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Autore: devilrose1982    10/03/2011    1 recensioni
WEDDING N'ROSES:
"Ormai è ufficiale la notizia del matrimonio tra il leader dei Guns n'Roses Axl Rose e la chitarrista degli Stills Cecilia Conti.
La notizia, già trapelata nei giorni scorsi era stata più volte smentita dai diretti interessati.
L'ufficialità è arrivata solamente nella mattinata di ieri: è stato reso noto infatti direttamente da Axl Rose che la coppia convolerà a nozze il prossimo 5 giugno.
I due, che si sono conosciuti durante la tournè negli Stati Uniti della rockband italiana, sono fidanzati dalla primavera scorsa.
Il cantante non ha fatto pervenire ulteriori dettagli; solamente che la cermonia avverrà nella sua villa a Malibu in forma strettamente privata e con pochissimi invitati."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quello stronzo aveva ancora il potere di renderlo nervoso, pensò Axl tra sè mentre guardava fuori dal finestrino la nebbia di Londra che sovrastava la città, ancora addormentata
"Non riesci ad andare più forte? Ci stiamo mettendo un'eternità" disse brusco all'autista che lo stava riportando all'hotel.
Duff era ancora seduto accanto a lui, era l'unico che aveva voluto accanto a sè per il resto della serata, era l'unico che poteva capirlo.
L'unico di tutti gli altri che ricordava cosa volesse dire avere a che fare con Connor Travis, era uno dei migliori manager in circolazione se si trattava di organizzare tour e fare promozione a un disco, ma uno stronzo numero uno quando prendeva di mira qualcuno.
E aveva deciso di prendere di mira Axl, non si sa bene per quale motivo, non gli andava a genio che il Rosso avesse una vita stabile, senza eccessi.
Certo un Axl Rose calmo placido e innamorato della sua famiglia non era una grande attrazione per la pubblicità, ma a lui stava bene così.
Si era già venduto in passato, aveva fatto il suo tempo, ora voleva solo invecchiare tranquillamente facendo quello che amava di più, i concerti.
"Siamo arrivati" disse timidamente l'autista, avendo paura di far irritare ancora il cantante, lui e Duff scesero avviandosi verso la hall dell'Hotel.
Si sentiva solo, per la prima volta dopo tanto tempo si sentiva solo.
Teneva in mano il cellulare, continuando a fissarlo nell'attesa che squillasse, che lei lo chiamasse da un momento all'altro, ma il telefono non suonava, non c'erano chiamate in arrivo, nè messaggi da ormai troppo tempo.
Silenzio di tomba.
Per un attimo pensò che magari Connor poteva avere ragione, che la sua dolce metà si fosse intrattenuta con qualcuno dopo il concerto, qualcuno più giovane, qualcuno che l'avrebbe fatta divertire, si specchiò nel vetro, si rattristò guardandosi, la sua immagine era ben lontana da quella che anni fa aveva fatto innamorare milioni di donne.
La verità è che si sentiva vecchio e per niente attraente, quasi ridicolo nei panni della rockstar che ancora portava addosso.
Erano passati 20 anni, sarebbe stato impossibile essere lo stesso di un tempo, non c'era più la lunga chioma rossa, non c'era più il fisico scolpito di un tempo nè lo sguardo beffardo, ammaliatore.
Era un comune cinquantenne coperto di borchie, anelli e collanone.
Lei invece era ancora giovane e bellissima, perchè mai si sarebbe dovuta innamorare di uno come lui, certo lui era Axl Rose, ma questo non cambiava il resto, i pensieri che Travis cercava di inculcarli nella mente si stavano lentamente facendo largo.
Lei non era nessuno prima di conoscere lui e ora era ai vertici, osannata dalla critica e dai fans, chi gli dava la certezza che lo stronzo non avesse ragione.
E se la sua mogliettina stesse davvero con lui solo per quel nome, se poi sotto sotto se la faceva con qualche ragazzo aitante della sua età?
Lei era lontana migliai di chilometri, e il suo telefono era muto.
