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Autore: Red Leaves    01/03/2011    1 recensioni
13 personalità di un regno fantastico e apparentemente tranquillo vengono rapite da una creatura sadica e misteriosa e rinchiuse in un labirinto costellato di trappole mortali e spietate il cui scopo è eliminarle nel modo più doloroso possibile una dopo l'altra. Si ritroveranno a dover combattere contro il dolore e l'ansia sempre più crescenti in una corsa contro una forza malvagia che non possono che identificare con la Morte in una spirale di sospetto e suspence...
Genere: Horror, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il primo capitolo potrà sembrarvi l'inizio di un normale racconto di avventura o fantasy, ma serve da introduzione ai personaggi, che sembrano l'invenzione di un bambino...scegliete il vostro preferito e vediamo se riuscirà a sopravvivere....Buona lettura!

 


                                                                                             THE SPARKLADE PROPHECY: IL LABIRINTO DELLA DISGRAZIA

La leggenda racconta del mitico mostro Sparklade, che ogni ottantacinque anni raggruppa le personalità più influenti di una determinata area per sottoporle a quello che è chiamato il Dolore Finale. Testare la loro resistenza in un labirinto pieno di trappole mortali, con lo scopo di spaventarli, martoriarli, ucciderli nei modi più orrendi e sanguinolenti uno dopo l'altro, seguendo una precisa serie. Il motivo è sconosciuto, perché praticamente nessuno è sopravvissuto per raccontarlo.

                                                                                                               *

La principessa Mahoney si svegliò di colpo spalancando gli occhi nel terrore. Era sudata e tutte le lenzuola di seta del suo letto regale erano stropicciate. Aveva appena fatto un incubo. Aveva sognato di trovarsi assieme ad altre persone che non aveva saputo riconoscere in un luogo verdeggiante e apparentemente sereno. Poi, all’improvviso, dal nulla era apparsa una creatura simile ad un serpente che aveva cominciato ad attaccare tutti i presenti. Nella realtà avrebbe combattuto la bestia, ma nel sogno si era rivelata molto codarda. Stava scappando quando sotto i suoi piedi si era aperta una voragine. Cadeva, urlava, si disperava. E poi le aveva viste. Picche acuminate che non aspettavano altro che lei. Sempre più vicine, non c’era possibilità di scampo. Le punte stavano per trafiggerle gli occhi…

Si era svegliata in quel momento. Sognare è qualcosa di speciale, ma lei gradiva molto di aver smesso.
Mentre si stava alzando, la porta della sua camera venne spalancata con fragore. Glorianna, la sua guardia del corpo, era appena entrata con la sua solita mancata grazia da uomo mancato.
“Principessa, deve prepararsi per la Riunione!”
“Cosa? Oh, giusto! È già quel periodo dell’anno?”
Mahoney era una giovane donna che non aveva ancora trent'anni. I lineamenti della sua faccia erano delicati, ma mostravano anche una certa determinazione. Il suo carattere andava dallo spensierato e generoso al risoluto e senza rimorsi. Aveva dei lunghi e lisci capelli tra il rosso e l'arancione che ondeggiavano come foglie al vento. I suoi occhi erano color miele, un colore non inusuale per la regione in cui abitava. Indossò un vestito bianco la cui forma ricordava la corolla di un iris.

In effetti le piante avevano un'importanza non secondaria nella sua vita: la città sulla quale regnava, I Boschi Sopraelevati, era costruita sugli alberi e rampicanti, foglie e fiori facevano parte integrante degli edifici. Il suo palazzo, per esempio, era un trionfo ingarbugliato di enormi caprifogli e ibiscus che dominava la città.
Era arrivato il giorno della Riunione dei Capi della Regione. Una riunione noiosissima che si svolgeva ogni anno in una città diversa della Regione. Questa volta si sarebbe svolta proprio ai Boschi Sopraelevati .
Mahoney, indossò anche una corazza protettiva sopra il vestito elegante, la Regione non era in Guerra, ma la sicurezza non era mai troppa.
Era una delle migliori spadaccine del Regno, ma comunque Glorianna la seguiva ovunque andasse. Glorianna era vestita e pettinata nello stesso modo della principessa. Era una donna forte e coraggiosa, muscolosa e considerava l'onore e la disciplina i massimi valori della sua vita. Non era una donna di molte parole in compenso, anzi Mahoney a volte si chiedeva
se fosse davvero una donna.

