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Autore: Nanix    11/03/2011    4 recensioni
Lui. Un teppista, ricco, viziato e prepotente.
Lei. figlia del suo maggiordomo. Normale, anzi forse banale. Altruista, con un carattere forte e combattivo.
L'altra. Esattamente uguale a lui, anzi forse peggio, meschina ed egoista.
Loro. I pochi amici che le stanno accanto e aiutano la povera ragazza.
I professori. Se non fosse per gli ottimi voti che ha la caccerebbero immediatamente fuori dall'istituto.
La stessa storia? Forse.
Stesso finale? Forse no.
Mi spiace ma per il momento lascio in sospeso la storia, non ho ispirazione per continuarla, spero ritorni presto.Scusate
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Per l'appunto, si parla del diavolo e spuntano le corna.
Taira Queen, un nome perennemente sulla bocca di tutti, sia nel bene che nel male. Non ho mai capito qual'è il motivo principale della sua popolarità: il padre uno dei maggiori finanziatori dell'istituto, ricco anzi no ricchissimo industriale molto famoso in tutta l'Inghilterra, madre amministratrice di tre industrie e proprietaria di una quarta. Ho avuto modo di incontrarli una volta in casa Marshall durante una cena, e se la prima impressione è quella che conta, bhe sono persone che eviterei per tutta la vita. Possiedono una casa poco più grande di quella dei signori Marshall, e con quello che guadagnano la cosa non mi sorprende. 
Poi arriviamo a lei, Taira, la personificazione della crudeltà. L'ho già detto vero che è ricca e viziata. Quello sarebbe il minimo.
Guarda gli altri come se non valessero nulla, e non mi riferisco solo a me, ma anche alla maggior parte dei mie compagni di scuola, eccetto Rosy, un briciolo di rispetto a lei lo porta, ma credo sia dovuto al fatto che siano cugine di secondo grado, altrimenti anche Rosy verrebbe trattata male.
Costantemente seguita da altre due oche, Kim e Ashley, più che amiche io le vedo come due cagnolini da compagnia, non hanno voce in capitolo su quello che dice o che fa Taira, anzi l'aiutano o la coprono a rovinare la vita a chiunque le capiti difronte, e io sono una delle vittime preferite. 

Ogni anno mi fanno sempre qualche scherzo, in prima mi hanno chiuso nello sgabuzzino per tutto il giorno, senza luce e senza neppure un piccolo spiraglio per respirare, ho creduto di morire, fortunamente dopo molto tempo che urlavo come un'invasata il bidello, guardandomi ovviamente male e dandomi della stupida, mi ha fatto uscire, in seconda hanno messo una notevole quantità di pipistrelli nel mio armadietto, e quando l'ho aperto mi sono venuti tutti addosso, fortunamente Rosy passava di li in quel momento e mi ha aiutato, graffiandosi a sua volta. In terza fortunatamente Taira è andata in America, e quindi quell'anno sono stata fortunata, perchè ovviamente le altre due non avevano il coraggio di farmi qualcosa, infine in quarta per 6 volte mi hanno distrutto e rubato la bicicletta e questo capitava perennemente durante l'inverno, e quindi mi capitava molto spesso di tornare a casa a piedi sotto l'acqua o addirittura mentre nevicava, quest'anno chissà che farà, ormai sono pronta a tutto.

Stavo parlando con Rosy, terminate le lezione, quando Taira ci passò accanto, o meglio mi venne addosso di proposito facendomi cadere tutti i libri e le sue care seguaci vi camminarono sopra.
-Ehi TU stai attenta la prossima volta-
-Mi sembra superfluo farti notare che sei stata tu a venirmi addosso di proposito, Taira.-
-Io non credo, ma se preferisci possiamo chiedere agli altri ragazzi.-
Ecco sempre la stessa storia, lei combinava qualcosa, e io venivo incolpata, eh già perchè ovviamente una persona intelligente si chiude da sola nello sgabuzzino, mette i pipistrelli nel suo armadietto, smonta la propria bici in inverno per sei volte, e fa cadere i libri per poi calpestarli. Purtroppo io rispetto a loro, sono inferiore, solo socialmente parlando, perchè più li frequento e più mi rendo conto d'essere un gradino sopra a tutti.
-Rosy io vado. Ci vediamo domani.-
-Ok ciao.-
Saluto Rosy e vado alla bici che ovviamente ritrovo con le ruote buche, ormai non mi arrabbio più, mi stupisco di più quando le giornate passano tranquille senza incidenti, tolgo il lucchetto e mi avvio verso l'orfanotrofio, dove da quasi 3 anni faccio un pò di volontariato.  

