Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Claudietta    15/01/2006    2 recensioni
Una ragazza di 16 anni, nel fior fiore dell'adolescenza, facendo un bilancio della sua vita fino a quel momento, si accorge che qualcosa le manca... sarà capace di sforzarsi e rendersene conto?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nota dell'autrice: Vergogna.. Mi dispiace davvero tanto non essere riuscita a mandare avanti questa storia, ma in modo o nell'altro c'era sempre qualcosa che mi bloccava. Prima la mancanza d'idee, poi la scuola...e l'ho trascurata. Fortunatamente mi sono messa una mano sulla coscienza e ho ripreso a scrivere. Spero vivamente di non avere altri intoppi...spero! Ma già vi informo che l'intoppo ci sarà. Si, ecco, come non detto insomma! Il fatto è che fino al 27 sono impegnata con lo stage in un agenzia di viaggi, quindi non credo di avere il tempo materiale per scrivere.. cercherò di farlo nel fine settimana, ma..in fondo si tratta solo di due settimane e le idee fortunatamente ci sono! Improvvisa ispirazione! (mi ci è voluto un anno, ma alla fine..)

Oh bhe, non vado oltre e ringrazio chi ha commentato e chi solo ha letto! Tutto ciò mi rende davvero felice!

Buona lettura e al prossima chap!

 

 

 

 

Capitolo Due

 

Freddo.

Ecco cosa sentiva. Un gran freddo.

Si girava e rigirava nel letto nella speranza che qualcuno, infreddolito come lei, si alzasse per andare a chiudere quella benedetta finestra. Ma nessuno si alzò.

“Chiunque abbia aperto quella finestra la vada a chiudere!” gridò esasperata con ancora gli occhi chiusi. Ma neanche stavolta nessuno si mosse.

Così si decise finalmente ad aprire gli occhi.

Ci mise un po’ per mettere a fuoco la stanza e guardarsi intorno.

Nessun via-vai. Nessun chiacchiericcio solito delle prime ore del mattino. Letti immacolati.

Si diede un leggero colpo alle tempie, come a voler tastare di essersi veramente svegliata. Ma lo scenario intorno a lei non cambiò. Tolse le coperte, e si alzò dal letto incamminandosi a piedi scalzi per andare a chiudere la finestra. Guardò distratta l’orologio.

Le 10:15. Ma quando mai…

Si stropicciò bene gli occhi, credendo che fosse un momentaneo scherzo delle sue cornee. E guardò di nuovo l’orologio.

Le 10:15… mmmh… 10:15…

“O MIO DIO LE 10:15!”

Imprecò mentalmente tutti i santi babbani. E anche quelli magici. Si vestì in tutta fretta, corse in bagno a darsi una sistemata a quei capelli che proprio quella mattina sembravano più crespi del solito, si sciacquò la faccia e velocemente riempì la borsa con i libri del giorno.

“Ho perso due ore di trasfigurazione… la McGranitt mi ucciderà…io mi ucciderò…”

Si mise in spalla la borsa e ancora più velocemente uscì dalla Sala Comune di Grifondoro. Si maledì mentalmente per tutto il tragitto dal settimo piano alla classe della McGranitt. E se avesse potuto si sarebbe scagliata volentieri anche un bell’ Avada Kedavra. Arrivò davanti alla porta della classe proprio al suonare della campanella di fine lezione. Col fiatone e il cuore in gola.

Aspettò che la porta si aprisse, per entrare dentro come una furia, e travolgere un paio di Corvonero che la guardarono torvo.

“Hermione ma che…?” Ron cercò di catturare la sua attenzione, ma con scarsi risultati. Hermione si era praticamente avvinghiata alla cattedra della McGranitt e cominciò a parlare a raffica.

“Professoressa la prego mi scusi. Davvero, non era mia intenzione mancare alla lezione, ma non so che cosa mi sia successo. E’ la prima volta che mi capita di alzarmi così tardi e di non sentire la sveglia. Sono mortificata Professoressa, glielo giuro, non accadrà mai più. Qualunque punizione sarà giusta. Non volevo mancarle di rispetto, sul serio…”

“Signorina Granger…”

“Può darmi tutti compiti in più che vuole, tutte le pagine in più da studiare…”

“Signorina Granger non ce n’è bisogno…”

“E tutte…scusi?”

