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Autore: aliasNLH    11/03/2011    3 recensioni
Draco Lucius Malfoy è un uomo potente e crudele, disposto a tutto per far vincere il suo signore. Harry James Potter e un uomo deciso e un punto fermo per tutti coloro che credono nella sua causa, porre fine all'assurda guerra che si stava combattendo.
Sono entrambi due giovani pronti a dare la propria vita per quello in cui credono, ma saranno disposti a cedere tutto in cambio del cuore che entrambi hanno perso?
L'ho scritta parecchio tempo fa ma, quando l'ho riletta, mi sono nuovamnte innamorata dei personaggi a cui ho dato vita; nella speranza che anche voi imparerete ad amarli.
Genere: Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger | Coppie: Draco/Harry
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto
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                                   Il sonno del Cuore genera Mostri
 


 

[Sprofondare]


 
Il sinistro cigolare del portone che veniva aperto coprì il penetrante verso di una civetta, insolito per quelle parti, che squarciò il silenzio oppresso della notte.
Suono nascosto ai più ma perfettamente udito da chi doveva arrivare.
Il giovane uomo aprì lentamente i freddo occhi color smeraldo, incurante del sangue che scorreva da un taglio sulla fronte.
L’attacco era cominciato.
 
«Allora, cosa vogliamo fare Potter?» la voce del padre raggiunse Draco non appena entrò nella torre facendo stridere i cardini: quel luogo di morte era stato costruito in modo tale che ogni singolo rumore proveniente dalla cima potesse venir sentito distintamente ai piani inferiori, in modo che i prigionieri potessero sentire ogni singola tortura come sulla propria pelle.
«Non credo tu possa resistere ancora a lungo senza quasi un graffio…»
«…»
Il silenzio che seguì si protrasse così a lungo da essere considerato insopportabile persino da suo padre visti il tono e la veemenza che intrise nelle parole successive.
«Sai, Potter?» ringhiò «quando ho sentito che eri stato catturato quasi non riuscivo a credere alle mie orecchie…»
Draco si fermò incerto sugli scalini che stava salendo, quelli che l’avrebbero portato proprio di fronte alla porta dietro la quale lo aspettavano due paia di occhi freddi ma ben diversi gli uni dagl’altri.
«Ti stavamo cercando da più di sei anni e francamente cominciavo a spazientirmi: come potevi tu, solo un ragazzino impaurito, sfuggire così a lungo a noi, le migliori SS in circolazione?»
Draco sollevò un piade per salire ancora, c’era qualcosa, che non voleva ammettere né riconoscere ancora, forse erano le cicatrici che gli bruciavano la schiena, forse gli occhi supplicanti di sua madre quando era in vita, forse il ricordo di come lui l’avesse uccisa in un moto di rabbia sotto gli occhi lacrimanti del loro unico figlio, forse i ricordi che aveva scoperto lo tenevano ancora legato al passato, o che gli dicevano di proseguire.
Eppure un’altra forza, ugualmente potente e di ben altra natura, lo trascinava con la stessa potenza nella direzione opposta.
Che lo condannava nuovamente alle tenebre.
«Quando poi ho coperto che eri caduto in una trappola tanto banale non ho potuto che esserne sconcertato» la voce di suo padre proseguiva melliflua del proprio monologo, nell’opera di distruzione del giovane che si trovava incatenato davanti, forse solo lievemente venata di impazienza.
Un altro gradino.
«Se.,..avessi saputo prima che ti saresti fatto abbindolare da un’esca così evidente, Black doveva essere molto importante per te…»
Draco si bloccò nuovamente.
Sirius Black.
Un forte quanto improvviso senso di colpa lo raggiunse come un pungo allo stomaco.
«Lo sai che è stato Draco ad aver avuto l’idea di usarlo? All’inizio l’ho ritenuto uno sciocco, un pazzo a credere che una cosa del genere ti avrebbe fatto uscire allo scoperto…mi sono dovuto ricredere. E dire che ero anche pentito di averlo raccomandato all’Oscuro Signore e poi…se tu fossi stato così facile da trarre in inganno, sicuramente, ti avremmo già catturato da un pezzo» un specie di breve risata spezzata interruppe l’ulteriore passo che Draco si stava sforzando di compiere costringendolo a risentire nuovamente del contraccolpo dei ricordi che, come impazziti, tornarono a riempirgli la mente; riportando a galla ricordi che credeva di aver sepolto più a fondo di qualunque altro, coperti da quella maschera di spietata crudeltà ormai inutilizzabile.
Quella era la risata alla morte della madre, alla fine dei propri progetti di viaggiare per il mondo una volta finita la scuola, della libertà, la fine di un amore.
«E invece! Non sai quanto il Signore Oscuro lo abbia lodato!»
Draco salì ancora un gradino mentre un lieve sorriso involontario gli si disegnava sul volto provato. Ricordava con singolare orgoglio quel giorno; per la prima volta si era trovato alla ribalta, non si era sentito succube del padre, ritrovandosi di qualche passo più avanti di lui, fiero al fianco del Signore che non aveva mai scelto.
Tutto quello solo poche settimane prima.
Come aveva potuto?
Come?