L'edificio è stato ristrutturato circa 6 anni fa, è stato ampliato aggiungengo 40 camere, 3 sale ricreative, 2 cucina e anche una piscina, dove io aiuto i bambini a nuotare, mi piace stare qui, è la mia piccola oasi di pace, dove sò di venire rispettata e sono tranquilla aiutando il prossimo.
ST.Marianne, questo è il nome che appare sopra il cancello, sò già che molti bambini mi aspetta in piscina, ma uno in particolare sò che è nascosto dietro alla grande quercia al centro del giardino, mi avvio aspettando che esca allo scoperto saltandomi a spalle come fa sempre, e ciò avviene a metà vialetto.
-Ehi piccolo terremoto, come stai?-
-Benissimo, perchè hai fatto tardi?-
-Mi hanno fatto un altro scherzo, forza andiamo in piscina.-
Lo prendo per mano e lo osservo. Il piccolo terremoto in realtà si chiama Ryan, l'ho trovato due anni fa solo e spaventato  sotto un ponte, quella sera pioveva  tantissimo, sembrava il diluvio universale, e io stavo tornando  a casa dopo un pomeriggio passato con i bambini del St. Marianne, passai per caso accanto a quel vecchio ponte ormai in disuso da anni, generalmente faccio la strada opposta ma quella era la via più breve per tornare a casa.
Sentii guire un cagnolino e fu lui a catturare la mia attenzione, mi avvicinai e vidi un piccolo di pastore tedesco che leccava un bambino, mi venne da piangere, e senza pensarci troppo gettai l'ombrello e la bicicletta sul ciglio della strada e mi fiondai per soccorrerlo. Pensai fosse una cosa semplice, ma seppur piccolo il cagnolino mi morsicò il braccio per difendere l'amichetto. Con calma riuscii a tranquillizzare entrambi e il bimbo si avvicinò a me tremante, un pò per il freddo e un pò per la paura, lo portai immediatamente all'orfanotrofio dove io e la titolare lo accudimmo tutta notte, quando fu mattino lo guardai attentamente.
Assomigliava al piccolo principe, per questo lo battezzai Ryan, che significa appunto piccolo prince. Era molto magro, e su tutto il corpo aveva dei lividi, in particolare sulle braccia, un taglio sulla fronte lungo quasi 3 centimetri, i capelli biondi gli cadevano morbidi sul viso, nascondendo due occhi dolcissimi azzurri, labbra rosee con un piccolo taglietto sul labbro superiore, e un nasino alla francesina.
Sembrava una bambina, e faceva una tremenda tenerezza.

Ora a distanza di due anni lo osservo, e noto che notevo cambiamento che ha avuto. Mangia tanto, e ha messo su molti kili, si è fatto più alto, ma la cosa bella è che sorride sempre a chiunque, ama molto stare con gli altri bambini, e dato che è il più grande si sente in dovere di occuparsi di loro, nonostante ci sia la titolare, i due figli che di tanto in tanto aiutano, Carlos un volontario di origini spagnole e la sottoscritta.
Accanto a noi trotterella allegramente il suo fedele amico, Rex, il cagnolino che due anni fa mi morsicò il braccio ora è diventato un bel cagnolone che continua a difendere il suo eterno amico.
Ci dirigiamo tutti e tre assieme verso la piscina, dove appena apro la porta vengo investita da una marea di ragazzini in costume sorridenti e urlanti.

  
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