“Signorina Granger ormai la conosco bene. Non c’è bisogno che si punisca da sola. Può capitare anche alle alunne migliori, lo sa?”

Hermione aprì la bocca senza dire niente. Intrecciò le dita sul suo grembo, arrossendo.

“Non si preoccupi per la lezione di oggi, avevo giusto dato ai suoi amici degli appunti…”

“Professoressa...” Hermione sembrava davvero in difficoltà.

“Nessun problema. L’importante è che non diventi un’abitudine. Può andare ora.”

“Ehm…grazie infinite professoressa, non succederà più, davvero. Grazie ancora.” E sorridendo debolmente uscì dalla classe dove i suoi due amici la stavano aspettanso.

“Bhe, buongiorno!” disse con una nota di sarcasmo il rosso Weasley.

“Non è il momento di fare dello spirito, Ron”

Harry guardò l’amico alzando un sopracciglio, e senza proferire parola si diressero fuori nel parco, per la lezione di Cura delle Creature Magiche. Con i Serpeverde.

 

Hermione cercò nervosamente nella sua borsa. Se ne era ricordata mentre scendeva le scale del terzo piano e imprecava un santo di nome Viktor.

“Herm…tutto bene?” le venne in aiuto Harry.

“Non ricordo dove l’ho messo…” Hermione alzò lo sguardò per incrociare quello dell’amico occhialuto.

“Cosa?” si intromise poi Ron.

“Mhh, niente di importante… un biglietto”

Ron capì e sorrise serafico. Ecco che stava per cominciare…

“Era per caso un biglietto di Viky?”

Hermione lo guardò con gli occhi che si riduessero a due fessure. “E tu come diavolo fai a saperlo?”

“Bhe l’ho trovato sul tavolino in Sala Comune ieri sera” disse con tutta l’aria di uno che ha fatto una cosa tanto ovvia.

“E da quando in qua puoi impicciarti della roba che non è tua?” Bhe, ora stava cominciando sul serio ad alterarsi. In più vedere che Ron non aveva la benchè minima intenzioni di scusarsi, la fece oltre modo infuriare.

“E da quando in qua si lasciano cose private in giro?”

“Io non l’ho affatto lasciata in giro Ron!”

Lo spettacolo era appena iniziato. Proprio mentre un bel mucchio di sghignazzanti serpeverde era arrivato per assistere all’ennesima litigata del secolo.

“Bhe era su un tavolo di dominio pubblico, non c’era affatto scritto che fosse tua”

Assurdo. Era livida.

“Ron che diavolo vai dicendo? Sulla basta c’era scritto a lettere cubitali che fosse mia! Ora oltre che patetico impiccione sei diventato anche cieco?”

E ora toccava a Ron. Come consuetudine quando si arrabbiava, rosso in zona orecchie.

“Ehi, non mi sembra ti stia insultando!”

“E SAI QUANTO ME NE IMPORTA! SEI SOLO BRAVO AD IMPICCIARTI DI AFFARI CHE NON SONO TUOI!”

Erano uno davanti all’altro, e si guardavano in cagnesco. Rossi di rabbia tutti e due. E sembravano non accorgersi che intorno a loro la folla aumentava inesorabilmente. Harry, dal canto suo, aveva visto bene di mettersi da parte…

“Certo che sono affari miei…dal momento che…dal momento che di mezzo ci va il mio migliore amico!” e puntò il dito verso Harry, che sentendosi preso in causa, e soprattutto vedendo gli sguardi di tutti i presenti puntati su di lui, si affrettò a dire non c entrava niente e non ne sapeva nulla.

Hermione stavolta guardò il rosso stralunata. “Che diavolo c’entra Harry, adesso?”

Il rosso stavolta puntò il dito verso di lei, serrando le labbra “C’entra eccome! Ah Ah! Ancora non l’hai capito eh! Ti sei chiesta perché il tuo Vicky viene a stare ad Hogsmade questo Natale? Di certo non per te, cara la mia Hermione, ma solo per spiare Harry! E’ dal quarto anno che cerca di…di fare qualunque cosa per arrivare a lui, E TU,  ci sei cascata in pieno! Quello ti usa e tu gli fai gli occhi dolci! Puà!”