Alla riunione avrebbero partecipato i capi delle altre città della Regione con i loro assistenti o servi che fossero. Mahoney odiava le riunioni, richiedevano diplomazia e pazienza, due qualità che doveva ancora maturare. E soprattutto vi avrebbero partecipato i nemici storici dei Boschi Sopraelevati: i rappresentanti delle città di Olepoison e Vitlives, che a loro volta non si sopportavano.
“Ho fatto un incubo questa notte, Glorianna...”
“Succede, per fortuna gli incubi non sono reali, dobbiamo andare alla Sala del Trono, presto.” rispose la guardia del corpo.
Le due stavano attraversando una piazza decorata con forme geometriche per arrivare alla Sala. Il sole splendeva nel cielo e le ombre delle donne erano proiettate sulla pavimentazione. Mahoney era stranamente dietro Glorianna quando un'ombra indefinita si avvicinò di colpo a quella della guardia. La principessa vide l'ombra che colpì l'altra...staccandole la testa! C'era chiaramente qualcosa che non andava.
“Attenta!” urlò la principessa pensando che qualche animale stesse per attaccare Glorianna che continuava a camminare tranquillissima.
“Che succede?”
“Come?” Mahoney scosse la testa e si disse che doveva svegliarsi una buona volta. Era comunque nervosa: un brivido freddo le percorse la schiena nonostante il sole la inondasse di calore.

In quel momento nella piazza arrivò anche George, il suo assistente personale, accompagnato dal Viceré dei Boschi Sopraelevati, un uomo pomposo e che cercava sempre il modo per diventare lui il capo della città, accompagnato a sua volta dal suo assistente.
Il Viceré aveva almeno dieci anni in più di Mahoney e non sopportava che una donna fosse a capo della sua città, ma non poteva farci niente. Indossava sempre dei vestiti costosi e dei copricapi simili a corone, nella speranza che la gente si rivolgesse a lui come principe e non a Mahoney. Quel giorno aveva sulla testa un cappello formato da delle foglie di palma, un mantello rosso e una tunica sfavillante arancione, tutto per mettere in ombra la principessa.
George era sempre stato una persona modesta e dai modi miti, aveva i capelli molto corti, non era altissimo, si vestiva sempre con tuniche ocra per non farsi notare.
“Principessa, gli altri capi sono già arrivati, da questa parte per favore.” disse accostandosi a Mahoney.
“Mi sono permesso di cominciare la riunione senza di lei, sa, con un discorso che ho preparato...” cominciò il Viceré prima che Glorianna gli desse uno spintone per farlo spostare.
I cinque entrarono nella Sala e ad accoglierli c'erano una decina di persone che pensavano ai fatti loro.

Il primo era il principe Vait della città di Vitlives, un arrogante trentenne che non perdeva l'occasione per litigare. Alto, slanciato, con i capelli molto corti, squadrava tutti da lontano con i suoi occhi verdi. Era seguito dalla sua consigliera, Toxa, un'anziana donna dal fisico asciutto, il cui aspetto da cariatide acida non aiutava le relazioni tra le città. Entrambi erano vestiti di verde con degli ingombranti mantelli e decorazioni.

