Taira Queen, un nome perennemente sulla bocca di tutti, sia nel bene che nel male. Non ho mai capito qual'è il motivo principale della sua popolarità: il padre uno dei maggiori finanziatori dell'istituto, ricco anzi no ricchissimo industriale molto famoso in tutta l'Inghilterra, madre amministratrice di tre industrie e proprietaria di una quarta. Ho avuto modo di incontrarli una volta in casa Marshall durante una cena, e se la prima impressione è quella che conta, bhe sono persone che eviterei per tutta la vita. Possiedono una casa poco più grande di quella dei signori Marshall, e con quello che guadagnano la cosa non mi sorprende.
Poi arriviamo a lei, Taira, la personificazione della crudeltà. L'ho già detto vero che è ricca e viziata. Quello sarebbe il minimo.
Guarda gli altri come se non valessero nulla, e non mi riferisco solo a me, ma anche alla maggior parte dei mie compagni di scuola, eccetto Rosy, un briciolo di rispetto a lei lo porta, ma credo sia dovuto al fatto che siano cugine di secondo grado, altrimenti anche Rosy verrebbe trattata male.
Costantemente seguita da altre due oche, Kim e Ashley, più che amiche io le vedo come due cagnolini da compagnia, non hanno voce in capitolo su quello che dice o che fa Taira, anzi l'aiutano o la coprono a rovinare la vita a chiunque le capiti difronte, e io sono una delle vittime preferite.
Ogni anno mi fanno sempre qualche scherzo, in prima mi hanno chiuso nello sgabuzzino per tutto il giorno, senza luce e senza neppure un piccolo spiraglio per respirare, ho creduto di morire, fortunamente dopo molto tempo che urlavo come un'invasata il bidello, guardandomi ovviamente male e dandomi della stupida, mi ha fatto uscire, in seconda hanno messo una notevole quantità di pipistrelli nel mio armadietto, e quando l'ho aperto mi sono venuti tutti addosso, fortunamente Rosy passava di li in quel momento e mi ha aiutato, graffiandosi a sua volta. In terza fortunatamente Taira è andata in America, e quindi quell'anno sono stata fortunata, perchè ovviamente le altre due non avevano il coraggio di farmi qualcosa, infine in quarta per 6 volte mi hanno distrutto e rubato la bicicletta e questo capitava perennemente durante l'inverno, e quindi mi capitava molto spesso di tornare a casa a piedi sotto l'acqua o addirittura mentre nevicava, quest'anno chissà che farà, ormai sono pronta a tutto.
Stavo parlando con Rosy, terminate le lezione, quando Taira ci passò accanto, o meglio mi venne addosso di proposito facendomi cadere tutti i libri e le sue care seguaci vi camminarono sopra.
-Ehi TU stai attenta la prossima volta-
-Mi sembra superfluo farti notare che sei stata tu a venirmi addosso di proposito, Taira.-
-Io non credo, ma se preferisci possiamo chiedere agli altri ragazzi.-
Ecco sempre la stessa storia, lei combinava qualcosa, e io venivo incolpata, eh già perchè ovviamente una persona intelligente si chiude da sola nello sgabuzzino, mette i pipistrelli nel suo armadietto, smonta la propria bici in inverno per sei volte, e fa cadere i libri per poi calpestarli. Purtroppo io rispetto a loro, sono inferiore, solo socialmente parlando, perchè più li frequento e più mi rendo conto d'essere un gradino sopra a tutti.
-Rosy io vado. Ci vediamo domani.-
-Ok ciao.-
Saluto Rosy e vado alla bici che ovviamente ritrovo con le ruote buche, ormai non mi arrabbio più, mi stupisco di più quando le giornate passano tranquille senza incidenti, tolgo il lucchetto e mi avvio verso l'orfanotrofio, dove da quasi 3 anni faccio un pò di volontariato.
L'edificio è stato ristrutturato circa 6 anni fa, è stato ampliato aggiungengo 40 camere, 3 sale ricreative, 2 cucina e anche una piscina, dove io aiuto i bambini a nuotare, mi piace stare qui, è la mia piccola oasi di pace, dove sò di venire rispettata e sono tranquilla aiutando il prossimo.
ST.Marianne, questo è il nome che appare sopra il cancello, sò già che molti bambini mi aspetta in piscina, ma uno in particolare sò che è nascosto dietro alla grande quercia al centro del giardino, mi avvio aspettando che esca allo scoperto saltandomi a spalle come fa sempre, e ciò avviene a metà vialetto.
-Ehi piccolo terremoto, come stai?-
-Benissimo, perchè hai fatto tardi?-
-Mi hanno fatto un altro scherzo, forza andiamo in piscina.-
Lo prendo per mano e lo osservo. Il piccolo terremoto in realtà si chiama Ryan, l'ho trovato due anni fa solo e spaventato sotto un ponte, quella sera pioveva tantissimo, sembrava il diluvio universale, e io stavo tornando a casa dopo un pomeriggio passato con i bambini del St. Marianne, passai per caso accanto a quel vecchio ponte ormai in disuso da anni, generalmente faccio la strada opposta ma quella era la via più breve per tornare a casa.
Sentii guire un cagnolino e fu lui a catturare la mia attenzione, mi avvicinai e vidi un piccolo di pastore tedesco che leccava un bambino, mi venne da piangere, e senza pensarci troppo gettai l'ombrello e la bicicletta sul ciglio della strada e mi fiondai per soccorrerlo. Pensai fosse una cosa semplice, ma seppur piccolo il cagnolino mi morsicò il braccio per difendere l'amichetto. Con calma riuscii a tranquillizzare entrambi e il bimbo si avvicinò a me tremante, un pò per il freddo e un pò per la paura, lo portai immediatamente all'orfanotrofio dove io e la titolare lo accudimmo tutta notte, quando fu mattino lo guardai attentamente.
Assomigliava al piccolo principe, per questo lo battezzai Ryan, che significa appunto piccolo prince. Era molto magro, e su tutto il corpo aveva dei lividi, in particolare sulle braccia, un taglio sulla fronte lungo quasi 3 centimetri, i capelli biondi gli cadevano morbidi sul viso, nascondendo due occhi dolcissimi azzurri, labbra rosee con un piccolo taglietto sul labbro superiore, e un nasino alla francesina.
Sembrava una bambina, e faceva una tremenda tenerezza.
Ora a distanza di due anni lo osservo, e noto che notevo cambiamento che ha avuto. Mangia tanto, e ha messo su molti kili, si è fatto più alto, ma la cosa bella è che sorride sempre a chiunque, ama molto stare con gli altri bambini, e dato che è il più grande si sente in dovere di occuparsi di loro, nonostante ci sia la titolare, i due figli che di tanto in tanto aiutano, Carlos un volontario di origini spagnole e la sottoscritta.
Accanto a noi trotterella allegramente il suo fedele amico, Rex, il cagnolino che due anni fa mi morsicò il braccio ora è diventato un bel cagnolone che continua a difendere il suo eterno amico.
Ci dirigiamo tutti e tre assieme verso la piscina, dove appena apro la porta vengo investita da una marea di ragazzini in costume sorridenti e urlanti.