Non sa di preciso Ron quando si ritrovò con il naso sanguinante. Di sicuro quel pugno in pieno viso non se l’era sognato. E nemmeno quell’ “ooohhh” generale che sentì subito dopo. Hermione stava li, in piedi, con il pugno ancora serrato e con il respiro irregolare. E gli aveva appena dato un pugno.

“Ma che diavolo sta succendo qui, ah?” Hagrid, che era appena arrivato, si fece largo facilmente tra gli studenti che erano accorsi in massa, avvicinandosi subito al rosso che si teneva il naso con una mano.

“Merlino! Ma chi…? Tu?” esclamò disorientato Hagrid vedendo ancora Hermione con il pugno alzato. E subito riportò lo sguardo su Ron.

“Tu ci hai bisogno di andare in infermeria, Weasley” si guardò un attimo intorno “…Potter, accompagnacelo…” e lasciò che Harry se lo prendesse sotto braccio, per condurlo da Madama Chips.

Hermione ora stava li in piedi, senza dire una parola, con le lacrime agli occhi. Hagrid si avvicinò lentamente a lei, mettendogli una manona sulla spalla.

“Hermione…non vorrei ma…forse credo sarebbe meglio che ci vai dalla professoressa McGranitt. Lo verrebbe a sapere comunque…forse è meglio…”

Hermione senza abbassare lo sguardo, prese la sua borsa da terra “Si, forse si…” disse contenendo le lacrime.

Hagrid la vide incamminarsi da sola verso il portone della scuola, con  la borsa sulla spalla, sospirando.

***

Non so che cosa mi è preso.

O forse si.

No…lo so benissimo.

Ma chi la do a bere…

Quel pugno…gliel’ho dato con tutta la mia forza. Volevo fargli male. Come lui ha fatto male a me con i suoi insulti gratuiti.

Mi ha umiliata.

Mi ha ridicolizzata davanti a tutti.

Mi ha fatto sentire un rifiuto umano…”Di certo non viene per te…”

Perché? Perché? Io non arrivo a questi metodi meschini.

Perché non sono riuscita a ferirlo con la mia arma più forte.

Perché non sono riuscita… a domare la mia paura?

Ma paura di che poi?

L’ho sentita.

Quella paura che mi è salita dentro, che mi è arrivata come una scarica elettrica, che non mi ha permesso di ridicolizzarlo a sua volta…

Che fine ha fatto in quel momento la mia razionalità…

Perché è così maledettamente stupido?

Razza di un idiota…

Che quel naso non ti ritorni più come prima!

Mpf…sto piangendo come una pivella…

È ingiusto

Cosa ho fatto?

No! Cosa mi ha fatto lui!

E’ tutta colpa sua se sono arrivata alle mani!

E’ tutta colpa sua se si rirtova con il naso rotto!

Oddio…gli ho rotto il naso…io…gli avrò fatto male?

Ma che mi importa…se l’è meritato in fondo…

Può scordarsi che esisto…questo è sicuro…

D’ora in poi, per lui, non dovrò esistere più…

 

***

Che cazzo mi ha fatto!

Quella è completamente matta!

Non ci sta più col cervello.

A forza di frequentare gente insignificante come quel...

Dio mio, mi ha rotto il naso.

MI HA ROTTO IL NASO!

Ahh ma se solo osa venirmi a dire “ooh Ron avevi ragione tu, scusami sono stata così stupida” se lo può scordare il mio perdono quella secchiona.

Ah ah!

Riderò come non ho mai riso prima…

Ahu…accidenti, mi fa un male cane…

Topo di biblioteca quanto vuoi…ma ha una forza…

E’ proprio vero quando dicono che la verità fa male..eh se fa male.

Fa male sentirsi dire la verità eh Hermione?

Fa male quanto il cazzotto che mi hai dato. Di tutte le cose questa..

Mpf, ma adesso voglio proprio vedere con la McGranitt…

Ma a chi vado a prendere in giro, non la espellerebbero mai quella…

Che andasse pure con chi vuole.

Non me ne importa niente.

Il mio dovere da amico l’ho fatto. Ora sta a lei.

Se le piace essere usata e sfruttata per secondi fini..bhe, faccia pure. Non sarò di certo io a impedirglielo.

Ma una è cosa è sicura:

d’ora in poi, per lei, non dovrò esistere più.

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Claudietta