. Le regole le sapete, Xilfis ve ne avrà parlato...”
“Sei in combutta con lui?” chiese sconcertato Vait.
“No! Ma come...?”
“Sparklade vi ha osservato a lungo prima di scegliervi, sa le vostre abilità e le vostre conoscenze. Sparklade sa tutto e ha già scritto il vostro destino, sta a voi sfidarlo...un consiglio, state in gruppo, c'è più probabilità che muoia un altro...State attenti, qui tutto è mortale, anche la più piccola foglia, i massi sono vivi, gli alberi si muovono, le piante sono velenose...i vostri compagni saranno inaffidabili.”
“Ma perché tutto questo?” chiese Sgradel “Alcuni di noi non dovrebbero essere qui!”.
“Mi tocca essere d'accordo...” disse il Viceré.
“Ognuno di voi ha ragione di essere qui...è ora di cominciare!”
“E se restassimo fermi? Non incapperemmo in nessun pericolo!” disse George.
Il Serpente si arrotolò su sé stesso e assunse le sembianze di un uomo magro dai tratti aguzzi, vestito di pelle di rettile.
“Ottima osservazione...” disse scomparendo.

All'improvviso un masso nero di cinque metri di larghezza uscì dalle piante precipitandosi sul gruppo. I componenti si sparpagliarono. Il masso colpì con violenza inaudita uno di loro fratturandogli la cassa toracica. Uno schizzo di sangue inondò l'aria e macchiò i vestiti dei presenti. Il masso trasportò il corpo con sé schiantandosi contro il tronco di un albero. Si sentì il rumore delle ossa craniche frantumarsi tra la roccia e la pianta. Il masso rimase per qualche secondo attaccato al tronco e poi se ne allontanò rivelando il cadavere martoriato e orribilmente mutilato dell'assistente del Viceré che cadde sulla terra sporca.


I massi erano vivi.



  
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