Seguivano i rappresentanti degli Sgraal, creature dell'Ovest conosciute per la loro inutilità nelle faccende politiche. Erano creature filiformi e antropomorfe molto simili a piante, e per questo non erano amati dal resto del mondo. Erano spesso deformi e leggermente storpi.
Vi erano tre rappresentanti: il Conte Sgraal, un “uomo” che si dava delle arie nonostante la sua carica per gli altri era molto simile a quella di un contadino. Era molto alto e magro, le sue braccia arrivavano alle ginocchia e vestiva con una tunica con delle maniche lunghe che intralciavano il passaggio. Sgradel, suo servitore fedele, era un giovane di circa vent'anni, non troppo alto né troppo muscoloso, ma otteneva comunque le attenzioni dell'altra assistente del conte: Aniva, una “ragazza” slanciata e sorridente, aveva dei lunghi capelli verdi che le davano un'aria gioiosa, nonostante odiasse profondamente il suo lavoro.

Infine, lontano da tutti stava il principe Oleander, che meno di tutti voleva partecipare alle conversazioni civili. Era un uomo con dei folti capelli castani, un corpo robusto e resistente alle intemperie e alle ferite, degli occhi verdi che non guadavano mai nessuno in faccia e un temperamento collerico. Odiava avere tirapiedi a e partecipava alla Riunione da solo.
Quando Glorianna spalancò la porta della Sala tutti i presenti si girarono.
“Bene, se rispettate i trattati di pace come la puntualità credo che in breve tempo si potrà parlare di guerra!” sibilò Toxa.
“Il suo sarcasmo la fa sembrare una persona simpatica, lo sa?” ribatté Mahoney.
“D'altronde il sarcasmo è tutto ciò che vi resta...” si intromise Oleander.
“Prego?” ribatté Vait.
“Ottimo, vedo che gli spiriti sono allegri come al solito e...” cercò di intromettersi il Viceré notando che la Riunione stava per scaldarsi “...e vorrei che faceste un applauso al colei che vi intratterrà quest'oggi: Flora Pinqlapet!” e con un gesto teatrale la introdusse.
“Oh, la adoro!” esclamò Aniva.
Da un'altra porta uscì Flora: una cantante con atteggiamenti da star, aveva come copricapo un grande fiore fucsia e indossava un vestito da sera rosa e verde, decisamente fuori luogo per un luogo serio.
“Buongiorno! Buongiorno!” esclamò mentre i presenti le facevano dei tiepidi applausi.

                                                                                                                                                              *

Xilfis stava correndo per le strade dei Boschi Sopraelevati. L'aveva visto, l'aveva visto distintamente. Non era stato uno scherzo della sua mente. Era uno dei segni premonitori! Aveva visto Sparklade correre per la città sotto le sembianze di un gigantesco serpente. Era stato un flash, ma era successo. Se era tutto vero, sarebbero stati rapiti in di lì a poco tempo e catapultati chissà dove!
Era un rappresentante delle Silfidi, un popolo decaduto e decimato e anche se non era stato invitato alla Riunione doveva avvertirli. Stava per succedere qualcosa di davvero orribile.

                                                                                                                                                              *
 
La sala del Trono era praticamente vuota, erano rimasti solo Mahoney che guardava nel vuoto, Glorianna in piedi come una statua, Flora ad annoiarsi e Oleander a sbuffare.
Due porte vennero spalancate allo stesso tempo: dalla prima arrivò Xilfis che urlò "Presto! Andatevene tutti!".
"Xilfis? Non mi pare tu sia stato invitato..." sottolineò Oleander.
"Non c'è tempo per questo!"

Dall'altra entrarono trafelati George e l'assistente del Viceré.
"Principessa, è successo qualcosa di gra..."

I due vennero spinti per terra da una figura nera che si catapultò nella sala.

Mahoney lo vide davanti a lei: un enorme serpente verde scuro stava invadendo la stanza. Non capiva, non aveva mai visto niente del genere.
"Principessa, giù!" urlò Glorianna spingendola a terra.
Il serpente le ignorò e si buttò su Oleander prima che questo potesse reagire.


Ci fu solo un lampo di luce verde e poi entrambi erano scomparsi, lasciando solo delle foglie svolazzanti sul pavimento.

  
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