Farsi lasciare prendere da quell’euforia, dimenticare tutto?
Come aveva fatto in pochi giorni a rendersi conto di quanto fosse diventata vuota la propria vita?
Era davvero bastato solo il ritorno di Potter?
«Lo ho odiato» la voce soffocata di Lucius aveva un timbro di urgenza «come ha potuto quell’idiota riuscire dove persino io avevo fallito? È sempre stato un incapace, troppo attaccato alle gonne della madre! Quella donna ha avuto una pessima influenza su di lui, lo aveva rammollito fin da subito. Ho dovuto ucciderla e poi punirlo: rischiava di prendere una via troppo diversa da quella che io stesso avevo tracciato per lui».
Adesso la forza ch lo trascinava verso la porta sembrava più forte di quella che lo voleva giù per le scale; Draco saliva gli ultimi gradini senza pensare a nulla, seguendo solo quella voce odiosa.
«Sai, avrei voluto ucciderlo. Il sangue del mio sangue. Che differenza con i tuo genitori, vero? Loro sono morti per te, e nemmeno troppo in fretta direi. Io non lo farei mai; per me può anche morire».
Draco non seppe esattamente dire il momento in cui aveva estratto la pistola dalla fondina.
E nemmeno quando era arrivato di fonte a quella porta socchiusa.
Si sentiva umiliato; umiliato e tradito come non mai. Pensava di valere qualcosa agl’occhi di suo padre, ok, non troppo, ma almeno qualcosa.
Si era illuso di valere almeno un poco per l’uomo a cui si era aggrappato per non rimanere da solo, per colui a cui aveva dedicato l’intero proprio futuro.
Che amara ironia: alla fine della fiera, dopo sei anni di onorato servizio, si sentiva venir meno l’unico sostegno che l’aveva tenuto a galla; eppure non si era mai sentito così bene.
Abbassò la pistola puntandola a terra mentre, finalmente, alzava lo sguardo per vedere la scena che gli si presentava a quello spiraglio.
Il luogo, altra ironia della sorte, era lo stesso in cui aveva fatto torturare Black; Potter si trovava al centro della stanza, legato ad una sedia e minacciato dalla oscura presenza di Lucius e dal coltello che teneva poggiato, quasi con delicatezza, sul collo del ragazzo.
Lucius era di spalle e copriva per la quasi totalità il corpo dell’altro ma non abbastanza da non permettere a Potter di accorgersi che alla porta si era materializzato qualcuno.
Gli occhi del giovane era ancora i duri specchi verdi che aveva visto quando era caduto nella trappola. Fermi e decisi.
«Non hai intenzione di parlare vedo» Lucius continuava amaro «non capisco proprio per quale motivo tu ti ostini a non parlare, guarda che indipendentemente da quello che farai, a fine giornata, ti ritroverai a fare compagnia a quella lurida mezzosangue e a quel traditore» lo minacciò, a vuoto.
La mano di Draco sul calcio della pisola tremò; mentre suo padre parlava, Draco sprofondava sempre più nell’oscurità, nel disprezzo per sé stesso e per lui.
«E poi direi che mi toccherà pensare anche a mio figlio, quell’incapace, ha avuto solo un colpo di fortuna quando ti ha preso. Mi ha messo per un breve periodo in cattiva luce e questo non doveva succedere!»
Il moro alzò lo sguardo sul giovane fuori dalla porta e un sottilissimo filo si attorcigliò attorno al polso tremante, interrompendo al caduta. Harry si era accorto dell’arrivo di Draco, di quello che nascondeva dietro la maschera.
E lo aveva capito.
Man mano che il verde si fondeva nel grigio il sottile filo diventava una catena, un laccio inscindibile e forte che non solo non permetteva che il biondo sprofondasse nelle tenebre ma lo attraeva anche inesorabilmente verso di lui.
Quel contatto, anche se breve e lontano, durò abbastanza da fargli trovare la determinazione necessaria a sollevare nuovamente la pistola e ritrovare il ghigno che gli era tipico.
Suo padre poteva anche considerarlo alla stregua dei prigionieri che aveva torturato ma, di certo, Draco non lo era.
«Ti avverto Potter» ricominciò a minacciarlo il genitore nella speranza di scoprire finalmente qualcosa da lui mentre, con sempre maggiore apprensione, contava il tempo rimanente all’arrivo del giorno.
All’arrivo del suo Signore e alla fine del divertimento.
Quello che però non aveva messo in conto era in sospiro tra l’esasperato e il rassegnato che lo raggiunse alle spalle.
«Non vi facevo così chiacchierone, sapete padre?»
Con uno scatto Malfoy senior si voltò giusto in tempo per vedere il proprio figlio varcare tranquillamente la porta di quella sala per le torture, un’espressione derisoria sul viso e la pistola fatta volteggiare mollemente tra le lunghe dita prima che la portasse al mento, come se si stesse accingendo a pensare.
«In effetti ho trovato anch’io che il silenzio del signor Potter abbia l’insolito effetto di far sciogliere la lingua a chiunque abbia avuto il piacere di ascoltarlo…»
 
 
 
Beh…dai…alla fine nemmeno questo capitolo è poi così lungo…accidenti agli esami…spero comunque vi sia piaciuto lo stesso e mi dispiace lasciarvi ancora sulle spine (sì, come se non lo facessi apposta) muahahahahahacof…cof…ehm…ahah. :)
 
Vabbè…speriamo bene (e che ci siano recensioni positive hihi)
 
Un grosso bacio.
 
 
NLH

  
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