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Autore: Nanix    10/03/2011    2 recensioni
Lui. Un teppista, ricco, viziato e prepotente.
Lei. figlia del suo maggiordomo. Normale, anzi forse banale. Altruista, con un carattere forte e combattivo.
L'altra. Esattamente uguale a lui, anzi forse peggio, meschina ed egoista.
Loro. I pochi amici che le stanno accanto e aiutano la povera ragazza.
I professori. Se non fosse per gli ottimi voti che ha la caccerebbero immediatamente fuori dall'istituto.
La stessa storia? Forse.
Stesso finale? Forse no.
Mi spiace ma per il momento lascio in sospeso la storia, non ho ispirazione per continuarla, spero ritorni presto.Scusate
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Doveva essere una giornata normale, assolutamente normale all'insegna della noia oserei dire, invece..invece la terra ha iniziato a girare in maniera opposta. 
Era come vivere una vita sottosopra con gli uccelli nell'acqua e i pesci nel cielo, l'acqua che brucia e il fuoco che bagna. 
Tutto era cosi maledettamente, terribilmente diverso, e io non amo molto i cambiamenti, anzi li evito accuratamente eppure quel cambiamente che all'inizio credevo piccolo e insignificante mi ha fatto vedere le cose da un altro punto di vista. 
Ma forse è meglio partire dal principio.

Provengo da una dinastia di domestici qualificati, lo ammetto l'idea di servire qualcuno non mi esalta per niente, ma in questo modo posso frequentare un prestigioso college e se tutto va come deve andare potrei andare a Yale, o Oxford. Non sò bene quello che voglio diventare, ma di certo voglio rompere la catena di maggiordomi della famiglia Marshall. 
Da più di 100 anni la mia famiglia lavora presso loro, sono persone molto cortesi nei nostri confronti, ma della vita io voglio di più.
Mio madre è morta quando io avevo 5 anni, ero piccola e non me la ricordo bene, anche se mio padre mi ripete spesso che io le assomiglio molto sia fisicamente, sia come carattere e certe volte mi viene spontaneo chiedermi se anche lei qualche volta ha avuto il desiderio d'andarsene da Canterbury.
Mi alzo un pò svogliata dal letto, guardo la sveglia accanto al mio comodino segna le 5 del mattino. Sento mio padre russare rumorosamente nella stanza accanto, non mi va di svegliarlo, sò che è andato a letto tardi per via di una cena che ha organizzato la Signora Marshall.
Mi preparo velocemente indossando la mia divisa da colleggiale, l'ho sempre adorata, almeno sul piano dell'immagine siamo tutti uguali senza differenze evidenti, nella scuola che frequento sono molte le classi benestanti e più di una volta sono stata presa di mira dai ricchi signorini, per non parlare delle ragazze.
Passo davanti allo specchio in camera e mi sistemo nel migliore dei modi il cravattino e cerco di rimuovere quelle piccole pieghe delle gonna, dopo di che mi avvio verso la reggia Marshall.

La casa è immersa in un vasto giardino, circa 50 acri di terra, ed è forse la cosa che preferisco maggiormente della casa e forse di tutta Cantarbury, la pianta che preferisco è il salice piangente molto spesso quando non devo aiutare mio padre a sistemare la casa mi piace restare ai suoi piedi in tranquillità, certe volte leggendo un libro altre facendomi un riposino. ll cielo è nuvoloso e c'è un aria gelida nonostante non sia ancora arrivato l'inverno, il sole non è ancora sorto e la casa, se non fosse per le luci esterne, sarebbe immersa nel buio più totale.
Entro in casa e vengo invasa dal profumo di fragola che si diffonde in tutta la casa, probabilmente la cuoca è già al lavoro. 
Vado in cucina e la vedo tutta indaffarata a preparare la colazione, prima per noi dipendenti e poi per i padroni di casa.

-Buongiorno Brenda-
-Buongiorno Eileen, tuo padre è ancora a letto?-
-Si, ha fatto tardi ieri sera, quindi l'ho lasciato dormire.-
-Brava, hai fatto bene. Tieni dammi una mano-
Mi passa un piccolo grembiule bianco da legarmi in vita e l'aiuto a  preparare la colazione, e il tavolo nel salone principale. Verso le 7 scendono i signori Marshall.
-Buongiorno-
-Buongiorno piccola donna-
Mi è sempre piaciuto quando il signore o la signora Marshall mi chiamavano cosi, fin da piccola ero la piccola donna, per questo motivo lavorando qui mi sento a casa e anche mio padre si trova bene e questa è la cosa più importante.
-Tuo padre?-
-L'ho lasciato dormire un pò di più, tra poco dovrebbe essere qui, ieri ha finito tardi..-
-Hai fatto benissimo, ma tu ora non dovresti andare a scuola?-

Guardo il pendolo accanto alla finestra che da sul giardino e per poco non rischio l'infarto, sono terribilmente in ritardo, mi fiondo fuori dalla porta e di corsa prendo la mia bicicletta appoggiata alla statua del David di Michelangelo, povera statua è diventata un parcheggio per il mio mezzo.
Corro verso la scuola, fortunatamente non dista molto e in breve tempo entro dal cancello secondario dove come ogni giorno da ormai 5 anni posteggio la mia bicicletta. Vedo immediatamente Rosy McGarnet, figlia di un ricco imprenditore e forse l'unica persona che in questo istituto mi porta un briciolo di rispetto nonostante io sia solo la figlia di un maggiordomo.
-Buongiorno Rosy-
-Buongiorno Eileen, come stai?-
-Bene, un pò stanca, ma va tutto bene.-
-Ti dò una mano.-
Prende il mio zaino e me lo tiene finchè non metto il lucchetto alla bicicletta, non mi va di tornare a casa a piedi, non sarebbe la prima volta ma preferisco tornare a casa velocemente. Finito di sistemare la bici le prendo lo zaino e insieme entriamo, in breve tempo veniamo raggiunte da Aaron, il ragazzo di Rosy, ha iniziato a prendermi un pò in considerazione a metà dell'anno scorso, e solo perchè Rosy lo ha minacciato di troncare con lui, nonostante siano assieme da tanto, probabilmente da sempre. Diciamo che è una di quelle coppie programmate per stare assieme, ma si vogliono veramente tanto bene. Rosy è la rappresentante della nostra classe, ottimi voti a scuola, e persona stimata e apprezzata da tutti. Aaron è rappresentante d'istituto assieme ad altri quattro ragazzi con cui io non ho mai avuto a che fare, anche lui ottimi voti a scuola, figlio di uno dei migliori chirurghi dell'Inghilterra, e perennemente in viaggio, titolare della squadra di calcio della scuola e una borsa di studio assicurata per Harvard. Una vita perfetta non c'è che dire, non a caso è uno dei ragazzi più invidiati a scuola.

-Forza entriamo. La prima ora abbiamo letteratura, e non mi va di entrare tardi.-
Entrare tardi alle lezioni erano una cosa che odiavo, e che onestamente non potevo permettermi, non ero vista di cattivo occhio solo dai ricchi compagni viziati ma anche i professori non avevano una buona considerazione della sottoscritta, la sola cosa positiva è che ero molto brava e quindi i miei voti era alti, ma tutto questo era frutto di un duro lavoro e di una buona preparazione, non di certo perchè mio padre era ricco sfondato, o perchè era uno dei migliori investitori della scuola come il padre Taira Queen. Un nome un programma.
  
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