Cerco di scacciare quei fantasmi, era sicuro di Cecilia, si fidava a occhi chiusi, lei era andata oltre all'apparenza, aveva saputo scavare e lui era sicuro che lei lo amasse per quello che era in realtà
"Tutto bene?" chiese Duff distogliendolo dai suoi pensieri
"Si...pensavo solo... No, niente, tutto bene"
"Non hai una bella cera, senti Axl, parliamoci chiaro, lo sai anche tu, sarà la centesima volta che te lo ripeto, lascia stare Connor, lo conosci meglio di me, non farti buttare in paranoia dalla sue cazzate, stai sereno e non pensare a lei, è in Russia, c'è il fuso orario, lo sai i casini con le linee per chiamare da laggiù..."
"Appunto, è in Russia... tra i Russi..."
"No... non ci posso credere, non sei in pensiero perchè non chiama, sei geloso..."
Axl arrossì timidamente, annuendo vergognandosi di sè stesso
"Buonanotte amico" gli disse Duff con una pacca sulla spalla "Dormici e stai su, vedrai che domani ti chiama"
Già, buonanotte, non aveva sonno Axl, si fermò al bar dell'hotel, a quell'ora non c'era nessuno, si sedette a un tavolo nell'angolo più buio, sorseggiando whisky, come ai vecchi tempi.
Non ricordava quanto bruciasse in gola e quanto fosse in grado di cancellare i brutti ricordi se ne accorse all'ottavo o al nono bicchiere.
Sentiva la testa leggera e lo sguardo offuscato, non era più abituato a bere tanto, posò una banconota a caso sul bancone del bar e si avviò barcollando verso camera sua.
Passò ancora di fronte a quello specchio soffermandosi a guardare l'immagine riflessa, non c'era l'Axl cinquantenne alle prese con le crisi di mezza età ma uno stronzo dai lunghi capelli rossi che trattava le donne come se fossero oggetti, era se stesso giovane abbracciato a quella che ora era sua moglie, ridevano avvinghiati, si stavano chiaramente prendendo gioco di lui, poi piano piano la sua immagine svanì tramutandosi in un aitante ragazzo biondo che per un attimo lo fissò poi baciò appassionatamente Cecilia che con la coda dell'occhio ghignava guardando Axl.
Tirò un pugno allo specchio che cadde in frantumi di fronte a lui, restò per un attimo lì, impassibile a fissare i vetri riversi sul pavimento ed entrò in camera.
Si avvicinò alla finestra, scostò la tenda, fuori iniziava ad albeggiare.
Sentì finalmente il telefono squillare, i suoi occhi brillarono per un attimo per poi spegnersi quando vide che la chiamata proveniva da uno dei suoi assistenti
"Perchè cazzo non mi chiami, dove sei?" urlò pieno di rabbia scagliando il cellulare contro il muro, andò in mille pezzi ma quello era l'ultimo dei suoi pensieri, aprì il frigobar prendendo la bottiglia di champagne che si trovava all'interno, l'aveva tenuta da parte per berla dopo il concerto, non si prese nemmeno la briga di versarlo in un bicchiere, lo stappo' e iniziò a bere direttamente dalla bottiglia, non c'era niente da festeggiare, ma era l'unica cosa alcolica che aveva a portata di mano, com'era possibile che stesse così male per una persona, provò dopo tanti anni l'istinto irrefrenabile di farsi, almeno avrebbe fermato il flusso dei pensieri ma non sarebbe stato in grado di sopportarlo, solo quello lo fece desistere.
Era riuscito a calmarsi solo dopo una lunga doccia, era rimasto li completamente ubriaco per un tempo che sembrava infinito, immobile sotto lo scroscio freddo dell'acqua e con lo scorrere dell'acqua se ne erano andati anche i cattivi pensieri, si coprì con un'accappatoio avviandosi verso la camera da letto imprecando verso se stesso per essersi arreso ancora una volta ai suoi fantasmi mentali, per essersi ubriacato, si fermò un attimo sulla soglia della porta osservando la bionda seminuda che dal letto gli faceva cenno di raggiungerla.




Colpo di scena.....
   
 
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